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Autore: lauralice    21/03/2012    4 recensioni
Cosa succede se incontri una dama misteriosa ad un ballo in maschera, e senti il bisogno di rivederla?
Cosa succede se credevi di aver chiuso con l'amore e quello ti si ripresenta davanti?
Due famiglie rivali, una casa rossa sperduta nel bosco nelle terre di nessuno, un amore impossibile minato da un matrimonio combinato.
Dal capitolo 1: -D’accordo Anderson. Verrò al ballo di Lady Egocentrica...- Blaine iniziò ad esultare -..Ma mi dovrai un favore a vita!-
-Si si va bene , tutto quello che vuoi.- Mi superò tutto giulivo.
-A vita!!! Hai capito??!!-
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Santana/Sebastian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
 


Santana
 
La luce cominciava appena ad intravedersi fra le tende della mia camera da letto ed io ero ancora sveglia, dopo aver passato una notte senza aver chiuso occhio.
Stupida, stupida Santana.
Non è possibile che non sei stata in grado di respingere quell'uomo misterioso e ti sei fatta baciare, quando stavi per dirgli che non avevate possibilità e che fra di voi non poteva esserci nulla.
A quei pensieri mi portai una mano sulle labbra, potevo ancora sentire la presenza e il dolce sapore delle sue che si adagiavano e combaciavano perfettamente alle mie.
Quel bacio mi aveva cambiato, travolto con mille emozioni differenti che potevo sentire ancora scorrermi nelle vene. Ero in grado di distinguere la sorpresa, l'adrenalina, la paura, e subito le immagini della serata affioravano nella mia mente.
Io che fuggo fra la folla cercando di darmi una calmata e raggiungo Finn, pronta a ritornare alla mia infelicità.
E se mi avesse visto qualcuno? Ho troppe cose in ballo per permettermi quel tipo di debolezze.
Mi chiedo perché mi sono agitata così tanto, infondo ero mascherata e il luogo dove avevo cercato tregua dai mille pensieri che affollavano la mia testa e l'oppressione che sentivo, era isolato e riparato da occhi indiscreti.
Possibile che provi qualcosa per quegli occhi verdi, no devo togliermelo dalla testa.
Ricordati la promessa che hai fatto a te stessa: niente amore e niente complicazioni.
Se devi passare la vita accanto a qualcuno che non ami, meglio dimenticarti di questi stupidi sentimenti.
Avevo bisogno di distogliermi dai quei pensieri, visto che tanto non lo avrei rivisto mai più e sarebbe stupido sprecare altro tempo con queste inutili preoccupazioni, quindi decisi di alzarmi per prepararmi ad uscire.
 
Mi diressi verso l'armadio e notai che ieri sera dalla fretta di distaccarmi da tutti quegli eventi, mi ero fatta togliere il vestito senza farlo riporre a posto, lasciandolo appoggiato alla mia cassettiera.
Lo strinsi fra le mani e inspirai il profumo dell'uomo misterioso e la mia mente mi riportò a quei momenti, però solo a quelli positivi, che cancellarono le mie preoccupazioni e fecero crescere la speranza che forse potevo avere un possibilità con l’amore.
Decisi di spezzare la magia, che si era creata, riponendo il vestito al suo posto, quando con la coda dell'occhio la mia attenzione venne catturata da un flash bianco.
Mi voltai e non trovai nulla, ok, la mia testa stava iniziando a giocarmi brutti scherzi.
Dovevo assolutamente uscire da quella camera.
 
Dopo mezz'ora ero impeccabile nel mio vestito nero preferito, corto, elegante e confortevole, avevo messo un cappellino nero abbinato all'abito e avevo ricoperto con la cipria le occhiaie comparse per la nottata insonne.
Ero pronta per trascinare Kurt in piazza con me.
 
-Ci vengo solo se mi dici cosa è successo ieri sera!- Replicò lui, riferendosi al mio ritorno posticipato a casa.
-Lo sai, la festa e tutto il resto.- Tentai di eludere la domanda.
-Non fare la finta tonta, quelle occhiaie sono visibili da qui alla contea vicina!-
Maledetto Kurt e il suo spiccato spirito di osservazione, non so il perché ma non volevo ammettere quello che era successo. Probabilmente ero convinta che se non lo avessi detto ad alta voce, forse, sarebbe rimasto solo uno strano sogno.
Mi ritrovai a mentire in automatico, senza neanche farci caso.
-Non ho dormito molto, avevo mal di pancia.- Sperai di riuscire a convincerlo.
-Sarà, ma a me non la dai a bere- Mi rispose lui, chiudendo la discussione.
 
