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Autore: nightmerd    20/03/2012    2 recensioni
𝐢𝐧 𝐟𝐚𝐬𝐞 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞...
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Heléna si ritrovò nel centro esatto di una grossa piazza di marmo bianco e immacolato, dalla forma di rosa. Si guardò attorno, spaesata, e vide che la gente che passava emanava una tenue luce dorata. Ma non solo questo. Sembrava che sulla schiena avessero delle ali trasparenti, delicatissime, come quelle della fate.

Gli angeli. Stupende creature dai capelli bianchi, biondi, alcuni neri, altri rossi e altri ancora castani.

Tra folla passò una ragazza, dai capelli color caramello, gli occhi gialli e i tratti quasi felini, che si sventolava con il ventaglio e muoveva placidamente le ali. –Maya?!-, esclamò Heléna fissandola. Non poteva crederci, la sua migliore amica era lì! L’amica che conosceva da tutta una vita era lì ed era un angelo!

Maya sgranò gli occhi e si coprì il volto col ventaglio mentre si allontanava tra la folla. La ragazza la seguì a lungo poi la raggiunse e le poggiò una mano sulla spalla. –E da quando tu sei un angelo?-.

Maya sospirò e sorrise. –Lo sono sempre stata. Sono un angelo custode, il tuo angelo custode-.

-Comecomecome?!-, esclamò Heléna. Maya sorrise divertita e la guidò fino a una panchina, dove si sedettero e l’amica le prese le mani. –Heléna. Ricordi l’età in cui ci siamo conosciute?-.

-Sì avevamo sei anni. Ti ho fatto cadere dalla sedia il primo giorno delle elementari-.

-Sì. Ti ricordi com’ero io con te?-.

-Molto protettiva. Quando notavi un comportamento “strano” dei nostri compagni nei miei confronti diventavi gelosa-.

-Heléna, facevo così solo perché ero al corrente che tu avessi conosciuto Lucifero l’anno prima e cercavo di proteggerti. Poi, qualche tempo fa, quando siamo tornate dal campo estivo, non ho sentito la presenza del demonio e non ti ho protetta. Lui lo sapeva che io sono il tuo angelo custode e ha celato la sua presenza-.

Heléna abbassò lo sguardo. –Ma voi angeli non invecchiate-.

-Ho chiesto a Dio se poteva farmi diventare una bambina di sei anni e farmi crescere fino ai diciotto, per poi tornare normale. Noi angeli custodi possiamo farlo. Gli arcangeli no-.

-Potresti portarmi da Dio?-.

-Guarda, il mio amico Gabriel sta per andare da lui e io ho tante cose da fare. Ti ci farò portare da lui-.

-Gabriel l’arcangelo?-, esclamò Heléna. Maya annuì e alzò il braccio per richiamare l’attenzione di un ragazzo in fondo alla piazza. Fece qualche passo svelto poi comparve di fronte a Maya e le sorrise. –Maya-, la salutò. Lei ricambiò il sorriso e lo salutò con un cenno del capo. Aveva i capelli biondo scuro e gli occhi grigi. Aveva una spada attaccata alla cintura e le ali più grandi rispetto a quelle degli altri angeli.

-Gabriel, devo chiederti un favore. Potresti portare la mia protetta al cospetto di Dio?-. Gabriel annuì con un sorriso e fece cenno a Heléna di seguirlo.

La città degli angeli era interamente fatta di marmo e cristallo, luminosa e allegra. –Così tu sei Heléna eh?-, disse l’arcangelo.

-Già-.

-Colei che sta aiutando Lucifero-, continuò.

La ragazza rimase in silenzio e Gabriel aggiunse:-Tranquilla, da una parte è un male perché stai aiutando un Angelo Rinnegato, o meglio, il Principe dei Demoni e Signore dei Rinnegati. Ma da una parte hai quasi ragione. Bisogna sempre aiutare qualcuno, anche se questo qualcuno è Luzbel-.

-Luzbel?-, ripeté Heléna.

-Era il nome di Lucifero prima di essere stato rinnegato. Ricordo ancora quel giorno. Dio e Lucifero avevano litigato e lui gli aveva promesso che si sarebbe vendicato, che sarebbe diventato il dio supremo. Ci fu un lungo combattimento, gli angeli contro gli angeli ribelli, e anche Dio contro Lucifero. Era calata l’ombra sul Paradiso, i Rinnegati stavano vincendo. Poi Dio, in un ultimo sforzo, ha gettato Lucifero e i suoi nell’Inferno. Quando è nato Gesù, Luzbel è tornato e ha portato un fiocco azzurro. Lì aveva incontrato Eris, una delle figlie di Dio-, Gabriel fu interrotto da Heléna:-Come?! Eris è la figlia di Dio?!-.

