12.
With fear and trembling
-
Cos’hai fatto?!
-Ci siamo baciati - risposi.
-Luce, perché l’hai fatto?!
-Non lo so, mi avevi appena raccontato di Gerard e Becky e non ho
capito più
niente. Lui… Lui mi ha ascoltata e infine mi ha baciata.
– Risposi fra le
lacrime. Sentii Sheridan respirare
-Ok, e ora?- Tentò di calmarsi
-Non lo so, io.. non lo so..-
ώώώώώώ
Erano
passate due settimane da quella chiamata, mi
sentivo regolarmente con Phil per parlare degli esami.
-Domani dai l’esame?- mi chiese Phil che mi teneva la borsa
mentre mi
allacciavo le scarpe.
-Domani? Sì.
-Le hai parlato?
-Come?
-Con Sheridan, intendevo
-Sì, ma noi ci sentiamo tutti i giorni. È solo
che per via dell’università non
riusciamo a vederci. Lei ha i suoi esami e io ho i miei- sorrisi, mi
mancava
tanto Sher
-Capisco. Bè, sono le 2 PM direi di andare a fare un
boccone, che ne dici?
-Nono, devo tornare a casa. Devo fare una cosa.-
All’improvviso sentii un
rumore del clacson, mi voltai per vedere chi fosse, e vidi la macchina
della
mia migliore amica.
-Ehi,
bambolona che fai, non sali?!
-Sher!- Corsi verso di lei –emh Phil io scappo, ciao!- Lo
salutai in questo
modo e saltai nella macchina della mia migliore amica che, non appena
chiusi la
portiera, mi strinse in uno dei suoi più belli abbracci.
-Che ci fai qui?- le chiesi. Avevo il fiatone per la corsa.
-Sei poco in forma! Avrai fatto massimo duecento metri e già
hai il fiatone?!
Delle due sono io che fuma, non tu!- mi sorrise
-Sì, lo so è che sono diventata un
tutt’uno con il divano, ormai.
-Studi troppo per i miei gusti!
-Dai, dimmi, che ci fai qui?
-Sono venuta a prendere la mia migliore amica perché ero
sicura al cento per
cento che avesse bisogno di qualcuno che la distraesse o sicuramente si
sarebbe
infossata sul divano per studiare- arrossii leggermente, Sher mi
conosceva
proprio bene.
Ovviamente,
viaggiando in macchina si arrivava a
destinazione più velocemente.
-Sei pronta per domani, allora?
-No, per niente- risi nervosamente
-Mi fermo in pizzeria, avevo ordinato una pizza per le 2.20 PM direi
che siamo
in perfetto orario per ritirarla
-Penso che tu debba lasciare Frank e sposare me. Tu mi capisci, mi
completi.
Ordini la pizza, sì, lascialo per me.
-Oh, ma Frank lo sa benissimo che lui è la mia copertura. Tu
sei la mia vera
fidanzata! –Scoppiai a ridere Ci fermammo alla pizzerie
difronte casa
-Sì, ma io l’ho ordinata tu vai a prenderla
però! L’ho presa a nome tuo è una
pizza 50x50 doppio strato di mozzarella, salsiccia, patate e scamorza.
-Giusto per tenerci leggere, no?
-Esatto, si ma ora muoviti a scendere che se la pizza è
già pronta si fredda!
Entrai
nella pizzeria e suonai il campanello posto
sopra il bacone, si avvicinò un ragazzo
-Ehi, chi si rivede!- Era il fattorino
-Ehi!- Gli sorrisi
-Scommetto che la pizza 50x50 è la tua
-Hai scommesso bene!
-Bhe, visto che ho vinto allora mi devi un caffè!
-Quanto ti devo?- sorrisi facendo finta di non aver sentito la sua
proposta
-Facciamo così, mi paghi un caffè e la pizza te
la offro io
-Solo un caffè?- ci pensai su un attimo. La proposta era
conveniente
-Un caffè, promesso!
