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Autore: jas_    07/06/2012    8 recensioni
Nonostante non si definisse una fan dei Simple Plan, per Beth sapere che un personaggio famoso la trovava carina era pur sempre un onore e.. no, ha trentatré anni si ripeté mentalmente, scuotendo la testa.
E se l'età fosse davvero soltanto un numero? E se l'amore fosse veramente in grado di superare tutti gli ostacoli a cui si va incontro?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bethany si lasciò andare sul letto dell’amica osservandola da quella posizione mettere in ordine ogni oggetto fuori posto in quella stanza.
«Non sta arrivando la regina Elisabetta a trovarti» la prese in giro poi, portandosi le braccia dietro la nuca «ma solo tuo fratello.»
«Il che è anche peggio» rispose prontamente Claire, decidendosi finalmente di porre fine alle pulizie e sedersi sul bordo del letto.
Bethany alzò un sopracciglio, «vuoi dire che viene in camera tua a controllare se hai pulito tutto alla perfezione?» domandò.
«Sono solo agitata» la interruppe l’altra, «e per calmarmi devo fare i mestieri.»
«Se vuoi c’è anche camera mia che è un porcile.»
Claire la guardò truce, Beth si rese allora conto che forse stava esagerando con gli scherzi, decise quindi di rimanere in silenzio.
«Non lo vedo da Natale e mi manca da morire» ammise Claire, lasciandosi andare ad un sospiro sconsolato.
Bethany si alzò dalla sua posizione andando a mettersi accanto a lei e cingendole le spalle con un braccio, «tra poco lo vedrai, sbaglio o mi hai detto che rimarrà qua un mese?»
La ragazza annuì, «so già che tra un paio di giorni non ci sopporteremo già più ma sarò felice di averlo un po’ tra le scatole.»
In quel momento qualcuno suonò al campanello, Claire guardò l’orologio terrorizzata prima di alzarsi di scatto dal letto. «Ma è in anticipo!» esclamò poi in preda all’ansia andando ad aprire la porta della stanza e precipitandosi di sotto ad aprire.
Bethany la seguì con molta più calma e quando giunse al piano inferiore vide l’amica già avvinghiata ad un ragazzo che doveva essere Pierre. Era felice di poterlo conoscere, finalmente. Erano sei mesi che si era trasferita a Montréal da Londra e non aveva ancora avuto il piacere di conoscere il quarto membro della famiglia Bouvier, per quanto Claire le parlasse sempre di lui con gli occhi che le illuminavano.
«Beth» la voce dell’amica la fece rinvenire dai suoi pensieri, «lui è mio fratello Pierre.»
La ragazza gli strinse la mano salutandolo educatamente e facendogli una vera e propria radiografia.
Notò dalle maniche della camicia arrotolate ai gomiti un tatuaggio che gli copriva il braccio sinistro fino al polso, ma la cosa che la colpirono di più furono il suo sorriso così aperto e caloroso e i suoi occhi color nocciola proprio come quelli della sorella.
Cercò di trovare in lui qualche segno dei suoi trent’anni suonati ma si accorse che se non avesse saputo la sua età l’avrebbe scambiato per un ventenne. Forse era il suo modo di vestire ancora molto giovanile, i capelli corti ma lasciati sbarazzini, o forse era davvero quel sorriso così innocente e spontaneo che la fece subito sentire leggermente disagio, come se si stesse trovando di fronte a un suo coetaneo.
«E’ un piacere conoscerti» ammise Pierre sincero, «mia sorella mi ha parlato molto di te..»
Beth si sentì avvampare e lanciò uno sguardo rapido a Claire che sembrava aver avuto una paralisi facciale da quanto sorrideva e guardava suo fratello con ammirazione, «beh, ha fatto la stessa cosa con me, quindi..» borbottò Bethany.
Pierre si lasciò andare ad una risata cristallina, «dov’è la mamma?» domandò poi alla sorella mentre si dirigeva in cucina.
«Allora, che ne pensi?» chiese subito Claire, curiosa, non appena il fratello si fu allontanato abbastanza da non poterle sentire.
Bethany ci pensò un po’ su, non poteva certo dirle che lo trovava particolarmente attraente e – da quello che aveva potuto appurare da quei pochi minuti di conversazione – anche simpatico.
«Non male» disse semplicemente con sufficienza, «solito fascino da cantante di una boy band.»
«E basta?»
«Cos’altro dovrei aggiungere?» squittì Beth.
«Non so, lui ha detto che ti trova carina» buttò lì Claire con un’alzata di spalle.
Nell’udire quelle parole Bethany si sentì avvampare, nonostante non fosse una fan dei Simple Plan, e li avesse scoperti da quando aveva conosciuto Claire, sapere che un personaggio famoso la trovava carina era pur sempre un onore e.. no, ha trentatré anni si ripeté mentalmente, scuotendo la testa.
«Beth, ti fermi a cena?»
La ragazza si voltò di scatto verso la cucina, da dove la madre di Claire l’aveva chiamata.
«Ecco, non so, dovrei ancora avvertire i miei..»
«Oh, non credo ci saranno problemi per i tuoi genitori, poi è tornato Pierre stasera!» insistette Louise.
«Avrete molte cose da raccontarvi, non vorrei essere di disturbo..» borbottò Beth leggermente a disagio.
«Ho già apparecchiato per cinque, troppo tardi» intervenne Claire, con ancora in mano piatti e posate.
Beth annuì prendendo il cellulare dalla tasca e andando nel giardino sul retro per chiamare sua madre e avvertirla che non sarebbe tornata a cena.
 
