Non c’è niente al mondo che possa eguagliare la delicatezza di Leabeth Darrington. Ha sempre il sorriso sulle labbra e una parola gentile per chiunque. Non conosce l’odio o il risentimento, sono per lei due emozioni incomprensibili. Ma a discapito della sua sconfinata bontà, Leabeth non è ingenua. Quando la sua strada si incrocia con quella di Vegas, capisce subito che quel ragazzo sfuggente è un veleno corrosivo per la sua anima candida come la neve. Vegas è la nemesi di Leabeth, è il mostro che abita nell’abisso delle paure, che si nasconde nel crepuscolo dei tormenti. Non è gentile con nessuno e si comporta in modo glaciale davanti agli occhi di tutti. Non prova alcuna pietà, è come se il suo cuore avesse smesso di battere e l’unica cosa che lo tiene in vita è la rabbia. Una rabbia indicibile che scaglia contro all’unica persona che sembra esserne del tutto immune. Leabeth non ha paura di Vegas, ma Vegas ha paura di Leabeth. Perché lei, in qualche modo, riesce a vedere oltre l’armatura che ha forgiato nel tempo. E non importa quanto lui cerchi di respingerla, quanto sia cattivo e apparentemente insensibile. Lei non si tira mai indietro.

Il passato non ha pietà per nessuno, Darina lo sa meglio di chiunque altro. La vita non è mai stata gentile con lei, la solitudine è tutto ciò che le appartiene in un mondo che non comprende il suo dolore. Di giorno si nutre di sogni e caffè, di notte lavora come cameriera in un rozzo pub. È vittima di una soffocante routine che non riesce ad abbandonare, perché se lo facesse l’ultimo barlume di speranza che le è rimasto si spegnerebbe nell’attimo di un respiro. Ma ben presto Darina si rende conto di avere dei limiti e cerca la salvezza sul bordo di un tetto. È qui che le ombre del passato scoprono le loro carte, trascinandola all’interno di un gioco malato di cui lei è protagonista. Sergey è tornato. Quel bambino dagli occhi grigi, che si era sempre preso cura di lei, ha bussato alla sua porta dopo anni di silenzio. Rabbia. È l’unica emozione che Darina riesce a provare quando fa i conti con la realtà. Una rabbia che si trasforma in qualcosa di perverso. Una rabbia che si mischia a un violento desiderio proibito.