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Autore: Blue Tiger    20/10/2006    8 recensioni
La segretaria interrompe il nostro discorso fatto di sguardi. Sguardi che valgono più di mille parole. Sguardi che ci fanno capire quanto l’uno ha bisogno dell’altra. Sguardi…semplicemente.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un mese.
In un mese sei riuscito a vincere una coppa nazionale naturalmente riguardante il karate. Hai aperto una nuova palestra. Proprio quella in cui adesso sto portando mio figlio. Akito, il mio pargolo, è fiero di poter prendere lezioni da te. Non ha perso una tua partita di quelle svolte durante il mese passato. Si sta davvero appassionando. Nikoth è stato contento. Sai, anche lui ti ammira molto. Quando gli ho detto che eri un mio amico non c’ha visto più, è stato felicissimo e orgoglioso di me. Andava in giro vantandosi di avere per moglie l’amica del famoso Akito Hayama. O dovrei dire ex?...


C’è una nebbia fittissima, ho difficoltà ad avanzare per la strada. Akito è seduto sul sedile posteriore. Sta giocando con dei pupazzetti comprati da me qualche giorno fa. Si sta divertendo. Di fianco a lui la grande borsa della palestra. E’ blu con le strisce bianche. Me l’hanno data il giorno prima, quando sono andata a fare l’iscrizione. Tu non c’eri. Eri andato via poco prima per un’ intervista. Ormai anche tu sei una star. Dovremmo dire che i riflettori si sono spenti su di me e stanno abbagliando te in questo momento. Eh già, l’ho detto e l’ho fatto. D’altronde io non sono una che si rimangia la parola. Non lo sono mai stata. E mai lo sarò. Non è nel mio carattere.


Siamo arrivati. Aiuto Akito a mettere da parte i pupazzetti. Poi lo faccio scendere, abbracciandolo teneramente. Ha i capelli scuri come suo padre ma il resto è tutto della sottoscritta. E poi è così dolce…beh su questo ha preso dal padre però. Io ho sempre avuto un carattere forte. E tu lo sai bene. Quante te ne ho fatte passare per colpa del mio caratteraccio. Ma adesso sono cambiata. Entro. Spero che nessuno mi riconosca. C’è la stessa segretaria di ieri. Capelli biondi e lunghi, di statura e corporatura normali. E’ intenta a farsi le unghie. E intanto parla con altre due signore sedute proprio nel divanetto di fronte. Probabilmente aspettano che i propri figli finiscano la lezione. Ed ecco lì uscire due bambini. Uno è abbastanza ben piazzato, mentre l’altro è magrolino e bizzarro, un po’ buffo e impacciato. Danno il borsone alle madri e aprono la porta. Vengono invasi da un soffio di vento gelido. Lì nella palestra fa davvero molto caldo. Consegno tutto l’occorrente a mio figlio che si infila nello spogliatoio. Faccio per entrare anche io quando la segretaria mi ferma. - Non si preoccupi, c’è una signora incaricata di aiutare i bambini a vestirsi.- mi dice con un sorriso.
- Ah…ok, grazie.-
- Si figuri.-
Mi siedo sul divanetto mentre la segretaria continua a limarsi le unghie. Che maleducata, penso. In presenza di una persona non si dovrebbero fare certe cose. Come se mi avesse letto nel pensiero, smette subito di aggiustarsi le lunghe unghie colorate.
- Allora, ieri non ho avuto il coraggio di chiederglielo anche perché c’era molta gente ed era abbastanza travestita perché io la potessi riconoscere. Anche quando mi ha detto il suo nome ho preferito tacere. Non sa che piacere per me stare qui a parlarle. Ho seguito tutti i suoi film e i suoi programmi, è davvero straordinaria. Mi scusi la domanda ma…posso sapere perchè ha smesso?-
Improvvisamente vedo mio figlio che esce di corsa dallo spogliatoio.
- Mamma, ho dimenticato l’asciugamano per dopo.-
- Tieni, tesoro.- e gli scocco un piccolo bacio sulla guancia destra. Poi guardo la segretaria tenendo mio figlio abbracciato a me. Lei capisce al volo e fa un sorriso. Poi scompiglia un po’ i capelli ad Akito, che le rivolge un breve sorriso, prima di ritornare nello spogliatoio.


Dalla sala dove sta facendo lezione mio figlio, sento l’altro Akito, quello che fino a qualche anno fa era la mia forza per non mollare mai.
- E…uno, bravo, atterralo adesso.-
Chiudo gli occhi, come se in quella posizione lo potessi sentire meglio. Ad un certo punto sento dei passi pesanti.- Non muovetevi, ragazzi.- sta dicendo.
Entra di botto. E’ sudato. Probabilmente non ha avuto un attimo di riposo questo pomeriggio, del tempo per sé stesso. Mi guarda. Ricambio. La segretaria interrompe il nostro discorso fatto di sguardi. Sguardi che valgono più di mille parole. Sguardi che ci fanno capire quanto l’uno ha bisogno dell’altra. Sguardi…semplicemente.
- Ehm…Akito, ti serve qualcosa.- lui si volta verso di lei.
- Non niente…niente.- e si allontana sempre guardandomi. E io, naturalmente, lo seguo con lo sguardo. Decido subito che questo sarà il primo e l’ultimo giorno di lezione di karate di mio figlio. Almeno in questa scuola. Non sopporterei mai e poi mai di vederlo tre volte a settimana, anche se per brevi momenti. Alzo lo sguardo. Non avevo notato una mensola colma di coppe più o meno importanti. Poi in una teca noto il suo tesoro più prezioso. Lo custodisce come una reliquia. E quello è il suo trofeo più importante, il trofeo più desiderato da tutti. Chissà, forse l’anno prossimo, di fianco a quello, ne potrà mettere un altro. Quello di campione del mondo di karate.


Ciaoooo!!!
E questo è il seguito de "La storia della mia vita", spero vi piaccia!
Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno avuto la pazienza e la bontà di leggere la prima One-shot...grazie davvero!!!
E grazie di aver letto...un commentino ino ino?!
Un bacio
Blue Tiger
  
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