-Un caffè sia, allora.
-Vengo a prenderti dopo domani allora. Tanto so dove abiti
-Perfetto. Un caffè.- Presi la mia pizza e uscii dalla
pizzeria sorridendo.
-Ah! Io sono Chris!
-Piacere, io sono Waynne- gli urlai. Ero già vicino alla
macchina. Entrai e
vidi la mia migliore amica guardarmi in modo strano.
Arrivammo
a casa, sempre scrutata da Sheridan posai la
super pizza sul tavolo della cucina, presi i bicchieri e i tovaglioli e
le
bibite, lasciando a lei l’onore di aprire il cartone.
La pizza si mangia con le mani.
-Dimmi solo che non hai un appuntamento con il fattorino- Sputai
l’acqua dalla
bocca, stavo per strozzarmi
-I..io?! Ma no, da quando?!- la guardai e strappai un pezzo di pizza
dalla
fetta
-Che cosa ti ha promesso?- continuai a masticare
sperando che quel boccone di pizza non
finisse mai -Waynne-
-Il tuo sguardo inquisitorio mi mette ansia!-
-Che.cosa.ti.ha.promesso.-
-Se gli avessi pagato un caffè, mi avrebbe offerto la pizza
-Waynne…
-Un caffè, per una pizza! Ho risparmiato come minimo 14
dollari!
-Ti vendi per una pizza?- Mi chiese scherzosamente
-No, non per una pizza. Per 14 dollari. Devo risparmiare o non arrivo a
fine di
questo mese e non mi posso permettere il lusso di chiedere altri soldi
ai miei
genitori per potermi pagare da mangiare.- Ci sedemmo al tavolo.
Masticavo
lentamente, cercando di godermi ogni secondo
di quel pomeriggio. Ero con la mia migliore amica e stavo mangiando una
pizza.
Era sempre piacevole stare con lei, parlare di tutto, tutto e niente,
niente.
Ogni volta che ci vedevamo ci dovevamo raccontare sempre un sacco di
cose, come
se non ci vedessimo da dei decenni, stavolta però era
diverso: ognuna si godeva
il silenzio dell’altra, in quel momento nessuna delle due
aveva bisogno di
comunicare, per lo meno non verbalmente. I minimi gesti, gli sguardi e
i
respiri erano sufficienti.
In quel momento lo Yin e lo Yang si erano congiunti formando
quest’atmosfera di
purezza.
Respirai profondamente prima di parlare di nuovo
-Domani pomeriggio che fai?-
-Sono in sala prove con i ragazzi, stanno scrivendo un nuovo album e
volevano
provare a mettere giù qualche cosa.
-Capisco… Ma…. Senti, io… io non
dovrei chiedertelo, lo so… Ma… Gerard…
Come…
come sta?- Guardai da un’altra parte per evitare di essere
guardata negli
occhi.
-A che ora hai l’esame domani?
-Alle 10.00- Quel cambio di discorso mi aveva fatto capire tante cose
Ray
Ehi,
bella catwoman domani
alle 2 PM abbiamo le prove nello studio vicino la tua
università, ti va di fare
un salto? Dai, ti vogliamo vedere tutti!
Porsi il telefono nelle mani di Sher in attesa di una risposta.
-Vieni! Ci sono anche io! - storsi un poco il naso
-Questo implicherebbe vedere Gerard
-Fregatene! Non esiste solo lui, manchi a tutti!
To
Ray:
Ok! Domani ho l’esame di analisi, posso fare un salto subito
dopo!
SEND. … … … … Text
sent.
-Domani
finisco
all’1 PM il tempo di uscire dovrei essere lì per
l’1.25 il tempo di mangiare e
entro, va bene?
-Ma no, figurati i ragazzi portano sempre da mangiare. Ci
sarà qualcosa. Poi se
Ray te l’ha detto sicuramente l’ha fatto per sapere
se ci fossi stata anche tu
per portare in più da mangiare. Il che è grave.-
Sembrava quasi terrorizzata
dalla cosa
-I..in che senso?
