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Autore: DefyingGravity    23/03/2012    7 recensioni
Quella notte, come quasi ogni sera della settimana, Kurt si trovava allo Scandals, il gay bar a west Lima.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Yeah sono sopravvissuta all'esame di oggi e finalmente riesco ad aggiornare! :D Allora preciso che il capitolo mi è venuto lungo ;_; scusate!











Blaine invece aveva passato una serata tranquilla con i nonni.

Tra cena e televisione... era un ambiente molto sereno.

 

Non aveva compreso cosa fosse successo nel pomeriggio con Kurt.

Non aveva capito perché fossero arrivati a tanto e soprattutto perché l'altro si dovesse ostinare a schifarlo in questo modo. Non potevano solo essere amici?

Gli sembrava una cosa fattibilissima dal suo punto di vista.

 

Kurt lo aveva smosso. Si era preso un pugno per lui, per farlo ragionare.

E si sentiva leggermente in colpa, anzi non era colpa... era una strana sensazione che non riusciva a spiegare sul momento.

Empatia? Forse si.

 

Comunque l'appuntamento si avvicinava... si era già preparato.

Prese la sua giacca di pelle nera, salutò ed uscì nell'aria fredda della sera.

 

Arrivato in centro tra mille pensieri, parcheggiò l'auto e lesse l'sms di Sebastian. C'era scritto di vedersi davanti al -Cheers-… un pub piuttosto tranquillo di Lima.

 

Ed infatti eccolo lì, avrebbe riconosciuto quel sorriso beffardo tra milioni di persone.

Aveva quell'espressione perché credeva di esserci riuscito.

Credeva di avere in pugno Blaine. Di averlo tutto per sé.

Era appoggiato ad una cabina telefonica fuori dal locale.

Lo sguardo sicuro.

 

“ Vederti è sempre un piacere per gli occhi Blaine.” disse Sebastian avvicinandosi al moro per un saluto più intimo.

 

Blaine evitò di farlo avvicinare al suo viso dandogli solo una pacca sulla spalla e sorridendo.

 

“ Come al solito mi lusinghi. Ma non sono venuto qui per ricevere complimenti... vogliamo entrare?” domandò il riccio.

 

Sebastian capì che la serata non sarebbe andata secondo i suoi piani.

Con un gesto della mano invitò Blaine ad entrare prima di lui.

Volle prendersi almeno quella rivincita: la vista del lato b di Blaine Anderson non deludeva mai.

 

Soddisfatto lo seguì incollando gli occhi su di lui.

 

Blaine prese posto ad un tavolino in una zona appartata del locale.

Si rigirò il cellulare tra le mani perché avrebbe voluto vederlo squillare. Voleva sapere come stava Kurt... o almeno come stava il suo occhio.

Pretesa folle la sua, dato che non si erano neanche scambiati i numeri di telefono.

Lui e Kurt non erano amici. Non erano amanti. Non erano conoscenti. Non erano niente.

 

Alzò lo sguardo posando il telefono sul tavolo e si accorse che l'usignolo lo stava fissando con interesse.

 

“Allora Blaine... cosa ti turba?” chiese Sebastian con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.

 

“ Avevo bisogno di uscire di casa e fare due chiacchiere con qualcuno. E il fatto che abbia dovuto chiamare te è davvero imbarazzante. Ma con gli altri devo ancora chiarire... quindi beh.” spiegò Blaine con un filo di imbarazzo.

 

“ Oh la tua aria da scolaretto vergognoso è sempre la stessa ed è adorabile. Chissà se anche Kurt è rimasto attratto da questo tuo particolare comportamento...” buttò là Sebastian allungando una mano sotto il tavolo in direzione della gamba del riccio.

 

“ Seb non ci provare. Credevo di essere stato chiaro al riguardo...” rispose Blaine togliendo con forza la mano dal suo ginocchio.

 

“Ok ok va bene. Vorrà dire che queste attenzioni dovrò dedicarle a qualcun altro. Uhm-ti viene in mente qualche ragazzo gay, bello da morire e totalmente disinibito con cui possa divertirmi e basta?” chiese Seb malizioso.

