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Autore: Nano    23/03/2012    5 recensioni
La mia prima piccola storia Monchele.. Spero vi piaccia :)
Dal capitolo 17: Per giorni aveva desiderato parlargli, toccarlo, dimostrargli ciò che provava, ma la verità era che si stava arrendendo. Si stava arrendendo. Lei, Lea Michele, si stava arrendendo davanti a Cory Monteith. L’evidenza di quella frase la colpì come un pugno nello stomaco. Si stava arrendendo, stava sinceramente pensando di rinunciare a lui. In quel momento sentì di dovere fare un ultimo tentativo. Non poteva, semplicemente non poteva arrendersi. La Rachel Berry dentro di lei lanciò un urlo indignato e Lea si alzò velocemente dal letto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buon venerdì pubblico :) Sono qui con il nuovo capitolo per le mani e non so davvero se vi piacerà, ma sono fiduciosa..
Avrei una richiesta per tutti, ovvero vorrei sapere se avete qualche colore da richiedermi che non abbia già fatto e che vorreste vedere come titolo degli ultimi due capitoli :) Purtroppo, ahimè, la conclusione è scritta. Mi piange il cuore immensamente, ma è stato bellissimo scrivere fin'ora e non smetterò di farlo, anche se le one shot le preferisco decisamente, più tranquillità, meno ansia e meno fatica.. Vorrei ringraziare tutti voi come si deve, ma direi che posso farlo con calma.. In questo capitolo vorrei ringraziare la persona che mi ha sostenuta dall'inizio. La persona che mi ha detto di provare e che avrebbe letto la mia ff anche se faceva schifo. Beh, si, ovviamente sei tu dolce Beacon, ti ringrazio, questo capitolo è per te.
NB: Ci tenevo a ringraziare anche la carinissima ragazza che mi ha chiesto il permesso di tradurre la mia storia in inglese, mi raccomando, fammi avere tue notizie :)
E beh, altri ringraziamenti sono da fare, ma suonano sempre di malinconia quindi direi di lasciarli ai prossimi capitoli. Vi amo tutti ragazzi, siete speciali dal primo all'ultimo.. Ahh e ora un pò di Monchele :3 sssh, leggete su!


VIOLET

Qualcuno stava respirando contro la sua bocca. Questo fu il primo pensiero che quel sabato mattina attraversò la mente di Lea. La ragazza raccolse le sue forze ed aprì gli occhi, maledicendosi per non aver chiuso completamente la finestra la sera prima. Localizzò Sheila addormentata sui suoi piedi, dal momento che erano bollenti, e soprattutto localizzò Cory. Con il suo corpo occupava praticamente tutto il letto, ma allo stesso tempo le sembrava che le loro due figure affiancate fossero una cosa piccolissima in confronto al mondo esterno, alle persone, alla vita. Lea era rannicchiata contro il suo corpo, un braccio di Cory sotto alla schiena e l’altro sul fianco; i loro volti erano vicinissimi e la ragazza poteva sentire il suo fiato sulle proprie labbra. Non aveva mai conosciuto nessuno che riuscisse a risultare eccitante e tenero di primo mattino, ma Cory ci riusciva. Era una delle sue tante magie, e sinceramente era una delle sue preferite. Ora capiva perfettamente la persona che aveva detto che si capiva di amare veramente una persona nel momento in cui si passerebbero ore guardandola dormire. Lei sarebbe stata immobile, per sempre, guardando il viso rilassato di quel ragazzo, le palpebre chiuse a coprire i suoi magnifici occhi scuri, le labbra socchiuse e corrucciate, le fossette nascoste dalle sue guance. Un sorriso si formò naturalmente sulle sue labbra quando lo vide arricciare il naso e strizzare gli occhi prima di aprirli lentamente. Lea non accennò a muoversi e lo fissò negli occhi intensamente immaginando cosa potesse trovarci in lei di tanto attraente. Come aveva potuto un ragazzo così speciale e perfetto innamorarsi di lei? Lei che al mattino, senza un filo di trucco, era orribile, con i capelli arruffati e il naso e gli occhi troppo grossi per il suo viso. Eppure in quel momento Cory la guardava come se fosse l’essere più speciale del mondo. Lea chiuse gli occhi e sospirò, emozionata.

“Ti amo.”
Disse semplicemente, tenendo gli occhi chiusi. Sentì la mano di Cory salire dal suo fianco fino alla sua guancia, dove si fermò, calda.
Lea aprì un occhio e sbirciò il suo viso, dove si allargava un enorme sorriso, mostrando le fossette sulle guance. Cory si abbassò un poco per premere le labbra sulle sue.
“Anche io.” Le sussurrò piano, prima di stringere il suo piccolo corpo al suo.
“Mi dispiace averti fatto passare delle settimane di inferno, non le meritavi. Non meriti niente di ciò che ti ho detto, perché sono innamorata di te da sempre, ma ci ho messo un po’ per capirlo.. e insomma.. mi dispiace.” Cory annuì leggermente.
“Vorrei stare qui con te per sempre, ma credo sia il caso di andare al lavoro.”
“Già..” Lea lasciò vagare lo sguardo sulle sue labbra.
“Dovremo parlare anche di questo temo.”
“Di cosa..?”
“Delle altre persone. L’ultima volta che ti hanno chiesto di me hai quasi mangiato la faccia a tutti!” Le parole di Cory la fecero sorridere, ma Lea sapeva che aveva ragione.
“E’ solo.. che la mia vita ormai non è più solo un mio affare.” Disse sconsolata, appoggiando la fronte a quella di Cory.
“Nemmeno la mia. Per questo possiamo affrontarlo insieme. E quando dico insieme, intendo davvero insieme.”
Gli occhi di Lea brillarono per un momento.
Cory la fissò intensamente e posò le labbra sulle sue.

