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Autore: AnonimaKim    23/03/2012    2 recensioni
La ragazza,ha poco più di sei anni quando la sua famiglia viene brutalmente uccisa dalla Mafia. Rimasta sola,coltiva in se stessa il desiderio di vendetta verso i tre assassini e giura di trovarne uno ad uno,vuole ucciderli.
La giovane ragazza crescerà,imparando le sofferenze del mondo,e perdendo la donna che l'aveva tirata su come una figlia. A quattordici anni,Courtney è di nuovo da sola,ma non si da per vinta. La ragazza farà conoscenza con due ragazzi poco più grandi di lei,che la aiuteranno a scovare tutti gli assassini dei suoi genitori.
Ma non sono gli unici
Incontrerà qualcun'altro,qualcuno che farà capire a se stessa,di essere molto più di una assassina vendicatrice.
Una ragazza,capace di amare
Dall'ultimo capitolo:
[A quel punto mi bastò solamente lasciarmi trasportare da quella dolce tortura che forse,avevo sottovalutato troppo in quella mia vita.
Quella notte aveva scalato la vetta delle più belle dalla mia vita,anche solo quando lui aveva posato quelle sue labbra calde sulle mie.
Pazza,completamente pazza...
Completamente innamorata...]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Heather | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
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Un nuovo capitolo,bene,sto procedendo abbastanza velocemente e mi sento sempre più ispirata!

Buona lettura a tutti!

AnonimaKim

 

 

 

Possibile

alleanza

 

 

 

 

-”Non era di certo una cosa che mi aspettavo”- borbottò il ragazzo tra se e se abbassando per un secondo lo sguardo. Rimasi immobile,senza dire niente. Mi rivolse un sorriso sghembo.

-”Ok,hai vinto tu”- alzò le mani in segno di arresa. Alzai gli occhi al cielo per un secondo.

-”Sono qui per una questione importante”- Andai diritta al punto,non avevo tempo da perdere con quel rifiuto organico. Mi aspettai un'occhiata maliziosa,di fatti fu quello che accadde.

-”Ah,ho capito”- ne rimasi un secondo perplessa -”Ecco perché mi hai portato nello sgabuzzino bambolina”- mi fece l'occhiolino.

-”Non ho tempo da perdere!”- sbottai cercando di prendere il sopravvento su di lui,ma continuava a guardarmi con quel suo sorriso malizioso. Nessuno dovrebbe mettersi contro la mia pazienza.

-”Allora possiamo iniziare subito”- non sapevo neanche se facesse sul serio oppure stava scherzando. Non volevo di certo scoprirlo. Raccolsi tutte le mie forse fisiche e lo spinsi contro il muro. Sentì i suo muscoli contrarsi,avrebbe potuto respingermi in qualunque momento ma non lo fece. Se ne resto lì con quel maledettissimo sorriso a guardarmi.

-”Ascolta!Non sono venuta qui per perdere tempo!Voglio sapere una cosa. Conosci John Harvey?!”- lo guardai con astio,il suo sorriso svanì dalle labbra. I suoi occhi si separarono dai miei,corrugò leggermente la fronte.

-”Come lo conosci?”- mormorò serio,per la prima volta.

-”Lo conosco e basta!”- tagliai corto io

-”Allora dimmi perché lo vuoi sapere”- i suoi occhi azzurri cercarono di invadere i miei. Capì immediatamente che quella sarebbe stata una cosa che avrei odiato di lui.

-”anche questi sono fatti miei”- la mia aggressività si fece leggermente più flebile dopo aver capito di aver catturato la sua attenzione. Mi guardò per un altro istante. Sorrise sghembo.

-”Scusa,ma proprio non posso aiutarti”- rivolse il suo sguardo altrove,per un secondo rallentai la presa e si diresse verso la porta. No,non poteva essere così. Velocemente lo afferrai per il braccio.

-”è importante!”- ricapitolai alzando la voce -”Mi servi”- non potevo credere di aver detto una cosa del genere. Lui era l'unico che poteva aiutarmi adesso,non poteva scappare. Se si fosse rifiutato avrebbe sopportato lo stesso trattamento di Harry. Voltò la testa dalla mia parte. La sua serietà si era dileguata in un secondo.

