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Autore: Lady Antares Degona Lienan    20/10/2006    8 recensioni
I suoi occhi scuri, densi, si alzarono fino alla linea del tramonto. Si tirò in piedi lentamente, poggiandosi sulle mani. Faceva freddo, lo sapeva, la nebbia concentrata a grumi andava sparendo rapidamente, e la natura era pronta all’autunno.
Ma allora, perché non sentiva niente?
La tua anima, Uchiha. La tua anima galleggia sospesa e non tornerà.
Non puoi afferrare quello che hai così impunemente venduto, lo sai, vero?
Perché aspetti fermo, allora?
Io aspetto.
Non faccio niente, solo, aspetto.
Ho venduto la mia anima per lui, e lui non è mai venuto a riscattarla.
Per questo, aspetto qui. Perché io voglio bene a mio fratello, e lui mi vuol bene.
Verrà.
- PERCHE’? – urlò, e scaricò mille pugni a terra, deluso dalla sua stessa improvvisa debolezza. Vedeva solo Itachi nella sua mente, solo quel sorriso, e i rari sorrisi che da piccoli si erano rivolti.
E un albero; le foglie che cadevano a terra, rosse come il sangue dei parenti che lui aveva ucciso, una sera di molti anni prima.
Un albero che quasi aveva preso la forma della sua schiena. – Perché mi hai fatto aspettare così tanto, Itachi?! –
[Ita/Sasu]
[Conclusa]
Genere: Romantico, Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho cominciato una Itachi/Sasuke e devo dire che quasi non ci credo

Ho cominciato una Itachi/Sasuke e devo dire che quasi non ci credo. In effetti ho anche un progetto per una Sasu/Saku, ma la precedenza a questa, solo per il mio amore parmenidiano.

Ora, è una storia a tematica leggermente shonen-ai, e il raiting è per forza R, le avvertenze… nessuna, direi. Generi: romantico, malinconico, dark.

La fanfic non è a scopo di lucro e i personaggi non mi appartengono.

Un paio di note introduttive, che non fanno mai male. L’analisi dei due protagonisti sarà approfondita, ma non credo che lo sarà altrettanto il loro legame. Ho intenzione di sviluppare altri personaggi, of course.

Rimango ancora abbastanza ignorante su Naruto e il suo mondo.

Ma piano piano progredisco, abbiate fede. Prima o poi ce la farò.


 

Below The Tree

Believe

[no tears left under the sky]

First Act

 

 

 

 

 

 

Settembre era passato, e con lui anche l’estate.

Lui aspettava.

La luce, l’ombra, il dolore, la passione…?

Lui aspettava.

Le foglie gli erano praticamente cadute sulla testa, tanta era stata la sua immobilità.

Ad ogni modo, nessuno, di questo era più che sicuro, sarebbe venuto a toglierle dai capelli neri, dandogli una spinta per farlo svegliare.

Ci sei, Uchiha?

Pensi di poter fare qualcosa, oltre quello che fai già?

 

Io aspetto.

Non faccio niente, solo, aspetto.

 

Si era fatto divorare l’anima, in cambio di quelle lacrime nere che rappresentavano potere e perdizione. Anche questo era niente?

Niente se confrontato con quello che suo fratello poteva concepire con un unico penetrante sguardo.

Itachi. Itachi Uchiha.

Poteva sembrare strano ma un tempo avevano condiviso la parvenza di un legame.

C’erano state frasi a spezzare il silenzio, qualche notte, o pause dense come nevischio che avevano significato tanto, per quel ragazzino timido ed introverso che [lui] era stato in passato.

Itachi.

Itachi che lo aveva aiutato nei suoi primi movimenti. Goffi, impacciati, movimenti di un ragazzino eccessivamente gracile che non poteva far altro che osservare suo fratello.

Itachi.

Che era suo fratello.

Che tornava sempre illeso da ogni viaggio, sempre più forte, mentre lui rimaneva costantemente proiettato verso il basso, incapace di raggiungerlo.

Lui.

Cosa aveva fatto, lui?

Lui, secondogenito benvoluto. Se Itachi era forte e solitario, lui avrebbe dovuto essere tale. Ma era debole. E nemmeno simpatico, o carismatico, o dolce, o… qualcosa.

 

Io aspetto.

Non faccio niente, solo, aspetto.

Ho venduto la mia anima per lui, e lui non è mai venuto a riscattarla.

 

I suoi occhi scuri, densi, si alzarono fino alla linea del tramonto. Si tirò in piedi lentamente, poggiandosi sulle mani. Faceva freddo, lo sapeva, la nebbia concentrata a grumi andava sparendo rapidamente, e la natura era pronta all’autunno.

Ma allora, perché non sentiva niente?

La tua anima, Uchiha. La tua anima galleggia sospesa e non tornerà.

Non puoi afferrare quello che hai così impunemente venduto, lo sai, vero?

Perché aspetti fermo, allora?

 

Io aspetto.

Non faccio niente, solo, aspetto.

Ho venduto la mia anima per lui, e lui non è mai venuto a riscattarla.

Per questo, aspetto qui. Perché io voglio bene a mio fratello, e lui mi vuol bene.

Verrà.

 

Si stava bene, avvolti nella tiepida realizzazione di dover costantemente vivere senza nulla di cui effettivamente preoccuparsi; nemmeno il sentir freddo poteva scalfirlo.

