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Autore: lunariflessiva    06/11/2007    2 recensioni
Cosa succede quando un Purosangue si innamora di una Babbana? E non un purosangue qualsiasi, ma niente pocodimeno che il figlio del ministro della magia, da sempre un odiatori di babbani, Mezzosangue e traditori del proprio sangue! Quando Melody e Nicholas si incontrano scoprono di essere fatti l'uno per l'altra ma nello stesso tempo di appartenere a due mondi completamente diversi...
Genere: Romantico, Poesia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

MELODY

 

“Fammi vedere la lettera” disse Melody

Lentamente sua sorella Elizabeth le passò il sottile foglio di pergamena

“Attenta a non sgualcirla”

Melody osservò le parole scritte sulla pergamena. A prima vista sembrava una lettera qualunque, se non fosse per il fatto che quelle parole dicevano cose assurde

La lettera era indirizzata ad Elizabeth Caine e annunciava che il primo settembre sarebbero ricominciate le lezioni del secondo anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts

Diceva inoltre che il “treno della scuola” sarebbe partito la mattina del primo settembre alle ore 11 sul binario 9 e ¾ della stazione di King’s Cross a Londra

Dopodiché elencava una serie di libri e accessori per la scuola che Lizzy avrebbe dovuto comprare e che erano ancora più assurdi delle frasi scritte nella lettera: Libri di pozioni, incantesimi, Storia della magia e difesa contro le arti oscure. Oh, e inoltre agli studenti del secondo anno era permesso avere un “manico di scopa personale”. Per che cosa? Per le lezioni di spazzo?

Melody era sempre più sbalordita: “Questo è assurdo! Si può sapere cosa diavolo ti insegnano in questa stupida scuola?”

“Te l’ho detto”, rispose sua sorella Elizabeth, “E’ una scuola di stregoneria dove ti insegnano le arti magiche”

“Cioè, aspetta. Vuoi dire che quando finirai questa scuola sarai una strega?”

“No, non si diventa una strega, si nasce una strega. La scuola ti insegna come avere la magia sotto controllo, e ad usarla per azioni buone”

Melody guardò sua sorella ancora più perplessa “ Vuoi dire che in questi dodici anni l’hai sempre avuta questa “Magia”?”

Ma Elizabeth non rispose subito “credo di si. Solo non sapevo da dove mi veniva o come funzionava”

“E adesso lo sai?”

“Per adesso ancora no, ma ad Hogwarts ci sono ragazzi come me”

“Che significa come te?”

“Cioè ragazzi nati in famiglie Babbane (cioè famiglie in cui non ci sono streghe o maghi) e che hanno per nascita la magia

“Quindi vuoi dire che io, mamma e papà siamo persone normali?”

“Siete Babbani, ovvero non dotati di magia”

“E perché invece tu ce li hai questi poteri?”

“Non lo so, io ci sono nata così”

Nonostante fosse ancora incredula per le cose assurde che sua sorella stava dicendo, Melody iniziò ad accettare questa verità: Sua sorella era una strega.

L’anno scorso, quando Melody era tornata dalla colonia estiva, non aveva trovato Elizabeth a casa. I suoi le avevano detto che era stata ammessa in una scuola privata molto esclusiva, ma nonostante Melody fosse triste e arrabbiata per non aver salutato sua sorella, ne lei, ne i suoi genitori avevano approfondito l’argomento

Durante l’anno che passò nella “scuola esclusiva”, Melody si chiedeva spesso cosa stesse facendo sua sorella, e in effetti ogni tanto arrivavano degli strani gufi (a mezzogiorno, per di più) per portare lettere sempre più bizzarre.

La sua scuola, diceva Lizzy, era divisa in quattro grandi case in cui gli studenti venivano smistati il primo giorno di scuola, e in cui trascorrevano tutti e sette anni scolastici. Lizzy era stata smistata in quella dei “Corvonero”

Inoltre diceva di seguire lezioni come “astronomia”, “trasfigurazione”, “erbologia” e “volo”

In cosa diavolo consisteva una lezione di volo?

La risposta arrivò un paio di mesi più tardi, in una lettera in cui Elizabeth diceva di “stare imparando a volare con la scopa”, e parlava di questo stranissimo sport di squadra dal nome incomprensibile che consisteva, da come aveva capito Melody nel far entrare (volando su una scopa) una palla in tre anelli posti quasi a quindici metri di altezza e nel picchiare gli altri giocatori con una grossa clava di legno.

