Recensioni per
Corte Sconta, Corte Arcana
di Francine

Questa storia ha ottenuto 84 recensioni.
Positive : 84
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
10/03/15, ore 11:59

Lo ammetto quando ho letto la storia della gazzella e del leone, un po' ho riso. Non tanto perché non mi piace, anzi ... io adoravo quella pubblicità, ma dopo il film di Aldo Giovanni e Giacomo (non so se lo hai visto) ogni volta che la sento penso a loro :-). Però anche questo racconto è molto bello. Il fatto che Aiolia deve essere più forte, anche per portare avanti anche il nome di suo fratello, nonostante tutto, è veramente molto ben descritto. Ancora i miei comlimenti.

Recensore Veterano
10/03/15, ore 11:54

Ma che bel modo anche questo di raccontare come è Mu. Con semplicità e precisioni, riesci a delineare tutto il suo essere. Il fatto che la gente del Jamir lo rispetti e lo tema, il suo seguire Shion con naturalezza e il suo modo semplice di svolgere il compito di "maniscalco" di armature, che però compie miracoli che nessun altro potrebbe compiere. E' proprio così che me lo sono sempre immaginato Mu :-).
Complimenti ancora

Recensore Veterano
10/03/15, ore 11:41

Ma che bella. Mi sono imbattuta casualmente in questa breve storia e sono rimasta ipnotizzata a leggere fino in fondo. Bello tutto, la scrittura, i pensieri, il dolore di Milo, raccontato con delicatezza in una forma pulita, ma struggente. Belle le motivazioni dell'addio di Camus e del perché Athena non lo riporta in vita (domanda che probabilmente ci siamo posti tutti almeno una volta) e soprattutto bella la parte finale ... descrizione perfetta del ritorno alla vita dopo la perdita di qualcuno .... Brava veramente.

Recensore Veterano
09/03/15, ore 16:33

...
Mi trovo nell'imbarazzante situazione di non avere aggettivi per definire quello che ho appena letto.

E' talmente bella, tenera, calda, che fa venir da piangere. Persino un superlativo assoluto come 'bellissima' sarebbe riduttivo.

Zuleika è un personaggio spettacolare. Aldone ha ragione, sembra una stella. Perché brilla di luce sua e non è cosa da tutti.
Poi Al... Santo cielo, Al. E' di una tenerezza che mi ha ucciso, il gigante dal cuore buono. Poi immaginarlo che porta all'altare la donna che l'ha cresciuto ha definitivamente fatto partire la mia dignità.

Stai raggiungendo vette incredibili, Francine. E sono felicissima di poterle leggere.

*piange e porge cioccolatini*
JudithlovesJane

Recensore Master
09/03/15, ore 16:08

La malinconia di un sogno che se ne va. 
Il sapore dolciastro, un po' polveroso, della parole di Zuleika, e quei sogni che se ne vanno, che come hai scritto tu "restano lì, a scintillare nel buio come quelle pietre preziose."

«È troppo tardi.»

«Non è mai troppo tardi», replica Adriano. «È troppo tardi solo se lo decidi tu.»
«L’ho deciso io.»

Uno scambio di battute perfetto. 
Ogni dialogo è ben calcolato, ponderato, scende goccia a goccia, scavando la pietra. 
Un ritratto sempre molto intenso delle emozioni umane di cui tutti, Santi o meno, siamo vittime. 

«Lui com’è?»

«Una brava persona»

Lui è la ciò che scegliamo sia la realtà, Cesar il sogno - la giovinezza, l'illusione, quella vita fatta di battiti feroci nel petto ed emozioni contrastanti, sempre sul filo di lama. 

Giuro, questa raccolta è un capolavoro di bellezza, non c'è uno, UNO SOLO, dei capitoli che non mi abbia colpito: complimenti! ♥♥♥♥♥♥♥♥♥

*caffè? Abbiamo anche i brownie oggi!* 

(Recensione modificata il 09/03/2015 - 04:08 pm)

