Hai puntato il dito sul mappamondo della tua inospitale camera e mi hai scelta.
Dopo di che ti sei stampato sul volto un sorriso beffardo; insopportabile.
Mi hai fatta cadere in un bicchiere di catrame;
poi mi hai raccolta mentre affogavo in un mare di giustificazioni vane.
Nero su bianco la tua penna ha scritto la realtà, ma la tua mano non la guidava;
mi hai macchiata con un inchiostro indelebile,
ed è solo colpa tua.
Clandestini in un mondo che non accetta,
dispersi in un universo senza ossigeno.
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