Arrivati in piazza venimmo circondati dalla folla intenta ad acquistare diversi prodotti dalle bancarelle, c'era una strana atmosfera ricca di odori e sapori diversi, che andavano da quello pungente del pesce, sulla seconda fila alla mia destra, a quello tipico del pane appena sfornato, nella prima fila.
Quello che preferivo era quello della frutta, proprio sotto al mio naso.
Kurt, al mio fianco, aveva appena adocchiato una cassa di mele rosse, quando il motivo della mia uscita mattutina comparve in lontananza.
Diedi una gomitata al braccio di mio fratello, che alzò scocciato lo sguardo dal suo tesoro e gli indicai la causa del mio futuro buon umore.
 
-Adesso ci si diverte- Dissi con un sorrisetto sulle labbra.
-Ci risiamo- Sospirò Kurt ormai rassegnato.
 
Mi recai a passo spedito, scansando facilmente la gente, verso il mio bersaglio; proprio al centro della piazza.
-Ehi Anderson!- Il ragazzo con la statura eccessivamente bassa si voltò nella direzione della mia voce.
-Tu e quel cagnolino che ti porti sempre dietro, avete un bel coraggio ad uscire di casa!- Esordì sicura che avrei ottenuto una reazione, visto il cattivo sangue che correva tra le nostre famiglie ormai da secoli.
-Ci mancavano tanto i Lommel, i nostri pagliacci di corte. Ho saputo che papino ha manie di grandezza e che tu non vedi l'ora di passare la vita con una balenottera.- Replicò lui senza battere ciglio.
A quanto pare si era diffusa la notizia del mio futuro matrimonio e tutti sapevano che era stato fissato per prendere possesso di ulteriori terreni e possedimenti, ma a nessuno sembrava importare. Tranne che a me e a Kurt. 
-Almeno non sarò costretta a svegliarmi tutti i giorni accanto ad un nano che rischierei di soffocare durante la notte.- Questa valeva almeno 10 punti, pensai soddisfatta.
-Veramente molto originale Lommel- Intervenne il cugino spilungone – Probabilmente tuo padre non vuole che la tua reputazione da poco di buono si venga a sapere e ha deciso di accasarti in fretta-
Sicuramente avrei preferito questo motivo a quello reale, sorrisi a questo pensiero.
Doveva trovare qualcosa di meglio, questi insulti non erano efficaci su di me.
-Ma fammi il favore! Sei tu quello che rimarrà solo a vita. Chi ti potrà mai amare con quella faccia?-
-Tu per esempio, si vede che muori dalla voglia di baciarmi!- Mi guardò con aria di sfida.
-Ti piacerebbe, mettimi alla prova- Conclusi io sicura di me.
 
Improvvisamente Smythe fece qualcosa che non mi sarei mai aspettata, azzerò la distanza che ci separava e si fermò a pochi centimetri da me, fissandomi con un sorrisetto compiaciuto.
Dio, quanto era insopportabile quando faceva così, non gliela avrei data vinta, così alzai lo sguardo fiera, per sostenere il suo.
 
Ed eccolo lì, davanti a me, il ragazzo con gli occhi color petrolio, che non era in grado di provare emozioni e sentimenti, che mi fissava in attesa di qualcosa.
Non avrei ceduto, ma volevo divertirmi ancora un po’, così mi avvicinai di più a lui.
Vediamo quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
 
