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Autore: AnonimaKim    21/03/2012    3 recensioni
La ragazza,ha poco più di sei anni quando la sua famiglia viene brutalmente uccisa dalla Mafia. Rimasta sola,coltiva in se stessa il desiderio di vendetta verso i tre assassini e giura di trovarne uno ad uno,vuole ucciderli.
La giovane ragazza crescerà,imparando le sofferenze del mondo,e perdendo la donna che l'aveva tirata su come una figlia. A quattordici anni,Courtney è di nuovo da sola,ma non si da per vinta. La ragazza farà conoscenza con due ragazzi poco più grandi di lei,che la aiuteranno a scovare tutti gli assassini dei suoi genitori.
Ma non sono gli unici
Incontrerà qualcun'altro,qualcuno che farà capire a se stessa,di essere molto più di una assassina vendicatrice.
Una ragazza,capace di amare
Dall'ultimo capitolo:
[A quel punto mi bastò solamente lasciarmi trasportare da quella dolce tortura che forse,avevo sottovalutato troppo in quella mia vita.
Quella notte aveva scalato la vetta delle più belle dalla mia vita,anche solo quando lui aveva posato quelle sue labbra calde sulle mie.
Pazza,completamente pazza...
Completamente innamorata...]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Heather | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
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Mi dispiace ma non ho retto alla tentazione di pubblicare anche questo capitolo,in genere mi gestisco con il tempo ma non ho proprio resistito XD

Questo capitolo mi piace un sacco e dal titolo già faccio intuire tutto...

Buona lettura...

AnonimaKim

 

  

 

Occhi azzurro ghiaccio

 

***

Era buio,completamente. Un'oscurità terrorizzante per chiunque,per chiunque eccetto me. Mi sentivo sicura come non mai,camminavo nel vuoto senza alcun timore. Poi accadde di ritrovarmi in una stanza,era ancora buia,con a terra tre corpi. Nella mano destra stringevo un pugnale,lo osservai. Mio padre,faceva quei bei lavori di armi per passatempo,questo,avrebbe detto che me lo avrebbe regalato quando avrei compiuto 18 anni.

I corpi,sapevo che erano i tre assassini della mia famiglia,non li vedevo in volto,lo sapevo e basta. Mi sentì soddisfatta,avevo vendicato finalmente i miei genitori,Kassie... Sì,li avevo vendicati tutti. L'orgoglio divampò in me in un istante,ma fu solo per un attimo.

Poco a poco mi sentì cadere. Dov'era...dov'era quella felicità che avrei dovuto sentire?

Li avevo vendicati eppure...non mi sentivo meglio.

Mi sentivo male,non era cambiato nulla. Niente,ero ancora triste e sola....

SOLA

Era ancora buio intorno a me,un abisso in cui volevo lasciarmi cadere....

Cosa fai?” una voce aveva parlato alle mie spalle,roca,maschile. Mi girai. Ero inginocchiata a terra,ma quella figura poco lontana da me era comunque alta. Distinguevo poco i contorni,l'unica cosa che sembrava farsi spazio nell'oscurità erano due grandi occhi azzurro ghiaccio. Mi guardava,sembrava divertito dalla mia disperazione.

Che vuoi?!” urlai con la mia solita delicatezza femminile. Mi alzai in piedi,nonostante fosse a qualche metro di distanza potevo ben vedere che era più alto di me.

Che cosa hai ottenuto Courtney,cosa?” mi si avvicinò,i suoi occhi si facevano ogni secondo meno lontani dai miei. Intanto,comparvero a terra i cadaveri della mia famiglia,di Kassie.

Pensi che questa sia la tua felicità?” provai ad indietreggiare,ma fu inutile. Mi sentivo le gambe pesanti,ma soprattutto ero come immobilizzata da qualche oscura forza.

Stammi lontano!” urlai ancora,ma non mi ascoltò,i suoi occhi erano a qualche centimetro di distanza dai miei.

No” rispose semplicemente.

Non so cosa accadde di preciso dopo

Sentì qualcosa di caldo e umido poggiarsi sulle mie labbra,qualcosa di meraviglioso,paradisiaco. Poco a poco una luce pacifica e delicata cominciò a rompere il buio e me ne accorsi.

Erano le sue labbra sulle mie

***

 

Cacciai un urlo,ritrovandomi seduta sul letto,sudavo freddo. Ansimavo al ricordo di quel sogno,sentivo il cuore battermi a mille. Misi una mano sul petto cercando di calmarmi,era ridicolo. Subito dopo la mia mano si posò sulla fronte,fortunatamente non mi sembrava di essere ammalata,ma la verità era che non riuscivo a togliermi dalla testa quello che era successo. No,quello era solo un sogno,quel che diceva quel ragazzo non era vero,niente era vero. O forse sì,insomma aveva ragione,un po'. Quando li avrei uccisi tutti,non sarei stata felice,no. Ma non era la felicità che io volevo o meglio....la volevo un tempo,ora no,ora volevo solo vendicare la loro morte,ecco tutto. Forse solo a quel punto avrei potuto avere una piccola fetta di felicità.

