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Autore: Talia Joyce    23/03/2012    0 recensioni
Juan Les Pins è un vero inferno l'estate: c'è gente, di tutti i tipi.
Gente che va, gente che viene. Gente che, insomma, passeggia per la strada occupando spazio, ingombrando. Non si respira.
Nei giorni peggiori, dal marciapiede che costeggia il lungo mare neanche lo si riesce a vedere, il mare.
Il sole di mezzogiorno, poi, non aiuta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Imogene
- Dietro la psicanalisi c'è tutto un buisness che fa unicamente l'interesse dei rivenditori di divani...-
- E, allora, cosa l'ha spinta a venire qui?-
- Vendo divani...-
                                                                                ****
Juan Les Pins è un vero inferno l'estate: c'è gente, di tutti i tipi.
Gente che va, gente che viene. Gente che, insomma, passeggia per la strada occupando spazio, ingombrando. Non si respira.
Nei giorni peggiori, dal marciapiede che costeggia il lungo mare neanche lo si riesce a vedere, il mare.
Il sole di mezzogiorno, poi, non aiuta.
                                                                               ****
- Ha intenzione di non dire nulla per il resto dell'ora?-
- Forse non ho nulla da dire...-
- Eppure, anche se per monosillabi, ha risposto alle domande che le ho posto: lei qualcosa da dire ce l'ha...-
- Bhé, mi faccia una domanda e le risponderò...-
- Com'è che l'ha incontrata?-
- Avevo caldo e nel suo negozio c'era l'aria condizionata-
                                                                                ****
Quella ragazza non aveva stile. Decisamente. Capelli rossicci, malamente tenuti su. Capelli che ribelli minacciavano, da un momento all'altro, di fuggire via dalla prigione dell'elastico a loro imposto.
Mani piccole ed in continuo movimento. Mani da bimba, con le unghie irregolari e a tratti morsicate.
- Buongiorno!- voce fastidiosamente squillante. Accento pessimo.
Risposta di cortesia, stava usando la sua aria condizionata dopotutto.
Quella salopette, sgualcita e troppo larga, la ricopriva come solo un sacco di iuta avrebbe saputo e potuto fare.
No, quegli occhi castani non avrebbero venduto niente quel giorno: i suoi gusti erano di gran lunga più raffinati.
Aveva caldo.
Juan Les Pins può essere davvero infida alle volte.
                                                                             ****
 
- Imogene?-
- Si, è un nome orribile...-
- Non intendevo...-
- Non si preoccupi, ne era conscia anche lei: si faceva chiamare "Idge" che non è meno orribile... ma a lei piaceva...-
- Capisco...-
- Non credo-
                                                                           ****
Buffo come tutto continui a scorrere. La gente cammina, indisturbata, più inconscia che incurante di tutto quello che realmente accade. C'è chi muore e c'è chi continua a camminare senza pensare che, presto o tardi, gli toccherà la stessa sorte.
E a Juan Les Pins continua a fare caldo, è estate infondo. Di nuovo. Non si respira. La gente cammina, indisturbata.
                                                                             ****
- Alla fine ho comprato un pouf...-
- Come scusi?-
- Quel giorno, quando l'ho incontrata...ho finito per comprare un ridicolissimo pouf viola. L'ho subito accantonato in soffitta, ovviamente: era un cazzotto nell'occhio al buon gusto.-
- Perché ha comprato quel pouf?-
- Per lo stesso motivo per cui tre mesi dopo ho mollato tutto per lei. Ancora sto cercando di capirlo, sinceramente-
                                                                          ****
Parlava. Parlava decisamente troppo. E si muoveva. In continuazione. Eppure era piacevole ascoltarla. Era bello seguire con la testa i suoi movimenti. E, quel pouf, era costato solo 50€, che ammuffisse in soffitta! Non era quello il suo problema principale al momento: un vagito proveniente dalla stanza accanto glielo confermò.
                                                                           ****
- Da quanto non vede sua figlia?-
- Da otto anni.-
- E non le manca?-
- Sinceramente?-
- Si...-
- No-
                                                                         ****
Quel negozio decisamente troppo kitsch aveva uno strano potere, non ci aveva trovato nulla di entusiasmante eppure l'aveva rivisitato. Ancora.  
Ancora.
Ancora.
E ancora.
Finché non aveva finito per baciarne la proprietaria. Era successo. No, l'aveva fatto.
Era un pomeriggio di fine agosto e quelle labbra erano sembrate troppo invitanti per rinunciarvi. Le aveva sfiorate, con lentezza esasperante, le aveva morse famelicamente e poi la lingua, esule dal suo controllo, vi era scivolata attraverso.
In men che non si dica era avvenuto quello che aveva iniziato a temere intorno alla quarta visita. Era successo. No, l'aveva fatto succedere.
Quando aveva comprato quel pouf viola mai avrebbe pensato che un giorno avrebbe potuto ritrovarsi a co-gestire l'intero negozio. All'epoca, la sola idea, era ridicola.
                                                                      ****
- Quando ha capito di essere...?-
- …lesbica?-
- Si.-
- Non lo sono. Non mi sono mai piaciute le ragazze, prima di lei. Non credo me ne piaceranno altre, dopo di lei. A me piaceva lei. Indipendentemente da tutto.-
- Anche dal fatto di essere già sposata?-
- Si.-
                                                                      ****
Scatta il verde. Tutti passano. Al giallo c'è chi, cauto, si ferma sul marciapiede e chi, invece, si affretta a percorrere l'attraversamento pedonale incurante del rosso in procinto di scattare. A Idge non importava nulla del rosso d'altronde, se le fosse importato, si sarebbe tinta quei ridicolissimi capelli.
                                                                      ****
- Era lì quand'è morta?-
- Si, ero sul marciapiede.-
- Ed ha visto tutto?-
- Ovviamente.-
- Cosa ricorda?-   
- Era rosso.-
                                                                      ****
Quando era diventata co-proprietaria de "La jolie boutique" mai si sarebbe aspettata di diventare la proprietaria dell'intero negozio. All'epoca, la sola idea, era inconcepibile.
****

Non ho la più pallida idea di cosa sia…mi è uscito così, di getto…non credo abbia un senso, però boh, mi andava di condividerlo con il resto del mondo. ù.ù
Talia.
   
 
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