Mentre lo fissavo con aria di sfida non ebbi nemmeno il tempo di sentire il grido di mio fratello che mi avvertiva del pericolo e mi ritrovai a boccheggiare. Il contatto con qualcosa di ghiacciato mi aveva tolto il respiro e adesso stava iniziando a colare sul mio petto scendendo e rimanendo bloccato fra la mia pelle e il vestito. 
­Dopo aver sbattuto velocemente le palpebre, mi resi conto di essere stata colpita in pieno volto da dell’acqua, ma non riuscivo ancora a capire cosa fosse successo.
Sebastian aveva staccato gli occhi dai miei e ghignava divertito nell’osservare la mia reazione, poi abbassò il braccio. Ora la sua mano stringeva un bicchiere e senza scomporsi disse:
-Bella mossa cugino! Tempismo perfetto-. Scoppiarono a ridere insieme
-Ora ho spento i tuoi bollenti spiriti, ancora qualche secondo e mi saresti saltata addosso- proseguì rivolgendosi a me, con le lacrime agli occhi a forza di ridere.
-Codardo, sei solo un codardo, che ha bisogno dell’aiutante!!- Fu quello che riuscii a rispondere.
Potevo sentire la rabbia salirmi alla testa. Dovevo assolutamente dare una sistemata al mio volto e al mio orgoglio.
Mi resi conto di stare tremando, non saprei dire se per la rabbia o per il freddo.
-Kurt andiamo, veloce!- Esclamai rivolta a mio fratello, che ora era al mio fianco.
-Sappi che non finisce qui, giuro che la pagherete!- gridai allontanandomi e sentii entrambi scoppiare a ridere, di nuovo.
 
Sebastian
 
Solo al pensiero di quello che era successo nella mattinata ricominciavo a ridere come un deficiente. La faccia di quell'arrogante della Lommel era indimenticabile. Blaine era stato grandioso con un tempismo perfetto come se l'avessimo provato mille volte. Quella bicchierata d'acqua fredda le ci voleva proprio per spegnere dalla sua faccia quel suo sorrisetto insopportabile. Credeva veramente di potermi sfidare e vincere?! Era solo una viziata con la puzza sotto al naso. E' fortunata che il padre le abbia combinato il matrimonio, altrimenti non si sarebbe mai sposata con quel caratteraccio! E si permetteva pure di giudicare me. Il bue che da del cornuto all'asino!
 
In ogni caso io l'avevo già trovata la mia anima gemella, se si può definire tale, anche se lei ancora non lo sapeva, ma i suoi occhi ormai non abbandonavano più la mia mente e io non vedevo l'ora di andare al salice per rivederla.
 
-Hey Seb, mangi con noi stasera?-
-No Blaine, oggi vado un po' al bordello. Vuoi venire?- il moro scosse la testa rassegnato
-No grazie. Sai che non condivido quel tipo di divertimento-
Come da programma, non avrebbe mai accettato il mio invito e in questo modo avevo un alibi di ferro per la nottata.
-Beh, non sai cosa ti perdi. Ci vediamo domani allora. Ciao cugino!- Gli diedi una forte pacca sulla spalla facendolo barcollare un po' poi le nostre strade si divisero.
 
Era una serata splendida, il cielo era sereno e pieno di stelle luminose, ma la luna rimaneva la protagonista indiscussa. Non faceva molto freddo, per ciò decisi che una bella camminata mi avrebbe fatto bene. Presi la pistola, non si sa mai chi potresti incontrare di notte, e il mio fidato taccuino, dal quale non mi separo mai, al suo interno ci sono custoditi tutti i miei pensieri, tutte le mie riflessioni, tutta la mia vita. Naturalmente recuperai anche penna e calamaio, le idee bisogna scriverle subito altrimenti ti sfuggono.
Dopo essermi buttato addosso il mantello mi incamminai verso la meta.
 
Quando fui arrivato all'albero il campanile della chiesa vicina scoccò le undici di sera, avevo ancora un'ora prima che arrivasse.
Mi guardai un po' attorno, il giardino quella notte creava tutta un'altra atmosfera, non c'era la musica in lontananza, ma un silenzio quasi assordante. Iniziai a passeggiare tra gli alberi fino ai roseti, volevo cogliere una bella rosa rossa da donarle.
Ci misi un po' per trovare quella perfetta ma alla fine eccola lì: grossi petali vellutati, di un rosso scuro come le sue labbra. Nel strapparla dal cespuglio mi punsi un dito con le sue spine. Maledizione!
 
I rintocchi della mezzanotte interruppero le mie imprecazioni. Tornai di corsa al salice piangente, sperando che non fosse già arrivata, non volevo che non trovandomi pensasse che l'avessi presa in giro. Attorno all'albero però non c'era nessuno. In fondo era una donna, avrebbe sicuramente fatto tardi, era insito nella loro natura.
 