«Come sta Seb?» domandò Claire con la bocca piena.
Pierre sorrise scuotendo la testa divertito, «bene, dovremmo incontrarci domani se non cambia idea come suo solito..»
«Ma non ti stanchi di averli tra i piedi per giornate intere? Ora che sei qui dovresti cercare di passare del tempo con la tua famiglia» lo riprese il padre severo.
Claire lo fulminò con lo sguardo, tuttavia l’uomo non si accorse di ciò, troppo intento ad osservare il figlio in attesa di una risposta.
«Tranquillo papà, è solo un’uscita in nome dei vecchi tempi!»
«Posso venire anch’io?» gli domandò Claire con gli occhi che le illuminavano.
Beth trattenne una risata bevendo un sorso d’acqua, oltre che sapere delle imprese eroiche di suo fratello in tour, la sua amica non le aveva risparmiato una descrizione dettagliata di Sébastien Lefebvre, chitarrista dei Simple Plan e sua cotta epica dalla tenera età di sei anni.
Pierre sorrise lanciando un rapido sguardo a Beth prima di rispondere, «non so.. Dovremmo discutere di alcuni affari importanti e privati della band..»cominciò.
«Oh, fanculo» borbottò Claire.
Pierre si trattenne dallo scoppiarle a ridere in faccia, «stavo scherzando, certo che puoi venire.»
L’espressione della sorella, nel sentire quelle parole, si trasformò repentinamente da cupa a solare, con un sorriso che le attraversava il volto.
In quel momento il cellulare di Pierre squillò, costringendolo ad alzarsi da tavola per rispondere.
«Non vedo l’ora di farti conoscere Seb» sussurrò Claire a Bethany, senza riuscire a nascondere la sua felicità.
«Solo una curiosità, quanti anni ha?» chiese Beth.
L’amica non rispose subito, messa leggermente a disagio. «Trentuno» borbottò poi.
«Non ti sembra troppo grande per te?» domandò Beth, leggermente preoccupata.
Claire alzò le spalle, «lo conosco da quando sono nata praticamente, poi è come mio fratello, trent’anni li dimostra soltanto sulla carta d’identità.»
«Sì ma sono comunque i suoi anni effettivi, secondo me sono troppi» ammise.
«Non preoccuparti, non credo potrà mai interessarsi a me in una maniera diversa da “la sorella di uno dei suoi migliori amici” quindi non ci sono problemi» spiegò Claire, senza preoccuparsi di nascondere la tristezza che le causava quella situazione.
Beth annuì rimanendo in silenzio senza sapere cosa dire, da una parte le dispiaceva per l’amica ma dall’altra non poteva non pensare che così si sarebbero risparmiati molti problemi. Oltre che per il disappunto che provava lei, era certa che i genitori di Claire non avrebbero sicuramente approvato quella relazione, specialmente suo padre, bigotto com’era.
«Allora, dessert?» domandò Louise allegra alzandosi dal tavolo non appena vide Pierre tornare.
Bethany guardò l’orologio che teneva al polso accorgendosi che erano già le dieci di sera. Il tempo era letteralmente volato e il giorno dopo aveva scuola, doveva andare subito a casa altrimenti il mattino seguente era certa che non si sarebbe mai svegliata.
«Io devo andare..» disse, togliendosi il tovagliolo dalle gambe e appoggiandolo sul tavolo.
Louise la guardò sorpresa e allo stesso tempo dispiaciuta, «aspetta che ti do una fetta di torta da portare a casa» la avvertì scomparendo in cucina.
«Arrivano i tuoi a prenderti? E’ buio fuori» domandò il padre di Claire leggermente in pensiero.
Bethany scosse la testa, «non fa niente, tanto in cinque minuti sono a casa..»
«Ti accompagno io» si offrì volontario Pierre.
Beth fu presa alla sprovvista da quella proposta e ci mise un po’ a formulare una risposta, tuttavia Réal la anticipò trovando l’idea perfetta.