-”Altrimenti che fai?”- mi prendeva per una ragazzina viziata. Odiavo quando le persone mi consideravano qualcosa che non ero. Caricai il coltello sul fianco e lo guardai combattiva.

-”Fidati,meglio per te non saperlo”- ridussi gli occhi a una fessura. Pochi attimi dopo sapevo di averlo convinto. Sospirò rassegnato.

-”è mio padre”-

Me lo dovevo aspettare,lo stesso cognome infondo

Eppure non potevo ancora credere che lui fosse figlio di John,no,non me ne compiacevo.

-”Che c'è bambolina?Sorpresa?!”- Alzò un sopracciglio. Strinsi i denti e serrai i pugni per scaricare rabbia e tensione.

-”Dimmi dove posso trovarlo”- gli ordinai fredda,cercando di non dare a vedere le mie emozioni.

-”Che ne so?!!Non ho la minima idea di dove sia”- mi rispose facendo le spallucce.

No,avevo fatto tutta quella fatica per nulla allora. Lui non mi era affatto utile. Non sarei mai arrivata anche a John,e sono sicura che la Mafia mi stava dando la caccia. Non avevo nulla su cui basarmi mi ero arenata. No,non lo avei permesso. Un'idea mi balenò in testa.

-”E se io e te facessimo un patto?”- piccolissimo trucco. Prima fai giurare e poi tratti. Mi guardò tra l'incuriosito e il malizioso.

-”Che genere di patto?”- cercai di non gasarmi troppo,non era ancora detta la sua collaborazione.

-”Mi aiuti a trovare tuo...tuo padre”- sperai in un'occhiata diversa.

-”E tu....?”- alzò un sopracciglio,in attesa. Già,anch'io dovevo fare la mia parte,forse era l'unico modo per convincerlo.

-”Io ti aiuto ad evadere”- risposi decisa. Alzò lo sguardo per un secondo,ci stava pensando.

-”Mi sembra un po'...povero insomma,non è che ci guadagni molto”-

-”Fattelo bastare!”- sbottai,ghignò in silenzio. -“Allora...?”- chiesi impaziente

-”allora si può fare ragazza”- si limitò a rispondere. Lo guardai per un istante,poi capì che non c'era fondo logico a quello che stavo facendo,intendo...perché i suoi occhi mi piacevano così tanto?

 

 

Heather mi raggiunse poco dopo,fu facile uscire da lì. Duncan si nascose nel cumulo di abiti da riciclare e io e Heather uscimmo per “fare il nostro lavoro”. Il risulto fu salire sulla macchina di Al senza difficoltà.

Non appena posai la schiena sul sedile,tirai un sospiro. Sì,ce l'avevo fatta anche sta volta.

Heather spinse Duncan vicino a me.

-”Ehi!Heather,vacci piano!”- sbottò lui con un'occhiataccia

-”Zitto!”- sbottai ancora io mentre Heather chiudeva la portiera e si sedeva davanti. Al mise in moto. Il ragazzo seduto accanto a me notò subito l'amico al volante.

-”Dì la verità. Ci godi quando la tua ragazza se la prende con me. Cos'è l'hai mandata tu?”- Al ghignò ma si limitò a scuotere la testa.

-”Non è la mia ragazza”- non sapevo neppure di cosa stessero parlando. Poi mi resi conto che era io qui l'unica ragazza che poteva essere la sua fidanzata.

-”Non è un po' piccola per te?”- continuò lui ignorando i miei sguardi gelidi. Scorsi una smorfia irritata sul volto di Heather,che mi fece parecchio incuriosire.

-”Il nostro patto non comprendeva prese in giro”- cominciava a darmi veramente sui nervi,solo con quel sorrisetto del cavolo superava i miei parametri.

-”E allora cosa comprende?Non ho capito cosa dovrei fa...”- non terminò la frase. Le sirene della polizia risuonarono dietro di noi. Al accelerò,sparandosi sulla strada come un missile. Per l'accelerazione diedi una botta in tasta sul copricapo del sedile.

-”Ci mancava solo questa!”- imprecò Heather

-”Accelera!”- urlai io mentre le due macchine dietro di noi recuperavano terreno.

