Lo sai! Sei consapevole che lui ha dannatamente ragione! E' così, ormai è inutile continuare a negare.

«Evans, vieni ad Hogsmead con me?» 

«No, Potter! Preferirei uscire con la Piovra gigante.»

«Evans, dopodomani è sabato...» 

«Eclissati, evanesci, sparisci dalla faccia della Terra, Potter.» 

«Evans, ti devo chiedere una cosa.» 

«Cosa, Potter?» 

«Esci con me, sabato?»

«Hmm, fammici pensare. Vediamo...»  

«Allora? E' un sì?» 

«No, Potter.» 

«Evans, ti va di uscire?»

 «No, Potter.» 

«Bhè, vorrà dire che rimarremo nel castello.» 

«Evans, mi faresti l'onore di venire al villaggio insieme, sabato?»

 «No, Potter» 

«No, no, no, sempre e solo NO! Mi vorresti spiegare il motivo, almeno?!?»

 «Bhè, perchè... perchè...»

 «Vedi, Lily... non sono io. Sei tu che hai paura di inabbissarti in qualcosa che non potrai controllare. Sarebbe una cosa del tutto nuova, fuori dai tuoi ideali per te.Dillo! Ammettilo! Se non per me, fallo almeno per te stessa.» 

E lo ridico.

Ha fottutamente ragione.

La consapevolezza si sta facendo spazio in me.

Per Godric!

Lily, riprenditi!

E' impossibile! Insomma, è James Potter!

Lui!

Quello che odiavi, che reputavi un immaturo, che si divertiva a fare il bullo solo perchèmla sua esperienza nel campo di incantesimi glielo permetteva.

Quando vi incontravate, anche se per sbaglio, lo veniva a sapere tutta la scuola.

Potter: colui che è stato il tuo incubo per sette anni.

James: colui che che ogni mattina ti ricorda quanto tu sia bella rispetto alla sera precendente; colui che non demorde mai a chiederti di uscire con te; colui che per questo ha testato un'infinita di Fatture Orcovolanti, quelle che ti riescono meglio e un paio di Schiantesimi; colui che è stato la spalla su cui hai pianto quando tua sorella ti ha mandato quella maledetta lettera, nella quale scriveva che non voleva più nè vederti, nè sentirti.

Non ti ha mai giudicato.

No, non lui.

Non ne ha fatto mai parola con nessuno, neanche con Black.

Adesso che finalmente ero riuscita a far chiarezza con me stessa, avevo deciso.

Ero pronta.

Perchè aspettare, quando c'è una guerra che incombe sempre di più, là fuori?

Perchè aspettare, quando la tua vita può spegnersi al più piccoli soffio di vento, come una candela?

Perchè aspettare un altro secondo, quando si ha il ragazzo che si ama a un metro di distanza da te?

«Potter!»

 «Evans, non sono stato io!»

 «Coda di paglia, eh? Sabato, alle 10, davanti al Portone di Ingresso.» 

La sua reazione non tarda ad arrivare.

Per prima cosa sgrana gli occhi, poi spalanca la bocca in quella che sarebbe un'imitazione di pesce palla, MOLTO scadente ed infine urla con tutto il fiato che ha nei polmoni:«COSA???»

 Tutta la Sala Comune tace.

I primini smettono all'improvviso di fare pratica con la bacchetta, per Incantesimi; gli studenti più grandi, invece, ormai fin troppo abituati, riprendono a parlare amabilmente con i loro amici.

«Hai problemi di vista, Potter, non di udito.»

 E con due paia di occhi marroni che mi trapassano la spina dorsale, salgo le scale del mio dormitorio, con tutta la nonchalance che io possa avere.

Salito l'ultimo gradino, sento Black che, ridendo con la sua risata sempre simile ad un latrato, dice: «Chiudi la bocca, Ramoso. Sei un cerbiatto, mica un pesce palla!» 

«Sono un cervo, Felpato! E con un bel palco di corna, a dirtela tutta.» lo rimbecca Potte... James, sì, James.

«Io non ne sarei più tanto contento, ora che esci con la Evans.» lo schernisce, invece, Black.

Poi non sento più nulla.

Solo un rumore che mi pare alquanto sinistro.

Sembra che qualcuno stia soffocando. 

Sarà Black. 

Un problema in meno per la comunità magica.