Film > Re Leone
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Autore: Miranh    23/03/2012    2 recensioni
Ciao a tutti! Il Re Leone è una storia che mi ha sempre affascinato e ho deciso di scrivere una Fanfiction sulla vita dei nonni di Simba: Ahadi ed Uru, genitori di Mufasa e Scar. E' la mia prima fanfiction, per cui non sono sicura che sia venuta bene... Spero che vi piaccia e, se c'è qualcosa che non va nella storia e che può essere migliorato, non esitate a farmelo sapere: cercherò di fare buon uso dei vostri consigli. Buona lettura!
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2. “ Pericolo in agguato ”

 

 

Si fece pomeriggio: Mohatu fu chiamato da Zozo dopo la caccia, per andare verso Nord, dove erano state avvistate delle iene che spingevano delle mandrie lontano dai propri territori; per Uru e gli altri giunse invece il momento di andare ad esplorare quel luogo apparentemente inabitato.

La piccola avvisò sua madre del loro allontanamento, ma non le piacque affatto mentire:

<< Mamma, io e gli altri andiamo a giocare al lago giù a valle, come ieri >>

<< Ah, va bene. Certo... mi sentirei più tranquilla se Zozo vi accompagnasse, però è andata con tuo padre a Nord... >>

<< Oh, via...Non preoccuparti mamma, non ci allontaneremo mica dai confini...Staremo giù, al lago di ieri, perciò non preoccuparti >> mentì controvoglia, strofinandosi affettuosamente con sua madre per tranquillizzarla;

<< D'accordo, ma fate attenzione >>

<< Certo! >>

<< A dopo, allora >>

<< Ciao! A dopo >> e corse via in fretta, andando in contro al gruppo:

<< Eccomi. Tutti pronti? >>

<< Eccome! >> rispose Khendo eccitato;

<< Allora, andiamo >>.

Scesero i massi e si allontanarono dalla Rupe, senza perdere ogni tanto il tempo per farsi degli scherzi o per rincorrersi.

Ma il sorriso svanì dal volto di Uru, non appena vide che si stavano allontanando molto da casa:

<< Khendo... >>

<< Sì? >>

<< Dove siamo diretti esattamente? >>

<< Uhm...Più o meno verso Nord... Perché? >>

<< Perché ci stiamo allontanando troppo, siete sicuri di ricordarvi esattamente dove si trova? >>

<< Certo che sì! >> rispose Hydo;

<< Sicuro, sicuro? >> chiese Athena con tono scherzoso;

<< Dubiti di me forse? >> riattaccò Hydo;

<< Certo che sì! >> rispose la leoncina ridendo;

<< Dubbiosa... >> disse lui con un mezzo sorriso, guardandola;

<< Zitti ora. Siamo quasi arrivati >> disse Khendo << però passeremo davanti ad una piccola caverna, per cui dovete fare tutti silenzio >>

<< Come mai? >> chiese Helya;

<< Stamattina io e Hydo vi siamo entrati per vedere com'era fatta dentro, ma non era vuota >>

Athena si unì al discorso: << Non era vuota? >>

<< No: c'era un leone e ci ha cacciati via >> spiegò Hydo;

<< Un leone? >> domandò Uru;

<< Già, probabilmente era uno straniero: non lo avevamo mai visto prima d'ora da queste parti >>

<< E cosa ci faceva lì? >>

<< Non lo so; comunque era giovane: un adolescente per essere esatti >>

<< Davvero? >>

<< Sì >>

Khendo riprese il discorso: << Ma aveva un pessimo carattere: non ci ha dato nemmeno il tempo di scusarci, che subito ci ha ruggito contro, cacciandoci via >>

<< Oh...avrà avuto sicuramente dei motivi... >>

<< Può darsi, ma faceva davvero paura >> disse Hydo;

<< Quali motivi avrebbe mai potuto avere?? >> grugnì Khendo << cacciarci via così....Di sicuro ha un brutto carattere >>

<< Mai giudicare dalle apparenze >> disse Uru;

<< Parli bene tu, che cerchi sempre il lato positivo delle cose >>

<< E questo che vorrebbe dire? >>

<< Niente...che sei buona, tutto qua >> le sorrise;

<< Come sei romantico >> scherzò Athena;

<< Eh? C-che..? >>

<< Ah ah ah... >> risero gli altri; Khendo sbuffò.

Giunsero nei pressi della grotta di cui si era accennato, ma furono improvvisamente frenati dalla vista di un giovane leone che si aggirava da quelle parti. Così si nascosero dietro a delle piante:

<< Accidenti, è lui >> disse Khendo; Uru gli si mise accanto ad osservare lo straniero, ma non ne rimase spaventata, anzi ne fu in qualche modo attratta: era come se sguardo color smeraldo di quel leone le avesse appena trapassato il petto con una forza misteriosa.

