Beautiful mistake
Pov Sierra
Nella mia vita,
ho sempre pensato che rimanere calmi è una gran cazzata.
Chiariamoci, non
sono il tipo di persona che perde le staffe ogni due per tre - ci vado vicino
-, ma credo che quelli dall'autocontrollo illimitato sono poi i tuoi futuri
aguzzini.
Visione
ottimistica della cosa direte voi? No, semplicemente prendo spunto dalla realtà
dei giorni nostri; andiamo, il vicino di casa che ha sterminato un intera
famiglia di gatti, e o di persone, non era sempre quello che a detta di tutti
era “ Oh, è stato Tizio? Era così un caro ragazzo, mi aiutava sempre con
la spesa. ”. Appunto! Quindi, Cathy che mi imponeva di rimare calma, era una
specie di utopia per me.
Me... Giusto, mi
presento: Mi chiamo Sierra Marie - nome idiota, lo so. - ho ventitré anni,
laureata in lingue e sono appena atterrata ad Atlanta.
Ora direte voi,
e qual è il problema? Il problema è che io dovrei essere a Londra!
Londra!
Avete presente
quella splendida città dove ci sono la regina, i due principi fighi - preferisco Harry, è più simpatico del pelato -, la
musica perfetta, l'aria buona, il Tamigi, la vita quella bella?
Ecco. Io dovrei
essere lì, ed invece sono ad Atlanta! Come ci sono arrivata? Non lo so, o
perlomeno so di aver preso un aereo che avrebbe dovuto portarmi in Inghilterra
ed invece mi ritrovo in America.
Ad Atlanta!
E perché Cathy -
la mia migliore amica -, non è infuriata?
Voltai il mio
sguardo che da ben dieci minuti era fisso sul cartellone che mi diceva di
essere ad Atlanta - STRONZO! -, e incrociai i miei occhi verdi - o blu, non
saprei dirvi - con quelli di Cathy.
« Finalmente ti
sei degnata di guardarmi! » Incrociò le braccia al petto facendomi capire che
si era spazientita.
« Cathy » Tentai
di sembrare calma ed incline al dialogo « Come puoi essere così tranquilla? »
Lei mi guardò di
sbieco come se fosse una cosa ovvia, come se io non capissi l'ovvietà della
situazione.
« Tesoro, le
valigie sono qui, noi siamo intere... non capisco perché ti scaldi tanto ».
Ok, non capiva
la tragidicità della cosa.
« Cathy siamo ad
ATLANTA! ATLANTA! Non sappiamo neanche come ci siamo arrivate, perché la gente
non se ne è accorta, perché noi non l'abbiamo NOTATO! COME ABBIAMO FATTO DICO
IO? COME? COME? Cathy non guardarmi come se fossi pazza »
Alternai parole
urlate ad altre sussurrate, forse un po’ sembravo sull'orlo della pazzia, ma
davvero, avevo troppi dubbi, troppe domande.
« Sierra, l'hai
detto tu. Siamo ad A.T.L.A.N.T.A »
« L'ho capito! »
Lei socchiuse gli occhi come a volersi calmare.
« Sierra.
Atlanta. The vampire Diaries. Joseph Morgan, il tuo
amato Joseph Morgan »
Oh
Oooohhhh.
Ora capivo
perché non era poi così dispiaciuta.
Atlanta, uguale
il cast di TVD, il nostro show preferito.
Ok, sì forse non
era poi così male... ma no, decisamente dovevamo andare a Londra.
« Cathy,
ragiona... Dobbiamo andare lì, e poi da quando sono io quella responsabile? Tu
sei quella che dovrebbe dirmi queste cose, non io! »
« Senti Sierra,
questo è un colpo di fortuna! Pensiamoci bene, infondo iniziamo il lavoro solo
il 2 Settembre, ed ora siamo al 16 di Agosto, abbiamo tempo. Non fare la guasta
feste proprio quando io ho deciso di godermi quello che la vita mi riserva. »
La guardai con
un misto di incredulità e tenerezza, Cathy è una tipa tosta che quando sa cosa
vuole niente e nessuno gli impedisce di averla, ma quasi mai si lascia andare
alle avventure, è una ragazza con la testa sulle spalle, ecco.
Decisi di
accontentarla per stavolta, anche perché non avrei potuto fare diversamente.
