malikslip
Membro dal: 27/05/12
Recensore Junior (53 recensioni)
       
Poi non è che la vita vada come tu te la immagini.
Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada.
Così... Io non è che volevo essere felice, questo no.
Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi.
Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri.
Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente:
il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. 
Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera.
Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito.
Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile:
e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. 
E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare,
più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci.
Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare.
Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male
che tu non te lo puoi nemmeno immaginare.

— Alessandro Barricco, Oceano mare.

“Non sono una persona paziente, odio i ritardi e le lunghe attese, non sopporto stare seduta alla fermata dell’autobus, non sopporto le ore prima di un esame, né quelle prima dei risultati. Sono una di quelle persone che se manda un messaggio il minuto dopo lancia il cellulare perché non riceve risposta. La verità è che non so aspettare ma alla fine aspetto sempre.”

— Rea Daniels

“Di molte cose ho paura.
Paura degli abbandoni, ormai si sa, lo fanno tutti.
Paura delle parole, molte di loro fanno male, delle persone.
Ma c’è una cosa di cui sono totalmente spaventata, sono i ”ritorni”.
Sapete perchè?
Perchè so di non saper dire: -No. Mi hai fatto male una volta e mi basta. Non ti permetterò di rifarlo ancora-
E a quel punto, ti devastano dentro.
Sì, i ritorni ti devastano per la seconda, terza, quarta, centesima volta.
Perchè continuerai a non saper dire quel fottuto ”NO.”

 — uninvernomuto, on Tumblr.


“Ho capito che se ti manca e glielo dici non cambi le cose. Ho capito che puoi scrivergli tutte le più belle parole del mondo, dedicargli canzoni meravigliose, riempirlo di attenzioni, cedergli l’ultimo pezzo di torta, guardarlo con gli occhi teneri, farti bella o farlo ingelosire, ma non cambi le cose. Arrivati ad un certo punto, devi metterti in testa, che se non gli sei entrata nel cuore, è inutile star li a illuderti; non puoi, cambiare le cose.”

— cit.

E questa sono io: Alessandra. Io che sono tante parole e allo stesso tempo non sono niente, io che amo troppo e perdo sempre.
Sono io che ho più sbalzi d'umore di un'ultrasessantenne  in menopausa con acciacchi e dolori vari; Sono io che piango sempre e che mi emoziono per ogni cosa; Sono io che amo troppo e non vengo mai amata; Questa sono io, e a dir la verità, sono solo l'ennesimo punto e virgola nel bel mezzo di una frase ad effetto: inutile. Sono un punto e virgola in mezzo di nel bel mezzo di un discorso troppo lungo e discontinuo, un punto e virgola che non sa quale parola fermare e dove starsene, sono un punto e virgola indeciso, senza una meta, senza un obbiettivo, sono un punto e virgola che non sa se diventare un punto, o trasformarsi in una virgola. Sono quel punto e virgola che sta sulla bocca di tutti, ma nei temi di nessuno. Sono trasparente, ed irrilevante. Io esisto, ma non esisto. Io sono qui, ma infondo, non importa a nessuno.

 
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