-Sai quanto mangiano?! E comunque l’ultima volta che sono
stata in sala prove
con loro, circa un anno fa, Frank ha dato fuoco ad una padella.
–Scoppiai a
ridere.
-Comunque
– continuò lei –Ora devo
andare- si alzò dal tavolo e si avviò verso la
porta per poter uscire.
ώώώώώώ
Giorno
dell’esame
Ero
fuori dalla sede della mia facoltà, tremavo.
-Dai, andrà tutto bene. Ma ora dobbiamo entrare, fra poco il
professore ci
chiamerà- Alan, il mio compagno di corso
A passo abbastanza svelto ci avviammo verso l’aula.
-Alan Matthew Anderson-
il mio
professore di Analisi iniziò a fare l’appello alle
11:00 precise. Mi tremavano
le gambe e sentivo il mio stomaco in guerra. I pezzetti di cioccolata
stavano
lottando contro gli spicchi d’arancia i quali venivano
sconfitti, e per potersi
scampare al pericolo si lanciavano nel mare formato dal latte
salvandosi grazie
ai cereali, che usavano come salvagenti. Ero consapevole di guardare
troppi film
epici.
-Philippe James Adams
– Philippe, faceva strano sentire il nome completo di
Phil. Phil si avvicinò al professore, mostrò la
patente ed entrò in aula, non
prima però, di voltarsi verso di me e farmi un occhiolino.
-James River Butler-
ma quando cavolo toccava a me? Eravamo appena alla lettera
“B” e io ero la lettera “M”
Mentre
aspettavo che mi chiamassero controllai
nuovamente e, meticolosamente i documenti.
- Waynne
Kathleen Murray- Quanto cavolo ci avevo
messo per controllare tutto? Mi avvicinai tremante al professore,
mostrai i
miei documenti e mi fece entrare nella gigantesca aula stracolma di
studenti.
Una volta
tutti sistemati nell’aula il professore scrisse un paio di
appunti sulla
lavagna, che ripeté a voce.
-Ricordatevi di
segnare il vostro nome, cognome e numero di matricola. Potete
consegnare i fogli dell’esame quando volete. Bene, ora potete
cominciare. Sono
le 11.20 questo vuol dire che massimo all’1.25 dovete
consegnare. A chi
consegna con oltre 5 minuti di ritardo gli verrà annullato
l’esame. Bene, ora
cominciate-
La prima
cosa che feci fu controllare i fogli, e controllare le richieste del
compito.
A 10 minuti
dall’inizio dell’esame sentivo le sedie chiudersi,
alzai lo sguardo
e vidi una serie di ragazzi consegnare il foglio e andarsene. Iniziai
ad avere
paura.
“il seno
è sempre dispari … il coseno invece è
sempre pari” sussurravo fra me e
me.
Dopo circa
un tempo illimitato controllai tutti i fogli, avevo finito. Ora
l’importante
era passare l’esame.
Mi avvicinai alla
cattedra del professore, consegnai i fogli, strinsi la mano,
firmai il foglio delle presenze e uscii. Erano le 12.50.
-Oddio.- Dissi
-Cosa?- mi voltai
spalancando gli occhi spaventata
-Phillippe! Mi hai
spaventata-
-Odio essere chiamato
così
-È carino!
-Tu sei carina, non il
mio nome- mi spinse l’indice contro il naso
-Domani esco con il
fattorino delle pizze, mi ha detto che mi avrebbe offerto
la pizza per un caffè
-Waynne, sei senza
speranze. Esci con me, piuttosto!
-Ma ormai ho
accettato! Mi viene a prendere a casa, visto che sa dove abito, e
poi andiamo in caffetteria
-Ti perdono-
camminavamo fianco a fianco verso l’uscita della
facoltà parlando
di quello dell’esame, di cosa avesse fatto lui, e di cosa
avessi fatto io. Mi
sembrava di aver fatto quasi tutti i passaggi giusti. Quasi. Bhe, tempo
che
sarei arrivata in sala prove e sicuramente il professore avrebbe
corretto i
compiti.
