Sono sempre stata "ribelle", fin da quando ero piccola.

Non so perché, ma mi divertivo a prendere i ragni e a lanciarli addosso alle mie compagne. Le mie maestre dicevano che ero un "maschiaccio" e molte volte mi mettevano in punizione per via del mio comportamento aggressivo nei confronti delle bambine.
Stavo sempre coi ragazzi, io. E mi piaceva un sacco, con loro riuscivo ad essere me stessa.

Poi, cambiai scuola, e cominciarono ad arrivare i primi pregiudizi.

Ero sempre da sola, e le altre bimbe mi guardavano male, a volte mi insultavano chiamandomi "carota". E io ci stavo male. Ma presto iniziai a fare amicizia, e tutto torno' normale.

Successivamente, dovetti andare alle medie.
Li, cominciarono i veri guai. Molte mie compagne mi davano della "facile" o della "troia", solo perché stavo coi ragazzi.

Cosi', a mio malgrado, iniziai a truccarmi, a stare con le ragazze, e a diventare il modello che la società mi aveva imposto.

Poi, non molto tempo fa, ho trovato una lettera, scritta da mia nonna, poco prima che morisse, dove aveva scritto molte cose rivolte a mia madre. Ma una frase in particolare mi ha colpito: