Recensioni per
Brother Mine
di allonsy_sk

Questa storia ha ottenuto 37 recensioni.
Positive : 37
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/03/17, ore 15:05

Un bel capitolo in cui s’intrecciano i “cedimenti” di Mycroft, dopo la tempesta causata da Eurus, chissà se è finita, e la nuova dimensione familiare in cui è inserito Sh, lontano anni luce dallo Sh arrogante e tagliente delle prime Stagioni. È un uomo che ha visto sgretolarsi la convinzione che vivere da soli sia una protezione dal mondo e che ha rotto, dentro di sé, il monopolio assoluto della ragione per far posto anche alle motivazioni del cuore cioè, in un’immagine precisa, a John e, di conseguenza, a Rosie. Tu, questo, fin dal primo capitolo, lo esprimi in modo incisivo, attraverso la descrizione di espressioni (“…C'è qualcosa di molto soffice che gli brilla negli occhi e gli incurva il sorriso…”), parole che intercalano i discorsi (“…penso che accetterò le tue congratulazioni, zio Rudy…”) e che non sfuggono certamente a Mycroft. A proposito di quest’ultimo hai fissato precisamente nella tua ff l’apertura che egli, piano piano, lascia diventare sempre più visibile nel suo gelido autocontrollo. “Iceman” prende in braccio la bambina e le regala la sua spilla fermacravatta; non solo, addirittura permette che la piccola gli si addormenti in grembo. L’ultimo “baluardo” con cui egli tenta, forse inconsciamente, di difendere il suo decoro di uomo adulto non manipolabile dai moti del cuore, anche per il suo ruolo di prestigio nella società britannica, è quel “giovane Watson” che mi ha fatto sorridere più di una volta, meravigliosamente IC pronunciato da Mycroft. Immagini che tu hai ideato e messo nella tua storia, arricchendola con il sapore di un’umanità nascosta che riesce a trovare una via inusitata di espressione. Che con Rosie capitolasse Sh è comprensibile, visto che è, pur sempre, una parte di John, ma che si arrendesse anche Mycroft è una trovata simpaticissima che apprezzo molto. Compare, sia pur attraverso una conversazione telefonica, l’interessante personaggio dello zio Rudy cui tu fai assumere un ruolo di equilibratore, di pacificatore dei contrasti, la cui personalità tu fai intuire più forte e decisa di quella dei fratelli (maschi!) Holmes. È un bell’inserimento nella storia, un’apertura verso nuclei narrativi ulteriori dalle grandi potenzialità, nell’ambito di quel viaggio che, con la quarta Stagione, abbiamo intrapreso nel passato e nel presente, della famiglia di Sh. Rassicura, inoltre, grazie a te, immaginare che Sh e Mycroft non siano più soli nella difficile gestione del loro rapporto e, soprattutto, nell’angosciante compito di tenere costantemente sotto osservazione la sorella, a proposito della quale domina un sentimento, soprattutto nel fratello maggiore, di remota paura. Un’ultima osservazione sul 221b: è la “casa”, è il rifugio anche per chi, come Mycroft lo aveva sempre frequentato con un sentimento di distacco. Ma l’amore è contagioso e quello tra Sh e John sicuramente lo è. Brava.

