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Autore: irytvb    21/03/2012    4 recensioni
è già stato tutto deciso.
Si sarebbero incontrati esattamente in quel punto,
sulla scalinata,
e si sarebbero salvati a vicenda.
Era destino.
Una catena di eventi che si succedeva in perfetto ordine,
come calcolato al secondo.
Peccato che, questa volta, i conti sono stati
sbagliati.
Una decisione.
Soltanto una,
e la loro vita è cambiata per sempre.
Kurt Hummel ha preso la sua decisione.
Non ha accettato la sfida di Puck, e questo ha cambiato tutto.
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"Si disperano, perchè in questi anni non hanno trovato un modo per uscire; per smettere di vagare. Non hanno un obbiettivo, non hanno-non hanno niente."
"Cosa ti rende diverso da loro?"
"Niente, assolutamente niente. E tutto." Rispose Blaine, la voce improvvisamente carezzevole, quasi sognante.
"Ho trovato il mio obbiettivo, la mia ragione."
Kurt sentì la gola seccarsi sotto lo sguardo che Blaine gli stava rivolgendo, e improvvisamente un fremito di paura gli scosse le membra.
"Qual'è?" Chiese, anche se già sapeva.
"Tu."
Una mano fredda gli sfiorò delicatamente uno zigomo- Kurt non sentiva calore in quella carezza, nè pelle esistente. Era come se una brezza freddda soffiasse sulla sua guancia: la percepiva, ma non la sentiva propriamente.-
ghost!blaine
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I haven't met you yet.

 

1 Don't cry for me.

 

Con la tua immagine e con il tuo amore,

benché assente, sei ogni ora presente.

Non puoi allontanarti oltre il confine dei nostri pensieri,

perché noi siamo ogni ora con essi,

ed essi, con noi.

William Shakespeare

La prima volta che Kurt vede gli Usignoli è alle regionali.

Sarebbe dovuto andare alla Dalton a spiarli, come aveva consigliato Puck, ma alla fine non ne aveva trovato il coraggio.

Dapprima aveva rimandato per paura di essere scoperto, e poi, dopo che Karofsky l' aveva trascinato negli spogliatoi per, (ancora rabbrivvidiva al pensiero,) baciarlo, non gli era nemmeno saltato in testa di spiare la concorrenza.

E, bhè, forse avrebbe dovuto.

Perchè erano davvero bravi.

Non che ballassero come Brittany e Mike, o che cantassero come lui e Rachel...

Era quello che trasmettevano, che lasciava tutti un po' scossi.

Forse erano gli occhi pieni di lacrime del ragazzo asiatico in prima fila, o le fascette nere che erano strette attorno al braccio di ogni componente del gruppo a cappella, che stava a significare che effetivamente quella canzone era indirizzata a qualcuno...

O forse era solo Kurt, ancora scosso dal suo primo bacio rubato, che trovava il tutto estremamente triste.

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La seconda volta che Kurt vede gli Usignoli non è un caso.

Si è trasferito alla Dalton per scappare dal bullismo in generale, e dalle minacce di Karofsky in particolare.

Il ragazzo asiatico che piangeva durante le regionali fa parte del comitato di benvenuto, e con lui c'è anche il ragazzo dalla pelle color cacao che aveva alzato il trofeo del primo posto alle regionali.

Gli sorridono, ma Kurt può vedere che il sorriso non raggiunge i loro occhi.

"Ciao, sono Wes." Si presenta l' asiatico, per poi indicare il ragazzo accanto a lui. "Questo, invece, è David."

"Siamo qui per accompagnarti per tutto il giorno, per assicurarci che tu ti trovi bene qui..." Dice David.

"E per chiederti di unirti al Glee Club, abbiamo sentito il tuo assolo alle regionali, ed è stato mozzafiato!" Dice Wes, e questa volta il suo sorriso sembra più sincero.

"Oh, grazie, mi piacerebbe molto. Sono Kurt, comunque."

I due gli sorridono ancora, ma Kurt è troppo concentrato a guardare la fascetta nera che ancora stringe le loro braccia.

__________________________________________________________________________________

Wes e David gli hanno mostrato la scuola in lungo e in largo.

Sono stati gentili, e insolitamente comprensivi quando ha raccontato loro della ragione per cui si è trasferito dal Mckinley.

Naturalmente non ha raccontato loro di Karofsky, (non lo ha raccontato nemmeno a suo padre o a Mercedes, figurarsi se ne avrebbe parlato con due estranei!) ma, sorprendentemente, non si sente perso e solo come aveva pensato che sarebbe stato in una scuola nuova.

Certo, ha ore e ore di compiti da recuperare davanti a sè, ma almeno nessuno gli tirerà una granita in faccia.

E' per questo che chiede loro di mostrargli il suo dormitorio.

I due sembrano immobilizzarsi, ed eccolo di nuovo, i sorrisi falsi sul loro volto.

Gli dicono di seguirlo, ed imboccano un lungo corridoio che, per qualche assurda ragione stringe il cuore di Kurt.

Ha come la sensazione che manchi qualcosa.

E questa sensazione diventa sempre pià forte, finchè si ferma sul settimo scalino, guardandosi intorno con aria confusa.

C'è qualcosa che non va.

Cosa ho perso?

Controlla nelle tasche del blazer il cellulare e l' ipod, che trova al proprio posto.

Allora cosa c'è di sbagliato?

"Kurt? Stai bene?" Chiede Wes, e lui non può far altro che stringersi nelle spalle e annuire, prima di salire sull' ottavo gradino.

E poi sul nono, sul decimo, sull' undicesimo....

E, curiosamente, più si allontana da quel settimo gradino, e più quell' opprimente sensazione svanisce.

"S-siamo arrivati." Dice David, davanti alla porta bianca.

Kurt può vedere la sua mano tremare lggermente.

Aspetta qualche secondo, ma nessuno dei due ragazzi fa cenno di aprire la porta..

"Cosa c'è che non va?"

"Io... Niente." risponde Wes, e, bhè, sarebbe stato meno palese iniziare a gridare che stavano nascondendogli qualcosa.

"Ditemi cosa è successo, e cosa avete contro la mia stanza." Ordina Kurt.

E, okay, le parole sono uscite più rudi di quello che avrebbe voluto, ma non può riprenderle indietro, quindi rimane in silenzio.

E' consapevole di essere una... Diva, ecco.

E' il termine più lusinghiero che gli viene in mente.

Altri potrebbero chiamarlo stronzo, e Kurt non dà loro tutti i torti.

"E'... che...." David scuote la testa, mentre gli occhi diventano lucidi di lacrime sopresse.

Non sembra turbato dall' imposizione di Kurt, dopotutto.

"In fondo lo scoprirai lo stesso, tanto valere dire tutto in fretta. Via il dente via il dolore, giusto?" Chiede Wes con tono quasi dispiaciuto. " Due giorni prima delle regionali, il solista dei Warbler è morto. Era il nostro migliore amico."

"Morto?"

"Si. Dicono... Dicono che si è buttato giù dal balcone della sua camera."

"Si è suicidato?" chiede Kurt, cercando di non sembrare così sconvolto.

"Dicono così. Ma io non ci credo. Blaine.... Blaine era il nostro migliore amico. Ed era felice."

"Non lo avrebbe mai fatto. Mai."

"Pensate... Pensate che qualcuno l' abbia ucciso, allora?" Domanda Kurt, rabbrividendo al solo pensiero.

Non era mai stato un fan dei film polizieschi. O degli Horror.

Troppi morti per i suoi gusti.

"No. Nessuno ne sarebbe stato capace... O almeno lo spero." Risponde Wes gravemente.

"E allora cosa pensate che gli sia successo?"

"E' proprio questo il punto. Non ne abbia la più pallida idea. Nemmeno un indizio. All' inizio abbiamo supposto che fosse caduto dalla terrazza, ma la ringhiera era troppo alta. Non sarebbe stato possibile, così ha detto la polizia, e -"

"Aspetta." Kurt interruppe David con uno sguardo confuso. "Terrazza?"

"Blaine è morto cadendo dalla terrazza della sua stanza."

"E questa è la vecchia stanza di Blaine." Chiarisce poi David indicando la porta davanti alla loro, dopo un attimo di silenzio.

"Oh." Dice Kurt, ed è tutto quello che esce fuori dalla sua bocca, prima che Wes si allontani velocemente,per nascondere le sue lacrime.

David rivolge un sorriso triste a Kurt, prima di correre dietro all' altro ragazzo, presubilmente per consolarlo.

Si gira verso la porta, e decide che no, non si farà influenzare dal fatto che un ragazzo apparentemente felice sia morto buttandosi giù dal balcone della stanza che adesso appartiene a lui.

