«Puoi
smettere di ascoltare musica e prestarmi attenzione!»
chiedere a Tommy di non ascoltare musica era come chiedere alla pioggia
di non
cadere. Si trovavano nella camera di Isaac, il suo migliore amico e
forse anche
l’unico, non ricordava neanche perché ci era
andato, ormai era un’abitudine .
Erano seduti sul letto, Tommy poggiava le spalle al muro e teneva le
ginocchia
vicino al petto mentre Isaac gli era seduto accanto. Avevano iniziato a
parlare
di una festa che si sarebbe tenuta in un locale e Isaac stava
letteralmente
implorando Tommy di andarci «dai andiamo! Sarà
divertente» lo fissò per un po’
, infondo era soltanto un’altra festa come le altre
perché non andarci «ok, ma
se dico andiamocene c’è ne andiamo»
Isaac si alzò e gli tese la mano «allora
andiamo».
Luci
al neon. Fumo. Beat. Corpi sudati ed alcol. Ecco cosa
c’era in quel locale . Ma loro ci erano abituati.
Iniziarono
a ballare, bere, non era molto diverso da ciò che
facevano durante le altre serate ma era un modo per passare il tempo.
Mentre
Isaac ballava con una ragazza Tommy si sedette al bar.
Incominciò a fissare le
persone sulla pista da ballo, mente il suo sguardo scorreva tra la
folla, si
soffermo su un uomo. Mentre lo guardava non si rese neanche conto che
si stesse
avvicinando e non era solo. Quell’ uomo, chiunque fosse, era
di sicuro l’essere
più bello che avesse mai visto. Stava per avvicinarsi quando
vedendo i due
ragazzi spostarsi sulla pista da ballo, si bloccò,
iniziarono a strusciarsi
l’uno contro l’altro. Senza neanche rendersene
conto Tommy si avvicinò ai due,
senza invadere il loro spazio personale, ed iniziò a
ballare. I suoi movimenti
erano lenti e sensuali, chiuse gli occhi e si lascio trasportare dalla
musica,
non aveva idea di cosa stesse facendo, tutto ciò che sapeva
era che voleva
attirare l’attenzione di quell’uomo. Un ragazza
cercò di unirsi a lui ma ignorandola
si spostò, avvicinandosi ad un ragazzo e fu in quel momento
che notò lo sguardo
di quell’uomo posarsi su di lui. Iniziò a muoversi
con più sicurezza e
finalmente ottenne ciò che voleva. L’uomo
abbandonando il suo compagno gli si
avvicinò. Ballarono insieme, ed avere quel corpo
così vicino gli procurava i
brividi. Fu tutto molto veloce, si ritrovò le mani
dell’altro sul fondoschiena
e le sue gli afferrarono i capelli per avvicinarselo. Non aveva mai
baciato un uomo
ma da quando aveva visto lui, era stato tutto ciò che aveva
desiderato. Poteva
avvertire il respiro dell’altro sulle sue labbra, chiuse gli
occhi ma ciò che
voleva non arrivò, li riaprì e si
ritrovò davanti l’altro che rideva. Stava
ridendo di lui. Si voltò per andarsene ma l’altro
gli cinse il busto con un
braccio riportandolo alla posizione di prima e posò una mano
dietro il suo
collo, Tommy si lascio subito andare a quel tocco senza opporre
resistenza
mentre l’altro avvicinando le labbra al suo orecchio,
sussurrò «come sei
accondiscendente» Tommy si voltò a guardarlo negli
occhi, voleva controbattere,
opporsi ma la verità era che quello sconosciuto aveva
ragione. La presa sul suo
busto si allentò e ritornarono a ballare senza staccare gli
occhi l’uno
dall’altro, i loro sguardi erano incatenati un po’
come i loro corpi che si
univano sempre di più. Fini un’ altra canzone e
Tommy diventò impaziente,
voleva quel contato più di ogni altra cosa, così
senza pensarci su più di una
volta poggiò le mani sulle spalle dell’altro e lo
baciò. Se in un primo momento
non ci fu risposta a quel tocco dopo poco avvertì le labbra
dell’altro premere
sulle sue, ma fu sempre lui a fare il primo passo, dischiuse le labbra
e lasciò
che la sua lingua accarezzasse quelle labbra morbide che si schiusero
immediatamente. Fece scorrere le sue mani sul collo dello sconosciuto
fin
dietro la sua nuca, mentre l’altro posò le mani
sui suoi fianchi spingendoselo
contro. Quello che Tommy aveva iniziato divenne un bacio passionale,
sembrava
quasi che ne avessero bisogno per respirare. Quando le loro labbra si
staccarono le loro fronti rimasero unite, mentre avevano gli occhi
chiusi,
potevano percepire il respiro irregolare l’uno
dell’altro. Quello era stato il
bacio più desiderato ed intenso di sempre, per entrambi.