-Sì. Dio è Zeus in realtà, e Lucifero è Ade. Comunque, lui ebbe una lunga relazione con lei. Si frequentavano di nascosto ma Dio fu paziente e lasciò spazio all’amore, che anche un demonio può provare-. Heléna abbassò lo sguardo.

-Gli Angeli Rinnegati peccavano, e peccano tutt’ora, di lussuria e orgoglio. Oltretutto, spingono anche gli umani a fare gli stessi peccati-,continuò l’arcangelo.

-Lo so, ho avuto un’esperienza personale-.

-Lo so-, sorrise. Salirono delle alte scale di cristallo, sospese in aria, fino a raggiungere una grossa casa. Da fuori era identica a quella di Lucifero, solo che al posto delle pietre aveva il marmo.

-Rivedrò Lucifero?-, chiese lei. Il biondo sorrise, intenerito. –Non lo so. Ti auguro di sì, perché anche se lui è quello che è, l’amore è bello. E’ sempre bello, cara Heléna-.

Lei sorrise e piano piano raggiunsero la cima. La casa era grande e spaziosa, proprio come quella di Lucifero. Anche le stanze e la disposizione dei mobili era uguale! Solo che erano di colore diverso. C’era molto oro, molto bianco e molto azzurro. Una piccola serva dalle ali fatte di piume candide accolse i due. A Heléna ricordava Tisha e sorrise. La donnina aveva i capelli castani e mossi, gli occhi di un intenso giallo e il viso tondo e senza nemmeno una ruga.

-Mi chiamo Miriam. Prego, seguitemi. Dio si trova al piano di sopra-. Salirono le scale e raggiunsero quello che doveva essere una specie di sala delle conferenze, cosa che Lucifero non aveva.

Al centro della sala c’era un ragazzo dai capelli bianchi, spettinati, che gli coprivano anche la nuca. Era di schiena e portava una camicia bianca, arrotolata fin sotto i gomiti, i pantaloni erano marroncino molto chiaro, tenuti su da una cinta nera. Aveva le mani in tasca ed emanava un fascino quasi irresistibile, come Lucifero. Tutti in cerchio c’erano probabilmente gli arcangeli: Uriel, Mikael e Raphael. C’erano anche due donne. Una aveva i capelli nerissimi e gli occhi scuri, dallo sguardo caldo e materno. Un’altra aveva morbidi boccoli castani e occhi di un blu metallico.

Il ragazzo al centro della stanza si voltò e per poco a Heléna non le venne un colpo. Era identico spiccicato a Lucifero! Se non fosse stato per i capelli, gli occhi color ghiaccio e la carnagione diafana se lo sarebbe quasi sbagliata con il Diavolo. Dio. Dio in persona. Le sorrise e disse:-Heléna, benvenuta-. Aveva una voce così limpida e melodiosa. Era un piacere ascoltare.

La ragazza sorrise imbarazzata. –Non devi essere timida. Accomodati-, le disse gentilmente indicandole una sedia accanto alla donna dai capelli castani.

-Gentili arcangeli, gentile Maria, gentile Atena e gentile Gesù-, riprese. Heléna guardò gli arcangeli. Si somigliavano tutti, biondi e occhi più o meno chiari. Gesù era un ragazzo che la bionda non aveva notato. Aveva i capelli castano scuro e gli occhi nocciola. Aveva un leggero accenno di barba.

-Vorrei presentarvi Heléna-, continuò Dio. Tutti la salutarono poi si congedarono e uscirono, lasciando Heléna e Dio soli.

Il ragazzo si accomodò vicino a lei e divenne serio, con uno sguardo preoccupato. –Heléna. Perché sei qui?-.

-Sto aiutando Lucifero-.

-Immaginavo. Che cosa vuole?-.

La ragazza era sconcertata. Parlare con Dio, che era la fotocopia al negativo di Lucifero! –Dice che si è pentito e vorrebbe tornare nel Paradiso-.