-Che fai
oggi?- Mi chiese serio
-Vado in sala prove-
inarcò un sopracciglio senza capire – con i
ragazzi, i My
Chem- continuai
-Tu… vai
anche in sala prove con loro? Posso venire?! Ti prego!
-Oh…
i…io veramente non lo so, cioè, ieri Ray mi ha
mandato un sms invitandomi
ma non..
-E messaggi anche
loro. Oh Santo Dio…
-Ehiii!!
Futuro ingegnere, hai finito?- mi voltai istintivamente
-Mikey, Ray! Cosa ci
fate qui?!
-Che domande fai?- si
avvicinarono- siamo venuti a prenderti, dopo essere
passati a prendere pizze, patatine, Hamburger! – Disse Mikey
-Oh, tu devi essere
Phil! Mi ricordo di te.- Phil sbiancò
-Sta bene?- Mi chiese
Ray sottovoce
-Sì,
sì che sta bene.. È solo che, voi siete i My
chemical romance e lui è un
vostro fan-
-Oh! Ti va di venire
in sala prove con noi?- Gli disse Mikey
-o..i..
cioè.. i..-
-… Devo
considerarlo come un sì? -
-Sì!
Ray mi
trascinò qualche passo più in là, in
modo tale che Phil non potesse
sentire.
-Penso che Gerard non
sarà molto contento- mi voltai a guardarlo negli occhi
-In che senso?- Ray
non poteva aver detto quelle cose
-Non vanno bene le
cose fra Becky e Gerard, lui sta male per la morte di Elena,
e lei non sta mai in casa, esce con chissà chi lasciandolo
solo e ubriaco. È
stato in ospedale 5 volte nell’ultima settimana per il troppo
alcool assunto.
Waynne, la situazione
è seria. Giurami solo una cosa- Mi veniva da piangere ma
feci cenno di assenso con il capo
-Non guardargli i
polsi- In che senso?
-In che senso?- gli
chiesi con la voce tremante. Phil e Mikey ridevano dietro
di noi, ignari di questo discorso.
-Tu non farlo, e
andrà tutto bene.- tentai di dire qualcosa ma mi interruppe
prima che potessi iniziare –gli manchi.
Ci
avvicinammo alla macchina di Ray.
-Waynne, mettiti
avanti!- lo guardai sorridendo –Lo so che non stai bene in
macchina- mi sorrise lui.
Rimasi in silenzio per
tutto il viaggio, i miei pensieri erano accompagnati
dagli Iron Maiden e dalle risate di Phil e Mikey.
Arrivati
in sala prove, scendemmo dalla macchina –mi aiutate con il
cibo?-
Chiese Mikey mentre prendeva quattro sacchetti strapieni di cibo
-Quant’altra
roba c’è?!- Chiese Phil sbalordito
dall’aver visto il baule della
macchina….. stracolmo di sacchetti strabordanti di cibo.
Mi avvicinai alla
macchina per aiutare i ragazzi e vidi che in macchina erano
rimaste solo due bottiglie di aranciata e una di tè al
limone. -Ma..??
-Mica vorrai che le
belle ragazze si affatichino- Disse Mikey, lo guardai e gli
sorrisi imbarazzata
Entrammo in
sala e la prima cosa che feci era cercare Gerard. Non c’era.
-Ehilà
bella morettina, cosa ci fai da queste parti?- Un omone alto mi
abbracciò, facendomi sentire ancora più piccola
di quello che ero.
-Bob!- Mi girai
velocemente per poterlo abbracciare, dimenticandomi
completamente delle bottiglie che avevo in mano, le quali cascarono sui
miei
piedi
-AHI!- piagnucolai
-Non pensavo
d’essere così forte- ridacchiò Bob
mentre si scioglieva
dall’abbraccio per poter raccogliere le bibite.
