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Autore: Zomi    23/03/2012    7 recensioni
La neve cadeva lenta e morbida sul ponte erboso, ricoprendolo totalmente, in quella notte fredda e buia.
Sulla nave tutti dormivano profondamente nelle loro cabine, cullati dalle piccole e dolci onde del tratto di mare in cui erano ancorati, e al riparo dalla temperatura fredda che raggelava il vento sotto strati e strati di morbide e accoglienti coperte.
Un’esile figura femminile, però, si aggirava sveglia e furtiva nella cucina della Sunny, in frenetica ricerca di qualcosa di caldo da ingerire. Rovistò veloce nella dispensa, estraendone una rettangolare bottiglia di Wishy. La mosse nell’aria, facendola tintinnare vuota...
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL’AUTORE:
A Mattia e alla sua sciarpa nero-azzurra…

Zomi
 

 
 

UN RAFFREDDORE INOPPORTUNO

 
 
La neve cadeva lenta e morbida sul ponte erboso, ricoprendolo totalmente, in quella notte fredda e buia.
Sulla nave tutti dormivano profondamente nelle loro cabine, cullati dalle piccole e dolci onde del tratto di mare in cui erano ancorati, e al riparo dalla temperatura fredda che raggelava il vento sotto strati e strati di morbide e accoglienti coperte.
Un’esile figura femminile, però, si aggirava sveglia e furtiva nella cucina della Sunny, in frenetica ricerca di qualcosa di caldo da ingerire. Rovistò veloce nella dispensa, estraendone una rettangolare bottiglia di Wishy. La mosse nell’aria, facendola tintinnare vuota.
-Uff…- sbuffò Nami, buttando la bottiglia di liquore vuota nella spazzatura –il buzzurro deve avermi preceduto…-
Si voltò contrariata verso la posizione di vedetta, illuminata da una luce giallognola di una lampada a olio. Di certo, quell’ominide sfaticato, se l’era bevuta tutta, fino all’ultimo goccio, prima di iniziare i suoi allenamenti e il suo turno di guardia, cercando come lei un rimedio immediato ed efficace contro il freddo di quel tratto di oceano. La navigatrice si strinse nelle spalle, pensando al compagno costretto a stare sveglio per montare la guardia. Lui non lo avrebbe mai dato a vedere, ma la solitudine di quelle notti passate a fissare il mare buio, lo rattristavano, abituato come era alla solita cagnara giornaliera dei suoi compagni.
Nami si guardò attorno, nella silenziosa cucina, prima di indossare cappotto e sciarpa e uscire sul ponte. Di certo, a quella testa di verza, un po’ di compagnia non avrebbe fatto del male, anche se avrebbe fatto il difficile come suo solito, prima di accettare la presenza della rossa al suo fianco in quel turno di vedetta.
Con passo veloce e deciso, salì la scala di corde dell’albero maestro, arrampicandosi fino alla terrazzetta della palestra. La neve continuava a cadere indefessa, ricoprendo ogni superficie e ballando ai leggeri soffi di vento che la facevano roteare in piccoli turbini. La ragazza aprì velocemente la porta della stanza, richiudendola alle sue spalle per non far entrare troppo freddo. Ma appena mise piede nella palestra rabbrividì per la temperatura che vi era: si gelava!!!
Tremando nel suo cappotto, Nami sgranò gli occhi color cioccolato vedendo tutte le finestre della vedetta completamente spalancate. Nel centro della stanza, Zoro, se ne stava seduto sul pavimento a gambe incrociate, in tremante meditazione, dandole le spalle. Il suo corpo era scosso da continui brividi di freddo, ma lui restava fermo e immobile a terra, investito dalle correnti di aria gelida e dai fiocchi di neve che entravano nella cabina e lo tormentavano con il loro tocco gelido.
-MA SEI SCEMO O COSA?!?- urlò Nami, picchiano lo spadaccino sul cranio e appiattendolo sul pavimento -VUOI AMMALARTI?!?-
Zoro, ignaro fino a quel momento della presenza della navigatrice, si alzò da terra spaventato e, individuata la figura ramata che si era scagliata a chiudere le finestre, la fulminò con lo sguardo.
-MOCCIOSA!!!! CHE CAVOLO FAI?!? IO MI STO ALLENANDO!!!!- sbraitò, avvicinandosi a lei.