Nuovo recensore
12/03/17, ore 22:20

Sono una lettrice silenziosa: leggo praticamente di tutto, ma non commento quasi.
Questa volta però non resisto.
Ho adorato le tue storie in passato, hai un modo di scrivere che mi piace moltissimo e non sai che bellezza trovare finalmente qualcosa di nuovo, di tuo, qua sopra.
Seguo questa nuova storia già da un po' e ne sono davvero affascinata.
C'è un piccolo mix di tutto ciò che mi piace e interessa di più in "Sherlock".
Sherlock e John in primis, dolcissimi qui.
"Vedere" Sherlock insieme a Rosie mi fa sorridere sempre, così a suo agio, così partecipe nella sua vita, sei riuscita a far emergere quanto la nuova vita con i due Watson lo abbia positivamente cambiato, quanto lo faccia stare bene.
Poi i fratelli Holmes, che amo vedere interagire, bellissimi.
Continuano a punzecchiari come sempre, ma in una situazione così delicata si ritrovano ad essere pià affiatati che mai, riuscendo a mettere da parte per una volta le loro maschere di freddezza abituali.
Bellissimo il mini e impacciato abbraccio di qualche capitolo fa e ho adorato Mycroft alle prese con "la giovane Watson", in quest'ultimo.
Anthea *-*
Un personaggio di cui mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più, all'interno dello show, sono felice che tu l'abbia inserita.
Ho apprezzato molto anche Lady Smallwood: quando ci ha provato con Mycroft nella serie sinceramente ho avuto un brivido XD è evidentemente interessata, ma resta il fatto che tra i due ci sia un rapporto di stima e affetto.
Sono contenta che in un momento così difficile anche Mycroft (come è accaduto a Sherlock con John) abbia avuto qualcuno su cui fare affidamento, su entrambe queste due donne.
Quello che mi intriga di più di questa storia è che non so davvero come potrebbero andare avanti le cose. 
Non so che pensare della situazione di Eurus.
Non ho letto quasi nessuna storia con lei presente, ma tu l'hai saputa analizzare benissimo.
Ovviamente lei ha già capito tutto e potrebbe fare qualcosa.
I genitori poi, non vinceranno il primo come migliori dell'anno, ma non mi sono mai sembrati cattive persone e,a prescindere da tutto, quelli restano i loro figli.
Resto in attesa di nuovi aggiornamenti.
Probabilmente è stata una recensione un po' "confusionaria" ma, ti ripeto, non sono abituata a farle, però ci tenevo, suvvia.
A presto!!!

Ancora un viaggio faticoso nella mente di Eurus: per me è come trovarsi in mezzo ad un luogo vasto e sconosciuto mentre sta per scoppiare un terribile temporale e non ci sia riparo. Palpabile e fonte di inquietudine e di rabbia, per lei, è la mancanza di Sh, la parte luminosa della "sua metà oscura". Il tuo stile, per descrivere questo suo disagio, sommato ovviamente alla terribile follia che muove le sue azioni, si fa incalzante, teso e senza indulgere a qualche momento di quiete. Le frasi si susseguono brevi e caratterizzate da una visione freddamente oggettiva di ciò che si agita nel suo buio. Per lei non c'è pace e tu ce lo trasmetti benissimo. Ora si è aggiunto un nuovo sentimento, sconosciuto per i suoi spazi mentali e cioè la paura, dovuta proprio a quel riflesso luminoso che si è spento per le mancate visite di suo fratello. Il tuo procedere, sempre più in profondità nei misteri di quell'animo così oscuro, è veramente coinvolgente, tanto che l'angst è palpabile, segno, questo, che ciò che scrivi ha colto l'obiettivo di raccontare, raccontare bene dei lati in ombra che ci aiutano a comprendere meglio la complessa personalità della donna ma, soprattutto, di Sh. Infatti, di questa tua long, mi piace molto lo scavare nel passato degli Holmes, e quindi di Sh, in quanto possiamo avere illuminati certo aspetti del suo carattere, troppo facilmente liquidati come frutto di generica sociopatia che, invece, affondano le loro radici in un terreno di sofferenze e di disagio mascherati da arroganza e superbia. "...Forse la prossima...": il finale provoca veramente dei brividi, al pensiero di ciò che potrebbe sfuggire, di tremendo, da quello spiraglio aperto dall'ingenuità della guardia. Brava.