Quasi che Orochimaru gli avesse portato via l’anima solo per farlo resistere di più, e aspettare.

Si allontanò a passi circospetti dall’albero – come se farlo significasse quasi tradirlo, tradire tutto quel tempo che era passato, mentre aspettava – e continuò a voltarsi, a intervalli regolari. Ma sotto l’albero c’erano solo le foglie che imperterrite continuavano a cadere, senza far alcun rumore.

Quando finalmente si inoltrò dentro il bosco della Morte

qui, lo so, qui che ho detto addio a tutto]

sentì come un filo che finalmente si fosse rotto, spezzato. Lo stava lasciando indietro, scientemente, anche se la sua forza di volontà traballava ad ogni passo, minacciando di tradirlo.

Resta saldo e non succederà niente.

Resta saldo e lui sparirà dai tuoi sogni, dai tuoi incubi, dalla tua realtà.

Si fermò. Inutile negarlo, non era pronto a fare quel passo – quei passi –, né credeva che lo sarebbe mai stato. Voltò il suo corpo

[la mia mente è sempre rimasta lì]

e tornò indietro, sempre più leggero ad ogni falcata.

A metà strada, si fermò di nuovo.

Negli ultimi anni non era stato l’unico ad aspettare, si rese conto. Naruto, stanco, aveva preso la sua strada, e Sasuke non credeva che l’avrebbe mai più visto a Konoha.

 

“- Sasuke, devi smetterla di comportarti così! –“

“- Sasuke, usciamo a mangiare dei ramen…? –“

“- Sasuke, non capisci che è troppo tardi per tornare indietro? –“

“- Sasuke, lui non tornerà. –“

“- Sasuke, smettila. –“

“- Sasuke, basta. –“

 

“- Non capisci che Sakura sta soffrendo? –“

 

Sakura, Sakura Haruno che aveva promesso di seguirlo qualora fosse stato il caso. Che si era innamorata di lui e a quanto ne sapeva, non aveva mai smesso di amarlo.

Lui aspettava, e così faceva anche lei.

Povera Sakura.

Rovino la mia vita, e rovino la sua.

Ad aspettare sotto quel albero non era mai stato solo, Sasuke.

Per questo a dieci metri dalla quercia si era fermato, volgendo lo sguardo su Konoha. Là, a sud, ai margini della radura, c’era un piccolo gruppo di case. Case che erano l’inizio del suo villaggio. La prima casa verso nord era la dimora della strega del villaggio della foglia.

Era la casa di Sakura Haruno, che da quando aveva sedici anni aspettava insieme a lui, nel silenzio, guardando da dietro un vetro tutto quello che non poteva toccare.

Non l’aveva più vista da due anni.

 

Si incamminò in quella direzione.

[da quella finestra, sulla facciata nord, si può vedere l’albero, non è vero? Se arrivasse, potrei vederlo]

Quando spalancò la porta una zaffata di fumo gli mozzò il fiato, costringendolo ad arretrare. Incensi, pensò. Era fumo d’incensi bruciati anni prima, rimasti intrappolati in una piccola stanza.

C’era uno strano odore, là dentro.

- Sakura? –

Si aspettò di vederla arrivare correndo come quando di anni ne aveva undici, e non diciannove. Si aspettò di vedere i suoi occhi azzurri come pozzi d’acqua pulita.

- Sakura? –

Lei stava su una sedia a dondolo, e avanti e indietro, a avanti, e indietro.

Lo scricchiolio del legno vecchio era una nenia consolante.

- Oh, Sasuke. – disse lei, alzando gli occhi socchiusi su di lui. – Sei venuto, finalmente. –

Gli incensi bruciavano a pieno regime, la porta dietro di lui si era richiusa. Le sedia oscillava, pigra.

- Sono stata brava, lo sai Sasuke? Sono diventata un bravo ninja medico, e ho imparato… - tossì – ho imparato a richiamare i corpi dallo stato di morte, così che se tu morissi mentre combatti, saprei curarti. Anche Naruto… -

 

“- Naruto è andato via, Sakura. –“

“- Come può essere? Mi avrebbe detto qualcosa, me l’avrebbe fatto sapere… -“

Confusione nei suoi occhi.

“- Mi dispiace. –“

“- Ma no, ci sarà qualcosa… -“

“ -Forse non voleva farti soffrire troppo. Me ne vado ad aspettare, Sakura. –“

“-…-“

Tutti aspettano. Ma cosa…?

 

- Ho fatto tanti esperimenti. Solo che l’incantesimo impiega un anno per essere efficace. Così sai, ho tanti nuovi amici. C’è solo un piccolo problema, loro sono un po’… - un gatto saltò sulle sue ginocchia.

Sakura spalancò gli occhi arrossati dal fumo, sangue nell’acqua, e altrettanto fece Sasuke.

Dietro la ragazza, molti animali.

La ninja sorrise in una smorfia quasi oscena, distorta. – …marci. –

 

Sasuke osservò i mille animali putrefatti saltare su Sakura, che ancora sorrise.

Ecco cos’era quell’odore.

 

 

 

Tutti aspettano.

Adesso non ci sarà nemmeno la morte, ad attenderci.

 

 

 

 

 

 

 


E così finì il primo capitolo. Gli altri arriveranno presto, spero.

Un saluto e un bacio,

ad Maiora!

 

 

   
 
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