Recensore Master
07/03/15, ore 15:51

Ohhhhh finalmente! Eccolo qui, uno dei miei preferiti. Shura/El Cid. E' curioso che Atena abbia deciso di farsi portare al mare per una giornata di svago proprio dal nostro taciturno ispanico, ma forse l'ha fatto apposta. Anzi, ne sono certa. Furbettona. Sapeva che fuori dal santuario, in territorio neutro e senza armatua, il cuore di Shura sarebbe stato più esposto. E zac! Ha colpito. E finalmente lui si scioglie. Come lo amo questo uomo tormentato che nemmeno la morte e la risurrezione hanno liberato dal senso di colpa di aver affettato Aiolos! Quando si è disperso nello spazio durante la battaglia delle Dodici Case mi ha ricordato Major Tom di Space Oddity e da allora ogni volta che ascolto quella canzone non posso non pensare a Shura che fluttua alla deriva... E mi è piaciuta l'apoteosi finale, in cui in un ristorantino sulla spiaggia ci sono una Dea e un Santo che parlano delle infinite reincarnazioni. Aleggia El Cid in tutto questo, e chissà quale altro predecessore.
A presto mia cara!
S. 
(Recensione modificata il 08/03/2015 - 11:36 am)

Recensore Master
04/03/15, ore 19:30


In questo breve componimento ci sono un'infinità di cose.
Il desiderio, inteso come causa, eros, delle azioni umane, motore, secondo l'induismo, del samsara, il ciclo di reincarnazioni che sembra non avere mai fine, che nel buddhismo è rappresentato iconograficamente appunto dalla ruota.
Una ruota, un cerchio, l'eterno ritorno, l'alfa-omega. Gira gira... siamo sempre qui.
E allora ci si chiede, la ruota continuerà a girare sempre? O essi saranno sempre parte di questo flusso (scorreranno insieme) fino alla fine del tempo.
Eppure, ci ho pensato, per Shaka intendo... sei Buddha, no?! Allora che diamine ci fai ancora qui?!
Ma forse ... alla fine è sempre una scelta.

Il mio amore per la simbologia, mi ha fatto adorare ogni frase di questo brano. *__*

Recensore Junior
03/03/15, ore 19:02

Athena/Saori che vuole prendersi qualche ora d'aria e lo chiede a Shura! Perfetto! Non so se sia lei ad averne bisogno, oppure lui, tutto dritto come un manico di scopa! Il suo nome - il suo vero nome - è Ruy??? Azzeccatissimo, completamente entrato nella parte! Shura, insieme a Shaka, è il più simile in tutto e per tutto alla sua "controparte" di Lost Canvas. Bellissimo quadretto fra Athena ed il cavaliere più fedele (almeno dovrebbe essere...)

Recensore Junior
03/03/15, ore 18:47

E già. L'uomo corre sempre, senza mai saziarsi di ciò che cerca... Come diceva Renato Zero giusto qualche secolo fa, "Più ne hai, più ne vuoi"(era riferito ai soldi, ma può andare bene per parecchie cose!). Ma non si ferma mai a guardare il cielo, a pensare quanto sia piccolo, o quanto siano effimere le sue brame... e tutti questi desideri non fanno che appesantirlo, che incatenarlo alla Terra, così da non permettergli di spiccare il volo, quando sarà il momento... mi ricorda una puntata della Principessa Zaffiro, quella del fantasma della donna ricca che, ogni volta che appariva la "scala" per portarla su, i sacchi con i suoi soldi le si ancoravano alle caviglie, impedendole di salire... E gli uomini non imparano mai dagli esempi dei "predecessori", ricadono sempre nello stesso punto... Magnifica rappresentazione del pensiero di Shaka (che potrebbe essere perfettamente anche quello di Asmita, sono praticamente uguali). 10 e lode!

Recensore Master
01/03/15, ore 13:58

Comincio questa recensione dicendo che io adoro Aphrodite. E' un personaggio che Kurumada maltratta tantissimo, soprattutto nell'ultimo film (ti dico solo che ha i boccoli. I boccoli!!!! Ci rendiamo conto?!) E quando penso ad Aphrodite la prima parola è esteta. Un esteta non pensa a questioni morali e Atena qui mostra di volere Aphrodite per come è. Infatti non gli dice "Vieni con me perché è giusto", ma gli dice "Vieni con me perché solo con me puoi trovare la bellezza" Perché Aphrodite è un guerriero, non un damerino che siede in qualche salotto parigino (anche se in un AU o OCC ce lo vedrei).
E poi... quella contrapposizione tra Atena e Saori. Io la trovo meravigliosa. Quella frase carica di significati scandisce il ritmo del racconto donadogli quel qualcosa in più.
Beh... direi che Aphro l'abbiamo recuperato. Posso sperare un suo ritorno all'azione in futuro? Mah... chissà.
Porge un raffinato tè bianco in onore di Aphrodite dei Pesci.

Recensore Master
01/03/15, ore 11:54

Ciao Francine!
Eccomi qui! Piano, piano recupero tutti i capitoli! :D
Ti dico subito che trovo un po’ difficile recensire questo testo dedicato a Shaka, perché per quanto riguarda il buddhismo mi vedo costretta ad alzare le mani e fare un passo indietro.
Mi limiterò, dunque, a “filosofeggiare” dal basso della mia ignoranza (e sento già addosso il non-sguardo di fuoco di Shaka!).
 
