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Autore: _Breath    23/03/2012    2 recensioni
Infondo lui era stupido, esattamente come lei.
Nonostante lui fosse un Potter e lei una Weasley loro erano fatti per stare insieme, per impiastrare il volto di Albus di marmellata e prendere in giro Lily.
Rose lo aveva sempre pensato, ma non ne aveva mai avuto la conferma fino a quel Dicembre.
Ricordava ancora perfettamente il brivido che le aveva attraversato la schiena quando James le aveva preso la mano per trascinarla dietro l’armatura del corridoio del terzo piano, di quella mano sudata e grande, callosa, a contatto con la sua.
Era arrossita, lo sapeva, nonostante di rosso avesse gran parte del corpo.
Poi l’altra mano si era posata sulle sue grandi labbra rosse per farle mozzare quel gemito che lui credette fosse causato dal cozzare della schiena con il muro, ma che invece le aveva procurato il contatto della sua carne viva sulla sua pelle scoperta.
E aveva sorriso, lui, di quel ghigno che era certa avrebbe avuto anche lei se solo il cuore non le avesse quasi schiacciato la gabbia toracica a furia di battere.
«Guarda Rose» le aveva sussurrato lentamente «a momenti passerà Pix e noi gli daremo la colpa dello scherzo fatto a Gazza. Povero vecchio custode! Alle volte mi fa quasi pena. E’ così vecchio! Mi chiedo perché non vada in pensione.»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James Sirius/Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Infondo lui era stupido, esattamente come lei.
Nonostante  lui fosse un Potter e lei una Weasley loro erano fatti per stare insieme, per impiastrare il volto di Albus di marmellata e prendere in giro Lily.
Rose lo aveva sempre pensato, ma non ne aveva mai avuto la conferma fino a quel Dicembre.
Anche se suo padre la guardava sempre critico quando lei stava con James- geloso, possibile che lo fosse?- non si era mai minimamente fermata a pensare ad un loro che andava oltre allo scherzo maestrale verso gli altri cugini.
Perché anche loro erano cugini e la mamma le aveva sempre detto che le relazioni in famiglia erano peccato.
Ricordava ancora perfettamente il brivido che le aveva attraversato la schiena quando James le aveva preso la mano per trascinarla dietro l’armatura del corridoio del terzo piano, di quella mano sudata e grande, callosa, a contatto con la sua.
Era arrossita, lo sapeva, nonostante di rosso avesse gran parte del corpo.
Poi l’altra mano si era posata sulle sue grandi labbra rosse per farle mozzare quel gemito che lui credette fosse causato dal cozzare della schiena con il muro, ma che invece le aveva procurato il contatto della sua carne viva sulla sua pelle scoperta.
E aveva sorriso, lui, di quel ghigno che era certa avrebbe avuto anche lei se solo il cuore non le avesse quasi schiacciato la gabbia toracica a furia di battere.
«Guarda Rose» le aveva sussurrato lentamente «a momenti passerà Pix e noi gli daremo la colpa dello scherzo fatto a Gazza. Povero vecchio custode! Alle volte mi fa quasi pena. E’ così vecchio! Mi chiedo perché non vada in pensione.»
Con i capelli a solleticarle la mano e   il mento  arrossì di più per poi fare spallucce e tornare a guardare avanti a se.
Il cuore le batteva velocemente, ma non sapeva perché.
Non aveva paura, non era nemmeno la prima volta che faceva una cosa del genere- fare scherzi con James era diventato abituale quasi quanto respirare-, ma nonostante tutto sentiva il corpo andare in fiamme e sudare, sudare come avesse puntato un camino acceso in piena estate.
Ma non aveva paura, affatto.
Era più che altro una sensazione di sincera armonia, come se avesse trovato il suo posto nel mondo esattamente quando la sua mano aveva sfiorato le sue labbra.
E anche se aveva aspettato tanto per veder comparire il volto impiastrato di vernice blu di Gazza, furibondo, dare la colpa delle sue disgrazie a Pix per inseguirlo con la gamba appesantita, Rose non se lo godette.
Rimase diversamente a guardare il volto quindicenne di suo cugino sbellicarsi dalle risate e diventare rosso per l’eccessiva mancanza d’aria con quella mano ancora posata ferramente sulle sue labbra.
E avrebbe voluto altro, Rose, davvero.
Ma lui era suo cugino e sua mamma le diceva sempre che l’incesto era peccato, che tra parenti l’amore era solo apparenza e sentimento, non vera armonia.
E nonostante lui fosse stupido, esattamente come lei, Rose imparò a fare a meno delle sue mani sulle sue labbra, del suo respiro dietro l’orecchio.
Fece l’atroce errore di farsi da parte e di concederlo a lei, l’altra, sua cugina Dominque.
Rose rimase sola e a bocca asciutta per molto tempo autoconvincendosi che il suo non fosse stato amore , poi trovò lui.
 
Tadan! Eccomi tornata :D Storia stupida, insensata, vecchia, ma con James e Rose di Kick Ass.. qui ho provato a spiegare il sentimento possessivo ossessivo di Rose. Ebbene sì, era amore.. lo era.. ma alla fine con quel 'lui' che cito alla fine lascio ben intendere che è Scoprius quello che veramente le ruberà il cuore. O forse, essendo una shot a parte, potete benissimo immaginare chi sia il lui tanto menzionato. Magari anche un altro! Magari pure Al! :D
Libera interpretazione, eh?
Spero che sia piaciuta altrimenti cancellerò; sono abbastanza arrugginita, lo ammetto!
Bacioni a tutti, ragazzi!
  
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