Sbuffando, presi
la mia borsa da cui estrassi l'iPhone; volevo cercare
su google qualche hotel in cui stare, se dovevamo restare appunto da qualche
parte dovevamo fermarci.
« Sierra, io
avrei una certa fame, andiamo al bar? » Distrattamente annuii, seguendola poi
poco dopo.
Gli alberghi in
quella città sembravano tutti uguali a giudicare dalle foto che vedevo.
Arrivati al bar, Cathy prese un caffè per lei e un cappuccino per me.
Non capivo come
facesse a bere quella brodaglia marrone che qui in America spacciavano per
caffè, era decisamente cattivo come sapore. Non che io amassi il caffè particolarmente,
ma che schifo!
Preferivo un
cappuccino, o il mio adorato latte alla vaniglia, in alternativa un bel latte
alla menta andava benissimo.
Sempre molto
distrattamente sorseggiai la mia bevanda, vagliando attentamente le proposte
che Google mi offriva. Ce ne erano di diversi, e per fortuna non avevamo
problemi con i soldi, perché altrimenti si che sarebbero stati azz amari.
« Mhh, Cat, questo secondo me può anda.. » non finii la frase perché un qualche imbecille mi
venne addosso facendomi versare sulla camicia nuova il cappuccino.
Giornata di
merda.
« Ma guarda dove
vai stupido » urlai al ragazzo che emanava uno strano profumo - buono, ma
strano.
« Scusa, non ti
ho visto. Tu potevi evitarmi però ». Il ragazzo aveva una voce bella, ma no ci
feci caso lì per lì, così come non mi accorsi subito del mutismo di Cathy, ero
più intenta a studiare la macchia piuttosto evidente sulla camicia
« Ma se sei tu
che mi sei venu » Alzai lo sguardo, e le parole mi
morirono in gola.
Io, Sierra Marie
Fiore, originaria di Napoli, tifosa dell'Inter, innamorata di ' cime tempestose
', mi ero appena scontrata con Ian Somerhalder.
Giornata
meravigliosa!
Cathy era ancora
sotto shock, lo guardava con occhi adoranti - effettivamente era il suo idolo.
- non spiccicava parola, sembrava imbambolata.
Lui si accorse
della situazione, e sembrava si divertisse, perché un sorriso furbo gli
incorniciava il viso.
Mi voltai verso
la mia amica, scuotendola piano, sperando che almeno lei facesse bella figura
con lui.
« Ehm, Cathy
stai bene? » Decisi di non parlare inglese davanti a ... lui.. Ian, sì lui ecco, volevo una sorta di privacy.
« Tu tu hai visto chi c'è davanti a noi ? » E sì che l'ho visto!
Occhi nascosti
da due Ray-ban come i miei, camicia nera, cappello di
paglia, jeans stretti... sì decisamente l'avevo visto.
« Sì, Cat »
L'attore ci
guardava curioso, e stranamente non era corso via o qualcosa del genere.
Forse era
rimasto perché uno: Mi aveva sporcato camicia e maglia e
due: Non gli
eravamo saltate addosso, quindi voleva essere gentile.
O magari c'era
la terza opzione, cioè che forse aspettava qualcuno.
« Ci sta
fissando » mi disse lei ancora sconvolta dagli ultimi eventi.
« Sì lo vedo »
« Non guardarlo
» alzai un sopracciglio come segno di protesta.
« Io, non lo
guardo sei tu che lo stai facendo. Cathy , non per dire ma hai la bava che ti
cola ai lati della bocca. Calma i bollenti spiriti e fai meno la fan su su » Lei mi guardò quasi incavolata, e poi si ridestò dalla
sua sensazione di torpore. Allungò una mano verso Ian,
che lui afferrò prontamente.
« Scusa la mia
amica e la sua sbadataggine, io sono Cathy. ».
Come, come?
Ma WHAT THE FUCK? Io non ero sbadata, LUI era venuto
addosso a me.
Non il
contrario.
Io mi ritrovavo
zuppa di cappuccino, mica lui.
Il tizio - sì, a
sto punto è solo tizio - sorrise in quel modo che faceva pure Damon Salvatore
Ovvio genio, lui
interpreta Damon!
Ok, beh
dettagli.
Sta di fatto che
lui sorrideva, e Cathy faceva lo stesso in modo piuttosto da civetta.
