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Autore: E22    20/03/2012    0 recensioni
“Ma perché gli lasciate in mano potenziali oggetti contundenti?”
“Louis è un bimbo di due anni che appena vede qualcosa di nuovo se ne innamora fintanto che non si annoia. Siamo arrivati in aeroporto e ha visto in un negozio questo modellino, così ha cercato subito di comprarlo con l’aiuto di Niall e Paul non è riuscito a dire di no alle loro faccette da cuccioli.”, beh, capivo il loro tour manager perfettamente.
“Immagino! Siete anche voi, quindi, in felice attesa all’aeroporto”, scrissi senza pensare.
“Anche tu sei qua? Dove? Vediamoci!”
“Cosa? No! (...)
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: se si esclude questo prologo, in cui i protagonisti hanno un contatto diretto, questa fan fiction sarà ispirata alla scelta stilistica di Cecelia Ahern nel libro “Scrivimi ancora”. Ma solo a grandi linee e stilisticamente, in realtà il contenuto è completamente diverso; in pratica l’idea mi è nata ripensando a quel libro ma poi ha una vita a sé.
Spero che possa sembrarvi originale, o almeno possa sembrarvi tale dopo questo prologo un po’ lento ma necessario (quindi date una possibilità anche al primo capitolo ;D)
Fatemi sapere cosa ne pensate, buona giornata (in realtà notte perché pubblico sempre ad orari assurdi).




 

Scrivimi ancora
Prologo

 

 
Zayn.

“Quella ragazza ha la tua stessa maglietta dei Boyce avenue!”
“Quale?”, chiesi ad Harry mentre spiavo sopra la sua spalla al meeting.
“Quella là che ride, coi capelli castani; è anche abbastanza carina potresti provarci e dire addio all’astinenza!”
“Harry smettila di fare il maniaco!”, dissi velocemente mentre questa ragazza si avvicinava.
“Ehi, bella maglietta”, le dissi seducente.
“Grazie”, mormorò arrossendo, aveva uno strano accento, non era sicuramente americana e persi tempo con lei chiedendole di dove fosse, il suo nome, Rebecca, e se fosse venuta al nostro concerto ieri sera, passando ben cinque minuti con lei, tre in più di quanti ce ne erano concessi dal management. Ripensando alle parole di Harry ed alla mia effettiva astinenza le chiesi l’account di twitter, cosa non inusuale per noi ragazzi se si escludeva Liam, per poi continuare quella stancante giornata.

 



Rebecca.

“Ehi!”

Panico.
Oddio.
Cosa cavolo dovevo fare? Zayn Malik, superstar a livello internazionale, avevo scritto a me, studentessa sconosciuta a livello cittadino, “ehi!”.
Cosa si risponde ad un “ehi!”? E che cosa cavolo vuol dire alla fine “ehi!”? Perché la gente usa parole che non esistono neanche sul dizionario?
Okay, Rebecca niente panico, non puoi farti venire un attacco di panico nel bel mezzo di un aeroporto in terra straniera. E poi scusa, cosa potrei dire ai medici? Scusate ma uno degli One Direction mi ha scritto su twitter?

“Ehi!”

“Pensavo fossi sparita”, cavolo. Che figuraccia! “Comunque come stai, ragazza carina con la maglietta dei Boyce Avenue uguale alla mia?”, si ricordava veramente di me!

“Bene, ragazzo famoso con la mia stessa maglietta, se si esclude la tachicardia derivata dal chattare con uno dei miei cantanti preferiti! Comunque mi chiamo Rebecca.”, okay, mi sembrava una frase di senso compiuto quindi potevo inviarla tranquillamente sperando di non sembrare una stupida fangirl, cosa che, per altro, ero.

“Lo so, Rebecca!  La mia memoria non è ancora messa così male ed inoltre c’è la tua bio del tuo account di twitter a ricordarmelo.”, figuraccia, ancora.

Okay, stavo avendo una conversazione con un vip. Non sapevo come formulare ulteriormente questo pensiero per cercare di rendermene conto. L’unica cosa che il mio cervello riusciva a formulare era: awwww; complimenti, molto matura come cosa!

“Cosa stai facendo, comunque?”, cavolo, dovevo rimanere concentrata, non potevo perdermi a pensare ad altro mentre Malik mi scriveva.

“Studiando un po’ mentre aspetto di tornare a casa, tu?”

“Mh, twittando con te e cercando di evitare che Louis mi amputi una gamba con un’elica del suo aereoplanino. Cosa studi?”, scoppiai a ridere attirando molti sguardi. Riuscivo tranquillamente ad immaginarmi la scena come se fosse una foto trovata su tumblr.