Era ora di mettersi comodi, mi sedetti appoggiando la schiena al tronco dell'albero. Tirai fuori dalla tasca il mio prezioso taccuino, accarezzai dolcemente il dorso di cuoio nero.
Se qualcuno mi avesse visto da fuori in questo momento mi avrebbe sicuramente preso per pazzo, per questo nessuno conosceva l'esistenza di quell'oggetto, nemmeno Blaine.
Adesso che ci pensavo, non avevo ancora avuto tempo di scrivere gli avvenimenti della notte precedente. Presi penna e calamaio ed iniziai a descrivere la dama misteriosa che mi stava facendo impazzire.
 
Senza che me ne accorgessi il campanile scoccò l'una. Lei non si era ancora presentata ed io iniziavo a dubitare che sarebbe venuta.
 
Quando furono le due iniziai a perdere le speranze e quando iniziò ad albeggiare mi rassegnai … misi la rosa nell'incavo del tronco e mi incamminai verso casa. Deluso.
 
 
Mi svegliai di soprassalto, qualcuno stava facendo un fracasso infernale. Misi la testa sotto al cuscino per attutire il rumore e riuscire ad ignorarlo, ma questo non cessava. Chi cazzo era che rompeva all'alba? La porta si spalancò e il mio "amato cugino" fece capolino nella stanza.
-Sveglia, sveglia bell'addormentata!- Ti odio, ti odio, ti odio, pensai.
Mugugnai qualcosa, non avevo le forze per articolare un insulto decente.
 
-Sebastian alzati dal letto sono le due del pomeriggio! Lo so che Madam Lorìn ti prosciuga sempre tutte le forze ma non puoi rimanere a letto tutto il giorno!-
Se sapesse realmente come ho passato la notte forse sarebbe più clemente nei miei confronti. Visto però che non lo saprà mai mi toccava alzarmi.
-E questo cos'è?- lo ignorai totalmente, avevo bisogno di tutte le energie per riuscire ad alzarmi.
-Seb, non sapevo scrivessi un diario!- quelle parole mi fecero scattare come una molla, in un attimo atterrai Blaine strappandogli dalle mani il mio taccuino.
-Anderson, nessuno ti ha mai insegnato che non si toccano le cose altrui?!- adesso ero completamente sveglio.
-Mi dispiace Seb, non sapevo che avessi bisogno di scrivere un diario come quelle donnicciole sole e depresse-
Iniziò a ridere, presi il primo cuscino sotto mano e glielo lanciai con forza, purtroppo lo scansò agilmente.
-Non è un diario idiota! È il mio libretto nero delle conquiste!- Questa sì che era una balla coi fiocchi, potevo anche prendere spunto per crearne uno vero.
-In effetti potrebbe farti bene, sono segnati nomi, luoghi e posizioni … potresti prendere qualche spunto. Se vuoi ti leggo qualche passo interessante- Mi schiarì la voce.
-Lunedì 10 ottobre Madam Lorìn è più focosa del solito … -
-Bla bla bla non ti sento bla bla bla- Blaine si era tappato le orecchie e stava facendo una scenata alquanto infantile, era così innocente e suscettibile. Ma se lo meritava.
-Così impari a farti gli affari tuoi!- Sembrò riprendersi da quello shock.
-Dai muoviti a vestirti, devi uscire da questa camera e accompagnarmi in giro per delle commissioni- Che palle! Ci mancava solo questa, una giornata noiosissima che non sarebbe finita mai.
-Agli ordini capo!-
 
 
Come avevo prospettato mi annoiai tutto il giorno ma ebbi anche il tempo per pensare ad un nascondiglio per il mio taccuino, non potevo rischiare che qualcun altro lo trovasse. Mi venne un lampo di genio: la cavità del salice piangente! Era perfetta, nessuno si addentrava mai in quella parte del giardino.
Era deciso, quella notte sarei tornato in quel luogo per lasciare il mio tesoro a quel custode segreto silenzioso. E magari avrei anche incontrato la mia dama misteriosa.
 
 
Quando calò il mantello nero della notte uscì di casa. Nonostante il desiderio impellente di nascondere il taccuino, decisi di fare un salto al bordello, forse sarei riuscito a togliermi dalla testa quella donna.
 