<< E ora? >> chiese Helya;

<< Ora conviene muoverci senza farci notare >> sussurrò Khendo << D'accordo? Stammi vicina Uru...Ma..Uru?? >>

<< Che aria triste... >>

<< Ma che stai dicendo? >> domandò Athena perplessa;

<< Quel leone...sembra essere molto triste... >>

<< Che ti importa ora di quello là?? >> le disse Khendo aspramente << pensa a non rimetterci la pelle, piuttosto. Su, andiamo >>.

Procedettero, facendo attenzione a non fare il minimo rumore; poi, una volta lontani da quel posto, cominciarono a correre finché giunsero al luogo in cui giacevano gli scheletri di elefanti e scesero la ripida parete, che ne segnava il confine:

<< Guardate! Fantastico, no?? >>

<< Fantastico?! Mette i brividi! >> affermò Helya, tremando;

Athena rimase sbigottita : << Impressionante >> disse;

<< Già e non c'è neanche un'anima viva! Possiamo muoverci liberamente >> esclamò Hydo << dai, che aspettiamo?? Andiamo ad esplorare! >> disse con eccitazione.

Uru li seguì silenziosamente: sapeva bene che non conveniva dare pregiudizi a luoghi come quello.

Cominciarono a girare in varie parti; Hydo e Khendo trovarono divertimento nell'aggirare le costole dei vari scheletri:

<< Accidenti, quanti ce ne sono >> osservò Helya;

<< Questo è un cimitero >> affermò Uru << papà non me ne ha mai parlato... ha solo accennato di alcuni posti verso Ovest, al di fuori dei confini, che sono pieni di pericoli in agguato, ma non sapevo di questo cimitero qui a Nord.... Forse me ne avrebbe parlato in questi giorni... >>

<< Ehi, dove sono andati quei due??? >> domandò Helya preoccupata << erano qui un momento fa! >>

<< Cosa?? >> si preoccuparono le altre;

<< Khendo!! Hydo!! Dove siete finiti?? >> gridarono.

Poi un improvviso rumore sopra le loro teste catturò la loro attenzione:

<< RRAAARRHHH!! >>

<< AAAAAH!! >> i due cuccioli saltarono loro addosso, balzando dal teschio di un elefante:

<< Khendo!! Hydo!! non fatelo mai più! >>

<< AH AH AH... >>

<< Stupidi!! >>

<< Ehi, dai...non arrabbiatevi! Sapevate poi che qui non c'è nessuno oltre... >> “ CRACK!! ” << ...n-noi >> “ CRACK! ”

<< C-cos'è...questo rumore...?? >> balbettò Helya, impaurita;

<< N-non lo so... >> rispose Hydo;

<< SPOSTATEVI!! >> urlò Uru: un masso stava cadendo giù da una prete rocciosa. Riuscirono ad allontanarsi appena in tempo. Poi il masso si schiantò al suolo, fracassandosi. I leoncini, ansimavano spaventati, col cuore che palpitava forte. Poco dopo realizzarono che il pericolo era svanito:

<< Era solo uno stupido masso, che per poco non travolgeva a tutti quanti! Meglio allontanarsi dalle pareti: sembrano fragili >> disse Khendo tranquillizzando gli altri, anche se di poco.

Ma ad Uru l'accaduto non andò giù: sospettava che ci fosse stato lo zampino di qualche iena nascosta fra i massi e gli scheletri:

<< Andiamo via, questo posto non mi sembra affatto sicuro >> disse;

<< Sono d'accordo! >> esclamò Helya frettolosamente;

<< Anche noi >> dissero Athena e Hydo;

<< Khendo? >>

Ma lui rimase in silenzio:

<< Khendo, sii ragionevole! >> esclamò Athena << Ci sono altri posti in cui divertirsi, non vedo perché dobbiamo rischiare in questo luogo >>

<< Athena ha ragione. Andiamocene >> disse Hydo;

<< Avete paura, forse? >>

<< Che c'entra?? >> grugnì Athena << Bene! Se questo è il modo per dimostrare il tuo “ coraggio ”, allora resta qui! Io me ne vado! >>

<< Ehi, calmati! Stavo solo scherzando! Certo che me ne voglio andare! >> rispose Khendo;

<< Non mi sembra proprio! >>

<< Accidenti, quanto sei difficile! >>

<< ORA BASTA, RAGAZZI! Non è né il momento, né il posto giusto, per bisticciare! >> intervenne Uru << Muoviamoci, per una buona volta >> e si incamminò, seguita da Helya e Hydo; Khendo e Athena rimasero imbronciati per un po', poi si avviarono anche loro.

Mentre stavano cercando un'uscita, una strana ombra, accompagnata da uno scricchiolio di ossa, passò velocemente, nascondendosi in uno scheletro. I cuccioli sobbalzarono terrorizzati, guardandosi intorno e stringendosi l'uno vicino all'altro:

<< Chi c'è??> > domandò Uru, urlando, ma non si udì alcuna risposta;

<< Cos'era...?? >> chiese Hydo; subito dopo si levò una strana e diabolica risata, che riecheggiò dappertutto:

<< Via, svelti!! >> esclamò Khendo con agitazione.

Corsero velocemente, sperando di raggiungere un' uscita il più presto possibile, ma furono frenati inaspettatamente da una grossa iena, che balzò davanti a loro, mostrando le zanne con un sorriso maligno:

<< Bene, bene...Sentiamo...Cosa ci fanno qui dei piccoli bocconcini come voi, eh? E dentro i territori altrui, per giunta...Volevate farci forse una piacevole visitina? >>

<< Oh, no signore! La prego, ci scusi, non volevamo fare niente di male... Noi... >> balbettò Khendo, cercando di spiegare;

<< Abbiamo sbagliato strada! E-ecco... >> intervenne Hydo;

<< Ooh... Poverini... >> Disse una iena femmina, uscita dallo scheletro dietro di loro:

<< Mio caro, forse dovremmo occuparcene noi... >>

<< Ma certo...Non possiamo rimanere impassibili... >>

<< Oh, n-non disturbatevi...Ora ce ne andiamo... >> disse Khendo, indietreggiando con gli altri;

<< Ma perché tanta fretta? Non ce n'è motivo... >>.

Li circondarono, sfoderando gli artigli; i poveri cuccioli non sapevano come agire: se restavano, sarebbe giunta la loro fine e se si disperdevano, rischiavano di perdersi a vicenda.

Tuttavia l'impulso di scappare fu molto forte, così, presa una grande velocità, sfuggirono dalle grinfie delle iene, avendole di conseguenza alle calcagna.

Uru corse velocemente, cercando disperatamente di mettercela tutta per aver salva la vita; ma il pensiero dei suoi amici in pericolo la turbò e avrebbe fatto qualunque cosa, per salvarli da quella situazione, anche a costo della vita! Ma in che modo poteva?

"Forse, se cerco di attirare la loro ira su di me, gli altri potranno salvarsi ” pensò.
Così attese che tra loro e le iene si instaurasse una certa distanza, poi svoltò subito, prendendo un'altra direzione:

<< URU!! Dove vai?? >> gridarono gli altri, vedendola allontanarsi dal gruppo e salire una roccia ad un angolo:

<< EHI! STUPIDE BESTIACCE ROGNOSE! DA QUESTA PARTE! >> gridò;

<< NOOO! URU! >>

<< Come hai osato chiamarci??! >> risposero le iene arrabbiate, fermandosi accanto al masso su cui era salita;

<< Siete sorde per caso?? Avete capito benissimo!! E, in quanto Futura Regina di questo regno, farò si che veniate punite dal Re, mio padre, come meritate!! >>

<< Miserabile mocciosa!! Ora vedrai! >> le ringhiarono, scattando in avanti; Uru cominciò a scappare cercando di attirarle altrove, lontano dai suoi amici.

<< URUUU!! >> gridò Khendo;

<< Cosa possiamo fare?? >> piangevano gli altri;

<< Andremo ad aiutarla, ecco cosa! >>

<< E come?? >>

<< Hydo, tu vieni con me! Cercheremo di tenere a bada quelle bestiacce! Voi invece andate a cercare Mohatu: oggi si è diretto qui a Nord, trovatelo ed avvisatelo! Se tutto andrà bene, ci rivedremo da queste parti >>

<< No! Restiamo tutti insieme! Ti prego! >> implorò Helya disperatamente;

<< Non possiamo farlo! Da soli siamo del tutto impotenti! Dovete andare da Mohatu e condurlo qui! Non preoccupatevi, andrà tutto bene! >>

Così, col cuore in gola, si separarono: Athena ed Helya trovarono un'uscita dal cimitero e corsero a cercare il re; Hydo e Khendo andarono invece a seguire le tracce di Uru e delle iene.

Intanto la povera leoncina, rimasta sola contro le iene, cercò di seminarle fra gli enormi scheletri, con scarso successo: ogni volta che sperava di essersene liberata, eccole che rispuntavano da altre parti, piene di ferocia.

Non aveva più idee e le forze cominciarono a mancarle: i tempi per riprendere fiato si abbreviavano sempre di più. Era stremata dalla fatica e dal terrore e loro riuscivano sempre a coglierla di sorpresa: sembravano instancabili!

Cercò di cogliere l'occasione di trovare un'uscita durante la fuga. Ma l'unica che trovò fu la ripida parete da cui era entrata inizialmente: scenderla era facile, ma salirla era tutto un altro paio di maniche e il tempo stringeva. Ma non avendo molta scelta, decise di tentare per quella via di fuga. Cominciò a salire, arrampicandosi faticosamente sui massi della parete, con le forze che le restavano.