Ma la cosa che non capivo era come avessi potuto sognare una cosa del genere. Perché avrei dovuto sognare un bacio?Forse,quel ragazzo rappresentava quello che un piccolo angolo della mia anima provava,pensava,il mio sub conscio magari. Ma il bacio?Che cosa c'entrava quel bacio così bello?

No,dovevo smetterla di fantasticare su queste cose assurde!L'amore non esisteva,non esisteva,era solo un illusione umana,finisce tutto prima o poi.

Fa solo soffrire

 

 

Scesi a fare colazione,consapevole che con molta probabilità questo sarebbe stato l'ultimo giorno con Heather e Al. Mi dispiaceva,in fondo,un po',loro non erano male. Silenziosa,mi sedetti al tavolo bevendo un sorso di latte e caffé.

-”Buongiorno”- borbottò sottovoce Heather.

-”Buongiorno”- sospirai. Cercai di rimanere neutra e inespressiva. Non vidi Al,probabilmente stava ancora dormendo.

-”Allora hai intenzione di andartene?”- mi chiese Heather. Mi piaceva il fatto che non le interessassero i giri di parole,era diretta,come me.

-”Bé...penso di sì”- mi limitai a rispondere allora.

-”Sai,non era male averti con noi,eri....sì,simpatica”- quasi mi venne da sorridere,stava cercando anche lei di essere inespressiva ma non ci veniva bene a nessuna delle due. Ci sentivamo stranamente bene insieme,i nostri caratteri si somigliavano.

-”Grazie”-

-”Hai urlato. Un altro incubo?”-

-”Sì”- risposi

-”Ne fai spesso”- notò abbassando il capo.

-”Già,questo poi...era particolarmente strano”- grazie al cielo non mi chiese nient'altro di quell'incubo. Sentì dei rumori,dei passi percorrere il corridoio.

-”Ehi!Già sveglie?!”- Alejandro comparve sulla porta. Poi il suo sguardo si posò su di me.

-”Carina”- commentò inarcando un sopracciglio. Feci caso solo ora a me stessa,ero ancora in pigiama,un pigiama che includeva solo una maglietta a top e un paio di pantaloncini molto corti. Gli feci la linguaccia incrociando le braccia.

-”Che bambina che sei!”- commentò sbuffando. Si sedette anche lui al tavolo.

-”Sarà meglio che mi prepari”- dissi. Al alzò di scatto lo sguardo verso di me guardandomi allibito.

-”Non credevo che volessi andare via,intendo,non ancora”-

-”Cosa dovrei aspettare?!Ho dei pesci da pigliare io!”- sbottai alzando la voce.

-”Ma non capisci che non ce la puoi fare da sola!?”- si alzò dalla sedia poggiando le mani sul tavolo,non mi feci intimidire e lo imitai.

-”E invece sì che posso!”- ma anche su questo avevo seri dubbi,ma ormai ero troppo dentro la discussione per ricredermi.

-”No,sei ancora una bambina,hai solo quattordici anni!”-

-”Ne compirò quindici fra solo una settimana,sono capace di badare a me stessa!”-

-”Ascolta,se sei riuscita a riacchiappare Micael Finch è stato solo perché se ne era tirato fuori!Non puoi entrare in rivalità con la Mafia e con la polizia da sola!”- non aveva tutti i torti. Già,come avrei fatto?Me ne accorsi solo ora di ciò a cui stavo andando in contro. Vedendo la mia difficoltà sospirò mettendosi seduto.

-”Ho...alzato la voce”- guardai altrove. Fui tentata dal dire “scusa” ma non lo avevo mai fatto,non avevo intenzione di incominciare ora.

-”Forse potrei aver bisogno...di una mano”- non sopportavo l'idea di dovermi arrendere. Insieme avremmo potuto fare grandi cose,me lo sentivo. Mi sorrise.

-”Potremo fondare una sorta di squadra “anti-mafia”. Sarebbe forte”- disse Heather. Non era affatto male come proposta.

-”Io ci sto,meglio essere amici che nemici”- Al tese la mano in avanti,Heather lo copiò poggiando la sua mano su quella del fratello.

-”Affare fatto”- copiai il gesto. Forte,facevo parte di una squadra.

-”Chi è il prossimo?”- mi chiese Al facendomi l'occhiolino. Sorrisi,quasi divertita,ma mi ricredetti immediatamente quando pensai a quel nome.

Kassie,brutto figlio di....

-”John Harvey”- risposi digrignando i denti. Mi guardò confuso.

-”Duncan?!”- E questo chi era adesso?!