Tutti i capitoli che riguardano Eurus sono affascinanti e inquietanti in egual misura, esattamente come lei. Personalmente ho ancora delle riserve, sono interessata dalla sua psicologia, dalla maniera che ha di concepire i sentimenti, il benessere personale, le altre persone e come le vede... però non nego che la scelta di questa terza sorella fatta da Moffat e Gatiss mi lascia ancora oggi perplessa. Ma questo è un altro discorso. La tua Eurus è ben fatta e lei hai dato tanti piccoli dettagli, a livello di pensiero, che la rendono complessa. Il che è comunque difficile perché non c'è da dimenticare che Eurus è in una cella su un'isola, drogata e che non interagisce con nessuno e con ben pochi oggetti. Darle una personalità senza un ambiente più ricco (come il 221b di Baker Street per esempio) fa sì che sia secondo me più difficile darle personalità. Suona ancora, e trovo affascinante il fatto che non ne tragga giovamento emotivo ma che al contrario sfrutti la cosa per manipolare gli altri. Si trucca persino, ma lo fa per ottenere qualcosa. Insomma... non è di certo un personaggio immediato. Specie perché i ragionamenti che fa su Sherlock sono pazzeschi ancora adesso, e forse sarà perché richiamano tanto The Final Problem, sono... beh, inquietanti.

Alla prossima.
Koa

Recensore Master
02/03/17, ore 15:39

Ogni capitolo riguardante Mycroft è una piacevole scoperta, specialmente quelli in lui si ritrova a interagire con Lady Smallwood perché è un territorio impervio e sconosciuto, in cui ci si ritrova un po' ad azzardare e un po' a immaginarsi un uomo come Mycroft coinvolto con una donna (lui che non dovrebbe nemmeno sapere come sono fatte, a detta di Sherlock! XD) e invece quello che ne viene fuori è l'esplorazione psicologica di un uomo che ha visto la propria vita stravolgersi e le poche certezze che aveva, sgretolarsi miseramente. Perdere il controllo di Sherrinford è al contempo una liberazione e una condanna. Mycroft sentirà sempre di aver fallito come fratello e come spia (?) ma d'altro canto è vero anche che non avere più sulla spalle un peso simile, un peso che ha portato da solo per tutta la vita, dev'essere una sensazione nuova per lui. Da qui capisco ogni reazione, su tutto la telefonata con la madre che finisce su toni duri e difficili da credere possano appartenere al posato Mycroft.

Un capitolo bello corposo, pur essendo breve.
Alla prossima.
Koa

Recensore Master
02/03/17, ore 14:39

In questo capitolo si torna a vivere il dramma di Sherrinford accanto a Mycroft, che sente su di sé le colpe di quanto di peggio è avvenuto nella sua famiglia. Mi piace questo modo che hai di tessere la tua trama intrecciando, ora uno, ora l’altro, i fili principali di questo tessuto che riguarda principalmente la famiglia Holmes. “…Lavora silenziosa come un'ombra…”: è un personaggio un po’ in disparte, Anthea, ma secondo me è fondamentale per far sì che Mycroft sia se stesso, in quanto una formidabile macchina di potere non può sicuramente far tutto da sola. E lui ha bisogno della presenza asettica ma intelligente della segretaria, in grado di predisporre tutto e di prevenire quello che può servirgli. Adesso non si tratta di politica o di intrighi internazionali: è qualcosa che tocca Mycroft nel profondo, sconvolgendo la sua glaciale superficie di perfetto autocontrollo. La sua umanità esce violentemente durante lo scontro/dialogo telefonico con la madre(“…Lo schianto del pugno sul tavolo…”); certo che hai ipotizzato in modo credibile i tratti principali del carattere di Violet: ciò spiegherebbe, senza forzature, le peculiarità, sia pure con il debito margine lasciato alle inclinazioni (follia) individuali, di ciascuno dei fratelli Holmes che trovano un filo conduttore tra loro nell’arrogante, ma effettiva, superiorità intellettuale ereditata sicuramente dalla madre. Calzante con le premesse intraviste all’inizio del capitolo, arriva la conclusione, in cui, secondo me, non manca una sotterranea ma palpabile gelosia tra Anthea e Lady Smallwood, entrambe attratte nell’orbita di quell’uomo così speciale di cui hanno potuto vedere un inedito volto umano.