Dio sorrise e fece chiamare Miriam, che accorse subito. –Fai entrare Luzbel nel Paradiso e portatelo qui. Per sicurezza, incatenatelo-.

Miriam annuì e corse via. L’albino tornò a guardare Heléna. –Ora che mio fratello varcherà la soglia del Paradiso, vedrai il suo aspetto da angelo rinnegato-.

-Com’è?-.

-Niente di particolare-, sorrise. Poco dopo si sentì una voce vagamente rauca che minacciava gli angeli. Una voce familiare. Dio abbassò lo sguardo con un sorriso e poco dopo entrò Lucifero, con le catene ai polsi. Ma c’era qualcosa di diverso. I capelli neri avevano i riflessi di un rosso brillante e anche gli occhi erano color rubino. Dalla schiena spuntavano due enormi ali nere che sembravano quasi quelle di un pipistrello. Alle estremità avevano un corno bianchissimo.   

-Lucifero-, lo salutò freddamente l’albino.

-Dio-, ricambiò il moro con altrettanta freddezza. Ma nella sua voce c’era un tono di sfida. Guardò Heléna per un lunghissimo istante.

-Potresti togliermi le catene? Sai, cominciano a farmi male-, borbottò Lucifero lanciandogli sguardi fulminei. Faceva strano vedere le più grandi forze del mondo così vicini, così uguali. Luce e tenebre. Ordine e caos. Bene e male. Amore e Orgoglio, Odio, Lussuria. Purezza e peccato.

-No, fratello. Non posso fidarmi di te-.

Lucifero storse la bocca. –Prudente come sempre-.

-Fratello. Heléna mi ha detto che ti sei pentito e che ti piacerebbe essere riaccettato nel Paradiso-. Il moro rimase in silenzio e si sedette accanto a Heléna.

-Però devo rifiutare la tua richiesta-, continuò Dio. Il demonio sgranò gli occhi. –Come? Perché?-.

L’albino gli poggiò una mano diafana sulla spalla, con uno sguardo di profondo affetto. –Lucifero, non esiste il bene senza il male e non esiste il male senza il bene-. L’Angelo Caduto si rattristì e abbassò la testa. –Tuttavia-, proseguì il fratello. –Tu hai dimostrato la grande capacità di saper amare. Non una semplice cotta come quella che hai avuto con Eris o Persefone. Un amore più grande, che supera e riesce a cancellare tutti i tuoi peccati. Daresti la vita per quella persona, faresti di tutto per lei. Lo so. Lo vedo da ogni tua singola azione anche non rivolta a lei. E poi, gli occhi sono lo specchio dell’anima, fratello mio. Il tuo è uno sguardo innamorato-.

Lucifero tremò leggermente, scosso da quelle parole. Abbassò ancora di più la testa e un altro brivido lo scosse. Una lacrima cadde sul suo ginocchio. Una sola. Heléna abbassò la testa per guardargli il viso coperto dai capelli.

-Lucifero…-,sussurrò stupita e intenerita al tempo stesso. Dio la guardò con uno sguardo tenero poi si girò di spalle.

Stavolta fu il Diavolo a guardare Heléna. Girò piano la testa e la guardò. La guardò come non aveva mai fatto. I suoi occhi rossi rivelarono tutto. Tutto quello che si sentiva dentro. Sofferenza, amore, tristezza, solitudine, e un pizzico di paura.

-Fratello-, riuscì a mormorare Lucifero. Dio si voltò. –Dopo che andremo via dal Paradiso, Heléna dove andrà?-.

-Dove vuole lei-. Il moro alzò la testa scoprendo il bel viso rigato dalle lacrime.

-E se lei volesse tornare a casa?-.

-Io non voglio tornare a casa-, disse Heléna. Il demonio si girò per guardarla, stupito. –No-, ripeté.

-Heléna… tu… cioè, dove…?-.

Gli sorrise, lasciando capire le sue intenzioni e il viso di Lucifero si illuminò di uno splendido sorriso di gioia. Anche Dio sorrise poi liberò il fratello dalle catene. Lui si alzò e i due gemelli si abbracciarono, dandosi affettuose pacche sulla schiena.

-Tornate a casa. Avete un sacco di cose da sistemare-, disse Dio dopo aver sciolto l’abbraccio col fratello. Heléna e Lucifero si avviarono ma l’albino li trattenne un secondo. –Ah, fatevi vivi qualche volta. Mi fa sempre piacere una vostra visita-.

