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Autore: 365feelings    20/03/2012    2 recensioni
01. O-Fuu-Jing ; Cina/Inghilterra, colonialismo inglese (commercio dell'oppio)
Un gesto e un cinese gli procura altro oppio, assicurandosi di servirlo al meglio, di fornirgli il miglior veleno.
02. In un giorno di pioggia ; Inghilterra/OC!Irlanda (1171 - 1949)
Enya lo guardava con quei suoi grandi occhi verdi velati dalle lacrime, o almeno così voleva credere: gli piaceva pensare che in fondo anche a lei - a una piccola parte di lei - dispiaceva separarsi.
03. Faraway ; OC!Pangea, OC!Laurasia, OC!Gondwana (deriva dei continenti)
Un mare divideva ora lui e sua sorella ed era stato lui a crearlo.
04. Letter to Anija; Russia/Anastasia (rivoluzione russa)
“Stai brillando.” ti dissi, prendendo poco coraggio. Troppo poco.
Tu guardasti nei miei, piena di vita.
“È perché non voglio morire."
05. Heart of Darkness; OC!America Latina, OC!Africa, OC!Europa (tratta degli schiavi)
Oggi siamo sorelle, oggi più che mai.
06. Carthago delenda est; Roma/OC!Cartagine, distruzione di Cartagine
Il sale la stava bruciando, come bruciava la città sotto di lei.
07. Weakness; Germania/Prussia
Gilbert stava morendo e questa consapevolezza lo spaventava più dei Boeing B-17 che bombardavano le sue città.
8. Sonata al chiaro di luna; Austria/Beethoven
Tutto quella che era rimasto - di lui, di loro, dei giorni trascorsi insieme - erano i frammenti di un sogno.
Non resistendo al ritmo del beat, partecipo all'iniziativa "Last night a DJ saved my fanfiction" del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Genere: Angst, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: KumaCla
Titolo: In un giorno di pioggia
Pairing: Inghilterra/Arthur Kirkland, OC!Irlanda/Enya
Warnings: double drabble - malinconico - lontanamente storico
Canzone: In un giorno di pioggia, Modena City Ramblers



« E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via» .
 


Irlanda - 1171

L’acqua scorreva sul suo volto bianco come sul letto di un fiume: spianava la fronte, scavava gli occhi e vi deponeva due smeraldi grezzi, levigava il naso e le guance, si insinuava tra le sue labbra, gocciolava dal mento e si perdeva sull’orlo del mantello che si gonfiava ai suoi piedi animato dal vento.
Lo stesso vento dell’ovest che giocava con i suoi crini di fuoco e si divertiva a gonfiarli nell’aria fredda come una sanguigna vampa.
La sentì dire qualcosa, sembrava stesse cantando: ciò che uscì dalla sua bocca fu un gorgoglio che si confuse con lo scrosciare della pioggia sulla brughiera.
«Cosa sta dicendo?» gli chiese spazientito Enrico II, guardando con diffidenza la giovane che fronteggiava il suo esercito.
«Non lo so» rispose Arthur cercando di cogliere qualche parola comprensibile, ma la lingua con cui si esprimeva gli era estranea.
Lentamente, con cautela - gli pareva un animale, una piccola volpe rossa, pronta a scappare al primo segno di pericolo - si avvicinò: era curioso, voleva comprendere ciò che gli diceva, era incantato da quella fanciulla.
La musica della sua voce iniziò a ripetersi, formando una singola parola.
«Puoi ripetere? Dillo ancora!»
Lei ripeté con pazienza.
«Enya?»
«Enya» confermò.
«Ti chiami Enya?»
«Enya» rispose portandosi una mano candida al petto.
 

Inghilterra - 1949

La pioggia scosciava delicata sull’ombrello nero che reggeva con la sua mano candida.
Le gocce picchiettavano sul tessuto impermeabile e poi cadevano al suolo vicino alle sue scarpe, un modello femminile che lasciava scoperto il collo del piede e la slanciava con i suoi tacchi. Indossava un vestito verde - lo stesso colore che accendeva la sua tunica il giorno del loro primo incontro, lo ricordava bene - sotto un impermeabile nero: in mano nessuna valigia.
Enya lo guardava con quei suoi grandi occhi smeraldini velati dalle lacrime, o almeno così voleva credere: gli piaceva pensare che in fondo anche a lei - a una piccola parte di lei - dispiaceva separarsi.
«Me ne vado, Arthur. Addio».
Nessun giro di parole.
Annuì.
«Non addio, Enya, arrivederci» sussurrò mentre osservava la sua figura scomparire tra la gente.
Poi anche lui la imitò, dirigendosi dalla parte opposta, camminando lentamente, le spalle curve - era stanco, era triste.
Un giorno si sarebbero rincontrati.



 

 « E in un giorno di pioggia ti rivedrò ancora
e potrò consolare i tuoi occhi bagnati.
In un giorno di pioggia saremo vicini,
balleremo leggeri sull'aria di un Reel» . 





 


 

   
 
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