La morte di Naraku ha provocato sollievo a tutti.
Per poco.
Perché per Sesshomaru quell'evento è stato solo il via libera all'ammassarsi di problemi di tutt'altra specie: un matrimonio in corso, l'elezione a una delle cariche più importanti tra i demoni, il dover guidare un esercito in una guerra che non gli interessava, l'arrivo di bizzarri umani dall'ovest con strane parole di pace e religione in bocca, malattie sconosciute e Rin.
Rin, sempre presente nei suoi pensieri.
Se solo Naraku non fosse morto, di quei problemi si sarebbe occupato qualcun altro.
Se suo padre non fosse morto, sarebbe stato lui ad occuparsi di tutto.
Ma tutti sono inevitabilmente costretti a crescere, no?

La vita di Rin era quanto di più simile ci fosse ai fiori di ciliegio: bellissima e fragile, destinata a sfiorire in pochissimo tempo.
Da quando Sesshomaru aveva rischiato di perderla per sempre, quel pensiero non l'abbandonava mai.
Rin sarebbe morta.
Così come, probabilmente più di un secolo prima, era morta Vibeke.
Chissà come stava Daiki, il Grande Sovrano delle Terre dell'Est e quanto di più simile Sesshomaru avesse avuto ad un fratello.
Si può superare la morte della propria compagna umana?