Mi ha colpito la frase: “l’uomo ha fame”.
La trovo spaventosamente vera! Però, ovviamente, non è da intenderla come “fame di cibo”. Oh no.
L’uomo ha fame di tante cose: delle persone, dei sentimenti, dei beni materiali (anche se l’esperimento dei coniugi Harlow ha dimostrato che il bisogno primario è quello del contatto con l’altro e non necessariamente con i genitori biologici). Ed è sempre alla ricerca – perché mi viene in mente l’immagine di Odysseo, che in Dante giustifica la sua smania come un bisogno umano di accrescere “virtute e canoscenza”? – che spesso e volentieri risulta vana. Chi, infatti, può dire di aver raggiunta il proprio obiettivo? Non si fa in tempo ad esaudire un desiderio, che subito ne abbiamo altri dieci...
Però. C’è un però.
A mio avviso, bisogno e desiderio sono due cose diverse.
Shaka li confonde, identificandoli, ma non si può di certo dire che il bisogno di mangiare, sia uguale al desiderio del dolce. Provo a spiegarmi!
Il bisogno torna e come, perché “siamo fatti così”: l’uomo – allo stesso modo degli animali e delle piante – ha bisogno di mangiare per vivere ed è un qualcosa che esula dal suo volere, dal suo “io voglio”.
Il desiderio, invece, o non va mai via (pensa alla smania di onniscienza!) oppure va via solo momentaneamente (desiderio, banalissimo, del dolce dopo il pasto). Sono due concetti diversi, a mio avviso, che forse nel buddhismo prendono qualche altro significato... ma questo non lo so, perché la filosofia più “ascetica” che conosco è quella di Schopenhauer.
 
“L’uomo corre”.
E io, da studentessa agnostica di scienze religiose, aggiungerei “L’uomo corre dietro al tempo che non gli appartiene”. Appartiene a Dio? Bah, poco importa...
Spesso il passato ci tormenta  e vorremmo solo dimenticarlo. Anzi, probabilmente passiamo tutta la vita cercando di cancellarlo dai nostri ricordi! Eppure, il passato è importante (e ce lo dice pure il buon vecchio Seneca!), perché è da lì che arriva il vero insegnamento, che non va visto in modo negativo: per il semplice fatto di averlo vissuto, inevitabilmente ci appartiene.
Non ho ben chiaro cosa siano il karma e il samsàra (se non a grandi linee), ma credo di aver afferrato il concetto: si tratta di liberazione e non di abbandono, si parla di meditazione, di rinuncia, a tratti di accettazione. E, soprattutto, all’inizio c’è bisogno di una guida, di un Saggio.
 
Ma sembra che Athena abbia piani diversi (che novità!) e mi chiedo se lei, in quanto divinità, non sappia qualcosa che a Shaka sfugge e a cui, chissà, non giungerà mai...
Non bisogna dimenticare, infatti, che Virgo è sì l’uomo più vicino agli dèi, ma resta pur sempre un essere umano.
In fondo, anche Sant’Agostino è stato costretto ad ammettere che una buca sulla spiaggia è un recipiente davvero limitato se ciò che deve contenere è il mare intero... conosci l’aneddoto? :)
 
Ok. Forse questa recensione fa un po’ pena perché, essendo cocciuta, mi sono avventurata in un campo più o meno sconosciuto, dicendo chissà quante fesserie. Però, ti dirò, ho sempre sognato di poter parlare con Shaka e di correre il rischio di finire a calci nell’Ade! xD
Ti faccio i miei complimenti e ti ringrazio, perché ora sono rinchiusa di nuovo nel mio amato vortice di ragionamenti astrusi che solo la prof di filosofia del liceo riusciva a stimolare! *-*
 
p.s.: il fatto che ogni capitolo abbia un Arcano Maggiore di riferimento mi fa pensare ad uno dei miei libri preferiti: Il castello dei destini incrociati di Calvino!
 