-Waynne!- Frank mi
corse in contro buttandomi letteralmente a terra –sei qui!-
mi riempì di baci
-Emh.. non
è proprio una posizione comoda questa
-Dici? Sono
così comodo, io!- rise
-Bhe, sei a cavalcioni
su di me, ti credo che sei comodo
-Dovresti reputarti
fortunata, sai quante donne vorrebbero essere al posto
tuo?- Da dietro spuntò Sher che gli diede una librata in
testa
-AHI?! E cosa devo
questo?
-Suvvia, un
po’ di cultura non ha mai fatto male a nessuno. Ti muovi a
scendere
da Luce o devo tirarti un'altra dispensa da 1000 pagine su quella
capoccia?
-E io che pensavo che
fossi gelosa per la frase – vide Sher prepararsi per dargli
un altro colpo –HO CAPITO! SCENDO!- Mi aiutò a
rialzarmi.
-Prendi!-
Ray mi lanciò un hamburger, lo scartai velocemente e lo
addentai. Musica per il
mio palato
-Non sapevo che nelle vicinanze della nostra università ci
fosse una sala prove
-Se per questo, nemmeno io Phil- gli risposi distratta.
Quell’hamburger era
divino. Non so perché, d’un tratto, tutti si
voltarono a fissarmi. Cos’avevo
detto di male?
-Oh, buongiorno a tutti.- Non fissavano me, fissavano lui. Gerard.
-È di nuovo ubriaco- disse Sheridan
rivolgendosi a Frank
-Iniziamo?- senza nemmeno degnare di uno sguardo entrò nella
stanza
registrazione, si avvicinò al microfono e iniziò
a dare degli ordini
incomprensibili.
-Aspetta
Ray, dammi il tempo.- Frank e Ray, i due chitarristi, si guardavano per
darsi
il tempo.
-Wow, wow! Sono qui, nello studio di registrazione, con i My chem e con
te-
Phil si mise accanto a me e mi abbracciò.
-Fatemi provare Helena!- Disse
rabbiosamente Gerard
Long
ago
Just like the hearse you died to get in again
We are so far from you
Burning on just like a
watch….
-Cazzo!-
prese il microfono e lo sbatté in terra
-Ma cosa gli prende?
-Phil, amico mio,
andiamo a fumare una sigaretta?
-Bob, ma io non fumo
-Ma una sigaretta ad
un componente dei My Chem non si rifiuta mai!
Uscirono.
C’erano
Frank e Gerard nella stanza di registrazione che discutevano
animatamente, non
so cosa stessero dicendo. Ma Gerard gesticolava molto, mi fissava e
continuava
ad urlare.
-Io e Gerard abbiamo
litigato- Mi voltai verso Sheridan
-Perché?-
Non mi rispose.
-Tu,
pensavo fossi mio fratello! Perché l’hai fatto
venire qui?!- Gerard uscì dalla
sala registrazione rosso in volto. Urlava all’impazzata
contro Mikey
-Cosa c’entra questo! Io SONO tuo fratello, ma la puttanata
l’hai fatta tu!
-Io, oh fanculo, esco.- Sapevo che non avrei dovuto seguirlo,
perché ce l’aveva
con me, ma il mio istinto mi disse di farlo. Avevo baciato Phil, ma il
mio
cuore apparteneva a Gerard, dannatamente a lui. Mi attraeva come uno
squalo
viene attratto dall’odore del sangue. Lui era il predatore,
io la sua preda. E
per quanto ci facessimo male a vicenda non potevo fare a meno di
stargli
vicina.
Eravamo
sul
retro, lontano da tutto, lontano da tutti. Stava fumando.
-Ehi.. – mi avvicinai lentamente, lui mi guardava senza
rispondermi. -G…Gerard
- È così difficile capirlo?- Mi chiese con calma,
quella calma che metteva
paura. Non risposi.