L’edificio era squallido esternamente, sembrava una casa abbandonata, ma quando entravi era tutto un altro mondo, un mondo governato dalla lussuria. Strutturato su due piani, nel primo trovavi divanetti di velluto rosso, con tavolini finemente decorati pieni di vino e tabacco; era sempre affollato con un andirivieni continuo di gente. Personalmente preferivo di gran lunga il piano superiore, quello con le camere.
 
Come al solito salì spedito la grande scalinata, diretto alla stanza più bella e più grande, quella della proprietaria: Madam Lorìn. Spalancai deciso la porta, trovando la donna inginocchiata impegnata a dare piacere a un tizio piuttosto disgustoso. Si voltò di scatto per vedere chi l’aveva interrotta.
-Sebastian! Che piacere vederti. Vuoi unirti a noi per una cosa a tre?- Mi sorrise maliziosa
-Sai che preferisco avere tutte le tue attenzioni su di me- Le sorrisi di rimando.
-Allora mi sa che qua abbiamo finito!- si alzò, con la disapprovazione e la delusione sul volto del suo cliente che provò a contestare, ma lo fulminai con lo sguardo. Come un cane bastonato lasciò la stanza con la coda tra le gambe, in tutti i sensi.
Appena chiuse la porta mi fiondai su Lorìn per cercare piacere nella sua lingua esperta, ma l’unica cosa che riuscì a pensare fu che quelle labbra non erano quelle della mia dama misteriosa, erano sbagliate, non combaciavano perfettamente con le mie.
Provai a spegnere il cervello, a lasciarmi andare agli istinti, ma non ci riuscivo. Lorìn iniziò a sbottonarmi la camicia per poi far scivolare le sue mani nella parte inferiore del mio corpo. Prima che raggiungesse la sua meta la bloccai.
Sentivo che era sbagliato, tutto era sbagliato! Che diavolo mi stava succedendo?! Tutto ad un tratto sembrava che la mia coscienza avesse ripreso il suo posto nella mia testa. Come se quel bacio mi avesse risvegliato da un sonno senza amore … amore? Potevo davvero parlare di amore?
 
Mi staccai dalla donna, che mi guardò senza capire.
-Che c’è?-
-Non è nottata, mi dispiace- Iniziai a rivestirmi
-Dai non fare così- Mi mise le mani sulle spalle – Vedrai che ci divertiamo come al solito- stava per spogliarmi di nuovo. Mi divincolai da lei, a volte le sue braccia sembravano tentacoli di una piovra.
-No Lorìn!- Fui categorico e lei iniziò ad infuriarsi ed inveirmi contro.
-Sei solo uno stronzo! Mi hai fatto perdere un cliente!- Iniziò a lanciarmi le prime cose che si trovava sotto mano. Era ora di uscire di scena. Presi al volo il mantello, schivando una scarpa volante e uscì dalla stanza.
 
L’aria fredda della notte fu come una secchiata d’acqua gelida. La luna era offuscata da spesse nubi nere che spegnevano le stelle. La strada buia era debolmente illuminata dai lumi ai margini di essa. Avevo bisogno di più luce, notai una lanterna fuori da un’abitazione, che stupidi! Mai lasciare una lanterna fuori da casa, ci sono così tante persone poco di buono che potrebbero rubartela. Presi la lanterna accesa e a passo spedito mi diressi verso il giardino.
 
 
Il mio amico silenzioso era ancora lì. Lui sì che era affidabile! Mi sedetti al solito posto, appoggiai la fonte di luce di fianco a me e iniziai a scrivere le mie riflessioni:
 
