"Perché scrivi?", mi chiedono. Scrivo perché carta e penna mi fanno sentire viva, forse una persona migliore di quella che sono nella realtà. Scrivo perché, a volte, alcune parole riversate su un foglio riescono a farmi sorridere più di quanto riuscirebbe a fare una film comico o una serata con gli amici, oppure mi provocano emozioni così forti che neanche la più reale delle situazioni potrebbe scaturire. Non scrivo per moda, tantomeno per esibizionismo. La scrittura è qualcosa di più, è un'energia ancestrale che ti pervade l'animo, quasi fino a farlo scoppiare, tanto che non puoi fare altro se non lasciarla fluire. Se non scrivo, sento di stare male. Forse perché sono insoddisfatta del mondo che mi circonda, o magari perché la mia fantasia non trova mai freno e si accumula, si accumula al punto che avverto il bisogno di raccontare quello che mi scorre nella testa. Una mente contorta, certo, eppure desiderosa di condividere con altri ciò che vede.
Non posso reputarmi una scrittrice professionista e non mi assumo la presunzione di farlo. Semplicemente amo ciò che faccio, adoro le realtà che mi creo e coloro che le abitano. Non credo in me, piuttosto credo nella mia fantasia.