Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: _Mally_    23/03/2012    2 recensioni
Lei si inginocchio su di me. I suoi occhi neri riempirono il mio mondo. -No no no, tesoro- fece petulante e spaventosamente dolce- Non devi sporcare questo meraviglioso faccino, monellaccia.
Ansimai, tentando di respirare, sebbene il sangue m'impastasse tutta la bocca. Lei continuò a parlare- Lo sai che questa bellezza fluirà via dal tuo misero corpicino, quindi...evita di rovinarla.
Il suo tono era diventato glaciale e annunciava ciò che ormai era il mio destino. Sarei morta e finalmente non avrei più sofferto. Ma non potei fare a meno di pensare a tutti quelli che conoscevo, sapendo che mi sarebbero sicuramente mancati. Così, per l'ultima volta, ripensai alla mia vita negli ultimi nove mesi.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il vento sferzava gelido, sebbene fosse fine Maggio, e intanto le nubi scure e minacciose venivano squarciate da lampi improvvisi e il frastuono dei tuoni echeggiava in tutta la valle. Lei era lì, difronte a me. Gli alberi ci circondavano sbattendo i rami tra loro, in una continua e angosciante lotta., mentre le foglie verdi e bagnate venivano trascinate dal vento e volavano tutt'intorno a noi. I suoi capelli erano una tempesta nera in movimento, i miei mi finivano sugli occhi e i bocca. Li scostai con una mano, fissando con terrore Lei. Le sue labbra rosse si distesero in un sorriso maligno.- Eccoci qui.

Il mio stomaco si contrasse procurandomi un dolore atroce. Caddi in ginocchio, piegandomi in due per la fitta lancinante. Ogni parte di me rifiutava tutto questo. Perché doveva capitare a me? Non avevo mai fatto nulla di male per meritarmelo. Di nuovo il dolore mi costrinse a ripiegarmi su me stessa, mentre lanciavo un urlo straziato. Era troppo per il mio corpo e non potevo sopportarlo, ma non potevo farci nulla. Alzai lo sguardo su di Lei, mi sembrava così alta da lì, così imponente e regale. Fece un passo avanti, mentre la sua lunga veste scura era agitata dalle sferzate del vento tagliente. Ancora una volta il mio addome fu attraversato da una fitta di insopportabile dolore e la nausea mi soffocò. Non sapevo quanto avrei resistito così, avevo l'impressione che mi rigirassero una lama ruvida e mal affilata dentro la carne. Scossa da conati che mi toglievano il respiro vomitai. Era sangue, una macchia scura e liquida che tingeva i fili d'erba di rosso. Lo sconcerto e il panico s'impossessarono di me. Gemetti disperata e intanto un rivolo di sangue prese a scendermi da una angolo della bocca. Volevo piangere, quel tormento era durato troppo a lungo, volevo farla finita, desideravo che venisse fermato. Un'altra coltellata di dolore, la vista mi si appannò di rosso. Caddi con un urlo di spasmo sul pavimento erboso, mentre Lei si avvicinava. L'unica cosa che riuscivo a mettere a fuoco era la pozza di sangue davanti al mio viso. Fu in quel momento, in quell'istante, mentre il mio corpo si contraeva dal dolore e lacrime rosse striavano il mio viso, che vidi la mia morte. L'immagine era talmente nitida che quasi pensai che fosse reale, che il mio spirito stesse volteggiando al di sopra di quel corpo. Il mio corpo. Ebbi qualche secondo per osservare il pallore mortuario della mia pelle, la posizione scomposta delle membra e il sangue, dappertutto. Poi un ragazzo riccio si avvicinò al corpo, non era proprio un ragazzo, ma aveva due splendide ali nere, come un angelo. Eppure non sembrava esserlo, chiunque fosse sollevò il corpo delicatamente. E questa fu l'ultima visione che ebbi in vita mia, dopodiché le fitte e il dolore intenso tornarono a tormentarmi. La pozza rossa era ancora lì e io mi ritrovai a guardarla di nuovo. Sembrava un immenso lago cremisi e mentre lo fissavo con il viso imperlato di sudore e contratto in smorfie che esprimevano quel che provavo, un piede diafano lo calpestò sporcandosi di esso. Lei si inginocchio su di me. I suoi occhi neri riempirono il mio mondo. -No no no, tesoro- fece petulante e spaventosamente dolce- Non devi sporcare questo meraviglioso faccino, monellaccia.

Ansimai, tentando di respirare, sebbene il sangue m'impastasse tutta la bocca. Lei continuò a parlare- Lo sai che questa bellezza fluirà via dal tuo misero corpicino, quindi...evita di rovinarla.

Il suo tono era diventato glaciale e annunciava ciò che ormai era il mio destino. Sarei morta e finalmente non avrei più sofferto. Ma non potei fare a meno di pensare a tutti quelli che conoscevo, sapendo che mi sarebbero sicuramente mancati. Così, per l'ultima volta, ripensai alla mia vita negli ultimi nove mesi. 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: _Mally_