I due sorrisero e scomparirono in un lampo di luce.

 
 
 
 
 

Tornati nell’Inferno lo trovarono tutto incasinato. –Demetra abita in quel palazzo. Vai da lei-, disse Lucifero a Heléna. Lei non se lo fece ripetere due volte e corse a casa di Demetra.

Il Diavolo guardò il suo regno e sospirò, prese fiato e tuonò:-Chi osa cercare di impossessarsi del mio trono?!-.

I demoni più potenti si andarono a prostrare ai suoi piedi ma lui li guardò con disprezzo.

-Mio signore, volevo impossessarmi momentaneamente del tuo trono per controllare la situazione-, disse uno.

-Astaroth, mi sorprendi. Dici davvero?-.

-Certamente-. Lucifero lo guardò con uno sguardo diabolico e sguainò una spada dalla lama nera e l’elsa dorata dove era incastonato un rubino. –Ti ucciderò comunque. Nessuno deve azzardarsi a prendermi il trono-, gli conficcò la spada nella nuca e la girò. Il demone cadde in una pozza di sangue e Lucifero ripulì la lama sui suoi vestiti. –Chi altro ha cercato di impossessarsi del mio potere? Oh, che sciocco. Già lo so. Tutti voi infami cercavate di impossessarvene-. Con un veloce gesto tagliò a metà ogni demone lì presente e ripulì la lama sui loro vestiti con molta freddezza e indifferenza. Passò sopra un cadavere e camminò lungo la strada che portava a casa sua. Un demone di minima importanza stava cercando di attraversare il cancello della villa ma come vide Lucifero cadde a terra, davanti ai suoi piedi. –Stupido. Un demone insulso come te non deve neppure arrivare alla distanza di cento metri da casa mia. Avete cercato di spodestarmi, e chi ci sarebbe riuscito mi avrebbe ucciso una volta che fossi tornato. Siete tutti degli stupidi se pensavate che ci sareste riusciti-, e lo uccise mozzandogli la testa.

-Mi viene la nausea-, commentò disgustato. L’Inferno era calato in un silenzio tombale e poco dopo Demetra, Heléna e Jake lo raggiunsero. Jake si inchinò e Lucifero gli poggiò una mano sulla testa. –Jake, non c’è bisogno che continui a lavorare nell’ascensore. Ora puoi fare quello che vuoi, basta che mi avverti-.

-Posso fare il capitano della squadra di calcio?-.

-Va bene-. Il ragazzo corse via, verso il campo da pallone dopo aver ringraziato Lucifero.

-Demetra, mi pesa dirlo, ma puoi anche terminare il tuo ciclo di torture al Palazzo dei Gironi. Potresti lavorare all’ascensore, al posto di Jake-. Demetra lo guardò con un sorriso astuto e lo ringraziò, allontanandosi.

Lucifero e Heléna si guardarono, si sorrisero e si abbracciarono. Lui la sollevò da terra e la fece girare. La loro favola non sarebbe mai finita.

 
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE: Beh ragazzi e ragazze, che vi devo dire, questo è il terzultimo capitolo di questa breve fic. Il prossimo sarà molto corto perché si parlerà solo di quello che succede nel futuro (qualche anno dopo). E il prossimo ancora, che sarà il capitolo finale, sarà diverso e speciale ;)

 All’inizio, in questo capitolo volevo fare che Heléna diventava un angelo e Lucifero le diceva:”Uffa ma così sarà difficile vedersi!” , ma poi ci ho ripensato. Non so se scriverò un continuo...

 Ok, la storia è corta, il problema è che non saprei proprio come continuarla =/ pazienza, spero solo che è una storia che vale =) grazie a tutti, in particolare a Zolie, Tsux3 e St_rebel, e al prossimo! ^^

 

LizThompson 









Per Dio, immaginatevi un ragazzo tipo questo qui XD però con gli occhi color ghiaccio e somigliante all'immagine di Lucifero dei capitoli precedenti =)

Questa dovrebbe, DOVREBBE, essere Maya ma purtroppo delle immagini somiglianti a lei non le ho trovate T.T



Lucifero & Dio *w*

Lucifero & Dio *w*





E questo bel figurino dovrebbe essere Jake XD pure se non sembra tanto un quattordicenne =/ e vabe x3 Le immagini di Demetra non le ho trovate *scoppia a piangere* mi dispiace T.T

  
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