Recensore Master
01/03/17, ore 00:00

Procedendo nella tua storia, si scopre progressivamente uno Sh più riflessivo, più saggio, dalle spigolosità caratteriali smussate e rese meno taglienti dalle vicende che hanno reso difficile il suo stesso riuscire a vivere: lo scontro con Moriarty, la necessità di sparire per lungo tempo, ingannando John con un finto suicidio, il ritrovarlo, poi, in procinto di sposarsi, l’uccisione di Magnussen, la morte di Mary per proteggerlo, la scoperta di Eurus e del vero volto di Barbarossa, la sua tossicodipendenza… Per questo sei perfettamente in linea con lo Sh della quarta stagione, anche se avremmo voluto ritrovare, accanto alla sua neonata umanità, il tuo John e non quello un po’ sbiadito, almeno a me è parso così, che abbiamo visto. Perciò, anche per questi motivi, seguo volentieri la tua storia, oltre al fatto, come mi pare di averti ribadito più volte, che mi piace molto il tuo modo di scrivere. Particolarmente piacevole la prima parte del capitolo, mentre è più forte dal punto di vista emotivo la seconda, telefonata compresa. A proposito dell’inedita coppia Sh e Rosie, hai ben costruito quel rapporto: io non amo molto le “parent!lock” in quanto, a volte, i caratteri dei personaggi, soprattutto di Holmes, sono stravolti da una valanga di momenti iperglicemici e poco credibili, in cui al consulting si appiccicano tenerezze e comportamenti troppo “materni” con i bambini, di solito la figlia di John. Secondo me hai ben sviluppato quegli attimi, che ho gustato in TST, nei quali Sh è alle prese con la bambina che si relaziona con lui tirandogli addosso un pupazzetto, mentre egli si rivolge a lei quasi come fosse un’adulta. Questo è uno Sh credibile, un po’ goffo e incapace di trovare un linguaggio più adeguato per i bambini(“…Ma non svegliamo tuo padre. Voi Watson avete la miccia corta…"), ma dai gesti spontanei pieni di tenerezza e di affettuosa emozione (“…accenna un frigno che Sherlock soffoca nello stringersi del suo abbraccio…”). Come ho scritto sopra, però, per noi croniche “johnlocker”, è l’ultima parte di questo capitolo che si è rivelata una vera consolazione per l’anima. Hai moltiplicato la bellezza di quell’abbraccio, visto in TLD, facendolo diventare, concretamente, quello che ci aspettiamo e cioè, finalmente, il ponte proiettato nel futuro di quel legame così unico.

Recensore Master
28/02/17, ore 14:21

Ammetto senza vergogna che non mi aspettavo una svolta simile, non ora comunque. E se da un lato mi lascia stupita, dall'altro mi pare di star capendo che questa storia è una giostra continua di emozioni. L'uso del narratore esterno in questo senso di dà maggior libertà di muoverti fra più vicende e personaggi. Personalmente ritengo che, se gestito male, sia un po' dispersivo perché si corre il rischio di sfilacciare la trama. Tu però sei troppo esperta per cadere in tranelli del genere. E infatti fino ad ora la storia stupisce ed emoziona, come fa sempre. Ma da te non mi sarei aspettata niente di diverso.