« No, veramente
credo di essere io quello in torto » .
Oh, bravo
ragazzo!
« Anche se devo
ammettere che tu non è che guardavi
davanti a te, potevi evitarmi se non eri incollata al cellulare. »
Oh ma bravo un
corno.
Cercai di
trattenermi, non volevo di certo sbottare mentre eravamo in aeroporto e la mia
migliore amica mi guardava con aria da pazza omicida.
Io ci tenevo
alla pelle, eh.
« Sì, scusala
era occupata »
« Quando sentirò
le sue scuse magari » ammiccò leggermente nella mia direzione, facendomi incavolare.
Beh lui invece
alla pelle non ci teneva proprio per niente.
« Senti Ian sono Sonobello-sonofigo,carissimo
» Gli puntai l'indice contro mentre Cathy sbiancò. « Io non ti chiedo scusa
visto che la camicia macchiata è la mia non la tua. Non ti chiedo scusa, anche
perché sei tu che mi hai urtato e non il contrario. » Lui teneva gli occhi fissi su di me, il
sorriso tirato su, e le braccia conserte.
« Spocchioso.»
Aggiunsi nel mio italiano privo di accenti.
Cathy sembrò
riprendersi, perché mi tirò un pugno dietro la schiena che mi aveva sicuramente
provocato un livido.
« Scusala »
ripeté ancora la mia ex migliore amica a questo punto.
« No, ha
ragione. E mi scuso io, anzi per sdebitarmi perché non passate per il set?
Credo voi due, o almeno tu » Indicò Cathy che sembrava viaggiare su una
nuvoletta rosa « sei fan di tvd quindi credo vi possa
far piacere. »
« Assolutamente!
» disse lei senza contenere il suo entusiasmo.
« Senti, io
e te abbiamo decisamente iniziato con il
piede sbagliato » prese a parlare lui con tono da ... flirt? Oddio, stava
flirtando?
« O con il
cappuccino, sbagliato » aggiunsi io sperando che non mi sentisse, e che non
prendesse quella frase come un incentivo per il suo flirt.
Che poi magari
neanche stava flirtando.
O magari sì.
« Mi piacerebbe
pagarti la tintoria » Roteai gli occhi all'indietro, ora voleva fare il
galante?
Però con quella
sua voce lasciva, e soave ci riusciva bene.
« Non è
necessario, credo che la visita sul set sia già abbastanza » dissi cercando di
non sembrare irritata.
Poi una voce
famigliare e molto ehm come dire... erotica, pronunciò il nome di Ian.
Oh, mio dio.
Io quella voce
la conoscevo.
Io per quella
voce ci sbavavo.
Io il
proprietario di quella voce lo adoravo.
Dov'è?
Seguii la
direzione dello sguardo di Ian, e a pochi metri da
noi arrivò Joseph Morgan, ed io mi sentii svenire.
Maglia nera che
gli faceva risaltare il colore perfetto dei suoi capelli e il rosso delle sue
labbra.
Mi dovetti
mantenere a Cathy per non dar retta all'istinto e prostrarmi ai suoi piedi
dichiarandogli eterno amore.
Cathy non era da
meno; entrambe avevamo una cotta per Klaus ed il suo interprete.
« Ian, eccoti. Oh, salve » Salutò anche noi vedendo che Ian ci stava accanto senza problemi; forse una scena come
questa non la vedevano spesso, pensai.
« Ehm salve »
disse Cathy. Io biascicai un ' salve'.
Ma davvero, non
riuscivo a dire e fare niente di successivamente sensato.
« Loro sono
Cathy e ? » Ian voleva sapere il mio nome? Anche io
perdinci, nell'esatto momento in cui avevo ascoltato quella voce così...
così... sexy, m'ero scordata pure da dove venissi!
« Sierra » mi
salvò la mia migliore amica - sì, era tornata ad assumere tale ruolo.
« Uhm, sì mi
chiamo Sierra. » Sembravo una cretina, devo ammetterlo.
Joseph allungò
una mano verso di noi. Cathy accettò entusiasta, io un po’ di meno visto che
avevo paura che con la solita ansia mi sudassero le mani.
« Joseph, molto
lieto. »
Oddio, si
presenta anche? Ma io me lo sposo!
Intrecciai la
mia mano alla sua, e provai come una forte scossa che partiva dalla radice dei
capelli e finiva alla punta delle dita dei piedi.