 

Lo sguardo di Blaine si incupì parecchio. Non sapeva neanche perché ma non gli andava proprio che Sebastian dicesse quelle cose.

 

“ Non è alla tua altezza.” rispose Blaine sorridendo.

 

“ E alla tua si?” chiese Seb in tono di sfida.

 

“ Certo. Mi spoglia con gli occhi ogni volta che mi vede...” rispose il riccio soddisfatto.

 

“Peccato che tu sia sempre in cerca di sentimenti Blaine. E che non riesci a sostenere una storia di solo sesso come vorrebbe Kurt. Anzi ti dirò di più... Kurt scopa solo una volta con le sue conquiste lo sapevi? Quindi se già lo avete fatto, beh dimenticalo e vai avanti.” gli disse Sebastian ironico.

 

“Non è ancora successo. Ma ti assicuro che ho molte più probabilità io di riuscire ad avere una relazione seria con lui... piuttosto che tu ad andarci a letto insieme una volta sola.” disse Blaine sicuro.

 

“Sei troppo sicuro delle tue capacità. Comunque... staremo a vedere Blaine. Mah... Io dico che riesco a farmelo.” rispose il più alto in tono di sfida.

 

Il riccio senti una scossa di brividi lungo la schiena.

Non era giusto sentirsi cosi. E non ne valeva neanche la pena.

 

“Oh certo. Forse se rimarreste solo te e Kurt sulla faccia della terra allora potrebbe succedere. Comunque parlando di cose serie...” fece Blaine sbrigativo.

 

“ Come sei crudele! eppure mi sembra che tu non ti sia fatto problemi a fottermi e a farti fottere o sbaglio? Non era cosi sgradevole no?... vedrai Kurt apprezzerà la mia grande esperienza. Uhm- si dimmi pure...” disse il più alto divertito.

 

“ Non rispondo neanche alle tue provocazioni Seb. Tanto lo so che è tutta apparenza e in fondo in fondo sei affezionato a me. Altrimenti non mi pedineresti ovunque io vada no?” rispose Blaine sarcastico.

 

Sebastian alzò un dito per richiamare l'attenzione della cameriera.

Aveva bisogno di bere. Erano usciti per quello dopotutto.

E non aveva voglia di dire a Blaine che a volte anche lui si sentiva solo ed aveva bisogno di qualcuno.

 

“Non è cosi. Sei solo un perfetto amico di letto, fine della storia. Sai nel mondo ci sono i ragazzi come Blaine Anderson e quelli come me e Kurt. Io non cerco i tuoi sentimenti, cerco solo te e il tuo sedere.” rispose l'usignolo squadrando Blaine.

 

Finalmente la cameriera si avvicinò al tavolo sorridente.

 

“Allora avete deciso cosa ordinare?” chiese gentile.

 

“Uhm- si io una birra chiara grande.” rispose Seb porgendole il menu.

 

“Lo stesso per me” aggiunse Blaine rivolto alla cameriera.

 

Questa sorrise e si avviò verso il bancone.

 

“Vedi ordini anche le mie stesse cose! Blaine potevi dirmelo che sono sempre nei tuoi pensieri...” sorrise Sebastian.

 

Il riccio rispose solo con una smorfia infastidita.

 

Blaine stava pensando a come impostare il discorso.

Con Sebastian faceva difficilmente discorsi seri.

Però era stato con lui e grazie a lui che aveva scoperto di essere omosessuale...

 

“ Seb volevo capire alcune cose... Quello che è successo alla Dalton è stata una scoperta difficile per me. Solo per me. A quanto pare la mia famiglia non l'ha presa cosi male. Mia madre mi ha chiamato quasi ogni giorno da quando mi sono trasferito a Lima... mi rivogliono, mi accettano. Perché allora secondo te mi sto comportando cosi? Perché ho sentito la necessità di scappare ed affrontare tutto da solo?” disse il riccio con tono serio.

 

Il più alto fece un respiro profondo prima di parlare. Come se per dare quella risposta dovesse davvero sforzarsi troppo.