Martedì 3 Aprile
 
Sono ancora qui, sotto quest’albero, che l’aspetto. Eppure so che è una cosa stupida, lei non verrà mai. Perché mi sto facendo tutti questi problemi? In fondo non la conosco nemmeno! Forse però è per questo motivo che mi intriga così tanto, perché è l’unica che ha resistito al mio fascino, lasciandomi a bocca asciutta! No. Non è solo per questo. C’è di più, lo sento. Altrimenti, se fosse stato solo una questione di orgoglio, mi sarei rifatto da Madam Lorìn. Invece niente! Per la prima volta in vita mia mi sono bloccato! Riuscivo a pensare solo che quelle non erano le sue labbra, le sue mani … Maledizione! Che diavolo mi sta succedendo?!! Non mi starò mica rimbambendo spero!
Eppure quello che sento adesso è qualcosa di nuovo, qualcosa che non ho mai provato … e fa male.
Cazzo! È possibile che io mi sia innamorato? In fondo cos’è l’amore? Come fai a capire quando è amore e non sola e semplice infatuazione?
I poeti ne parlano in continuazione, ma il loro testi sono incomprensibili! Perché non lo scrivono chiaro e tondo? Tipo Amore: sentimento che bla bla bla… sarebbe tutto più semplice! Uno prenderebbe quella definizione e il gioco è fatto! Invece NO! Loro e la loro stupida licenza poetica incomprensibile! Non li ho mai sopportati! Sono solo dei ciarlatani. E io sono ancora al punto di partenza.
Perché sono finito in questa situazione? Chi diavolo sei tu? E perché diavolo mi fai questo effetto? TI ODIO!
Ma chi voglio prendere in giro … è impossibile che io la odi. Ma è giusto parlare d’amore? Posso parlare d’amore, io che l’amore non so cos’è?
 
 
Richiusi il taccuino e lo depositai con cura nell’incavo del salice piangente, insieme alla rosa che avevo colto la notte precedente, conscio che la sera dopo, come quelle avvenire, l’avrei ritrovato.
 
 
Santana

Più il tempo passava, più io cercavo di tenermi impegnata con mille faccende e incarichi per non soffermarmi sui ricordi di sabato sera.
Neanche insultare i miei nemici, mi dava più la soddisfazione di un tempo, non ero più in grado di reagire prontamente, sia con gli insulti sia con i riflessi.
Sì, l’incontro in piazza mi bruciava ancora, anche se erano passati giorni oramai, e non mi sarei dimenticata velocemente del pessimo tiro che quei due mi avevano giocato.
Dovevo pensare ad una vendetta, era quello che mi serviva per riprendere possesso di me e della dura corazza che avevo creato con il tempo, che non poteva essere penetrata e scalfita da nessuno.
 
L’unica volta che qualcuno era stato in grado di superarla si trattava di un paio di occhi color smeraldo, ma era stato solo un attimo e avevo la certezza che non sarebbe più successo.
Maledetto uomo misterioso, che non mi dava tregua nemmeno la notte, quando sapeva che non potevo reagire, e tormentava i miei sogni con i suoi occhi.
Erano tristi, spenti, delusi, come se si aspettasse qualcosa da me, ma cosa non riuscivo mai a capirlo.
Fissai il mio riflesso dopo aver ricoperto nuovamente le mie terribili occhiaie con uno strato di trucco, questa operazione stava diventando, oramai, una spiacevole routine.
Ero esausta in tutti i sensi, quegli incubi continuavano a svegliarmi nel cuore della notte ed ero stufa di sentirmi irrequieta e incastrata in sentimenti non corrisposti.
Presi pennello e cipria e decisi di riporli al loro posto, nella scatola che tenevo sulla cassettiera di fianco allo specchio, quando il pennello mi sfuggì di mano, cadde e rotolò fra il letto e il mobile.
Mi piegai per prenderlo senza prestare attenzione all’oggetto e la mia mano si imbatté in qualcos’altro.
Mi aspettavo la sensazione familiare della superficie liscia e rotonda del pennello non qualcosa di ruvido.
Quando mi rialzai stavo stringendo fra le dita un bigliettino. Come ci era finito lì non me lo spiegavo e quando lo aprii rimasi paralizzata dalle parole che scorrevano veloci sotto ai miei occhi. Era il mio amante misterioso che mi chiedeva un incontro.
Non potevo credere che quello che avevo provato in quei momenti potesse essere corrisposto da qualcuno.
Avevo da valutare diversi fattori: potevo cercare di dimenticarlo, cosa che stava diventando impossibile; oppure potevo cercare di capire cosa realmente volevo, per poter sentirmi finalmente libera dalla angoscia che provavo.
Inconsciamente avevo già deciso e il mio cervello stava già elaborando un piano di fuga per questa notte, chissà se lo avrei trovato ancora ad attendermi o se avesse perso la speranza reputandomi un insensibile.
Casa di Rachel, fortunatamente, non distava troppo, una galoppata ben eseguita mi avrebbe fatto arrivare in orario, anche se sarei stata costretta ad uscire tardi, dopo che i domestici fossero rincasati.
Ora avevo un altro problema, non potevo permettere che il misterioso corteggiatore venisse a conoscere la mia identità, quindi sarei andata all’incontro nuovamente mascherata e avrei posto chiare regole che non potevano essere infrante. Mi affrettai a scriverle su di un foglio, analizzando attentamente ogni eventuale problema, per garantire la segretezza.
 