“Ti va di essere la mia ragazza?” Le chiese con la voce di un ragazzino timido e goffo alla prima cotta. Lea prese il suo viso tra le mani e lo guardò attentamente.
“Bo, ci devo pensare.” Disse prima di scoppiare a ridere. Cory la prese per la vita e la fece roteare sotto di se, bloccandola con il suo peso.
“E.. quanto ci vuoi pensare?” Le chiese, facendo sfiorare i loro nasi.
“Non lo so… Non mi hai mai corteggiata come si deve.” Lo provocò.
“Ah si? Hai ragione. Sono un gentiluomo io. Perfetto.” Disse alzandosi dal letto e tendendole la mano. “Coraggio madame, le cucinerò la colazione.” Con un inchino aspettò che la ragazza si alzasse dal letto e gli prendesse la mano.
 
Lea sorrise tra se e se mentre aspettava che la sua truccatrice personale finisse di sistemarle le ciglia. Quella mattina dopo aver stabilito insieme a Cory che nella sua cucina non c’era abbastanza cibo per una colazione con i fiocchi, i due ragazzi si erano vestiti velocemente ed erano andati separatamente agli Studios. Cory aveva fatto tappa in una caffetteria e lo stesso aveva fatto Lea. Si erano quindi trovati davanti al parcheggio, troppi caffè e troppe ciambelle in mano. Li avevano offerti a Dianna e Mark e si erano sorrisi complici. Lea era stata poi chiamata in sala registrazione e di li non si era mossa per un paio d’ore. Quando era uscita Cory la stava aspettando, una bottiglia d’acqua in una mano e una piccola rosa rossa nell’altra. Lea gli aveva sorriso e gli aveva mandato un piccolo bacio, ma Cory non aveva resistito e le aveva baciato il dorso della mano, facendo crollare ogni barriera di Lea che aveva gettato le braccia attorno al suo collo, davanti agli occhi non particolarmente sorpresi della crew di microfonisti. Cory aveva posato un leggero bacio sulle sue labbra prima di entrare nella sala registrazione, dalla quale Lea non aveva avuto più notizie. L’ora di pranzo era passata fin troppo velocemente parlando al telefono con un eccitatissimo Jon e il pomeriggio era stato un avanti e indietro dalla sala prove di ballo, dove aveva provato ripetutamente con Heather e Naya. Ora finalmente avrebbe dovuto girare una scena con Cory, ma di lui non c’era traccia. Si lasciò andare contro la sua poltroncina mentre le sistemavano le labbra e grattò il cuoricino che aveva sul dito medio. Era uno dei suoi tatuaggi preferiti in assoluto, che la facevano sorridere in modo scemo.

“Quindi se guardi quel cuore significa che mi pensi?”
Le chiese Cory, comparendo dietro di lei improvvisamente. Lea girò la testa e sorrise.
“Perché mai?” Gli chiese con aria di sfida.
“Hai lo stesso sorriso e la stessa faccia da scema che hai quando mi guardi.”
Lea aprì la bocca pronta per ribattere, ma il ragazzo la bloccò con una mano, mostrando una scatola di cioccolatini nell’altra.
Cory sorrise vedendo gli occhi della ragazza spalancarsi.
“Si, più o meno l’espressione è quella. Ora andiamo, abbiamo una scena da girare.” Gli disse tendendole la mano e lasciando i cioccolatini sulla sedia. Si chinò e le diede un piccolo bacio sulla guancia, respirando il suo odore e lasciando che i suoi capelli gli facessero il solletico sul collo.
“Grazie.” Gli disse Lea.
 
“Sei stato troppo carino!”
Lea e Cory erano seduti davanti alla porta del trailer di quest’ultimo, la luna troneggiava di fronte a loro e li guardava mentre si stringevano le mani e mangiavano cioccolatini. Le mani di Cory erano fresche e grandi, e Lea adorava giocare con le sue dita lunghe e piene di calli. Anche Cory adorava giocare con le dita di Lea. Le sue mani erano così piccole e fragili che adorava pensare di poterla proteggere da ogni cosa solo stringendo le sue piccole dita tra le proprie, e adorava giocare con le piccole unghie, grattandole contro i polpastrelli. Era troppo bella per essere vera. Era troppo per lui pensare di averla, finalmente, dopo tutto. La fissò intensamente mentre masticava un cioccolatino, e le sue intenzioni di essere un gentiluomo per la giornata furono quasi mandate all’aria quando la ragazza si passò casualmente la lingua sulle labbra, assaporando il cioccolato.
“Sei pessimo!” Gli disse la ragazza improvvisamente, voltandosi verso di lui.
“Scusa non ci riesco.” Cory abbassò avvilito lo sguardo, nascondendo un sorriso.
“Puoi baciarmi, comunque.” Gli concesse la ragazza, provocando un sorriso che illuminò il volto del ragazzo. Cory le sollevò il mento e la avvicinò al proprio viso, sfiorandole le labbra con un bacio prima di allontanarla da se, afferrando l’ultimo cioccolatino dalla scatola che teneva sulle ginocchia.
Prima che potesse fermarlo, Cory portò il cioccolatino alle labbra e lo mandò giù velocemente, fissando Lea con aria di sfida.
“Ah si eh.. e allora mi sa che stanotte sarai molto solo nel tuo letto.”
Lea si alzò, lisciandosi la gonnellina viola in tipico stile Rachel che aveva indossato tutto il giorno e si avviò verso il proprio trailer senza voltarsi indietro. Sentì Cory ridere alle sue spalle e non riuscì a trattenere  un sorriso pensando a ciò che avrebbe organizzato pur di non dormire da solo.
   
 
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