“Aereoplanino, seriamente? Ahah. Sto studiando Diritto internazionale, da brava studentessa di giurisprudenza ho pensato fosse figo studiare internazionale in uno Stato straniero!”

“Legge? Belle ed intelligente quindi!”, muoio.

“Non è carino far arrossire una ragazza in pubblico davanti ad un computer, sembro una pazza. Smettila!”

Stavo scherzando, perché non risponde più? Lo sapevo. Stupida, stupida, stupida: non sei una Mary Sue e non vivi in una fan fiction, stup…

“Scusa! Louis mi ha quasi ucciso con quel suo maledetto aereoplanino e ho dovuto vendicarmi!”, mi lascia scappare involontariamente un sospiro di sollievo. Sapevo di illudermi ma stavo vivendo un piccolo sogno, volevo godermelo!

“Ma perché gli lasciate in mano potenziali oggetti contundenti?”

“Louis è un bimbo di due anni che appena vede qualcosa di nuovo se ne innamora fintanto che non si annoia. Siamo arrivati in aeroporto e ha visto in
un negozio questo modellino, così ha cercato subito di comprarlo con l’aiuto di Niall e Paul non è riuscito a dire di no alle loro faccette da cuccioli.”, beh, capivo il loro tour manager perfettamente.

“Immagino! Siete anche voi, quindi, in felice attesa all’aeroporto”, scrissi senza pensare.

“Anche tu sei qua? Dove? Vediamoci!”

“Cosa? No! E poi non sento ragazze urlanti, non sarà lo stesso aeroporto, vedrai”, mi agitai subito, potevo resistere, malamente, nel sentirlo online in quanto sembrava quasi non reale, ma incontrarlo? Perdere così ogni piccola goccia di dignità? No, preferivo di no.

“Andiamo, c’è solo un aeroporto in questa città! Cosa ti costa? Potrebbe essere l’ultima volta che ci incontriamo e il mio aereo parte tra mezz’ora. Vediamoci fuori dalla sala d’attesa della prima classe, al terzo piano.”

“Okay”, non so dove trovai il coraggio; era un po’ come se la mia mente avesse deciso di remixare tutte le frasi ad effetto che si dicono nei film o si leggono nei libri sul cogliere l’attimo e, per quanto le avessi sempre trovate scontate e stupide, non potei fare a meno di fidarmi di esse e correre verso il terzo piano.
 





Se un’ora fa mi avessero detto che mi sarei ritrovata a correre per l’aeroporto per poter vedere niente poco di meno che Zayn Malik sarei scoppiata a ridere per poi dare del pazzo a chiunque l’avesse affermato. In realtà anche se mi fosse stato detto quindici minuti fa avrei avuto la stessa reazione, ma questo non cambiava la situazione in cui mi ritrovavo.

Caffetteria, ristorante, Sephora, perché gli aeroporti dovevano assomigliare a dei centri commerciali?

“Ehi!”, ancora. Ma la sua frase tipica non era “Vas happenin”?
Come era bello. Capivo perché avesse così tante proposte da parte di agenzie di modelli. Tutti gli One Direction sembravano dei modelli ma, mentre Louis, Harry, Liam e Niall avevano una bellezza che ti faceva venire voglia di abbracciarli, e solo poi di fare cose non del tutto lecite, lui aveva quel tipo di bellezza per cui l’unica cosa che riesci a pensare era: sesso.
Aveva un bel fisico, un bel fiso, era ben vestito e curato. E io stavo per implodere. O esplodere, ancora dovevo decidere.

“Penso che tu debba respirare”, bisbigliò.

“Cosa?”

“Respira!”

“Sì, hai ragione. Scusa”, riuscì a dire, arrossendo e tirando un sospiro per calmarmi.

“Sei agitata?”, mi chiese sorridendo.

“Beh, non capita tutti i giorni di trovarsi a parlare con un cantante famoso in tutto il mondo. In realtà pensavo capitasse solo nelle fan fiction.”, confessai a bassa voce, spaventata ed elettrizzata da quella situazione.

“Stamattina non eri agitata e neanche prima!”

“Stamattina ero preparata ad incontrarvi ma ero comunque agitata e prima, beh, credo che il signore in parte a me volesse chiamare il 911 da quanto sembravo tesa ed agitata. Continuavo ad arrossire e ridacchiare, per poi scappare via. Mi avrà preso per una pazza”, ecco, quando iniziavo a parlare non finivo più e stavo passando la mia occasione di parlare con un vip parlando di come questa cosa mi agitasse, che stupida.
Abbassai lo sguardo e notai dei graffi sulle sue mani che risaltavano molto per il confronto con la pelle estremamente curata.