 

“ Blaine tu hai vissuto con la falsa convinzione di essere eterosessuale per quasi tutta la tua esistenza. Penso che scoprirsi diversi da quello che si è sempre creduti di essere... sia difficile da gestire. Voglio essere sincero con te. Non avevo idea che fossi realmente gay, avevo solo visto degli atteggiamenti e dei segnali da parte tua... facilmente equivocabili. Quando ti mettevo una mano sulla gamba durante le lezioni sentivo la tua eccitazione. Ti ho costretto forse... forse ci saresti arrivato comunque... o forse no. Credo che le tue origini e la tua educazione in un certo senso non ti abbiano permesso di capire, di capirti fino in fondo. Ed ora sei semplicemente confuso.” disse Seb con tranquillità, poi vedendo lo sguardo stupito di Blaine aggiunse:

 

“Ok mi stai facendo fare discorsi troppo complessi... torniamo a parlare del sedere di Kurt?”

 

“ Wow. Chi l'avrebbe mai detto... non ti pensavo in grado di simili pensieri...grazie. In effetti si, penso sia cosi...erano le parole che volevo sentirmi dire. Finalmente ho messo da parte la confusione e posso agire e riprendermi la mia vita. Ora dimmi un'altra cosa... come mai mi odi? E vai a dire in giro che sono uno stronzo?” chiese Blaine stuzzicandolo.

 

“ Io beh- perché sei uno stronzo... è molto semplice. Diciamo che quando Kurt me lo ha chiesto speravo di dissuaderlo dicendogli cosi... ma penso che lui sia il tipo di persona attirata dai cattivi ragazzi, quindi in un certo senso mi sono remato contro. Non ti odio. Odio solo il fatto di non poter più vedere il tuo bel culetto in giro alla Dalton. Non so-pensi che potrei far passare all'altra sponda anche Jeff? Perché non mi dispiacerebbe provarci con lui...” rispose il warbler bevendo un sorso di birra.

 

“ Già... il punto è che io non sono davvero un cattivo ragazzo e Kurt se n'è reso conto. No ti prego. Lascia stare Jeff e concentrati sui loschi frequentatori dello Scandals.” rispose Blaine scuotendo la testa.

 

“ Ok-ok Jeff lo lascio perdere. Ma devo proprio farmi un giro su occhi-di-ghiaccio e tu non me lo impedirai...” disse Sebastian studiando l'espressione di Blaine.

 

Il riccio lo lasciò parlare perché sapeva benissimo che Kurt non sarebbe mai andato con uno come Sebastian. Convinzione la sua che non aveva nessun fondamento!

 

Ma doveva smetterla di preoccuparsi di queste cose.

Se lo ripeté di nuovo e mentre sentiva l'usignolo blaterare qualcosa su un tizio da urlo che era appena entrato... buttò giù un un altro bel sorso di birra.

 

 

**

 

Depressione. Rabbia. Paura. Sofferenza.

 

Questi erano gli stati d'animo che si stavano alternando in Kurt.

Tornato dalla doccia bollente, non aveva fatto altro che rigettarsi sul letto, nella stessa posizione in cui lo aveva abbandonato.

 

Più si rannicchiava più si sentiva sicuro, protetto.

Era stufo di tutto quello che gli era successo e che continuava a succedergli.

Era demoralizzato per aver fatto l'ennesimo passo falso verso il baratro.

 

Non aveva più suo padre. Poteva vederli ancora quegli occhi che lo squadravano delusi.

 

Afferrò il cuscino e lo strinse con quanta più forza potesse.

Voleva il contatto, voleva il calore, voleva sfogarsi.

Voleva qualcuno che odiava di volere.

Questo non era lui... era solo un suo riflesso. Ci aveva messo fatica e impegno nel costruire la sua perfetta maschera di ferro ed ora era stata sfregiata.

 

Sapeva di potersi riprendere. Ma a che costo? La prospettiva di diventare ancora meno umano di prima lo spaventava.

 

I suoi pensieri furono interrotti da un leggero rumore di nocche sul legno della porta della sua stanza.

Non si prese neanche la briga di rispondere ma la porta si aprì lo stesso.

Non si era mosso dalla sua posizione, quindi dando la schiena all'ingresso della stanza, poté solo immaginare chi potesse essere.

