Ciao Francine!
Sai che questo primo capitolo si è trasformato in un mio sogno, stanotte?
Sembra assurdo, ma Deathmask e la Luna mi hanno tenuto un po’ di compagnia. Evidentemente, quando l’ho letto mi ha colpita più di quanto avessi pensato!
Tu mi vuoi male, ammettilo.
Hai narrato del mio adorato Deathmask (amo i casi umani, non posso farci niente), dandogli quella profondità spirituale che ho sempre pensato meritasse, e lo hai inserito in un paesaggio notturno, dominato da una Luna iridescente che, non so perché, mi ha fatto pensare allo Stregatto e al suo sorriso.
Insomma, mi hai fatto trovare un racconto con tre elementi che io amo profondamente: Cancer, la Notte (soffro d’insonnia, ma non mi lamento: trovo, infatti, che la notte sia il momento migliore della giornata per “partorire” le idee più belle) e la Luna.
Mi sono persa fra le tue parole, nella notte che descrivi e fra i raggi argentei che lambiscono le spalle di Deathmask l’assassino, uomo come tanti altri.
Molte volte ho cercato d’immaginare come sarebbe stata la vita di Cancer se gli fosse stata offerta una seconda e vera opportunità (quella di Hades non vale!) e, te lo confesso, ho sempre pensato che non sarebbe mai riuscito a cambiare del tutto, ma che avrebbe trovato una via di mezzo, un compromesso.
“Sì, dormire quando in cielo splende una luna così grande e vicina che se allunghi la mano hai l’impressione di potertela mettere in tasca, è un delitto. Altro che i suoi. Athena lo sa. È per questo che ha chiuso un occhio, ché quando nelle tue fila hai un cacciatore – un predatore – certi incidenti sono prevedibili come la pioggia di Novembre o le stelle cadenti di Agosto”. Perdona la citazione un po’ troppo lunga, ma la riporto perché con questa frase hai fuso insieme il Deathmask del passato – il maniaco pluriomicida che prova piacere nell’uccidere – con quello del presente – l’uomo che non può (o non vuole?) rinnegare il proprio ieri, ma che nel suo oggi ha aperto i propri orizzonti.
E mi piace da impazzire questo confronto finale, questa dicotomia di sapori (dolce/amaro) e di aspettative (sogni/delusioni), perché non fa altro che rafforzare l’unione fra ciò che è stato e ciò che è e, forse, sarà. Deathmask osserva, come la Luna, ma a differenza del nostro Satellite che tante volte ha fatto sognare gli artisti, Cancer sa che non è un semplice spettatore, ma uno dei protagonisti. Sta a lui, questa volta, decidere se essere infelice o no e, soprattutto, se togliere la Maschera o calcarla meglio sul volto...
La concludo qui anche se vorrei dire di più, perché credo di aver delirato abbastanza. Ormai mi conosci e sai che le mie recensioni sono un minestrone di sensazioni e pensieri del momento, molto spesso senza senso.
Ma è più forte di me: quando un testo mi colpisce – è solo un caso che ogni volta sia qualcosa scritto da te, eh! Non stolkerizzo affatto il tuo profilo! :P – è un dovere kantiano, per me, far sapere all’autore cosa mi ha trasmesso... sempre se riesco a spiegarmi!
Devo ripetermi e dirti che ti adoro il tuo modo di scrivere? Riesci ad emozionarmi e commuovermi ed è questo che rende le tue storie tanto belle, ancor prima della grammatica perfetta o delle frasi ben costruite o della lettura scorrevolissima.
Invece dei complimenti, ti dico grazie per avermi fatto letteralmente sognare!! :)
Un abbraccio,
Ele |