Non era come
quando sei innamorata, questa era una sensazione diversa; è come quando torni a
casa dopo una giornata intensa, accendi la tv stando sul letto, e guardi la tua
puntata preferita dello show che più ti piace.
È tipo così...
beh non proprio.. oh al diavolo, non so.. so solo che ero totalmente
emozionata.
« Sono andato a
finire contro Sierra, e le ho versato il caffè addosso »
« Cappuccino »
precisai io, mentre lui spiegava l'accaduto al suo collega, e mio futuro
marito. Beh lui non lo sapeva ancora, ovviamente.
« Sì, quello che
è. Beh le ho invitate sul set domani. »
« Oh, sarà bello
vedrete » Joseph cominciò a parlare, ma io mi persi al “ bello ”, perché poi
per il resto della conversazione capii soltanto che avrei osservato quelle
labbra muoversi per altri cento anni e non mi sarei mai stancata.
Sembravo davvero
una pervertita, ma non me ne importava un fico secco. Ian
mi guardava sorridendo, perché? Dio, quell'uomo era insopportabile!
Come facevano i
suoi amici a dire che era simpatico? Boh.
Però era
bello... oh eccome se lo era... ma Joseph... Oh Joseph!
POV CATHY.
Atlanta.
Ian Somerhalder.
Joseph Morgan.
Il destino mi
vuole morta!
Guardavo esterrefatta
il volto assolutamente perfetto di Ian Somerhalder: era bellissimo.
Non ho mai
creduto al destino, quella fatalista è sempre stata Sierra, ma ora beh...
questo errore si stava rivelando più bello del previsto.
Un bellissimo
errore.
Joseph Morgan
parlava di qualcosa che non avevo ben capito perché troppo impegnata a
contemplare gli occhi di Ian che mi perseguitavano da
due anni a questa parte.
Erano così...
blu.
« Allora, Joseph
andiamo? » Ian mi fece ritornare alla realtà
palesando la sua intenzione di andare via.
Loro
probabilmente avevano da fare, valigie da disfare, attori da incontrare,
copioni da imparare.
Noi dovevamo
trovarci un albergo, e dovevamo avvisare mio padre che non saremmo andati a
Londra - almeno non ora.
Se solo pensavo
che quel posto era il mio sogno, ed ora mi ritrovavo a posticipare tutto perché
volevo seguire il mio istinto e non il mio cervello.
Chi ero
diventata? Boh, ma non mi dispiaceva più di tanto. Una volta tanto volevo
vivere per davvero, senza rimpianti.
« Oh, sì
andiamo. Ragazze, ci vediamo domani al set quindi? »
« Sì, certo! »
dissi entusiasta.
Questo era
l'effetto che avevano su di me quei due, mentre sembrava che Sierra avesse problemi
opposti ai miei: Se io non riuscivo a stare ferma e zitta, lei non faceva altro
che stare in silenzio.
Effetto Morgan a
quanto pare.
Sorrisi; ce ne
voleva per far stare zitta Sierra, ed ora dovevo spronarla per parlare.
Ian si allungò
verso di me lasciandomi un bacio sulla guancia che ebbe l'effetto di stordirmi
completamente.
Con Sierra si
limitò ad una semplice stretta di mano, l'attore inglese invece ci salutò
entrambe con un bacio, dedicandoci anche un sorriso che ti stendeva.
Ho già detto che
qualcuno lassù mi vuole morta?
Una volta che i
due ragazzi si allontanarono da noi, venni presa da un'improvvisa voglia di
urlare al mondo che ero la ragazza più felice del mondo! Insomma, chi non
vorrebbe essere al mio posto ora? Guardai Sierra, e forse lei non era felice?
Impossibile.
« Sierra, tesoro
stai bene? Sei pallida » le dissi preoccupata, lei annuii per poi guardarmi con
uno strano luccichio negli occhi.
« Sono... »
« Felice? »
scosse la testa in senso di diniego
« No, sono... »
« Felicissima?
Innamorata della vita? Pazzamente felice? Entusiasta? A » Mi tappò la bocca con
una mano ed io strabuzzai per un attimo gli occhi
« No, sono solo
scioccata Cathy. » E scoppiammo a ridere.
Una risata di
cuore, di quelle che ti fanno sentire bene, di quelle che non finiscono dopo
poco, di quelle che ti tiene dentro per sempre, di quelle che ti fanno
piangere.