Aveva lo sguardo perso verso la scrivania e la finestra più in alto.

 

Senti il rumore dei passi avvicinarsi dalla sua parte e fermarsi dinanzi a lui.

Alzò lentamente lo sguardo... era Finn con un volto preoccupato ed amareggiato. Aveva anche un piatto con un sandwich farcito tra le mani.

 

Kurt riabbassò lo sguardo cercando di poter scorgere di nuovo la finestra.

Ma la figura imponente del fratellastro glielo impediva.

 

I capelli ancora bagnati dalla doccia avevano fatto appiccicare alcune ciocche sparse sulla fronte del soprano.

 

“Ehm... Kurt?” a Finn sembrava di avere davanti un fantasma o qualcosa di simile.

 

Il soprano sbuffò e con una tremenda fatica riposizionò gli occhi verso quelli del fratello.

Il suo sguardo era spento e pesante. Senza contare il fastidio all'occhio colpito da Blaine.

 

Fece un lieve cenno con la testa con il quale dava il permesso a Finn di parlare.

 

“ Non ti asciughi i capelli?” chiese il più alto vedendo il cuscino del letto del fratello bagnato e i suoi capelli molto più che umidi.

 

“Non ne ho voglia.” rispose Kurt flebilmente.

 

“Però non penso ti faccia esattamente bene stare cosi-” fu interrotto da un occhiata fulminante del più piccolo e lasciò perdere.

 

“ Ti ho portato questo. Penso tu abbia fame no? Te lo ha preparato Carole! Ci ha messo di tutto dentro...” disse Finn con un sorriso.

 

“Non penso di avere fame. Sto bene cosi. Ringraziala però...” rispose Kurt che era affascinato da come si vedesse bene la luna dalla finestra.

 

“ Ma è il tuo sandwich preferito e c'è l'insalata! Come piace a te!” cercò di invogliare il più piccolo.

 

Kurt in quel momento si alzò e si mise seduto con le gambe incrociate al centro del letto.

Finn aveva paura che gli avrebbe urlato contro qualcosa. Perché la sua espressione non prometteva nulla di buono.

 

Infatti i suoi occhi erano solo all'apparenza celesti e nascondevano tutto il fuoco e il risentimento del mondo.

 

Ma poi parlò con una calma ed una freddezza disarmanti.

“ Non so per quale ragione tu sia venuto qui a parlarmi. Non ho bisogno della tua carità. Probabilmente non ho bisogno neanche di me stesso.”

 

“Che vuoi dire? Non è carità... siamo una famiglia insomma è normale che io sia preoccupato...” rispose Finn deglutendo.

 

“ No, voi siete una famiglia. Io ho perso la mia ormai. Mia madre è morta e mio padre mi disprezza... dov'è la mia famiglia? Finn dimmelo.” chiese il soprano guardando con insistenza il giocatore di football.

 

Finn si rese conto di non essere davvero in grado di sostenere una conversazione del genere... con un Kurt cosi tanto sconvolto.

Era straziante vederlo cosi perso.

 

“ Ehi noi siamo la tua famiglia. Questa è la nostra casa ed io sono tuo fratello! Kurt... tuo padre ha solo bisogno di tempo. Non pensare che ti abbia abbandonato e basta. Non è da lui e lo sai... ti vuole bene.” rispose Finn posando il piatto sulla scrivania.

 

“ E' la vostra casa. Non la mia. E io non ho nessuna possibilità di uscire fuori da questa situazione... dovrò regredire ancora di più fino a sparire. Ha senso?” domandò il soprano ad un confuso Finn.

 

Finn sapeva che ogni risposta che dava al fratello poteva essere determinante.

Per lui tutto quel discorso non aveva nessun senso. Però non poteva liquidarlo cosi...

 

“ Si-si ha senso... però non credo che tu debba necessariamente regredire. Hai solo bisogno di riposarti e di aspettare che le cose tornino come prima no?” disse risoluto Finn.

 

“Se le cose tornassero come prima non avrei risolto molto. Dovrebbe tornare tutto come due anni fa. Ma mi sono sporcato troppo per tornare indietro... posso solo peggiorare.” disse il soprano più a sé stesso che al fratellastro.