“Va bene” disse Melody restituendole la lettera “Quindi il primo settembre devi andare a sbattere contro un muro della stazione di Londra, devi prendere una locomotiva a vapore e devi tornare in questa scuola di prestigiatori, giusto?”

“Più o meno” rispose Lizzy incominciano ad arrabbiarsi

“E quelle cose che devi comprare? Calderoni, manici di scopa e tutto il resto, dove li vai a comprare, al supermercato?”

“No, a Diagon Alley”

“Dragon cosa?”

“Diagon Alley. E’ una zona di Londra dove vendono tutti gli accessori per il mondo magico”

“Ah, ecco. E immagino si trovi nel quartiere più esclusivo di Londra”

“Comunque puoi vederla anche tu di persona, visto che verrai con noi”

“Ah, si? E chi l’ha deciso?”

“Mamma e Papà. Cosa credevi che ti avrebbero lasciata in casa tutta sola?”

E perché no? Aveva già tredici anni, e da un pezzo si riteneva in grado di stare in casa da sola, e soprattutto, da un pezzo non credeva più alle storie di maghi e streghe.

Melody ed Elizabeth avevano solo un anno di differenza, ma diversamente da altre sorelle che non facevano altro che litigare tutto il giorno, loro erano fatte l’una per l’ altra.

Verso i sette anni, però Elizabeth aveva incominciato a fare cose strane, come strane erano le cose che iniziavano ad accadere quando lei era nei paraggi. Una volta, per esempio, giocano ne cortile di casa, Lizzy si era arrampicata su per la grondaia, che poteva essere alta una decina di metri. Quando Melody le disse di scendere, lei come niente fosse, scavalcò il parapetto e si buttò giù, volendo letteralmente giù dal tetto e atterrando dolcemente sul terreno. Melody corse istericamente da lei per vedere se si era fatta male, ma Elizabeth non aveva neanche un graffio, come se buttandosi giù dalla grondaia fosse stata priva di peso

Un altro episodio accadde un paio di anni fa. Entrambe si erano appena tagliate i capelli, ed erano talmente simili da essere gemelle. Poi però Elizabeth si cominciò a lamentare che le piacevano di più quando erano lunghi, e il mattino dopo si svegliò con i capelli più lunghi di quindici centimetri.

Melody era sempre più perplessa e preoccupata per questi avvenimenti, ma si ripeteva sempre di non essere stupida, e che quelli erano solo fatti della sua immaginazione.

Poi quella mattina era arrivata quella lettera a sconvolgerle tutto.

 

Una settimana dopo l’arrivo della lettera, Melody nel calore del suo letto pensava a quanto fosse bella l’estate solo per il fatto di non doversi svegliare alle sette di mattina per andare a scuola, quando, nonostante fosse il venti Agosto, sua madre entro come una saetta nella stanza sua e di Elizabeth, spalancando porte e finestre

“Forza, sveglia, che tra un’ ora abbiamo il treno per Londra!”

“Mmmm, ma mi spieghi cosa ci andiamo a fare il venti agosto a Londra?”

“Dobbiamo comprare la roba per la suola di Lizzy, che tra dieci giorni deve partire. Su, alzati!”

“Accidenti a te e la tua scuola” sbadigliò Melody al mucchio di lenzuola alla sua sinistra e tornò a dormire

Dopo poco più di un’ora, lei Lizzy e sua madre presero il treno che sarebbe arrivato a Londra poco prima delle dieci e si prepararono al lungo viaggio.

Per più di un’ora sua madre ricordò a Melody che quell’anno avrebbe avuto gli esami, e che si sarebbe dovuta impegnare di più, fin quando Melody si rese conto che erano quasi arrivate a Londra, e ancora non sapeva dove stessero andando

“Dov’è che si trova precisamente Dracon Agli?”

“Zitta!” scattò sottovoce sua sorella “Non bisogna nominare i luoghi della magia in mezzo a così tanti Babbani!”

“Davvero e perché no?”

“Perché i Babbani non conoscono il mondo della magia, scema!”

Melody la guardò scettica “Se è vero che sei una strega” sussurrò “Come mai non ti ho mai vista fare una magia?”

