_Pikadis_
Membro dal: 01/11/11
Recensore Junior (54 recensioni)
Mi scuso, ma occorre una presentazione: sono alta un metro e sessantatré, peso variabile, capelli castani, corti, occhi castano-rossicci(ho detto che sono rossicci, punto e basta). Ho un'età anagrafica di sedici anni, ma ne dimostro tredici.
So di essere una depressa cronica, una brava amica, un'acida asociale altamente corrosiva, una ragazza matura e un'abitante di sogni impossibili. Ma sinceramente, non so chi sono.
Credevo di essere una directioner, non del tipo ‘stalker iper-informata’, ma poi il fandom mi ha fatto fuggire, costringendomi alla clandestinità, fino a portarmi al disinteresse quasi totale. Inoltre sono quasi totalmente dipendente dalle canzoni della Swift e dei Fun..
Mi piacciono parecchio i manga shojo e mahou-shojo, i libri della Troisi (Nihal e Dubhe sono state le mie prime eroine) e la trilogia di Hunger Games, che ho preferito di parecchio alla saga di Harry Potter. I miei libri preferiti in assoluto sono L'eleganza del riccio e Il castello errante di Howl, mentre nella lista dei prossimi acquisti ci sono L'antologia di Spoon River, Il mestiere di vivere, Novecento e Jack Frusciante è uscito dal gruppo.
I miei sogni più grandi sono: superare la mia timidezza, diventare una scrittrice o giornalista o insegnante, smettere di fare idiozie quando parlo con persone più grandi di me, fare bungee jumping, andare ad un concerto e arrivare al passo d'addio con entrambe le ginocchia sane.
Ah, mi chiamo Immacolata, ma preferisco essere chiamata Imma. Il nome ‘Pikadis’ non ha senso, ma mi rappresenta perfettamente, come questa citazione:

  "Gli scrittori tendono a essere una razza di guardoni. Tendono ad appostarsi e a spiare. Sono osservatori nati. Sono spettatori. Sono quelli sulla metropolitana il cui sguardo indifferente ha qualcosa dentro che in un certo senso ti mette i brividi. Qualcosa di rapace. Questo è perché gli scrittori si nutrono delle situazioni della vita. Gli scrittori guardano gli altri esseri umani un po' come gli automobilisti che rallentano e restano a bocca aperta se vedono un incidente stradale: ci tengono molto a una concezione di se stessi come testimoni. Ma allo stesso tempo gli scrittori tendono ad avere un'ossessiva consapevolezza di sé. Dal momento che dedicano molto del loro tempo produttivo a studiare attentamente le impressioni che ricavano dalle persone, gli scrittori passano anche un sacco di tempo, meno produttivo, a chiedersi nervosamente che impressione fanno loro agli altri"
David Foster Wallace
 

Francesca  è il mio riflesso.

  Nessuna serie trovata.