«Ecco, tieni», Louise le porse una fetta di torta accuratamente avvolta nella carta stagnola, Beth si mise la giacca e prese il dolce ringraziando tutti prima di uscire di casa seguita da Pierre.
Non riusciva a spiegarsi il perché di quel disagio che provava in sua presenza, aveva timore persino di parlare quando c’era lui ad ascoltarla, cosa che per una persona chiacchierona ed estroversa come lei era alquanto strana.
«Dove abiti?» domandò Pierre nascondendo la bocca all’interno della giacca scura che indossava.
«In fondo alla via a destra» spiegò Beth semplicemente.
Udì una risata sommessa da parte di Pierre, «due passi, in pratica.»
Bethany si fece contagiare da quell’allegria, «diciamo che sono molto apprensivi i tuoi» scherzò.
Il ragazzo annuì, «ci tengono molto a te, e anche mia sorella. Quando chiamavo a casa mentre ero in tour, di qualunque cosa parlassimo si finiva sempre per tirare in ballo o te o la tua famiglia» ammise.
«Allora mi parlavate alle spalle!» esclamò Beth, fingendosi indignata.
Pierre scoppiò a ridere, osservandola con gli occhi socchiusi, «posso dire a mia discolpa che hanno sempre parlato bene di te, quindi..»
Beth sorrise, rendendosi conto che erano arrivati a casa sua.
«Abito qui» disse, rompendo il silenzio che si era venuto a creare.
Pierre si voltò verso la villetta a schiera bianca che la ragazza aveva indicato, «beh, allora.. buonanotte» disse incerto.
«Buonanotte e.. grazie per la compagnia» rispose Beth prima di aprire la porta di casa e scomparire dietro di essa.
Si guardò intorno alcuni secondi, il corridoio era avvolto nell’oscurità così come il soggiorno, si appoggiò alla parete chiudendo gli occhi e respirando profondamente un paio di volte alla disperata ricerca del motivo per cui la presenza di Pierre le causava tutto quel disagio. Il silenzio in quel momento era così pesante che riusciva a sentire i battiti del suo cuore più accelerati del solito e si rese conto che mentre rifletteva su ciò il viso del fratello di Claire le apparve nella mente.
«Beth, sei tu?»
La voce del padre la fece sussultare, e il timore che ciò che le frullava per la testa potesse in un qualche modo essere scoperto le provocò i brividi.
«Sì, sono io» rispose incerta prima di correre in camera sua con la speranza che il giorno dopo sarebbe stata meno confusa.

 

***

 
HELLO!
Oddio non so che dire, sono nuova su questo fandom HAHAHA
Dopo aver intasato la sezione dei One Direction ho deciso di scrivere una fan fiction anche sui Simple Plan, o meglio, su Pierre Bouvier e un po’ anche su Seb.
Ci tengo a precisare che non sono una fan accanita dei Simple Plan, li conosco da Welcome To My Life ma non è che li ho mai ascoltati molto poi da un mese a questa parte a furia di vedere il video di Summer Paradise ho preso un’ossessione per Pierre e diciamo che ho dovuto sfogarla in un qualche modo HAHAH
Tutte le cose vere sulla band le so grazie al web, altre sono inventate di sana pianta un po’ perché servono per la storia e un po’ perché non so la vera realtà dei fatti quindi se trovate cose che non stanno né in cielo né in terra sono tutte frutto della mia fervida immaginazione :D
Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosite, nonostante sia estate credo di essere più occupata di quando andavo a scuola ma cercherò di postare il più costantemente possibile (:
Fatemi sapere che ne pensate!
Jas 

P.S. Ringrazio la meravigliosa Egg___s per il meraviglioso banner :)

   
 
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