“Non posso” rispose sua sorella un po’ imbarazzata

“Ah, si, e perché no? La tua bacchetta magica è in sciopero?”

“No, perché ai maghi minorenni non è permesso fare magie fuori dalla scuola”

“Davvero? Se no, che succede?”

Ma la risposta non la seppe mai perché erano arrivate a Londra e dovevano scendere

Londra era una città gigantesca, ma per Melody, che ci era stata poche volte prima di allora, sembrò un continente.

La zona dove si diressero non era una zona molto affollata, anzi, a dire la verità era un quartiere abbastanza isolato, che anche di giorno, metteva un po’ di paura.

Sua madre e sua sorella si stavano dirigendo verso una catapecchia abbandonata, un edificio dove secoli e secoli prima c’era un vecchio pub di legno, e dove ora risiedevano probabilmente generazioni e generazioni di tarme.

“State scherzando? Non dovremo mica entrare lì dentro, spero. E’ già un miracolo che si regga ancora in piedi”

“Certo che dobbiamo entrare qui dentro, se vogliamo andare a Diagon Alley”, e come se niente fosse, sua madre e sua sorella aprirono la vecchia porta ed entrarono

Non volendo rimanere da sola in un luogo così isolato Melody affrontò la povere ed entrò

Per un attimo restò senza parole. Non solo il pub all’interno era in perfette condizioni, ma era anche piuttosto affollato

C’erano uomini che al tavolo giocavano a delle strane carte stregate, una donna di mezz’età stava consultando i tarocchi, mentre alcuni giovani sedevano al banco bevendo strane bevande che quando venivano versate emettevano un piccolo sbuffo di vapore

Ma una delle cose che colpì Melody fù l’abbigliamento: Quasi tutti indossavano mantelli, chi verdi, grigi, viola, marroni, o in alcuni casi neri. Molti di loro portavano cappelli a punta, o altri strani copricapi con una falda molto larga. Addirittura una donna grassa che veniva dal giardino sul retro, portava un buffissimo gufo impagliato sulla testa

Per non parlare poi delle magie: In mezzo ai tavoli, c’era una scopa che da sola, spazzava tranquillamente il pavimento, mentre una teiera galleggiava a mezz’aria tra i tavoli versando tè ai clienti. Per un attimo Melody ebbe l’impressione che il barista stesse rispondendo ad una domanda rivoltagli da un quadro alla parete.

Quando lei, sua madre e Lizzy entrarono, per un attmo molte persone, tra cui il barista, si fermarono a guardarle, ma dopo un cordiale “Buondì!” continuò tranquillamente a chiacchierare col quadro

Sempre più scioccata, Melody stava per chiedere spiegazionia sua sorella, quando la vide dirigersi con sua madre verso il cortile del retro da cui era uscita la signora grassa, e si affrettò a seguirle.

Nel cortile, Lizzy stava guardando un grande muro di mattoni, contando tra se: “…dovrebbe essere…si…due a sinistra…sette dall’alto…” dopodiché estrasse la sua bacchetta e con quella toccò un mattone più o meno al centro del muro.

All’inizio non successe niente, ma quello che Melody vide dopo la fece sentire come parte della pietra.

Il mattone era uscito dal muro e galleggiava a mezz’aria, mentre dietro di lui, tutti gli altri si stavano spostando su se stessi in modo da lasciare uno spazio abbastanza largo da lasciar passare una persona.

Melody intanto, sembrava avesse messo radici

“Mel, ma che fai lì impalata, dai vieni!” disse sua madre trascinandola dentro

Arrivata dall’altro lato, Melody non si accorse dei mattoni che rientravano al loro posto, sconvolta dalla vista che le si presentò davanti

C’era un’ intera città dietro quel muro. O meglio, forse una città no, ma c’era un intero quartiere

Davanti a lei, partiva una lunghissima strada strapiena di negozi e bancarelle di ogni tipo: librerie, negozi di frutti e ortaggi, negozi di animali, o negozi in cui si vendevano strane piante e intrugli

C’era addirittura un negozio che vendeva manici di scopa e un altro che vendeva mantelli, cappelli e altro ancora.

Inoltre accanto al muro da dove erano entrate, Melody vide che c’era una stradina buia e oscura, che solo a guardarla le fece venire i brividi.