-”Ehm...cosa?”- chiesi ma a quanto pare nessuno mi stava ascoltando.

-”Non era quel tuo amico?”- fece Heather al fratello sempre più pensieroso.

-”Duncan Harvey,sì”- rispose,poi mi guardo.

-”Ok,mi sono persa qualcosa....chi è Duncan adesso?”- dovevo assorbire le informazioni una per volta,mi stava facendo male la testa.

-”Un mio vecchio amico,porta lo stesso cognome e sapevo che il padre era coinvolto in un circolo di Mafia...magari c'entrano qualcosa”- mi spiegò. Mi si accese una scintilla di felicità e speranza negli occhi. Forse avevamo la nostra esca.

-”E dov'è?”- chiesi velocemente,quasi con foga,con fretta di sapere tutto.

-”Al riformatorio penso io”- rispose un po' incerto.

-”Allor.....aspetta....Riformatorio?”- Minorenne. Era minorenne.

-”avrà al massimo diciotto anni”- si intromise Heather posando la tazza sul tavolo.

-”Dovrei tentare,quindi?”- azzardai. Al mi guardò malizioso.

-”Non ti servirà solo per le informazioni,se riusciamo a portarlo dalla nostra parte potrà aiutarci ad entrare nel circolo...dato di fatto”- fece le spallucce guardando altrove.

-”Come diamine faccio a portarlo dalla nostra parte senza...bé fargli fare la stessa fine di Harry?”- incrociai le braccia pensierosa. Non conoscevo altra maniera. Ma mi sembrava una manna dal cielo,avevo un'altra esca,bene. Questo ragazzo mi sarebbe stato molto utile.

-”Non guardare me!”- sbottò Heather rivolgendosi al fratello che la guardava in modo alquanto malizioso -”Io con quello proprio non ci voglio avere a che fare!E so a cosa stai pensando!”- lo accusò Heather. Mi veniva di ridere,la faccia che aveva fatto era stata divertentissima. Ma poi ci rimuginai sopra,ritrovai la mia aria seria e neutra.

-”In che senso?”- chiesi ad Al.

-”Ho pensato che per convincerlo con maggior determinazione bisognerebbe “mandare” una ragazza,certo,lui è mio amico e accetterà comunque ma...non si è mai troppo sicuri”- lo guardai storto

-”Intendo....che magari si fa convincere più facilmente da una ragazza”- si corresse subito. Non ero così stupita da chiedere il perché. Già capito con chi avevo a che fare.

-”Faccio io”- mi proposi senza indugiare -”Ma con mio metodo,non con quello che pensi te”- sbottai. Certe volte,mi ricordavo una bambina capricciosa.

-”Stai attenta a giocare con il fuoco Courtney,con troppa sicurezza sulle tue azioni potresti finire per bruciarti”- ridussi gli occhi a una fessura,sul mio volto apparve una smorfia irritata. Ero brava a giocare con il fuoco,non mi sarei bruciata. Non mi importava chi era questo ragazzo,non mi importava del suo carattere,non mi importava di lui. Non mi faceva paura anche se Al cercava di mettermene. Non riuscivo a capire perché era così ostinato a farmi ricredere,era davvero così terribile?Andiamo!Era solo un ragazzo,che poteva fare a me?!E per me,non intendo “ragazza”,per me intendo “me”. Non aveva speranze,meglio che stia dalla mia parte....

 

 

 

Una corsa sfiancante,eravamo finalmente arrivate in lavanderia. Per non farci vedere dalle guardie del riformatorio avevamo corso per quasi mezz'ora prima di trovare la lavanderia. Il piano? Essere

-”Allora..”- Heather prese fiato,mi girai verso di lei -”Il piano è sembrare poliziotti,cerchiamo e...bum!Il gioco è fatto!”- io la guardavo ancora perplessa. Indossò una divisa blu,con un cartellino su cui era scritto “Eva Newton”. Inizialmente rimasi sorpresa perché nelle prigioni maschili i poliziotti sono tutti maschi,ma non appena guardai la sua fototessera compresi tutto. Una tipa di quelle toste,meglio così. Heather si coprì il viso per non essere riconosciuta. Indossai la mia,attrezzandomi del mio solito coltellino e l'attrezzatura tra cui manette,pistola e bastone. La divisa era di un ragazzo chiamato “Harold Westy”,capì che quello era il classico tipo di ragazzo che doveva fare qualcosa per la comunità,non avrebbe mai dovuto mettere piedi qua dentro.

Io e Heather uscimmo dalla stanza.

-”Ascolta,ci dividiamo ok?”- sussurrò a bassa voce.

-”Ok ma...io non ho mai visto questo tipo. Come merda lo trovo?”- Ecco,questa non se la aspettava.