Di quelle che
solo con una persona speciale riesci a fare.
Mi mise un
braccio attorno alle spalle e spingendo il carrello con le valige ci avviammo
verso l'uscita di quell'aeroporto che ci aveva viste essere scioccate e felici
nel giro di mezz'ora.
« Andiamo a
cercare un albergo, socia. »
Dopo un paio
d'ore di puro sbigottimento nell'aver scoperto che Atlanta non era poi così
grande, trovammo il nostro albergo: Camp Creek. Era
carino, e soprattutto il personale sembrava così disponibile!
Ci aveva accolte
una donna di mezz'età dai capelli color miele intenso, si chiamava Linda ed era
gentilissima.
Ci disse che non
era la prima volta che incontrava qualcuno che aveva preso un aereo sbagliato;
capitava più spesso di quel che si può credere.
Beh, ci fece
sembrare meno idiote di quello che eravamo.
Sierra ancora si
chiedeva come avevamo fatto a non accorgercene, beh a dire la verità anche io
ero un po’ perplessa al riguardo. Mi ero svegliata più volte durante il
viaggio; forse, inconsciamente me ne ero accorta, ma non avevo avuto la
lucidità per capire se si trattasse di un sogno o la realtà.
O forse più
semplicemente, volevo che accadesse. Alla fine nella mia vita ero sempre stata
“ accusata ” di non fare mai qualcosa di
strano o pericoloso, ed ora ero qui ad Atlanta, a stravolgere le regole della
mia vita.
« Cathy,
chiamiamo tuo padre? » uscii dal bagno, guardandomi un attimo nello specchio, e
per un attimo non mi riconobbi.
Chi ero?
Qualcuno che
semplicemente stava scappando da qualcosa di più grande di lei, come un lavoro
sicuro e un esistenza già programmata, o una ragazza di ventitrè
anni che si gode la vita?
Sorrisi mentre
decidevo chi essere: ero la seconda ipotesi.
Andai da Sierra,
ed afferrai il suo cellulare componendo il numero di mio padre, che dopo un
paio di squilli rispose.
Ero un po’
agitata, non l'avrebbe presa bene, e poi dai messaggi che avevamo ricevuto dai
nostri, ci eravamo accorte che si erano tutti un po’ spaventati non sentendoci.
« Katherine
Ginevra Beauchamp » oddio eccolo che comincia con
nome, secondo nome, e cognome. « dove sei? Stai bene? Sei con Sierra? Perché
non mi hai chiamato prima? È successo qualcosa? Perché non siete qui? Cathy per
l'amor del cielo, rispondimi! »
Avrei voluto
tipo dirgli che se lui smettesse di blaterare io avrei risposto più che
volentieri, ma lasciai perdere.
« Papà, è
successo un casino »
« Cathy, ti
prego di usare un linguaggio appropriato quando parli con me » sbuffai; a volte
mio padre era troppo puntiglioso.
Anzi, non a
volte, ma sempre.
« è successo un
disastro » calcai l'ultima parola, facendolo approvare con un sonore ” mh mh ” .
« Fammi capire »
« Papi, siamo ad
Atlanta. »
« Alla faccia
della delicatezza! » urlò Sierra andando poi nel bagno con un paio di pantaloni
della tuta in mano.
« COSA? »
« Papà non
urlare. »
« Katherine cosa
ci fai ad ATLANTA? »
« Senti papà se
te lo dico tu non mi credi » In effetti, facevo fatica pure io a crederci.
« Spiegami! »
« Per farla
breve: Abbiamo perso il volo per Londra, siamo salite su un aereo grazie ad un
amico di Sierra, ci siamo addormentate e dieci ore ci siamo svegliate
all'aeroporto di Atlanta. »
Per trentasette
lunghi secondi - sì li ho contati -, al telefono nessuno fiatò, poi una furia
di nome John Beauchamp, cominciò urlare cose senza
senso. Parlò con accento strano, tipico segno di rabbia.
Papà era inglese
di origini, ma all'età di vent'anni incontrò mia madre e si trasferì con lei a
Venezia, dove cominciò ad apprendere un po’ di dialetto veneziano e da allora,
quando è arrabbiato parla con quell'accento che varia dal veneziano
all'inglese; un bel misto no?
