Anime & Manga > Nana
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Autore: MedusaNoir    14/08/2012    1 recensioni
"Ren, non essere egoista."
Quel pensiero e Nana era nell’acqua.

Seconda classificata al "Nana Contest" di Dark Aeris.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Osaki, Reira Serizawa, Ren Honjo, Yasushi Takagi
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Per me esiste un solo eroe, e quell’eroe sei tu

Lacrime nere

 

Anata kara morau nara katachi no nai mono ga ii,
kowareru mono wa mō iranai.

 

(Da te voglio qualcosa che non abbia forma,
non mi servono più le cose che si rompono.)

 

Kuroi namida, Blast

 

- Yasu, tu devi essere un Oni!

- Prego?

- E ora non fare quella faccia! Come potrebbe una persona sopportare tutti gli incarichi che ti danno a scuola? Qualcosa di soprannaturale, in te, ci deve essere…

Yasu, quattordici anni, rappresentante scolastico, inspirò il fumo della sigaretta e aggrottò quasi impercettibilmente le sopracciglia.

- Da cosa lo dedurresti, esattamente?

- Beh, ti conosco da sempre, ma non ti ho mai visto piangere. Di’ la verità, non piangi mai per non mostrare le tue lacrime nere!

Le labbra di Yasu si curvarono verso l’alto, mentre passava l’accendino al suo migliore amico; Ren sorrise a sua volta, accendendosi l’ennesima sigaretta di quella mattina.

Yasu e Ren si erano conosciuti nell’orfanotrofio dove erano cresciuti, prima che il più grande dei due venisse adottato dai coniugi Takagi. L’infanzia, tuttavia, non era la sola cosa che condividevano: amavano entrambi la musica – Ren suonava una chitarra da diverso tempo, mentre Yasu aveva da poco ricevuto in regalo una batteria – e il rispetto delle regole non era il loro forte, anche se lo studente modello Takagi cercava di mantenere il più possibile la nomina che si era creato per non ferire i sentimenti dei suoi genitori adottivi.

Ren era uno spirito libero, un gatto randagio che gironzolava tutto il giorno nei magazzini del porto, ma non aveva mai rinunciato all’amicizia del suo “fratello maggiore”; per Yasu era confortante incontrare lo sguardo pieno di vita di Ren, sorridere di riflesso alla smorfia impertinente che spuntava sulle labbra del suo amico ogni volta che lo trovava sul suo letto con la chitarra in mano e una sigaretta in bocca: stare con lui significava sentirsi a casa, ben più che tra le coperte che la signora Takagi gli aveva cucito con amore.

Ricordava ancora la domanda che i suoi genitori adottivi gli ponevano sempre in occasione del suo compleanno e la successiva risposta che avrebbe desiderato dare: cosa avrebbe voluto ricevere?

Vorrei che adottaste anche Ren.

Ogni anno scuoteva mentalmente la testa, sapendo che loro lo avrebbero fatto con lo stesso piacere con cui avevano deciso di prendersi cura di lui. Il problema era Ren, che non aveva nessuna intenzione di rinunciare alla vita da “gatto randagio”.

Qualunque cosa avrebbero potuto regalargli – un libro, un disco, la batteria che infine aveva richiesto loro per l’ultimo compleanno – avrebbe potuto rompersi un giorno; Ren era la sola cosa che non avrebbe mai potuto essere spezzata.

 

Chissà se saresti felice di scoprire che le mie lacrime non sono nere.

   
 
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