 

Finn si avvicinò al letto tentando di accarezzare i capelli del fratello.

Stava cercando di comportarsi bene... di essergli di aiuto.

Ma Kurt intercettò quella mano scansandola.

 

“ No.” disse solamente il più piccolo alzandosi dal letto

 

“Scusa pensavo ne avessi bisogno...” rispose l'altro.

 

“ In realtà avrei bisogno di altro. Puoi provvedere ad altri bisogni oltre a questo?” chiese il soprano con un improvviso misto di malizia e serietà.

 

“Eh? Cosa intendi? no- diciamo che non voglio saperlo... comunque-” disse Finn allontanandosi leggermente.

 

“ Tranquillo... forse scherzavo. Mio padre non ha detto nulla a cena?” chiese Kurt abbassando lo sguardo al pavimento.

 

“ Kurt mi inquieti parecchio quando dici queste cose... ehm- si ecco, mi ha detto di dirti che se vuoi puoi saltare la scuola per un paio di giorni...” rispose al fratello.

 

“ Oh fantastico. Non riesce neanche più a guardarmi in faccia e a dirmi queste cose cosi semplici... davvero fantastico. Grazie per aver fatto da messaggero. Ora se non ti dispiace vorrei rimanere solo.” rispose il soprano con un gesto sbrigativo della mano.

 

Suo padre lo avrebbe mai perdonato?

Lui stesso si sarebbe mai perdonato?!

 

“ Sai- sta vedendo la-la partita e allora... ha mandato me.” disse Finn non trovando le parole.

 

Kurt si mise seduto alla scrivania sfogliando i quaderni degli appunti di Rachel senza fiatare.

Finn abbandonò la stanza con uno strano sentimento di inadeguatezza.

Aveva trovato Kurt stranamente assente, impalpabile... insomma peggio del solito.

 

**

 

La mattina seguente Blaine si recò a scuola leggermente addormentato.

 

Aveva fatto tardi con Sebastian al pub.

L'usignolo infatti, si era rifiutato di abbandonare il locale, finché il tizio da urlo al bancone non gli avesse dato il numero. E quindi il riccioluto aveva passato la fine della serata a ridere per gli approcci maldestri di Sebastian.

 

Incrociò Finn nel corridoio del liceo e si stupì di trovarlo con un espressione afflitta... diversa da quella che era solita occupargli il viso.

 

Non si salutarono neanche... tanto era preso dai suoi pensieri. Stava parlando fitto fitto con quella Rachel Berry e lei aveva una faccia al limite dello sconvolto.

 

Il riccio passò davanti all'armadietto di Kurt diverse volte durante l'arco della mattinata e non lo incrociò mai. Voleva solo sincerarsi delle sue condizioni fisiche.

Si rincuorò pensando che comunque lo avrebbe visto di sicuro durante il corso di francese.

 

Più tardi si avviò verso l'aula con i libri in mano.

Affacciandosi alla porta si rese subito conto che l'abituale posto del soprano era vuoto. Si diresse comunque verso i banchi in fondo alla classe... sperando in un suo ritardo.

Voleva raccontargli di come Sebastian aveva deciso di conquistarlo e di come lo chiamava occhi-di-ghiaccio.

E di come lui gli aveva detto più volte che non avrebbe avuto nessuna speranza.

 

Una domanda balenò nella mente del riccioluto.

Quando era scattato il troviamo-argomenti-futili-per-parlare-con-Kurt?

Blaine non seppe darsi una risposta. In realtà odiava Kurt. Rappresentava lo stereotipo di ragazzo che lui difficilmente sopportava.

Però...

 

Smise di far vorticare quei pensieri nella sua testa, quando il professore chiudendo la porta ed iniziando la lezione, decretò che il soprano non sarebbe arrivato in classe quel giorno.

 

**

 

Kurt non si definiva più un bravo ragazzo. La sua vita era ormai una completa menzogna... viveva di bugie.

Ma nonostante questo trovava piacevole fare i compiti. Il cliché cattivi ragazzi poco impegno nello studio non era totalmente vero!