« PRENDETE IL
PRIMO VOLO PER LONDRA O ALTRIMENTI TI VENGO A PRENDERE IO CATHY! »
« Papà »
« NO, KATHERINE
VOGLIO CHE VENIATE QUI. »
Tentai invano di
fargli capire che io volevo restare lì, che volevo vivere come una normale
ragazza di ventitrè anni la mia vita, senza
preoccupazioni ma lui non era d'accordo con me. Poi non so cosa, o chi, gli
fece cambiare idea.
« Va bene, ma
poi facciamo i conti. Il dieci vi voglio qui. Ora vado ho una riunione
importante, e dì a Sierra che chiamasse sua madre, è preoccupata. »
« Certo papà e
grazie. »
« Aspetta a
ringraziarmi. » Ok, quella sembrava una minaccia bella e buona.
Staccai
sospirando di sollievo; Sierra uscì dal bagno, e si buttò sul letto,
sdraiandosi accanto a me. Ci guardammo per un lungo istante negli occhi
sentendoci forse per la prima volta, libere per davvero.
« Che cosa ti ha
detto? »
« Beh, ha detto
tante cose... e poi mi ha chiesto di dirti che devi chiamare tua madre perché è
in pensiero. » Sierra sbuffò rumorosamente, e si girò a pancia sotto
nascondendo il viso nel cuscino.
« Per quanto mi
importi .. »
« Sierra »
« No, Cathy
niente Sierra. Ora, vatti a cambiare perché puzzi di aereo. » Risi evitando di
ritornare sull'argomento.
Sierra e sua
madre non andavano d'accordo, tra loro c'era in atto una sorta di guerra fredda
che andava avanti da quasi due anni. All'inizio era solo una cosa del tipo “
Non ti parlo, e se lo faccio ti insulto ”, poi è divenuta una profonda crepa.
Oramai neanche
si insultano più, si evitano e se malauguratamente si ritrovano nello stesso
posto con qualcuno che conoscono non fanno neanche finta di andare d'accordo;
semplicemente sembrano due estranee.
Prima non era
così, neanche io so cos'è successo per davvero, ma so solo che da una sera
all'altra Sierra e sua madre sono divenute due sconosciute.
Io al contrario
suo invece, adoravo mia madre, e se non avessi avuto Sierra come migliore
amica, sicuramente mia mamma avrebbe meritato quel titolo.
Mia madre è
giovane, bella, divertente, solare.
Per i miei gusti
ama troppo quel libro orribile di Emily Brontè, ma ognuno
ha i suoi difetti. Da lei ho preso il verde dei miei occhi, da papà i capelli
scuri e lisci.
Sono un bel
misto.
Così con un
sorriso e la tuta dell'Adidas nuova, andai a farmi una doccia rilassante,
pensando che questo era decisamente il posto dove sarei dovuta essere.
Sette ore, una
dormita, e due docce dopo quella sera ci eravamo svegliate nel grande letto del
Camp Creek di Atlanta. Ancora facevo fatica a
crederci, anche perché oggi avevamo appuntamento con i ragazzi del cast!
Ero
eccitatissima, non vedevo l'ora.
Mi alzai
stiracchiandomi un poco, ed andai al bagno mentre Sierra chiamava il servizio
in camera chiedendo un latte alla vaniglia - per lei ovviamente, la schizzinosa
era lei non io -, e un caffè per me, ed un paio di muffin.
« Cathy, è
arrivata la colazione! » urlò Sierra ed io uscii dal bagno profumata e linda
come una perfetta scolaretta al primo appuntamento.
L'odore forte di
caffè mi fece ricordare quanto adoravo quella bevanda, che per me era come una
droga.
Sierra invece
non beveva mai solo il caffè, non le piaceva; come si fa ad odiare il caffè? È
inconcepibile.
« Muffin al
cioccolato o ai mirtilli? »
« Mirtilli
grazie »
« Speravo lo
dicessi! » Le sorrisi, ed addentai il mio dolcetto che mi parve essere il migliore
che avessi mai assaggiato.
« Dopo andiamo
sul set, non sei emozionata? » le chiesi
« Mh, sìsì » disse mentre beveva
l'ennesimo sorso di latte, ma non mi parve essere molto sincera.