-”Sto andando al massimo della velocità Courtney!Dobbiamo trovare un modo per seminarli”- sbuffai agitata. Non potevo scompormi così,dovevo trovare una soluzione veloce.

-”Dammi la pistola Heather”- le ordinai porgendole la mano.

-”Cosa?!”-

-”dammela,ho un'idea”- ripetei ancora una volta. Non avevamo scampo e fu costretta a darmi retta. Aprì il finestrino,caricai la pistola.

-”Cosa stai facendo?”- mi chiese Duncan mentre guardava nervosamente dietro di lui.

-”Ci tiro fuori dai casini!”- mi sporsi velocemente e con un colpo secco mirai e sparai alla ruota anteriore della macchina con le luci lampeggianti. Mi ritirai sul sedile altrettanto velocemente. Udimmo qualche sgommata ma Al non rallentò. Fui tentata dal sospirare ma mi resi conto che sarebbe stata una cosa del tutto inutile.

 

 

 

-”Ora mi spiegate cosa succede?!”- il ragazzo si sedette su una dell sedie della cucina. Heather e Al lo imitarono mentre io rimasi appoggiata al muro.

-”Succede che mi devi dire tutto quello che sai su John Harvey”- pensavo che ormai lo avesse capito. Non riuscivo a farlo ragionare con serietà.

-”è sempre così scorbutica?”- chiese divertito a Al. Cominciavo ad innervosirmi.

-”sì,e fidati non è una cosa positiva mettercisi contro”- rispose lui abbastanza serio. Mi sentì stranamente orgogliosa di me stessa.

-”Sai,dovresti dargli ascolto”- mi appoggiai al tavolo scandendo bene le parole

-”Allora?”- lo guardai gelida. Sospirò,con un velo di irritazione sul viso.

-”Non ho idea di dove sia mio padre!Ricordo solo l'abitazione di un suo vecchio amico,nient'altro”-

-”Parla!”- gli ordinai sempre più impaziente.

-”Ehi!Forse è meglio che ti calmi!”- si alzò dalla sedia,aveva alzato la voce,irritato.

-”perché dovrei farlo?!”- risposi io acida.

-”Non sono a tuo servizio!Il nostro è solo un patto!”-

-”Aiutami o ti assicuro che saranno affari tuoi mi hai capita bene?!”- fece in tempo a guardarmi male,vedevo che stava per dire qualcosa di pungente,ed ero pronta a controbattere ancora. Se non avesse capito sarei passata alle maniere forti. Non avrei resistito un solo minuto di più.

-”Finitela!”- La voce di Heather ci interruppe bruscamente, Al ormai scuoteva la testa.

-”Cercate di chiarire per favore!”- avrei voluto controbattere,dovevo farlo. Ma non potevo,non adesso. Cercai di trattenermi con tutte le mie forze.

-”Non c'è nulla da chiarire”- mormorai scontrosa,mi appoggiai di nuovo al muro e lo vidi risedersi.

-”Parleremo domani!”- Al non ce la faceva proprio più a vedere occhiate furenti essere lanciate dai nostri occhi.

-”Ok,vado a riposarmi un po'”- uscì dalla stanza senza dire altro,mentre salivo le scale diretta nella mia stanza sentì altri passi dietro di me. Mi girai.

-”Ti faccio compagnia,sai non mi va di restare da sola con quelli”- Heather sembrava leggermente preoccupata di restare da sola,non perché non fosse capace di dominare quei due,ma nei suoi occhi lessi che era già stata troppe volte partecipe di quella sensazione. Capì come poteva sentirsi a disagio anche una persona forte come lei senza un'altra ragazza nel gruppo.

-”Ok”- risposi e ripresi a salire le scale,seguita dalla ragazza.

-”Ti consiglio di chiudere la porta a chiave sta sera”- mi disse quasi divertita mentre entravo nella mia stanza e mi sedevo sul letto. La guardai perplessa mentre era ancora rimasta sulla soglia della porta.

-”Credo proprio che avremo un quarto ospite questa sera”- si sedette accanto a me dopo aver chiuso la porta. Mi misi a gambe incrociate.

-”Ci provi a mettere piede qua dentro e lo scanno!”- la sentì sorridere.