Quella mattina si era alzato con l'idea di rimettersi in paro con i programmi scolastici. E lo stava facendo... entravano piano i raggi del sole attraverso i vetri della sua camera e finivano ad illuminare direttamente il suo quaderno.

 

Aveva evitato di scendere al piano di sotto e non aveva fatto colazione.

Per cui si sentiva abbastanza debole a livello fisico.

 

Stava studiando qualcosa sul libro di storia quando Carole entrò nella sua stanza con un sacchetto di carta tra le mani.

 

“ Buongiorno!” disse Carole allegra andando a sistemare un po' il letto del soprano che era sfatto.

 

“Buongiorno... oh- non disturbarti per il letto.” rispose Kurt alzandosi in imbarazzo.

 

“Per cosi poco! Non è un disturbo! Sono abituata con Finn che è in grado di fare la metà delle cose che fai tu!” gli sorrise la donna.

 

Kurt si sentiva bene. Sorridere gli era venuto spontaneo.

Avrebbe voluto avere una madre anche lui...

 

“ G-grazie. E' la crema quella?” chiese il soprano indicando il sacchetto.

 

“Si sono andata dal medico e mi ha consigliato di fartela mettere 3 volte al giorno sull'occhio... cosi dovrebbe passare più in fretta.” gli disse Carole porgendogli la busta.

 

“ Perfetto... non appena si sgonfia torno a scuola.” rispose il soprano aprendo il tubetto di crema ed iniziando a spalmarla sul contorno dell'occhio.

 

Odiava quello che vedeva di lui allo specchio.

 

“Ti serve una mano?” domandò la madre di Finn premurosa.

 

“ Credo di aver fatto...” rispose il soprano finendo di far assorbire la crema.

 

Si rigirò per posare la crema sul comodino e trovò Carole pronta ad abbracciarlo.

La cosa non aveva senso. Odiava gli abbracci e il calore che emanavano.

Lui non poteva... però era piacevole.

Si scansò velocemente imbarazzato. Ma non riusciva ad arrabbiarsi con lei.

 

“Scusami...” accennò Carole sorridendo.

 

“ Non fa niente...” rispose Kurt dandole le spalle.

 

“ Uhm- Kurt? comunque anche tuo padre sta male... non dovrei dirtelo ma ha passato tutta la notte a piangere e a rimproverarsi per come ti aveva trattato. Sai, credo che riuscirete a recuperare il vostro rapporto...” disse la donna e non avendo risposta abbandonò lentamente la stanza.

 

**

 

L'ultima campanella decretò che l'orario di lezione era terminato.

Come al solito c'era una gran confusione nei corridoi.

Sembrava quasi una maratona a chi riuscisse ad uscire prima verso il cortile.

 

Soltanto due persone sembravano non avere nessuna fretta quel giorno:

Blaine Anderson e Finn Hudson.

 

Il riccioluto era intento ad inviare un messaggio a sua madre:

 

Nel week-end vengo a trovarvi! Avverti papà che per vedere la partita esigo la mia poltrona preferita ;)... Sarebbe un problema se rimanessi a dormire una notte a casa?!”

 

Il giocatore di football invece stava riflettendo sul perché Rachel continuasse a riempirlo di quaderni da portare a Kurt. La vera domanda che lo affliggeva era: Come è possibile prendere tutti questi appunti in un giorno solo di scuola?

 

Alzando lo sguardo Blaine vide davanti a sé Finn e decise di avvicinarsi a lui per chiedere notizie.

 

“ Ehi-heiii! Finn?” chiamò il riccioluto picchiettando sulla spalla dell'altro.

Era davvero troppo alto.

 

“Oh sei tu. Che c'è?” chiese Finn sorpreso.

 

“ Mi chiedevo... come sta Kurt? Come mai non è venuto a scuola?” domandò il riccioluto pensieroso.

 

“ Chiedilo a lui no?” rispose Finn facendo cadere un quaderno con delle stelline.

 

“ Beh io... non saprei come contattarlo. Non ho il suo numero... Stai andando a casa?” disse Blaine in tono vivace come se avesse avuto un idea.

 

“ Si si sto andando... devo salutartelo?” fece il più alto allungando il passo.

 

“ No... vengo con te!” disse il riccio seguendo Finn verso la macchina.