-Rispondi! È così difficile capire che
tu… che tu mi piaci, che io ti penso! È
così difficile? A quanto pare sì, lo
è. Perché io insisto per farti venire qui,
e tu ti porti quello lì. Vi siete baciati.
Cos’è? Non puoi stare lontana dal
tuo ragazzo per più di due ore? Due cazzo di ore?! No.. non
ci riesci
evidentemente.- I suoi polsi… Erano pieni di tagli.
-E se nemmeno mi rispondi devo supporre che tutto questo che ti ho
detto è
vero.- il suo sguardo mi penetrava, mi logorava, mi uccideva.
Con il cuore che mi batteva all’impazzata mi avvicinai
rapidamente a lui, sotto
il suo sguardo, finché con tutta la forza che avevo in corpo
misto al dolore e
alle lacrime gli tirai uno schiaffo, forte. -Tu, Gerard, stai cercando
di farmi
sentire in colpa?! Stai osando fare questo?! Tu, che ti sei
completamente
dimenticato di me quando la tua ex ragazza è tornata da te
facendoti le moine!
Mi accusi di aver baciato un altro ragazzo, quando TU sei andato a
letto con la
tua ex ragazza?! TU MI DICI QUESTO?- Il mio dito indice stava
affondando nel
suo petto.
-Ci siamo lasciati- fu l’unica cosa che mi seppe dire, e
quella frase mi fece
imbestialire ancora di più.
-Non m’importa che vi siate lasciati… Non
m’importa.- Ancora una volta, ancora
una dannata volta incontrai le sue labbra, mi strinse a se lasciando
scivolare
la sua lingua sulla mia. Ancora un bacio, un bacio che sapeva di
lacrime e
dolore. Senza accorgermi gli afferrai delicatamente i polsi portandoli
al mio
petto, come se il mio cuore potesse guarire i suoi tagli. Non appena
sentì il
contatto della pelle sulla mia maglia si staccò
violentemente.
-Come…
?-
abbassai lo sguardo, intimidita dai suoi enormi occhi verdi.
-Ragazzi, tutto bene qui fuori?
-Sì Sher, va tutto bene- le disse mentre ancora mi guardava
-N..non mi guardare così, Gee… Per me sei un
libro aperto. – E poi c’era di
mezzo lo zampino di Ray.
Sheridan
si
avvicinò a noi, con molta calma, con lo sguardo malizioso.
Avevo paura di
quello che potesse fare.
-Sai, Gerard, domani Luce esce con un ragazzo.- Non rispose, si
limitò a
guardarla malissimo -Un tipetto carino, è il fattorino di
una pizzeria..- continuò
lei. Gerard si voltò e mi guardò molto
intensamente. Fece un respiro profondo,
infine si decise a parlare
-Perché?
-P..perché…. insomma….
Ecco….. lui si è offerto di pagarmi la pizza se
io gli
avessi offerto un caffè, quindi gli ho detto di
sì, perché in confronto ai 14 dollari
che gli dovevo, 4 dollari non sono nulla. Quindi ho accettato, e io..
– Scoppiò
a ridere talmente forte che mi fece rasserenare, e mi
contagiò
-Promossi? Davvero?! Si sa il voto??- ero felice, felicissima!
-Sì, mi ha chiamato Alan, mi ha detto che il professore ha affisso i cartelloni da poco, ma che ore sono?!- Gerard sorrideva
-Non lo so, ma tanto c’erano anche gli assistenti a correggere il compito, e poi ce l’avevano detto che lui correggeva i compiti in tempo record! Ma su, dimmi, quanto abbiamo preso?
-Ah, sì, scusami! Io ho preso 29, tu invece hai preso 24- VENTIQUATTRO?!
-Cosa?!!! Così tanto?! Io mi sarei anche accontentata di un..- Mi baciò, davanti a tutti, davanti a Gerard che con le lacrime agli occhi tornò indietro trascinandosi via Sheridan..
No. Non ora.
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Scusate ancora per il ritardo... L'università non mi lascia respirare.
Un bacione
Waynne