« Wow, meno
entusiasmo eh »
« Senti Cathy,
che vuoi che ti dica? Sono preoccupata, sono emozionata, sono nervosa. Ti va
bene come risposta o pensi che non sia abbastanza sincera? » Lo disse quasi
urlando, e mi chiesi se a lei facesse davvero piacere restare qui con me.
Per un attimo,
perché poi mi risposi da sola dicendomi che lei era felice, solo un po’
preoccupata per la situazione che poi avremmo trovato una volta andate a
Londra.
Un po’ la
capivo, ma io al contrario suo non riuscivo a pensare al nostro ritorno; ero
eccitata ed entusiasta, e dovevo far si che lo fosse anche lei.
Presi il vassoio
che era appoggiato sul letto e lo posai sul comodino affianco a noi, e mi
buttai a peso morto sulla mia amica che rise subito.
« Cathy sei
pesante scendi! »
« Senti rossa,
tu ora vedi di fare meno la difficile e goditi la città, quest'esperienza,
JOSEPH! »
« Eh magari
potessi godermi Joseph » risi dandole una pacca sulla testa avendo notato il
doppio senso della frase.
« Ahia »
Mi alzai, e mi
sedetti accanto a lei, cercando sempre i suoi occhi con il mio sguardo; volevo
che capisse quanto questo sbaglio potesse cambiarci la vita in meglio.
« Sierra,
davvero » Lei mise sul suo volto il più bel sorriso che aveva, schioccandomi
poi successivamente un bacio sulla guancia.
« Ti voglio
bene, Cat »
« Anche io Siè »
Restammo così
abbracciate non so precisamente per quanto tempo, ma era decisamente quello di
cui avevamo bisogno entrambe; gli amici servono a questo, a renderti i momenti
tristi meno tristi, e quelli felici più felici.
Sembra scontato
dirlo, ma è decisamente così.
Dopo esserci
vestite, uscimmo alla ricerca del set di The Vampire Diaries.
Linda, la donna
che ci aveva detto che non eravamo le prime ad esserci perse da quelle parti,
ci aveva spiegato che il set era relativamente vicino a noi.
Camminammo un
bel po’ sotto il sole, divertendoci anche, prima che ci accorgessimo di un
gruppo di ragazze che parevano in agitazione.
Forse, eravamo
vicine pensammo.
« Ehi, scusa ma
da qualche parte qui ci sono gli attori di tvd? »
Chiese Sierra ad una ragazza mora, che aveva una maglia con su una foto di
Damon Salvatore.
La ragazza
annuii, e sorrisi con tutta la forza che aveva in se.
« Sì! E dicono che Ian
sia già arrivato. Oh mio Dio, ragazze noi siamo vicinissime ad Ian Somerhalder, capite???
OHMIODIO » Continuò a ripetere “ Oh, mio Dio ” finché non arrivammo alle transenne
che delimitavano il territorio che divideva il set e lo spazio per i fan.
Vedemmo Nina Dobrev ridere con Candice Accola,
sembravano molto affiatate.
Io volevo
entrare subito, infondo Ian era lì, ci avrebbe
sicuramente fatte entrare, ma Sierra non era d'accordo perché diceva che le
altre ragazze ci avrebbero visto e di certo non sarebbero state molto carine
con noi, ecco.
Feci come mi aveva
detto, infondo aveva ragione.
Dopo una
mezz'oretta scarsa, vedemmo avanzare verso di noi Ian,
con il suo sorriso furbo sulle labbra cominciò a firmare autografi e sembrò non
ricordarsi di noi.
« Tu non lo vuoi
un autografo? » mi chiese lui, ed io stavo per tirargli qualcosa addosso. Che
stupida ero stata.
« Ehm veramente
»
Prima che
potessi dirgliene quattro, chiese il pennarello ad una ragazza, e mi scrisse
sul palmo della mano : “ Andate dietro la piazzetta, verrò io, non vorrei che
succedesse qualche casino ”.
CHE CARINO ,
pensai.
Feci vedere la
scritta alla mia amica che annuii dicendo « l'avevo detto io », e facemmo come
aveva detto lui.
Svoltato il
primo angolo, c'era una specie di piazzetta, dove leggermente camuffato
trovammo Ian che ci aspettava.
Quando ci vide,
sorrise in maniera indecente.