Restarono a ballare.
Poi Tommy lo prese per mano e andò verso la dark room del
locale, nonostante la
musica alta, avvertì la risatina dello sconosciuto. Quando
entrarono non si
sorprese di trovare già coppie impegnate infondo era quello
lo scopo della
camera. Non era mai stato in un poso del genere, non era il tipo da
rapporti
casuali ma quell’uomo era come una calamita per lui. Lo
voleva, questo era
tutto quello che sapeva in quel momento.
Appoggiò
le mani sul suo petto e lo spinse contro il muro.
Iniziò a baciarlo, le labbra poi il mento fino a percorrere
la sua mandibola,
mentre stava per dedicarsi al suo collo, venne allontanato e le
posizioni
ribaltate. Adesso era Tommy ad avere le spalle contro il muro, calde
mani si
insinuarono sotto la sua maglia sfiorandogli i fianchi. Trattenne il
respiro,
nessuno lo aveva mai toccato così e a nessuno aveva mai
permesso di farlo. Le
mani salirono e si posarono sulla sua schiena mentre quelle morbide
labbra che
aveva baciato poco prima iniziarono a torturargli il collo, facendolo
eccitare
ancora di più. Una mano abbandonò la sua schiena
per posarsi sul cavallo dei
suoi pantaloni. Non riuscì al trattenersi dal gemere, un
gemito che confermo la
sua eccitazione ma che fece trasparire anche la sua agitazione.
L’uomo si
scostò da lui per guardarlo negli occhi «non
è la tua prima volta, vero?». Si,
ecco cosa avrebbe dovuto rispondere «cosa? No certo che
no» sperò che non si
notasse l’incertezza nelle sue parole.
«Quanti
anni hai?» ma da quando un uomo, in una dark room,
fa tutte queste domande prima di fare sesso? Pensò Tommy.
«21» mentì «21?»
domandò l’altro capendo che mentiva dal tempo che
aveva impiegato
per rispondere
«20» mentì ancora, impiegando sempre
troppo tempo «20?»
«19» mentì ancora «vuoi
continuare il conto alla rovescia o mi dici la tua
età»
«18» l’altro alzò un
sopracciglio «17, sul serio, ma tra un mese ne
avrò 18»
stavolta non mentì,
«perfetto stavo per molestare un ragazzino, non dovresti tipo
essere in
pizzeria con i tuoi amici»
«non sono un ragazzino e non stavi per molestare nessuno, se
non avessi voluto
ti avrei rifiutato»
«rifiutato? Dolcezza nessuno mi rifiuta, anzi gli uomini
cadono ai miei piedi e
tu piccoletto non fai eccezione, credi che non abbia capito che hai
iniziato a
ballare solo per attirare la mia attenzione, ho deciso di assecondarti
soltanto
perché sembrava divertente ma sei un ragazzino quindi la
cosa finisce qui» si
voltò ed uscì dalla dark room dirigendosi al bar,
seguito da Tommy.
Prese posto su uno sgabello poi un ciuffo biondo dall’altro
lato del bancone
attiro la sua attenzione. Tommy era seduto a bere il suo drink, con lo
sguardo
cerco Isaac tra la folla. Voleva tornare a casa. Lo vide e si
alzò per andare
da lui, mentre si dirigeva verso la pista da ballo, una mano gli
afferrò la
spalla e lo fece voltare. Rimase incantato a fissare quello sguardo per
poi
ritornare in se ed incazzarsi. Che cosa voleva adesso
quell’uomo da lui, era
stato umiliato abbastanza. «Dovresti tornare a
casa» gli disse semplicemente «quello
che faccio non sono affari tuoi» si divincolò
dalla presa di quella mano, per
dirigersi verso Isaac inconsapevole di essere seguito. Isaac parlava
con una
ragazza, diversa da quella con cui l’aveva lasciato, gli si
avvicinò «c’e ne
andiamo?» era più un’affermazione che un
domanda. Isaac salutò la ragazza e
posò il braccio attorno alle spalle del suo amico. Insieme
andarono verso
l’uscita ma quando arrivarono vicino alla porta Isaac venne
spinto via da un
uomo. Quell’ uomo. «Che diavolo fai?»
chiese non capendo perché lo avesse
colpito, «ha solo 17 anni, trovatene un altro per
stasera» Isaac guardò Tommy,
che aveva abbassato lo sguardo, poi guardò il tizio che gli
stava davanti e
scoppiò a ridere. «Piacere sono Isaac»
disse porgendogli la mano, che l’altro
non afferrò «e ho 18 anni, sono il migliore amico
del qui presente Tommy Joe»
aggiunse indicando il biondo «adesso se non ti dispiace noi-
afferrò di nuovo
Tommy per le spalle- usciamo», i due avanzarono verso la
porta e lasciarono
l’uomo lì.