Sherlock e Rosie, che lui chiama "Watson" (e mi piace tanto il fatto che la chiami così) sono un amore, sono la dolcezza. Davvero. E mi piace il fatto che tu abbia inserito momenti fra loro, è una delle cose che della quarta stagione mi è piaciuta di più. Tu dai al tutto una tua impronta, com'è giusto che sia. Adoro come lui le fa discorsi seri e come lei lo ascolta, hanno io credo un modo tutto loro di parlarsi. E Sherlock ne ha uno personale di amarla, e credo che si rasenti l'amore totale e assoluto. Mi piace, sì e mi convince anche. Dall'altra parte ci sono Sherlock e John, che si infilano con un loro rapporto ormai rodato alla perfezione, ma che non è ancora sfociato nell'amore fisico. Accade qui e sembra che entrambi non aspettassero altro, anche John che "non è gay". La maniera in cui succede è deliziosa, con questo Sherlock distrutto dalla propria famiglia e che si sente forse anche un po' responsabile, anche se non dovrebbe. Con la madre che gli fa pesare anni di decisioni da cui son stati esclusi (come se la colpa fosse anche di Sherlock!). Tutto gli crolla addosso, perché era naturale che accadesse. Ma è bellissimo che ci sia John dietro a sorreggerlo.

Insomma, questi abbracci sono "La vita".
Alla prossima.
Koa

Recensore Master
27/02/17, ore 12:20

Perdonami inanzi tutto l'abissale ritardo con cui commento; davvero non credevo mi sarei persa qualche capitolo per strada e... invece l'ho fatto. Well.
Questo capitolo è di una gioia/calma/tenerezza(?) incredibile, una sorta di buon tempo prima dell'alluvione. Mi piace sempre come riesci a mantenere perfettamente IC i personaggi, le loro interazioni e comportamenti. Me li vedo dinanzi e penso proprio 'sì, in questa circostanza potrebbe dirlo davvero'. 
Sherlock e Rose sono bellissimi e il modo in cui fa di lei una 'degna ascoltatrice' un po' come suo padre mi ha fatto una dolcezza immane; oltre ciò ho apprezzo tanto i dialoghi con John, ribadendo che lui è la sua famiglia e che ora lo è più che mai. (Nei momenti buoni e nei momenti meno, John era accanto a lui da quando lo conosce e glielo ha permesso). Mi piace la 'morbidezza' (davvero non potrei trovare un termine più appropriato? Va beh) con cui si incomincia questa relazione: le parole non dette, altre che sono troppe, la manifestazione del sentimento attraverso significativi abbracci e gesti leggeri. Pervade una sorta di 'palla di vetro' in cui questo nucleo familiare sembra protetto e fuori dalle intemperie che li hanno afflitti poco tempo prima. Anche la chiamata a Mycroft perde un po' di quel dolore e ansia, grazie alla vicinanza dei due Watson.
Il capitolo di Eurus l'ho trovato splendido poiché spiega platealmente che, ogni cosa accada, ogni precauzione che sarà presa, lei ne uscirà vittoriosa per merito della colpa; è... raccapricciante questa verità.

Alla prossima e ancora complimenti,
Giò.

Ciao, questo capitolo giunge a proposito perché ripensando alle recensioni che ti avevo lasciato mi sono resa conto che mi ero scordata di sottolineare un paio di dettagli che avevo notato e che riguardavano proprio Eurus. Già si intuisce qualcosa nei capitoli passati quando fai riferimento a come Eurus vede la musica e alle differenze che ci sono, in questo senso tra lei e Sherlock. Non so che tipo di malattia psichiatrica hai ipotizzato (sempre se lo hai fatto) ma una caratteristica di un certo tipo di persone con malattie mentali di questo genere è la mancanza di sentimenti. Io è una cosa che, su Eurus, stavo ipotizzando fin dal racconto di Mycroft in "The final problem" anche se sono solo teorie che si basano su ben poco di concreto. Ma sto ritrovando anche qui certi particolari e credo che tutta la parte che riguarda Eurus e la musica sia assolutamente corretta. La differenza tra una persona che suona e che prova dei sentimenti è che la musica non è per quella persona solo matematica o note, ma è anche emozione. Io non credo che Eurus percepisca il suonare in questo senso, il suo penso sia un approccio meccanico, come quello di un computer. Per questo mi ha fatto piacere ritrovare certi concetti, e vederli qui ampliati. Lei non è un personaggio comodo o con il quale chiunque si rapporterebbe, ma quello che stai costruendo qui ha una valenza notevole. Ci sono diversi dettagli che hai disseminato e che contribuiscono a formare un ottimo "insieme".