-”Chiedi alle guardie,oppure apri le orecchie e cerca di ….”- venne interrotta dal passaggio di due guardie. Mi diede una leggera spintarella spingendomi dalla parte opposta alla sua. Ecco,fantastico!Non sapevo neanche che dovevo fare!? Ma era troppa la determinazione di trovarlo.

La mensa era stracolma di ragazzi che mangiavano come....come un branco di maiali,non feci una piega.

-”Ehi tu!”- mi girai,trovandomi davanti un uomo alto e robusto,abbassai ancora di più la visiera del cappello per non formi riconoscere -”Harold!è il tuo turno in cortile!Che cosa diamine ci fai qui?!”-

-”Mi...mi scusi,ha ragione”- risposi imitando una voce maschile. Mi guardò storto per un'istante ma poi per mia grande fortuna decise di lasciar correre.

-”Muoviti!”- senza aggiungere altro,mi diressi verso il cortile.

Osservavo tutti quei ragazzi. Non potevano essere qui per gli stessi crimini commessi da me,se fosse così,ora starebbero al manicomio.

Mentre camminavo,la mia attenzione fu catturata da un gruppo di ragazzi,più grandi di me a occhio,ma di poco. Camminavo come altri poliziotti in mezzo a tutti senza problemi,nessuno mi diceva nulla se non per guardarmi storto. Passai vicino a quel gruppo di ragazzi di poco fa,li guardavo sottecchi cercando di cogliere un nome famigliare.

Andai a sbattere contro qualcosa,per poco non mi cadde il cappello che avrebbe rivelato la mia identità femminile.

No,qualcuno

Ancora prima di poter dire qualcosa,avrei voluto dirgliene quattro sentì una voce davanti a me.

-”Ehi!Pezzo di sfigato!Sta attento a dove cammini”- il ragazzo mi diede una leggera spinta e solo allora lo vidi.

Era più alto di me,di un anno più grande forse. Era vestito in un modo osceno,con i jeas blu e una maglietta semi aderente nera con un teschio bianco sopra. Non riuscì a guardarlo in faccia senza essere vista.

-”Rifiuto organico!Come ti permetti di parlarmi così!?”- Alzai la voce imitando ancora una voce roca. Sembrò quasi restarne sbalordito.

-”Ma da quando Harold fa così l'uomo?!Eh?!”- sentì ridere lui e i suoi amici là intorno.

-”Da quando mi pare!”- sbottai indignata,cercai di tenere lo sguardo basso,non potevo farmi scoprire.

-”Ehi Duncan,forse ha bisogno di una lezione!”- risero ancora. Mi bloccai per un secondo. Mio dio!

-”Tu sei Duncan Harvey!”- La mia assomigliava a un'accusa,lo avevo trovato. Proprio come immaginavo,quel tipo di ragazzi che non hanno niente di meglio da fare che andare in girò a fare gli idioti

-”Ehm....sì”- sbuffò. Cominciava a darmi sui nervi,non sarebbe campato troppo se avesse continuato così.

-”Vieni con me,ora!”- gli comandai decisa.

-”Ah sì,e chi mi costringe?!”- mi tremarono le mani,strinsi i polsi. Dovevo trattenere i miei impulsi auto difensivi assassini.

-”Ha detto di andare!”- una voce parlò,era taroccata,era quella di Heather. Le dovevo un favore. Duncan non si mise contro noi due,così si limitò a seguirmi. Mi dava fastidio non poterlo vedere in faccia. Passammo vicino uno sgabuzzino abbastanza grande,secondo me,e non appena fummo davanti alla porta lo spinsi dentro chiudendo a chiave.

-”Ma che cazz...”-

-”Zitto!”- sbottai ancora. Questa volta,la mia voce era del tutto naturale. Rimase in silenzio. Sbuffai. Mi tolsi il cappello facendo cadere i miei capelli mori sulle spalle,guardandolo con i miei bei occhi neri.

Quello che non mi aspettavo,fu la mia reazione

I cappelli neri,alcuni raccorti in un pezzo di gel,colorati di verde,un piercing sull'orecchio e uno più piccolo sul naso. Mi guardava sconcertato,sorpreso,senza parole,la bocca semi aperta dallo stupore di ritrovarsi davanti a una ragazza,così,senza un minimo di indizio,soprattutto se pensava che fossi un'altra persona. Io potevo sembrare calmissima ai suoi occhi,lo guardavo con uno sguardo freddo e inespressivo. Ma dentro di me posso assicurare che non era affatto così...

Quello che mi sorprese,quello che mi fece quasi cadere,non era tutto quello fin ora descritto di lui. Non era per il fatto che era anche tremendamente bello,no...

Quello che mi colpì in assoluto,erano i suoi occhi

E non so per quanto tempo restai a guardare stupita nell'anima....

 

 

.....Quei suoi occhi azzurro ghiaccio.....

 


 

  
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