Il suo cuore accelerò, non appena le iene le furono di nuovo dietro.

Allora, tenendosi aggrappata ad un masso, spinse con le zampette posteriori alcuni sassi, colpendo la iena più vicina:

<< Maledetta! >> le ringhiò la belva; ma lei continuava a salire spingendo giù i sassi che le capitavano sotto le zampe.

A causa delle frettolosità, le scivolò la zampa anteriore sinistra, procurandosi un taglio profondo, che la sciava tracce di sangue al suolo. Cercando di ignorare il dolore, riuscì a raggiungere la cima della salita, rientrando nei confini delle Terre del Branco.

Non aveva la forza per proseguire e la ferita continuava a bruciare, ma non poteva fermarsi lì: le iene, nonostante fossero fuoriuscite dai propri territori, non sembravano voler rinunciare all'inseguimento.

Correva e zoppicava senza sapere quale meta raggiungere; non poteva trovare alcun nascondiglio: gli inseguitori avrebbero seguito le tracce del suo sangue. L'unica consolazione era sapere che i suoi amici fossero fuori da quel pericolo.

Giunse nei pressi di una forte corrente d'acqua, da cui non poteva più trovare scampo, e si accasciò al suolo piangendo.

Ormai le iene l'avevano raggiunta, e stavano sul punto di sbranarla, quando: << LASCIATELA STARE!! >> gridarono Khendo e Hydo, azzannando le zampe delle belve, distogliendone l'attenzione dalla leoncina:

<< Dannati leoni spelacchiati!! Sempre tra i piedi! >> reagirono loro, scrollandoseli di dosso con violenza e sbattendoli al suolo.

<< Khendo!! Hydo!! No! >> si disperò Uru, scattando verso di loro con il solo aiuto della sua forza di volontà, per aiutarli; ma una iena la colpì di riflesso, scagliandola con forza nel corso d'acqua e finì in balia della corrente:

<< NOOO! URU!! >>

<< AH IH IH IH EH EEH... >> risero malignamente le iene, compiaciute da ciò:

<< Bene! Ed ora, tolta di mezzo quella fetida principessina, ci occuperemo di voi due... >>

Ma un improvviso e potente ruggito interruppe l'azione: << MOHATU! >> gioirono i cuccioli: era lui, seguito da Athena ed Helya.

Il re, più inferocito che mai, aggredì le iene, sfogando tutta la sua ira. Ferì la femmina ad un fianco e atterrò il maschio, tenendogli una zampa sulla gola:

<< Pietà! Vi prego! Ci arrendiamo! >>

<< SILENZIO! Se oserete ripresentarvi di nuovo da queste parti ed aggredire i piccoli, la pagherete con la vita!! >>

<< S-sì!! D'accordo! Ce ne andiamo! >> e scapparono via in fretta.

I cuccioli, terrorizzati, si avvicinarono lentamente al leone, il quale si voltò verso di loro, con occhi adirati. Nel frattempo arrivò anche Zozo ed atterrò preoccupata, circondando le spalle di Helya ed Athena con le ali:

<< Dov'è Uru?? >> domandò Mohatu con gran tono;

Hydo si mise a piangere, timoroso di rispondere. Khendo, altrettanto triste, poiché si sentiva responsabile di quanto accaduto, si fece coraggio e rispose a singhiozzi:

<< E' tutta colpa mia... mi dispiace...Sono stato io ad insistere per venire qui...non pensavo che ci fossero iene...Uru si è voluta sacrificare per noi e le aveva attirate su di sé...non abbiamo fatto in tempo a fermarla...e... poi l'hanno fatta cadere nel fiume!!...Non siamo riusciti a fare nulla..! Noi... >> e scoppiò anche lui a piangere.

Un'espressione disperata si manifestò sui volti di Zozo e delle leoncine.

Mohatu sentì una grande fitta al cuore, un dolore per il quale non esistono parole in grado di spiegarlo; poi, trattenendo le lacrime, parlò:

<< Zozo! >>

La volatile si asciugò una lacrima: << Signore? >>

<< Portali a casa. Che gli avvenimenti di oggi gli servano da lezione per la vita >>

<< Oh...Sì, sire... >>

<< E raduna le leonesse per la ricerca >>

<< Certo... Eh? Cosa? Ricerca? >>

<< Seguiremo il corso del fiume e andremo a cercarla >>

<< M-ma... >>

<< Questo è un ordine! >>

<< Subito, signore! Venite piccoli... >>.

Col capo chinato verso il basso, i leoncini la seguirono: ora comprendevano veramente il motivo delle preoccupazioni della loro amica, scomparsa. 

  
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