Infine in fondo alla strada principale, c’era un enorme edificio di marmo bianco, così freddo e austero che non poteva essere altro che una banca

Lizzy, intanto, stava consultando il suo elenco

“…dovrei comprare i libri del secondo anno, filtri e poveri varie, e magari anche una scop….” Poi guardando timidamente la madre, si affrettò a dire “…ma la scopa non è necessaria, anche una stellasfreccia, chissà quanti galeoni costa…”

Galeoni? Ma quali, le Navi?

“D’accordo” disse sua madre rivolgendosi a Melody, “noi ora andiamo dalla Gringott a prendere un po’ di soldi, tu che fai, vieni con noi o vuoi gironzolare un po’ per conto tuo?”

“Cos’è la Gringott?”

“E’ la banca dei maghi” disse sua madre indicando il grande edificio bianco “E’ dove sono depositati i soldi del mondo magico, ma entrarci non è una bella esperienza. Per raggiungere i depositi personali bisogna scendere in profondità e viaggiare su dei carrelli che vanno quasi a 100Km/h”

Melody non aveva nessuna voglia di fare un’ esperienza simile

“Preferisco girovagare un po’ per conto mio. A che ora ci ritroviamo?”

Sua madre guardò l’orologio “Diciamo verso l’una, qui davanti al Paiolo Magico”

“All’una, allora”

“Ok, e… Melody? Non entrare assolutamente nel vicolo buio affianco” disse sua madre “E’ Notturn Alley, e anche di giorno è una strada pericolosa”

“D’accordo, ci vediamo all’una” disse Melody, e si avviò per la strada

Dato che amava moltissimo i libri, Melody decise che avrebbe fatto un giro di esplorazione, e poi si sarebbe rintanata fino all’una nella grande libreria sulla sinistra chiamata “Il Ghirigoro”

Anche se non capiva del tutto la Magia, Melody non potè fare a meno di costatare che molti dei negozi di Dracon Agli (non aveva ancora capito come si pronunciava) erano a dir poco affascinanti. Sulla destra c’era un negozio di animali che vendeva non solo gufi, ma anche civette, topolini, rospi cornuti, corvi, cornacchie, scoiattoli, tassi, marmotte e addirittura notò con disgusto ragni grossi quanto una mano

C’era poi un altro negozio che vendeva articoli di astronomia e astrologia: Telescopi, modellini planetari, galattici e del sistema solare, tavole illustrate e cartine geografiche delle lune, le stelle e i pianeti principali e la loro influenza sui segni zodiacali. Per i segni zodiacali c’erano poi altre cartine che elencavano i segni, le corrispondenze e le caratteristiche di ogni segno.

Melody era sempre più affascinata notando sulla sinistra un negozio che vendeva articoli esclusivamente di divinazione: Sfere di cristallo, tarocchi, tazze e bustine da te, o carte che illustravano i vari tipi di mano, le linee principali e i loro significati delle varie personalità

Arrivata al freddo edificio di marmo che sua madre aveva indicato come “La banca dei maghi” , Melody restò sbalordita nel guardare le buffe creature che ci lavoravano: Erano dei nanetti che non arrivavano ad un metro di altezza, tozzi, con delle faccette rugose e un lungo naso da pappagallo

A Melody enne quasi da ridere, ma si trattenne vedendo che alcuni di loro la guardavano in malo modo

“Questi folletti non devono essere molto amichevoli” penso, e tornò indietro

Risalendo la strada vide anche alcuni negozi più “normali”: Oltre la libreria, c’era anche una gelateria,e un negozio di stranissimi e invitanti dolcetti dal profumo delizioso.

Entrando nella libreria “Il Ghirigoro” notò che era affollato di giovani e ragazzini, alcuni dei quali, indossavano un mantello - divisa nero con una “H” cucita su petto

“Il Ghirigoro” era la libreria più bella che Melody avesse mai visto. Era a tre piani e ogni angolo era letteralmente stipato di libri: Libri di cucina magica, pozioni, incantesimi, libri su fantastici animali magici, libri sul Cuee… Kwuiiiiidyck, insomma su uno sport magico, libri che illustravano diversi tipi di scope volanti, e in un reparto isolato dagli altri, libri su incantesimi e maledizioni, arti oscure e difesa contro le arti oscure.

Sentendosi in quel momento la persona più felice della terra, Melody si avviò verso il reparto “Storia della magia nel corso dei secoli” e scelse un libro da leggere

   
 
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