 

“ Sei impazzito? Mio fratello sarebbe capace di uccidermi per una cosa simile! Non puoi venire.” rispose Hudson guardandolo dubbioso.

 

“ Devo dirgli che mi ha aiutato. Si insomma quello che ha fatto... mi è servito!” rispose Blaine non facendo capire nulla al più alto.

 

“ Ti stai sbagliando mio fratello non aiuta le persone! E comunque NO!” gridò Finn.

 

“ Sono stato io a dargli quel pugno.” Ammise Blaine con tono colpevole.

 

“Cosa hai fatto? Ma come ti sei permesso nano!” disse il più alto spintonando il riccio.

 

“ Kurt mi ha costretto. Lo so che è assurdo e non mi crederai ma è cosi... e non volevo... è solo che... devo parlargli ok?” disse Blaine tutto d'un fiato.

 

“D'accordo. Ma la colpa te la prendi tu...” disse Finn aprendo lo sportello della macchina.

 

Il riccio annuì ed entrò in macchina con Finn Hudson.

 

**

 

Kurt sfogliava pigramente un libro stando seduto sul letto.

Sentì la porta sbattere al piano di sotto e capì che si trattava del fratellastro.

 

I passi per le scale sembravano appartenere a più di una singola persona.

Pensò che avrebbe accettato volentieri solo una visita di Rachel e di nessun altro.

 

Alzò lo sguardo verso la porta in attesa e vide girare la maniglia.

E si ricordò solo in quel momento di aver chiuso la porta a chiave prima.

 

“Kurt? Hai visite, apri!” gli urlò Finn.

 

Visite.

 

“Tanto lo so che è Rachel...” disse il soprano leggermente speranzoso.

 

“Non proprio...” rispose Finn con un tono strano.

 

Aprì la porta con fare annoiato e dietro a suo fratello scorse la figura di Blaine.

Che cosa ci faceva qui?

 

Lanciò un occhiata assassina a suo fratello dicendo “ Sei morto.” e rientrò in camera senza degnare il riccioluto di uno sguardo.

 

Finn abbandonò la stanza spingendo Blaine all'interno e chiudendo la porta.

 

Il soprano si avvicinò alla finestra senza fiatare.

 

“ Ce l'hai con me?” chiese il riccioluto mantenendosi a debita distanza.

 

Non ottenne risposta.

 

“ Carina la tua stanza...” fece Blaine guardandosi intorno.

 

“ Esci.” disse Kurt con tono secco.

 

Il riccio non rispose e si mise a passare un dito sopra i libri riposti in uno scaffale.

 

“Fermati! Non toccare! Perché cavolo sei venuto qui a casa mia?!” disse Kurt alzando il tono della voce.

 

“ Anche tu sei venuto a casa mia.” rispose Blaine alzando le spalle.

 

In quel momento il suo cellulare fece un piccolo bip, era la risposta di sua madre.

 

Tesoro ma è fantastico! Tuo padre non vede l'ora! Un problema? Stai scherzando? Puoi rimanere quanto vuoi!”

 

 

Kurt seguì attentamente la scena e vide un sorriso sulle labbra del riccio.

 

“Finalmente Sebastian ti ha dichiarato il suo amore?” chiese il soprano poco interessato.

 

“ No no. Era mia madre... sai nel week-end vado a trovarli. Cosi posso chiarire con loro e con i Warblers e ho già parlato con Sebastian... e beh è merito tuo. Volevo solo ringraziarti.” rispose Blaine sorridendo un po' troppo.

 

“ Bene... addio.” fece il soprano in tono piatto.

 

Blaine notò solo adesso l'occhio di Kurt. Era ancora gonfio e dolorante.

 

“ Sai che c'è? Non me ne vado.” disse il riccio sedendosi sul letto ed iniziando a sfogliare lo stesso libro sfogliato prima dal soprano.

 

“ Che problemi hai? Non ti voglio qui! Dannazione!” fece Kurt andando da Blaine e cercando di tirarlo per un braccio per farlo alzare.

 

Ma il riccioluto lo tirò più forte e lo fece cadere sul letto.