La luna era sorta da un pezzo, ma non aveva raggiunto ancora il punto più alto, illuminava perfettamente tutto, come se fosse giorno, rendendo chiare le figure fuori dalla mia finestra e conducendo il mio sguardo sulla stalla, dove il mio cavallo era stato sellato e pronto a partire qualche ora prima.
Fremevo dalla voglia di spalancare la finestra e uscire fuori, come quando ero bambina e fuggivo nel cuore della notte solo per infrangere le regole.
Questa volta però ero eccitata all’idea di rivederlo, di sentirmi di nuovo spensierata e completa, chissà se lo avrei trovato ad attendermi.
Quando l’ultima luce di una candela proveniente dalla casa dei domestici, accanto alla nostra, si spense, stavo già superando il mio ostacolo verso la libertà, aggrappandomi alla ringhiera.
Quei movimenti, che avevo fatto decine di volte da bambina, erano ancora famigliari e senza fatica, mi trovai in un batter d’occhio, a terra.    
L’aria era fresca e la brezza trasportava l’odore del mare poco distante, sarebbe stato bellissimo fermarmi ed inspirarla a pieni polmoni, ma avevo fretta e stavo già correndo in direzione della mia puledra.
Spalancai il portone della stalla e andai verso Quinn per tranquillizzarla, al tocco della mia mano si placò subito, mi affrettai a slegare dalla staccionata le briglie e le salì in groppa stringendomi nel mio mantello.
 
Compagna di tutte le mie fughe, Quinn sapeva la procedura da seguire, la guidai fuori e lei si diresse subito verso il bosco, dove saremmo passate con più discrezione.
Superata la zona dove dovevamo mantenere il silenzio, la mia cavalla partì al galoppo e mi bastò direzionarla verso la strada giusta, che mi sentii subito meglio, più libera.
 
Fu piacevole correre veloce fra i prati e i campi, sentendo il vento accarezzarmi il volto, mi mancava anzi, ci mancava, a giudicare dall’andatura costante di Quinn, un momento del genere.
Giunta nei pressi dell’abitazione di Rachel, rallentammo e ci recammo nella parte retrostante l’ingresso principale, sapendo di giungere più vicino all’estremità del giardino, dove si sarebbe tenuto l’incontro.
 
Legai Quinn alla staccionata vicino l’abbeveratoio, dove trovò subito ristoro, e mi diressi a passo deciso in direzione dell’albero.
 
I metri diminuivano velocemente, mentre mi avvicinavo sempre di più alla sagoma nascosta nell’ombra.­­






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Bentornati!
Allora piccola premessa: cercando di trovare un nome carino per definire questo spazio dove noi parliamo e non volendo plagiare nessuno, Alice ha deciso che visto che tutti hanno l'angolo dell'autore a noi toccherà lo spigolo; quindi non stupitevi se ora si chiama così...

Spigolo delle autrici

Inanzitutto grazie a  gleeker97,  Elphaba Groff,  SuperF1997,  Smilepower22, per le recensioni del primo capitolo, siamo molto contente che vi sia piaciuto faremo del nostro meglio per non deludervi.
Piccolo gioco per menti malate come le nostre, chi trova i 6 riferimenti al telefilm nei 2 capitoli avrà diritto ad un piccolo pezzetto spoiler del 3° capitolo. 
C'è un bonus riguardante un altro telefilm (gossip girl), che vale come i 6 riferimenti.
 
Chi cerca trova... bacioni Laura e Alice


P.S.: Abbiamo aperto una pagina fb, se volete fare un salto e sclerare con noi, eccovi il link http://www.facebook.com/lauralice.efp

  
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