Complimenti, davvero.
Koa

Un viaggio all'interno della mente speciale di Eurus, da te condotto e illuminato da una fredda luce di profonda analisi introspettiva. Parole, le tue, che si percepiscono frutto di una scelta accurata e rilevante sia dal punto di vista lessicale sia da quello prettamente psicologico. Dunque non un lavoro semplice, il presente capitolo, in quanto, cercare di ricostruire i processi mentali di una psiche indubbiamente fuori dalla norma, è obiettivamente difficile, visto che la persona in questione è una pazza furiosa ed è, purtroppo, facile scadere nella banalità: si procede su uno stretto percorso, per di più labirintico e caratterizzato da svolte improvvise, con la continua possibilità di cadere nel troppo romanzesco. Non è il caso tuo. E la riprova è quel senso di angoscia e di disagio che permane in noi a fine lettura, con la consapevolezza di trovarci di fronte ad un caso umano letterario più che credibile. Una luce di tenerezza, qui e là (“…in un sorriso che lei riesce a ricambiare…Come il nome di Sherlock possiede quella gradevole…lontana dal suo prezioso Sherlock…”), si accende quando Eurus pensa a Sh; è chiaro che quel fratello sia l’unico barlume di affetto che può darle pace, ma è tutto rapportato al suo mondo fatto di visioni distorte e deformate dei rapporti umani. Tutto è lecito perché il "non lecito" non esiste per lei, che si agita nel fondo di un abisso dove non c'è affetto, non c'è possibilità di uscita, nemmeno se, paradossalmente, le porte di Sherrinford si aprissero per permetterle la libertà. È lei stessa il suo carcere, la sua condanna a vita. Suonano come una terribile sentenza le ultime frasi, in cui rappresenti, con parole che non lasciano scampo, la pena che Eurus ha riservato ai fratelli e cioè il tormento inestinguibile del senso di colpa e di rimorso per non aver saputo comprendere prima l’urlo di dolore che si levava dalla sua condizione di terribile solitudine interiore e di smarrimento nei meandri di una lucida follia. Capitolo, questo, veramente eccellente.

Non sono una fan delle storie Johnlock, quindi di solito, entro raramente in questa sezione. Dopo aver visto (e rivisto) la quarta stagione di Sherlock, un po' in crisi d'astinenza, ho cliccato su questa storia. E cosa ho trovato? Un Mycroft e una Eurus stupendi. Il capitolo (questo, penso) riguardante Eurus è il mio preferito, perchè l'hai descritta perfettamente: asettica, anaffettiva e contorta come solo una Holmes può essere. Quello che mi ha colpito e che mi piace molto è che non riesco a prevedere come evolverà la storia e questo, per me, è un pregio.

Recensore Master

Ciao, sono lievemente in ritardo... ma tra una cosa e un'altra (tipo la tastiera del mio computer che è andata a farsi benedire) arrivo a commentar soltanto ora. Che dire? Beh, anche ora la sensazione che ho è che il tuo modo di scrivere mi era proprio mancato. Ho ritrovato in questa storia molte delle sensazioni che avevo quando lessi tutta l'altra serie tua. Anche se questa ha degli elementi nuovi, per ovvie ragioni, prese dalla quarta stagione, niente è andato a inficiare lo stile o a condizionare la qualità. Al contrario, i personaggi sono proprio i tuoi. Mycroft si è sempre visto un po' di meno nelle tue storie passate, ma anche se qui è più protagonista, riconosco il tuo modo di gestirlo. La stessa cosa vale anche per Sherlock, ovviamente. Ci sono molti dettagli che apprezzo sempre nelle storie e che rendono la narrazione più vera e meno piatta. La sigaretta, la pioggia... si riesce quasi a sentire il disgusto per il cognac nella bocca di Sherlock, che cerca per un tè che gli ripulisca la bocca.