-”Chiudila comunque,sai,non si è mai troppo sicuri”- non era affatto seria,anzi,scorsi dell'ironia nelle sua parole.

-”è tanto diverso da Al?”- chiesi. Ovviamente intendevo se avesse un lato un po' più approfittativo. Abbozzò un sorriso.

-”No,non troppo poi alla fine. Ma diciamo che di ragazze se ne intende di più”- avevo perfettamente capito con che genere di persona avevo a che fare,anche se forse avevo sopravvalutato qualche punto.

-”Perché ti ha dato fastidio?”- chiesi allora spinta dalla curiosità. Mi guardò confusa.

-”Cosa?”-

-”Perché ti ha dato tanto fastidio quando Duncan ha detto quelle cose su me e Al?Ok,non è che io abbia reagito diversamente ma....”- capì e mi sembrava che un volo di rossore le avesse ricoperto il viso. Abbassò il capo,guardando il pavimento.

-”è...un segreto,se te lo rivelo,non dovrai dirlo a nessuno”- il suo tono di voce di fece più freddo e pungente. Annuì con un cenno del capo. Sospirò.

-”Io e Al.....non siamo veri e propri fratelli ecco”- si massaggiò il capo,nervosa. Ne rimasi quasi colpita. Non perché non me lo aspettassi del tutto,ma mi pareva quasi impossibile che due ragazzi come loro potessero convivere con un'amicizia così stretta senza che tra loro nascesse qualcosa.

-”Sono stata adottata dalla sua famiglia”- spiegò ancora.

-”e siete rimasti sempre e solo amici?”- chiesi per porre fine hai miei dubbi.

-”Gli voglio bene,e lui ne vuole a me”- mi sembrava che si fosse sollevata e sul suo viso apparve un leggero sorriso. Ma nei suoi occhi scorsi una strana luce.

-”E questo non ti basta”- mi lasciai sfuggire,solo allora mi resi conto che non era una cosa così tanto sbagliata.

-”Non dire cazzate!”- non era arrabbiata,mi sembrava che stesse scherzando.

-”Io e lui siamo come fratelli,non c'è nient'altro,davvero”-

Si alzò dal letto e si fermò sulla soglia della porta.

-”Dammi retta. Chiudila la porta d'accordo?”- mi fece l'occhiolino e uscì dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle. Mi spogliai e indossai una maglietta estiva e un paio di leggins non troppo aderenti e mi misi sotto le coperte. La luna era molto luminosa quella notte,illuminava la mia stanza con una luce netta.

Era stata una giornata impegnativa,e il giorno dopo lo sarebbe stata ancora di più. Quel ragazzo mi avrebbe sfinito,avevo già rischiato di perdere la pazienza e sembrava che avremo iniziato a collaborare. Cominciavo a pensare che sarebbe stato il caso di cambiare tattica,non potevo andare avanti così,uccidendo chiunque intralciasse la mia strada. Non che avessi continuato a farlo,ma ora dovevo stare attenta,di sicuro la Mafia mi aveva collegata alla morte di Micael e dovevo trovare una soluzione per non rientrare in gioco a ruolo troppo scoperto. L'unico modo era che qualcuno si infiltrasse nel circolo e Duncan era perfetto,lui mi poteva aiutare,aveva le potenzialità per farlo. Eppure non potevo dipendere da lui,no,questo non lo avrei permesso. Mi sarei fatta aiutare per un po' e poi ognuno per la sua strada. Si,mi sembrava la soluzione migliore.

Chiusi gli occhi nel tentativo di addormentarmi,ma quei deficienti di sotto avevano alzato troppo il volume della televisione. Mi alzai dal letto e percorsi quel pezzo di strada e scesi le scale in tutta furia

-”Scusate ma io avrei sonno!”- incrociai le braccia scocciata e si voltarono verso di me. Vidi Duncan alzare un sopracciglio in segno malizioso,sì in effetti suonavo un po' provocante a scendere così. Non ci feci troppo caso.

Al rise del mio sguardo e abbassò il volume. Mi voltai e tornai in camera mia con lo sguardo di Duncan ancora puntato a dosso. Quella sera presi in considerazione il consiglio di Heather. Chiusi la porta a chiave


 

  
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