"Ogni istante, aveva lasciato perdere, ogni volta aveva lasciato perdere.
E lei non aveva mai più avuto un occhio nero, o un livido in vista. Però aveva iniziato lentamente a spegnersi, sempre più lontana, sempre più distante da Tom. Progressivamente anche Bill si era indurito.
Si era fatto sempre più scostante, sempre più facilmente irritabile.
Presuntuoso, arrogante, pigro, acido.
Il loro mondo stava degenerando.
E Tom aveva ubbidito, aveva lasciato perdere."

Gustav chiuse con un colpo secco il giornale che stava leggendo, e si guardò intorno.
Negli occhi degli altri lesse lo stesso, inquietante, timore.
- Da quanto tempo è là dentro?- bofonchiò, rivolto a Tom.
- Una quindicina di minuti, credo- rispose il chitarrista, con un sospiro – Comincio a preoccuparmi-
- Solo ora?- scherzò Georg – Io ho cominciato a preoccuparmi una decina di anni fa, quando si è presentato in studio con i capelli ritti in testa e una scia di lacca dietro di sé - sentenziò con una smorfia – Sapevo che da lì in poi avrebbe combinato solo casini-

"Noi della crew non eravamo amici: eravamo fratelli.
Per i fratelli si darebbe qualsiasi cosa, anche il proprio sangue, la propria libertà. Anche se io un fratello di sangue lo avevo già.
Avrei dovuto capirlo prima. Avrei dovuto capire prima tante cose."