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Autore: FantasyFic    21/03/2012    1 recensioni
E' una storia molto violenta, anche questa, come "Trasvania", è ambientata in una Grecia molto a "grandi linee". Nella prima parte non troverete una violenza particolarmente marcata... Ma se la storia vi gusta fate un fischio e inizierò ad andarci giù pesante.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta, tanto tempo fà, una bambina a cui piacevano tanto tanto le storie. Abitavano in una piccola vallata verde e feconda, in tempi di pace. I suoi genitori e tutto il modesto villaggio erano fedeli all' Olimpo, pregavano con fervenza e facevano più sacrifici dei villaggi vicini. I suoi genitori erano buoni con lei, le dicevano d' adorare gl' Olimpici, perchè erano buoni e benevoli. 
Dall' altra parte della vallata c'era un villagio scuro; posto sul terreno roccioso dopo le paludi nel basso della valle, all' ombra della montagna. Questo villagio era un posto losco, e gl' abitanti erano persone di malaffare che venivano per contrabbandare al mercato nero, concludere loschi affari e visitare il massicio tempio di Ade, Signore dell' Oltretomba, nell' interno della Montagna. Visto che alla bambina piacevano tanto le storie, s' era fatta raccontare tutte le leggende, dai poemi su dei ed eroi, a quelle paurose storie di malvagità che giravano sul villaggio all' ombra della Montagna ed il suo soprannaturale protettore. 
La bambina crebbe felice, imparando tante storie e cresendo forte, sana, ed innaturalmente alta. 
Poi la pace finì.
Le rivalità accesero la miccia facilmente innascabile della guerra, la gente del piccolo villaggio si fece sempre più tesa, frequentando ancora di più il tempio, perchè il fronte s' avanzava inesorabile. La bambina continuò a vivere come se niente fosse, queste cose non le capiva. Aveva nove anni. 
Qualche mese più tardi il villaggio fù attaccato. 
I guerrieri arrivarono da una battaglia, le armature sporche di sangue e la follia più negativa negl' occhi. Sacchegiarono, violentarono e uccisero. 
La bambina fù fortunata.
I soldati sfondarono la porta, facendo a pezzi lentamente suo parde e abusando di sua madre, per poi ucciderla bestialmente. La bambina era ancora piccola e si era rintanata in un angolo senza poter distogliere l' occhi o tapparsi le orecchie. Un soldato la vide, ma era ancora piccola e priva d' attrattive, così s' accontentò di bruciarle la faccia con una torcia, picchiarla un pò e buttarla fuori dalla porta. Faceva un caldo assurdo. Il villaggio era in fiamme. Sollevando la testa le bandiere entrarono nel suo campo visivo. I simboli erano gli stessi che aveva visto nel tempio. Ma erano fatti a mano, per ingannare le altre legioni; i soldati erano disertori. 
Ma lei aveva nove anni, queste cose non le sapeva.
Alzandosi, camminò. 
Vagava quà e la vivendo in una specie di trance da cui usciva solo per trovare un riparo per la notte e per decidere il posto migliore dove mendicare. 
Passò qualche tempo.
Un giornò la bambina si fermò. A poco a poco, la bambina aveva pensato. La vita, pensava, è come una lunga storia. La mia si è capovoltà. Gl' Olimpici buoni ora sono cattivi, la gente malvagia vive serena, mentre quella buona è morta in modo atroce, dove una volta c' erano campi ora c' è distruzione. Il mondo si è girato.Quindi ora le cose belle sono brutte, quindi quelle brutte devono essere belle. Una volta Gl' Olimpici erano buoni, Ade cattivo, quindi adesso era il contrario. Il villaggio d' Ade era losco, quindi adeso era buono. 
La vendetta era male, quindi adesso era bene. 
Il volto della bambina s'aprì in un ghigno. 
Camminò con precisione ed arrivo in vista del villagio oltre le paludi. Poi fù nel tempio. Poi pregò Ade di darle la forza di servirlo e vendicarsi, se fosse vissuta avrebbe lavorato al suo comando, quando fosse morta avrebbe reinvertito l'ordine del mondo, facendole raggiungere i suoi cari. Ade accettò. 
Passò qualche anno e la guerra iniziò a placarsi, perche un battaglione di morti guidati da una piccola assassina spargeva ora il terrore in Grecia. Si diceva che Ade avesse usato il suo potere su di lei, rendendola fortissima e crudele. Nacque la leggenda della Macellatrice di Ade. Durante quegl' anni tutti avevano paura, ma nessuno quanto gl' apparteneti ad un' ex battaglione di disertori, di cui perfino i più stupidi appartenenti avevano notato che nessuno più di loro subiva un atroce fine, puntati come conigli da un segugio e lungamente torturati. 
Molti avevano provato a fermarla, lei non si fermava mai. Guerrieri famosi e sconosciuti, semidei e mortali, umani ed esseri mitologici. Se non si arrendevano, li uccideva. 
Gradualmente iniziò a cambiare.
I battaglioni che prima erano sempre sorvegliati, ora la vedevano allontanarsi all' orizzionte o perdersi in questa e quella pergamena, rimediata chissà dove. 
Un giorno gl' uomini cattutarono un viandante sperduto che vagava intorno all' accampamento. 
L'uomo si gettò in ginocchio e implorò, se non la pietà, almeno una morte veloce. Ma le guardie non badarono a ciò che disse. Invece lo presero per le ascelle e lo portarono in malo modo davanti alla tenda più grande e lo spinsero all'interno. "Alla Massacratrice piacciono i dolci" Questo fù ciò che pensò, quando si vide davanti quell'inquietante figura rivestita da un armatura piena di spuntoni, seduta a gambe incrociate sopra un folto tappeto, intenta a studiare una daga semplice ma di buona fattura ed a gustare un dolce a stecco all'amarena. La Massacratrice lo guardò, spostando la testa da un lato. "N-No-Non m-mi u-ucc-ccidda, la p-preg-go..." La Massacratrice ridacchiò. "Dammi del tu e raccontami la tua storia" Il volto era sfigurato ma la voce era quella di una ventenne. Una ventenne che gridava ordini sul campo di battaglia da mane a sera, a parte quello non parlava ed era completamente impazzita. Ma comunque una ventenne.      
"La mia storia?" La Massacratrice annuì, "Dal primo ricordo che hai fin quì." Incespicando con le parole e balbettando insicuro, il viandante prese a raccontare...
  
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