 

Si fissarono intensamente per qualche secondo.

Poi Kurt disse serio “ Vuoi scopare per caso?”

 

Il riccioluto a dire il vero si era perso nel colore degli occhi di Kurt.

Che erano maledettamente belli. E quel livido nero stonava di brutto con i suoi tratti delicati.

 

“Voglio fare questo.” rispose Blaine e si avvicinò pericolosamente al soprano posando le sue labbra su quelle dell'altro.

 

Il contatto fu brevissimo... ma morbido e caldo.

Un leggero sfiorarsi di labbra.

Kurt strabuzzò gli occhi e si allontanò rapidamente dando uno schiaffo al riccio.

 

“Non sei il mio fottuto ragazzo!” urlò il soprano gesticolando.

 

“ Non mi interessa. Mi andava di farlo. Fine della storia.” rispose Blaine alzando le spalle... e aggiunse “ Non puoi decidere tutto tu... voglio iniziare a decidere qualcosa anche io. Quindi accetta le scuse per l'occhio e il ringraziamento per l'aiuto che mi hai dato.”

 

“Ho smesso di sentirti parlare al primo NON.” disse Kurt sbuffando e passandosi febbrilmente una mano sulle labbra come a voler cancellare quel bacio.

 

Il riccio scosse la testa e prima di abbandonare la stanza aggiunse “ Cambierai Kurt è una promessa.”

 

Il soprano si lasciò sprofondare sul letto vedendo quella testa riccia fuori dalla sua stanza. Finalmente!

 

Ma dopo un minuto la stessa testa rispuntò dicendo “ Ho dimenticato di dire la cosa più importante: se hai bisogno di parlare io sono qui per-” ma venne interrotto dal soprano che con voce sicura commentò “ No. Non ne ho bisogno e non parlerei comunque con te. Devi uscire dalla mia vita, ORA!”

 

“ Ok ok come vuoi... tanto lo so che il bacio ti è piaciuto.” disse il ragazzo riccioluto ridendo e lasciando definitivamente la stanza.

 

Kurt sbuffò di nuovo mentre controllava il livido allo specchio.

Poi, quando sentì chiudere la porta al piano di sotto, si affacciò alla finestra per scorgere suo fratello e Blaine entrare in macchina.

 

Lo odiava quel Blaine. Si stava prendendo uno spazio che non gli apparteneva.

 

**

Qualche ora più tardi...

 

Si stava maledicendo perché più di ogni cosa nella sua mente risuonava una frase: “cambierai Kurt è una promessa”.

 

L'ironia stava nel fatto che lui sapeva di non poter cambiare... quel susseguirsi di 5 parole era un falso.

Non sarebbe successo... perché a lui non era concesso di migliorare.

Ma grazie a quella promessa iniziò a vedere uno spiraglio di speranza.



**********
Troppo lungo o va bene lo stesso? ;)

Allooora che dire?!
La serata Blaine/Seb serviva a dare nuova sicurezza e chiarezza al nostro caro Anderson. Solite battutine e battibecchi tra i due! Seb è interessato a "fare un giro" su Kurt e la cosa involontariamente da fastidio al riccio.
Kurt cosi mi fa davvero tanto male ç_ç nei momenti in cui è veramente sè stesso soffre. Finn come al solito in questa storia tende a fare il bravo fratello ma il soprano è piuttosto scontroso. Il non poter parlare con il padre è davvero doloroso da accettare.

Blaine va a scuola e cerca subito Kurt.
Il soprano invece rimanendo a casa ha una sorta di avvicinamento con Carole. Non se la sente di risponderle male come avrebbe fatto con gli altri. Perché quella donna, in quanto madre... lo fa viaggiare verso l'infanzia.
Blaine riesce a convincere Finn e cosi può andare a trovare Kurt. Il soprano è freddo e distaccato come al solito... ma Blaine agisce. Esattamente come aveva fatto Kurt ora anche lui agisce. E promette qualcosa che... farà tornare un po' di speranza per Kurtie! :D

Graaaaaaazie a tutti coloro che leggono e recensiscono la storia!
Recensite (vabbè... solo se avete gradito ovvio xD)
Alla prossima!


 

   
 
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