Certo, sono ancora solo tre capitoli e infatti non credo di aver ben capito dove tu voglia andare a parare. Sarà tutto incentrato sui fratelli Holmes, e questo l'ho compreso e su quanto Eurus ha scatenato in Mycroft e in Sherlock, il quale sembra forse più tranquillo di quanto ci si aspettasse, ma a parte questo non riesco davvero a scorgere i fili. Immagino di dover aspettare.

Alla prossima, dunque.
Koa

Recensore Master

Il capitolo gioca sul contrasto tra l'enormità del problema che riguarda non solo Eurus ma tutta la famiglia, ovviamente, ed il
clima di mutuo rispetto che sembra essersi instaurato, ed è un caso più unico che raro, tra i due fratelli Holmes. Piccoli gesti di attenzione che, però, considerando i personaggi in questione, hanno l'importanza di un vero e proprio abbraccio liberatorio: Sh che cerca un liquore particolare per Mycroft, che cerca di non interromperlo, che tollera che si sieda sulla poltrona di John. I due fratelli hanno ritrovato un territorio comune libero da guerre e malintesi, da falsità e da menzogne. Il "problema finale" che, dunque, poteva anche essere identificato con la famiglia, diventa un'occasione di ritrovare qualcosa di se stessi che permetta di andare avanti. La famiglia di Sh, ora è costituita da John e Rosie, Mycroft è più solo, ma sembra aver ritrovato una via di dialogo con il fratello minore, con la famiglia in generale. Molto toccante quella fugace stretta sul braccio che, poi, diventa un abbraccio liberatorio per tutti e due. Denso di spessore il dialogo che riguarda Eurus e le sue terribili potenzialità criminali: parole che rimbalzano tra i due, rivelando che la voce della razionalità, che non lascia spazio alla concessione di una via d’uscita che tenga conto dei sentimenti e della possibile limitazione invalidante alla sorella, è interpretata da Sh, che analizza con lucidità la temibile potenzialità criminale di Eurus. Mycroft, invece, sembra aver subito lo scioglimento di tutto il ghiaccio che lo caratterizzava, ora l’”iceman” si mostra quasi fragile, dubbioso, pronto a cedere ed a privilegiare l’aspetto della solidarietà umana che porterebbe al rispetto del “diverso” e la sorella, sicuramente, rientra in questa categoria. “…Mycroft è ancora più pallido…”: la causa del disagio che lo lacera è ormai chiara e consiste nel senso di colpa per tutti quei suoi comportamenti verso i familiari, in particolare Sh ed Eurus, che hanno portato a vere e proprie tragedie. Ora sta crollando sotto il peso delle responsabilità che si è sempre addossato ma trova a sostenerlo uno Sh più maturo, addolcito e reso più umano dal percorso di sofferenza, non solamente fisica, attraverso cui è passato, da Reichenbach in poi. Storia, questa, che si sta rivelando molto coinvolgente.

Recensore Junior

Ciao! :) Non sono una cima nel lasciare recensioni, ma ci tenevo davvero a dirti che la tua storia mi sta affascinando e piacendo un sacco! Adoro Mycroft e non posso che essere al settimo cielo quando qualcuno lo approfondisce in modo adeguato e rispettoso come stai facendo tu. Quindi grazie e complimenti!
Mi è piaciuto molto anche il modo in cui hai gestito lo scambio tra Sherlock e Mycroft e l'abbraccio finale breve ma intenso è esattamente come immagino possa avvenire: con Mycroft che "scappa via" terribilmente imbarazzato e un po' a disagio e Sherlock che, anche se probabilmente non lo ammetterà mai, rinvigorito e sotto sotto felice come una pasqua.
Spero di trovare presto un nuovo aggiornamento, perché c'è sempre bisogno di storie ben pensate e ben scritte come questa!
Buona serata! :)
Mela