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Don't cry for me Argentina

the truth is i never left you

Poteva andare peggio, pensò Kurt, mentre premeva con più forza del dovuto un tasto d'avorio del pianoforte della rinomata stanza dei Warbler.

All trought my wild days, my mad existence

I kept my promise, don't keep ypur distance

Certo, non aveva ancora avuto il coraggio di entrare nella sua stanza, non dopo ciò che David e Wes gli avevano rivelato.

Have i said too much?

There's nothing more i can think of to say to you

Certo, era sconvolto, e non sapeva bene da cosa.

Shock di passaggio da una scuola che cadeva a pezzi ad un castello con un fottuto pianoforte a coda?

Shock dall'essere accettato e non insultato per un intero giorno?

Probabile.

But all you have to do

is look at me to know

that every word is true.

L'ultima nota che uscì dalla sua bocca era tremante.

Si sentiva poco, ma era sempre lì, a far capire che non andava bene niente.

Aveva lasciato indietro i suoi amici, la sua nuova famiglia, per sentirsi al sicuro in un luogo sconosciuto, un luogo che aveva strappato via la vita di uno studente.

Come poteva sentirsi al sicuro dalle minacce di Karofsky se anche qui c'era una minaccia di morte appesa sulla sua testa come una spada di Damocle?

Era scappato da una prigione per finire in una gabbia dorata.

"Una bellissima canzone." Disse una voce dietro di lui.

Kurt si voltò sorpreso, (non aveva sentito nessuno entrare, talmente era preso dalla musica,) ed incontrò uno sguardo gentile color nocciola.

"Cantata splendidamente, aggiungerei." Disse ancora il ragazzo.

"Ho sbagliato l'ultima nota." Gli fece notare Kurt, un sopracciglio arcuato.

Perchè continuava a fargli complimenti? Perchè un bel ragazzo dai capelli neri gli faceva complimenti?

"Sciocchezze, quella era emozione. preferisco una canzone cantata in modo emozionante piuttosto che una performance vocalmente impeccabile ma sentimentalmente piatta." Rispose il ragazzo, sorridendogli.

Aveva un bel sorriso.

"Grazie. "

"Non c'e di che. Proverai ad entrare nei Warbler?"

"Wes e David vorrebbero, ma non so...."

"Ti troverai bene, lo so già."

"Tu ne fai parte?"

Il ragazzo con gli occhi gentili scosse la testa. "Una volta, però, ne ero un membro."

" Adesso non più?"

"No. sono..." Il ragazzo tacque, come scegliendo la parola migliore. "Impossibilitato."

"Oh."

"Ora, se vuoi scusarmi, ho un coprifuoco, perciò è meglio che vada. Sono felice di averti incontrato, Kurt."

"Anche io. E' sempre bello incontrare persone in una scuola nuova."

"Non preoccuparti," Disse di nuovo,"qui ti troverai magnificamente."

E poi, senza aspettare risposta, si congedò, uscendo dalla stanza del coro con un ultimo, caldo sorriso.

Fu allora che Kurt si accorse di non sapere il suo nome.

Nè di avergli rivelato il suo.

Stava per rincorrerlo per chiedergli spiegazioni, quando una piccola foto sul muro attirò la sua attenzione.

Ritraeva un ragazzo sorridente, con la cravatta blu e rossa perfettamente annodata, un sorriso bellissimo e i capeli tirati indietro dal gel.

Kurt si avvicinò alla foto, chiedendosi perchè mai lo studente con cui aveva appena parlato fosse l'unico con una foto nell'aula, quando l'incisione sulla targhetta sotto l'immagine catturò la sua completa attenzione.

13/2/11

In memoria di Blaine Anderson,

Amico, studente e Usignolo,

Ora libero di volare lontano dalla

sua gabbia.



^il mio angoletto^

ok, vi prego, non picchiatemi!
Non so perchè ma sono terrorizzata dal pubblicare questa storia: lo può benissimo confermare la mia beta, ND_Warblers518 è da mesi che continuo a modificare la storia\ rifiutarmi di pubblicare.
Perciò sarei felicissima del vostro parere, e intanto vi ringrazio per aver letto fino ad adesso!

@ The ten times finn would like be blind: se qualche mio lettore è capitato qui, gli giurò che finirò quella storia: ormai è questione di c
apire come finire" uno, o al massimo due capitoli, lo giuro! e una parte è gia scritta da mesi... giuro che lo finiro!!
p.s. naturalmente, la storia è betata dalla mia fantastica beta (scusate il gioco di parole xD)

grazie a tutti!!!
  
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