-No, tu stai cerando di farti venire un attacco di polmonite, idiota!!!- ribatté quella, chiudendo l’ultima finestra e rabbrividendo ancora una volta.
-Sciocchezze!!! Il freddo tempera l’anima e mette in riga  lo spirito…- filosofò lo spadaccino, incrociando le braccia al petto.
-… e fa ammalare gli imbecilli, tu per primo!!!-
-Mocciosa lingua lunga e bisbetica!!!-
-Imbranato!!!-
-Arpia!!!-
-Demente!!!-
-Streg… ETCIU’!!!!- lo starnuto piegò a metà Zoro, che si ritrovò con una gocciolina di muco al naso e Nami a  fissarlo esasperata.
-Ecco, lo sapevo… ti sei preso il raffreddore!!! Sei peggio di un poppante!!!!-
-No è vero!!! Io non ho alcun raffred… etciù, etciù, etciù…!!!-
La navigatrice prese per il colletto il compagno e, costretto a forza, lo fece sedere su di una panca che costeggiava la parete della palestra. Gli sistemò ben bene la felpa che indossava, infossandogli il viso nel cappuccio e ricoprendogli le spalle con una coperta che sonnecchiava in un angolo del divano. Zoro continuava a borbottare, divincolandosi dalle mani chiare e veloci che lo ricoprivano.
-Ma stai ferma!!!- sbottava –Io sto bene!!!! Lasciami!!!-
Ma Nami continuò a imbacuccarlo per bene, finché dal groviglio di coperta e spadaccino non rimase allo scoperto solamente che il capo del verde. Soddisfatta e con un sorriso compiaciuto sul volto, gli si sedette accanto, sfilandosi da attorno al collo la sua sciarpa blu scuro.
La allargò ben bene nell’aria, facendola svolazzare per distenderla, per poi intrecciarla attorno alla gola sua e dello spadaccino. Quello, improvvisamente silenzioso, la lasciò fare, accettandola al suo fianco.
-Ecco, così va meglio!!!- sentenziò la rossa, accoccolandosi sulla spalla destra del giovane e posandoci il capo ramato sopra.
Zoro la fissò in silenzio, per poi abbandonare anche la sua testa sopra quella della compagna. Si, in effetti ora stava meglio, lì al calduccio vicino alla sua mocciosa e con quella sua sciarpa blu che lo inebriava con l’intenso e dolce profumo della navigatrice, piuttosto che sul duro e ghiacciato pavimento a cercare di ignorare il freddo e concentrandosi nella sua meditazione.
-Grazie…- bofonchiò con un mezzo colpo di tosse, estraendo la mano destra da sotto la coperta e avvicinandola a quella della compagna.
-Non c’è di ché…- ridacchiò lei, prendendo la mano callosa e infreddolita dello spadaccino nelle sue, accarezzandola per scaldarla.
Se qualcuno gi avesse visti, non ci avrebbe creduto nemmeno sotto tortura: Nami e Zoro, che solitamente litigavano come cane e gatto per qualsiasi cosa, che se ne stavano lì, accoccolati insieme, vicini a scaldarsi e a condividere la stessa sciarpa. Cose da far nevicare all’inferno!!!
-Mmh…- mugugnò lo spadaccino, facendo scivolare la sua verde testa a livello di quella della navigatrice -… che fai ancora sveglia a quest’ora mocciosa?- sbadigliò.
-Ho finito di lavorare alle mie cartine e avevo voglia di qualcosa che riuscisse a scaldarmi…-
-E hai pensato a me? Che dolce…- la canzonò ghignando.
-Malizioso… no, ho cercato dell’alcol in cucina, ma ho notato che mi hai anticipato…-
Il verde ghignò, strusciandosi addosso alla compagna e appoggiandosi totalmente a lei, scaldandosi contro il tepore che il suo cappotto caldo emanava e chiudendo gli occhi.
-… così ho deciso di venire a farti compagnia…-
-Ovvero a rompere…-
-Gentile come un mal di denti…- sbuffò Nami, spingendo con una gomitata le costole del samurai.
-Scherzo dai… e così avevi freddo eh?- sorrise, immergendo il viso nella sciarpa e aspirandone avidamente il profumo della proprietaria che gli era acanto.
-Si, prima però… ora sto meglio…- arrossì, infossando il visino vergognoso nell’intreccio del foulard.
-E perché?-
-Diciamo che anche tu, come l’alcol,  sei un ottimo rimedio contro il freddo…-