“Erano affilate quelle eliche!”, ridacchia indicandogli le mani.

“Oh, veramente erano affilate le unghie delle ragazze stamattina al meet”, confessò sorridendo.

“Oddio, che belve! Ma non bruciano?”, chiesi afferrandogli la mano per avvicinarla e vedere meglio i graffi.

“Dopo un po’ ci si abitua, perfino Niall ha meno paura del solito ormai!”, iniziò lui ridacchiando della mia reazione a quando mi ero resa conto di avergli preso la mano, “però un po’ infastidisce perché non sei mai libero di fare quello che vuoi senza essere assalito …”, fu però interrotto dalle grida di alcune fans che comunicavano alle loro compagne di aver trovato un cartello indicante la sala d’attesa vip, “… dalle fans”, continuò con un tono così remissivo che mi fece venire voglia di abbracciarlo.

L’unica cosa che riuscì a fare, non so per quale assurdo motivo, fu prenderlo per  le spalle e sospingerlo nella macchinetta per le fototessere che era dietro di lui, rischiando quasi di farlo inciampare e ringraziando di aver già imbarcato i bagagli, che mi avrebbero solo ostacolata.
“Shhh”, bisbigliai e feci per girarmi e spiare dietro la tendina cosa stessero facendo le ragazze, ma, proprio in quel momento, Zayn mi afferrò per il polso e mi avvicino ulteriormente a lui per poggiare poi le sue labbra sulle mie.

E le poche volte che mi capitava di leggere scene del genere nelle fan fiction het, evitate come la peste dalla una slasher convinta come me, mi arrabbiavo. Non so esattamente perché, forse perché banali o impossibili o perché trovavo umiliante che la donna si facesse fare tutto e più solo perché l’altro era il suo idolo.
Ma in quel momento, oddio, trovai tutto dolce ed eccitante.
Zayn Malik stava baciando me, una sconosciuta qualsiasi, né troppo bella, né troppo brutta, in una stretta e claustrofobica macchinetta per le fototessere con delle fangirl esagitate come colonna sonora.

“Wow”, riuscì a mormorare quando si staccò da me, ero completamente paralizzata e non sapevo cosa dire o cosa pensare.

“Devo andare, scusami”, e così mi accorsi che le ragazze fuori si erano ormai allontanate e che la nostra colonna sonora era diventata “With you” di Chris Brown, presumibilmente la suoneria del suo cellulare che ora stava guardando.
Stava già finendo tutto e non riuscivo ancora a crederci.

“Tieni”, disse lui mentre mi metteva in mano un bigliettino e mi prendeva per le spalle per invertire le nostre posizioni ed essere lui vicino all’uscita.

“Non dirlo a nessuno. Non dire a nessuno di questo e di quello”, disse indicando il bigliettino prima di correre via.

Rimasi ferma, in quel posto e in quella posizione, con ancora le labbra socchiuse e gli occhi spalancati, per minuti interi. Solo quando fui riuscita a recuperare la forza necessaria uscì da quella macchinetta e mi avviai verso il mio gate come un automa.
Solo quando dovetti tirare fuori il biglietto mi accorsi di stringere ancora il biglietto che lui mi aveva dato, lo aprì e lessi un indirizzo di un profilo di twitter preceduto dalla scritta: Zayn Malik, privato.
 
 




Note: e il prologo è andato. Adesso non vedo l’ora di scrivere gli altri capitoli ed è una cosa assurda perché saranno potenzialmente het! E io non leggo het da anni, sono una slasher convinta e per questo Rebecca è una slasher convinta: slash is the way ;D (Ovviamente scherzo, ognuno ha le sue preferenze ed è giusto così XD)
Rebecca studia Internazionale perché l’inizio di questa ff è stato scritto invece di ascoltare la lezione di internazionale e pigra come sono ho messo questa materia; Rebecca è un nome casuale scelto perché, sempre per pigrizia, è il primo che ho letto aprendo la pagina di fb. Non so perché ho voluto condividere con voi questa mia pigrizia, ma dettagli!
Come ho scritto nell’altra mia storia devo confessare di non aver mai scritto nulla prima di tre giorni fa e quindi sono consapevole di fare errori orribili: segnalatemi, vi prego! Aiutatemi a migliorare!
Spero che questo prologo non risulti troppo alla Mary Sue che incontra l’idolo, cosa che tendenzialmente odio (quindi sono ancora più agitata per questa storia).
 
 

 

   
 
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