Ti abbraccio, nella speranza di non averti annoiata!
Ele

Recensore Junior
01/03/15, ore 01:24

Che bello. E semplice, come la luna sull'acqua e il vento che ride col mare. Bella e terribile, come una sposa. Come la gonna di Athena, bianca, e i pantaloni neri di Shura. Che non è solo Shura. Che diventa anima e infinito. Che diventa terra e sangue.
Dove la verità si snocciola, come i grani di un rosario, su una terrazza bianchissima, sopra un mare nero di notte e argento di luna. Solo due ragazzi, a mangiare un boccone giocando con l'essenza del tempo. E il suo riflesso negli occhi di lei si perde nel tempo, nelle vite e negli sguardi di tutti gli altri, prima di lui.
In quell'eternità fatta di attimi e conchiglie. Prima che la ruota riprenda a girare. Grazie per questa perla, piccola mia, che porterò con me nel mio ritorno verso casa.
Un bacino al rum!

Recensore Veterano
28/02/15, ore 16:02

No, vabbè, ma dimmelo. Dimmelo prima, che mi vuoi morta.

Se non avessi già favvato la storia ai tempi della shot su Milo, l'avrei fatto per questa. Immediatamente.

Perché, OMMIODDIO. Shura. Shura in total black. In bonding time con Athena. Coi sensi di colpa da risanare. *squittisce fortissimo.*

A parte questa Saori, Athena, o tutte e due (cit.), che è... fantastica. Superlativa. Da venerare.
Ma Lui. La capretta spadaccina. Quanto amore che ispira qui. A cominciare dalla galanteria delle prime righe (finché non ho letto il 'mia Signora', giuro, ero convinta fosse un'ipotetica morosa a noi ancora ignota...), quando si confida alla sua Dea quasi senza volerlo... *piange arcobaleni*

Ovvio che Aiolos lo perdonasse con un 'fa niente, tutto a posto.' Me l'aspettavo TANTISSIMO. Ci giurerei che l'ha fatto anche con Saga. Quel benedetto Sagittario è tutto un programma! *ride di gusto*

Athena è schifosamente fortunata. Chi di noi non vorrebbe essere al suo posto, a cenare con Shura in un ristorantino sul mare?! *fangirla*
Poi vabbè, El Cid causa mancamenti anche solo con il nome, maledizione. Non si può.

Ho della torta di carote e mandorle ancora tiepida. La intingiamo nel caffè, vuoi?
JudithlovesJane

Recensore Master
27/02/15, ore 23:51

*si alza in piedi, sale sulla scrivania e fa partire un'ovazione che sveglia i vicini* ♥♥♥♥

MA LA MERAVIGLIA DI QUESTO CAPITOLO?

*sviene*

a) Il senso di colpa. Il senso di colpa che permea Shura, che avvolge il lettore, che stringe il cuore, la gola, spreme il fiato fuori dai polmoni. 
b) Il perdono. Il perdono che non sappiamo concederci - che non vogliamo. Il perdono che fa più male della colpa, perché nel perdono riconosciamo i nostri errori e quelli sono sempre riflessi di noi stessi, solo che orribili e sfigurati - un Dorian Gray moderno. 
c) Athena. Bellissima, un po' bambina, un po' dea, con i piedi nell'acqua mi ha fatto un tenerezza infinita - e mi ha ispirato anche un sacco di rispetto. 
d) Il mare. Come racconti tu il mare, nessuno mai. Lo vivi, lo lascia scivolare tra le tue righe, lo fai sentire addosso ai lettori. 

Bellissimo. Bellissimo e bellissimo. 

*inciso stupido mode on*

SHURA CHE SI FA LE PIPPE. 

*inciso stupido mode off*

Il bonobo che è in me ha preso il sopravvento, scusa. XD

QUESTO capitolo è da incorniciare e tenere vicino al letto per rileggerlo prima di andare a dormire: complimenti! ♥♥♥♥♥♥♥


*porge pasticcini di cioccolata e nocciola* 

Recensore Master
26/02/15, ore 19:45

Mi piace il punto di vista che hai voluto usare in questa flash fic. Shaka in fondo è superiore ai suoi compagni, perché a differenza loro non teme la morte. Oddio, non che gli altri la temano, altrimenti non sarebbero quello che sono. Ma lui è una spanna sopra, perché sa che la sua vita terrena è solo una delle tante. Se cade in battaglia, un'altra vita arriverà. Eppure non è sereno. Perché? Forse perché sa che anche la Morte è un ciclo inesorabile. Se ritorna la Vita, ritorna anche la Morte. E Hades e tutta la sua corte di spettri malefici. Ma quello di cui Shaka ha più paura, forse, è la tentazione di vivere. Perché il piacere sì che è effimero. E allora il dilemma. Meglio una vita veloce come un lampo e piena di passioni (vedi DM) o meglio un'eterno ciclo di reincarnazioni passate in atarassica meditazione? Il seme del dubbio scalfisce anche l'uomo più vicino agli dei, forse.
Un abbraccio
S.