Da
bravo amico Isaac accompagnò Tommy a casa.
«Tommy»
lo
chiamò dopo un po’ che fu uscito
dall’auto, l’altro si voltò
«si?»
«per
stasera
non ti chiedo spiegazioni ma domani, me le devi »
«allora a domani» lo salutò con un cenno
del capo ed entrò in casa.
Era
domenica mattina. Non aveva dormito e non era neanche
stanco.
Continuava a pensare a quegli occhi, quel sorriso, quelle mani, quelle
labbra,
doveva rivederlo e voleva risentire quella presa sul suo corpo.
Bussarono
alla porta, era solo in casa, si alzò dal divano
per aprire e non fu sorpreso di ritrovarsi Isaac davanti.
«Ciao» gli fece segno di entrare, chiuse la porta e
insieme si accomodarono sul
divano.
«Dormito bene?» iniziò il discorso
Isaac, «no»
«perché ? no non rispondere, i miei poteri
telepatici mi dicono che è colpa di
due occhi azzurri» Tommy sprofondò la testa tra i
cuscini «ti prego non chiedermi
niente»
«sono particolarmente buono oggi, quindi non ti chiedo nulla,
solo una cosa» alzò
la testa dai cuscini «Isaac»
lo guardò
implorante
«una» insistette l’altro
«una» acconsentì
«da quando ti piacciono i ragazzi?»
«non mi piacciono i ragazzi … mi piace
lui»
«non ci proverai con me vero? Sarebbe strano»
«non ci proverei mai con te» urlò quasi,
Tommy «che vuoi dire, non sono
attraente, sono sicuro che se fossi gay molti ci proverebbero con
me»
Tommy gli lanciò un cuscino sulla faccia «volevo
dire che tu… sei Isaac, siamo
cresciuti insieme, sei come un fratello per me» Isaac lo
abbracciò
«ma se non fossi tuo fratello mi troveresti sicuramente
attraente, guardami
sono fantastico» si alzò ed improvvisò
una sfilata «fantastico!» commentò
Tommy.
Passarono
la giornata a ridere e scherzare senza toccare
l’argomento “occhi azzurri”.
Poi
da casa di Tommy andarono a casa di Isaac.
«Stasera uscite?» domandò la mamma di
Isaac «si» rispose Tommy «si ?»
domandò Isaac
al suo amico «si» confermò.
«Allora,
ho evitato di metterti in imbarazzo chiedendoti di
quel tipo ma mi hai portato di nuovo in questo locale, il minimo che
puoi fare
è dirmi le tue intenzioni»
«devo rivederlo»
«Rivederlo? Tommy non sai neanche il suo nome e poi cosa ti
fa pensare che sia
in questo locale?»
«non lo so Isaac, non mi era mai capitata una cosa del
genere, tutto quello che
so e che voglio conoscerlo, sapere il suo nome ad esempio»
«e se non è qui ?» Tommy lo
guardò, aveva ragione non sapeva se l’avrebbe
trovato lì dentro ma doveva almeno tentare,
«se non è qui torniamo a casa. Io adesso entro
puoi venire con me o aspettarmi
qui»
«entro, mentre tu cerchi il tuo uomo magari incontro qualche
bella ragazza»
sorrise e Tommy insieme a lui, non solo perché il suo amico
non l'aveva
lasciato entrare da solo ma anche perché aveva appena
definito “occhi azzurri”
il suo uomo.
Entrarono.
Luci al neon. Fumo. Beat. Corpi sudati ed alcol.
Niente di nuovo.
Tommy
lasciò Isaac a vagare per il locale mentre cercava
ciò
per cui era venuto.
Guardò
sulla pista da ballo, niente. Pensò di dover
controllare anche la dark room ma mentre voltò la testa
verso il bar lo vide.
Era lì, seduto insieme allo stesso ragazzo con cui
l’aveva visto ballare e per
un attimo lo invidiò. Si incamminò verso di lui,
quando fu a metà strada per
raggiungerlo, l’altro incontro il suo sguardo.
Si immobilizzò, al centro della pista da ballo, mentre
quello sguardo non
accennava a distogliersi.
Il
locale era pieno ma tutto ciò che vedeva era il modo in
cui i suoi occhi lo infiammavano. Come fuoco
nell’oscurità.
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Angolino
di Fay : Salve!
Non chiedetemi il senso di ciò che ho scritto,
perchè non lo so neanche io.
GRAZIE a chi ha letto
e chi lascerà una recensione, positiva
o negativa, mi renderà felice :)