Ghignando, Zoro, sollevò le braccia attorno alle spalle della navigatrice, avvolgendola e stringendola a se, in un caldo abbraccio. Il capo di Nami si adagiò perfettamente nell’incavo tra spalla e collo dello spadaccino, la cui testa tornò ad appoggiarsi su quella ramata che ora sembrava quasi fare le fusa sul suo collo. Si stava bene in quel caldo abbraccio, con il morbido e profumato corpo della navigatrice contro il suo torace e le mani piccole e lisce di lei ad accarezzargli il viso. Le braccia muscolose e forti di lui, poi, erano protettive e rassicuranti, ottime per addormentarvisi. La navigatrice alzò il viso dall’intreccio della sciarpa, fino ad incrociare il suo sguardo con quello nero e lucente del compagno, che la guardava, con quel suo unico occhio sano, in modo dolce e affettuoso.
Zoro sorrise, annegando senza opporre resistenza in quegli occhi di cioccolata, che lo guardavano bonari. Avrebbe potuto passare ore e ore a osservarla così, standole vicino e stringendosela al petto, abbandonandosi alle sue carezze e guardandosi direttamente negli occhi senza alcuna vergogna. Ci avrebbe messo la firma volentieri.
La navigatrice abbozzò un timido sorriso, vedendolo sorridere al suo tocco, conferma che l’avrebbe lasciata continuar anche in eterno se avesse voluto. E lei non si sarebbe fermata nemmeno dopo morta, avrebbe continuato ad accarezzarlo e ad accoccolarsi a lui per tutta la vita, se gliel’avesse permesso. Lo spadaccino strinse maggiormente Nami a lui, avvicinando in quel modo i loro visi. Si ritrovarono a pochi centimetri di distanza, fissandosi ancora e cercando di tradurre i pensieri dell’altro.
Piano, piano, i loro volti iniziarono ad avvicinarsi, in ricerca di quel contatto esile e leggero che spesso entrambi i pirati avevano desiderato di nascosto di avere con il compagno, come conferma di quel strano rapporto che gli legava da quando si erano conosciuti la prima volta. Un semplice bacio, a rappresentare tutto l’amore che essi provavano e curavano per l’altro.
Le loro fronti si sfiorarono, accarezzandosi lentamente, mentre le mani andavano ad accarezzare i rispettivi profili del viso, come cornice di quello che stava per accadere tra loro. Ancora pochi millimetri, giusto il tempo di un respiro, gli divideva. I loro occhi erano incatenati a fissarsi, in richiesta di affetto.
Nami chiuse gli occhi e aprì leggermente la bocca, fremendo di desiderio di sentire il bacio del verde, che arrossì a quel tacito consenso di abbandono a lui.
Sorrise, con un suo solito ghigno soddisfatto della situazione e…
-ETCIU’!!!!-
Un umido, schifoso e assai poco romantico starnuto spezzò l’atmosfera appassionata e calda, andandosi a spruzzare contro il delicato volto di Nami, che contrasse l’espressione innamorata e imbarazzata che aveva, in una smorfia disgustata e ripugnate.
-Zoro!!!! Che schifo!!!!- si passò le mani sul viso, asciugandosi dal muco e da qualche schizzo di bava.
-Scusa…- tirò su con il naso lui -… mi è scappat… ETCIU’… non l’ho fatto appost… ETCIU’… ETCIU’… ETCIU’!!!-
La rossa alzò al cielo gli occhi e sbuffò.
-Ma dimmi te!!!! Ti sta bene, buzzurro, così impari a meditare al freddo!!!-
Si alzò dalla panchina che occupava con lo spadaccino e, avvoltolo completamente nella sciarpa blu e riparato con la coperta, lo aiutò ad alzarsi.
-Avanti…- lo spinse verso la porta -… vai a letto-
-Come? E il nostro bacio?!?- protestò Zoro, voltandosi verso di lei e guardandola dispiaciuto.
-Domani…- promise con un sorrisetto malizioso -… quando starai meglio…-
Si avvicinò maggiormente a lui e, strusciando il suo florido petto contro quello al caldo della coperta del verde, sussurrò lussuriosa -… ti assicuro che l’attesa non sarà vana…-
Lo spadaccino sorrise, ghignando come suo solito, e copertosi ben bene uscì dalla vedetta. Infossò ancora il viso nella sciarpa, aspirandone il profumo di Nami e ghignando felice.
-Fai tu allora la guardia…- gridò calandosi giù per la scala di corda.
-Si, certo…- ridacchiò Nami, richiudendosi la porta alle spalle e andando a sedersi nuovamente su di una panca -… tanto di notti in bianco se ne prospettano diverse, da domani in poi…- 

   
 
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