« Scusate se vi
ho detto di venire qui, ma purtroppo come avete visto c'erano i fan e beh »
« Non è un
problema » chiarì Sierra con gentilezza, lui le sorrise e poi cominciammo a
camminare verso il set vero e proprio forse.
« Dove alloggiate, ragazze? » Lo chiese con un
tono di voce che ti faceva desiderare di morire e rinascere.
« Camp Creek » Sierra fu più veloce di me, stavolta non
soffriva di mutismo! La guardai un po’ male, e lei capii.
« Già Camp Creek, è un bel Hotel »
« Sì? Non ci
sono mai stato in verità »
Annuii
camminando al suo fianco. Questo ragazzo emanava calore. Era strano come fosse
carismatico anche solo camminando.
« Di dove siete?
» chiese Ian a noi due
« Venezia...
» Lui mi guardò con una strana scintilla
negli occhi ed io mi sentii mancare, ma come faceva?
« Adoro Venezia!
È così romantica! »
Sierra scosse la
testa... Ian aveva appena sganciato la bomba. Addio
sogni di tornare sul set!
« Romantica, pff » Lui la guardò perplesso, cercava di capire forse
« Perchè, pff? » imitò alla
perfezione il suo sbuffo, ed io risi, rimediandomi un occhiataccia dalla mia
amica.
« Voi che non ci
vivete, pensate che sia romantico ma non lo è. Se vi fermereste meno alle
apparenze, capireste che non tutto è come lo vedete dai cataloghi di viaggio, o
da film romantici che ti danno lo stereotipo della gondola, e del ponte dei
sospiri. »
« Certo giusto,
ma per sapere queste cose devi vivere una città, e da quello che ho visto io in
quei pochi giorni in cui ci sono stato, è che è incredibilmente romantica. » le
rispose lui.
Intanto si erano
avvicinati, - e non poco -, si
sfioravano quasi. Una fitta di gelosia mi trapassò lo stomaco, facendomi
sentire una cretina perché loro due discutevano come una coppa acida, mentre io
facevo solo da spettatore.
« Appunto,
quello che ti sto dicendo io. Per questo dico che non è poi così romantica come
credete. »
« Certo che tu
sei proprio una testona eh? » Disse Ian ridendo,
invece lei sembrava arrabbiata.
E no, qui quella
che doveva esserlo ero io non lei!
Lei aveva la
piena attenzione di Ian, non io.
« Sì, perché problemi? »
« No, no per carità. » Alzò le
mani in segno di resa, gesto che smorzò in parte il mal'umore.
Poco dopo arrivammo al set vero e
proprio, e quando sentii il calore della mano di Ian
che
avvolgeva la mia, capii che
quello era decisamente l'errore migliore di tutta la mia vita.
Buongiorno
ragazze eccoci ritornate con il primo capitolo come prima cosa devo dire che
non ci aspettavamo che già dal prologo questa storia avrebbe avuto così tanto
successo!!!!! XDXDXDXD quindi devo assolutamente ringraziare tutte le ragazze
che hanno recensito e che hanno inserito la storia tra le preferite e le
seguite nonché tutte le altre che leggono silenziose!!!!
Visto che ci
sono volevo proporvi 3 fanfiction: la prima è l’altra
mia storia “Cuori in Tempesta”
scritta da me e dalla mia amica Elyforgotten di cui ha scritto un’altrettanta bellissima
storia su TVD si intitola “My story with an
Original… with Elijah” e il
suo seguito “Over The Deception
Of Life” ah ovviamente sia la storia della mia
amica che quella che stiamo scrivendo insieme non è sul cast di TVD ma proprio
sulla serie televisiva sotto troverete tutti i link!!!
Per ultima ma
non meno importante c’è la storia sul cast di TVD della mia amica DouglasSpunk
con cui sto scrivendo questa storia, ma la sua oltre ad avere parte del cast di
TVD avrà anche parte del cast di Supernatural e si
intitola “I
was broken, for a long time, but It’s over
now” ok credo di avervi detto tutto ora vi posto tutti i link delle varie
storie al prossimo capitolo carissime e spero che il capitolo sia stato di
vostro gradimento!!!! XDXDXD
Cuori in tempesta: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=899024&i=1
My story with an Original … with
Elijah: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=844385
E il suo seguito Over The Deception Of Life: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=953262
I
was broken, for a long time, but It’s over now: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=877487
Questi sono I link
dei vestiti delle nostre protagoniste: