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Autore: scImMIA    10/10/2008    4 recensioni
Dall'alto della navicella non potevo nemmeno lontanamente immaginare che le cose sarebbero andate diversamente ...
Dopo i tre anni di attesa ero tornato per aiutarti a combattere i cyborg, per conoscerti, per scoprire chi eri per la mamma e cosa saresti diventato per me ... per me, che non ti avevo mai avuto al mio fianco ...
Ma le cose sono cambiate così tanto e così all'improvviso ... Papà, nel mondo in cui vivi, io non sono mai nato.
Adesso basta ciondolare e seguitemi! Mi raccomando, leggete e recensite! Vi sfido ad arrivare alla fine! XD Un bacione a tutti da scImMIA.
E' STATO INSERITO UN NUOVO CAPITOLO, IL N°88!
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Hi! Sono tornata con un nuovo capitolo! Perdonate la mia recente pigrizia nella lunghezza dei capitoli ma purtroppo, in questi giorni (e non so perché) non riesco a scrivere come vorrei e quindi, pure questa volta, eccovi con un capitolo piccino nella speranza che per la prossima settimana tutto vada meglio. Come ormai è di routine, ecco le risposte alle recensioni!

Pepesale: Speriamo che Yamcha non sia talemte demente da non riuscire a prendere dei fagioli ... ^-^ grazie per il continuo sostegno. Baci

Vegeta4ever: Guarda che se non hai voglia di leggere puoi anche non farlo, io non obbligo proprio nessuno. Baci carissima

Angelo Azzurro: Light non è stupido ma la sua mentalità è irritante e contorta, questo non lo metto in dubbio. Mr Satan l'ho sempre visto molto apprensivo verso la propria figlia e ricordiamoci che poco prima, quando era sul ring e parlava a tutti i lottatori, aveva visto Videl in mezzo ai due giovani ... Il suo intervento è fuori luogo, è vero, ma di certo non è u npersonaggio normale XD

Rory_Kaulitz: Ecco il nuovo capitolo! Dilungati se vuoi, a me farebbe piacere ^^ Baci

Solo 4 recensioni ... la storia non piace più o siete soltanto troppo indaffarati? Spero tanto la seconda opzione ... Ci si risente la prossima settimana rega.

Baci8 scImMIA

CAPITOLO 77
- LIGHT SI ALLONTANA -

Impassibili i guerrieri osservavano la loro preda. Nessuno spostava l'occhio in direzione differente per non perdere di vista l'elemento interessato e Vegeta poi, affiancato da un essere silenzioso quale Piccolo, sembrava che avesse le fiamme sotto la pelle dal gran che era su di giri. L'aura era abbassata ma la sua determinazione era talmente evidente che Yamu temeva lui più degli altri sei e quindi, quando proprio quel sayan parlò, la sua attenzione fu nuovamente alta e istintivamente strinse maggiormente la mano attorno a quel piccolo manico: « Hei pagliaccio! Dove credevi di scappare?! ». Un brivido freddo risalì la nuda schiena dello scagnozzo del mago Babidi. Una goccia di sudore percorse tutto il fianco del viso fermandosi poi al mento e rimanendovi finché non si asciugò con una mano.
Il principe dei sayan strinse maggiormente le braccia al petto e piegò la bocca in una piega che mostrava pienamente una smorfia schifata « Tzk, hai perso la lingua?! » ringhiò poi scatenando un secondo brivido che spinse l'individuo a rispondere: « No di certo! ».
Piccolo piegò la bocca in un sorriso ironico scatenando poi un leggero divertimento negli allegri compagni « Hah, ma davvero? Benissimo, allora dicci chi sei e dove sei diretto ». Yamu comprese bene che lo stavano deridendo ma si trattenne dal controbattere in maniera errata pensando che la risposta sbagliata avrebbe potuto decretare la sua fine prima del tempo « Non sono tenuto a dirvelo ».
Vegeta sembrò scattargli dentro qualcosa che lo fece irritare ma Goku intervenne in tempo fermandolo dal commettere un'imprudenza che consisteva nell'eliminazione del tizio. Il principe però non si trattenne ed espresse la sua anche se sotto blocco di un braccio dell'altro sayan: « SMETTILA DI FARE IL FURBO! » urlò non riuscendo ad intimorirlo.
Piccolo guardò in malo modo il moro dalla coda di paglia ma a lui non disse nulla poiché conosceva il suo caratteraccio irascibile e quindi passò oltre: « In realtà sappiamo chi sei: sei uno scagnozzo del mago Babidi e ora stai andando da lui per consegnare l'energia necessaria per risvegliare MajinBu ... » Yamu rimase silenzioso e iniziò a chiedersi perché chiedessero a lui spiegazioni se sapevano già tutto ciò che ci poteva essere da sapere « ... Ma c'è una cosa di cui siamo allo scuro ... » proseguì il namecciano accompagnato da un nuovo silenzio « ... Non conosciamo dove si trova il nascondiglio del tuo padrone, per questo ti seguivamo. Ma visto che ci facevi perdere tempo abbiamo poi deciso di darci un taglio ... » Piccolo incrociò le braccia al petto, così come era tornato a fare Vegeta e poi Crillin poco prima « ... Adesso portaci da Babidi ».
Gli occhi di Yamu si spalancarono alla richiesta « NO! NON POSSO RIVELARLO! NON VE LO DIRO' MAI! ». Gohan voltò il viso verso il padre e fece un cenno di diniego con la testa e mormorò poche parole « Questo non ci rivelerà un bel niente, credo che ci vorrà un bel po’ prima di un risultato ... ». Goku sbuffò capendo che effettivamente il tizio non avrebbe cantato molto presto se la situazione fosse rimasta come a quel modo poi. Guardò Vegeta pensando se le maniere forti, che presto o tardi sarebbero intervenute, sarebbero state utili oppure solamente dannose.
Tutti i guerrieri rimasero in silenzio ad osservare il loro obiettivo in attesa di qualche spontanea rivelazione che però non arrivò mai. Kaioshin, affiancato da Kibith, rimaneva impassibile. Scrollò poi la testa stanco quando passarono tre minuti esatti dal completo mutismo generale « E' inutile, ci conviene cercare la base di Babidi per conto nostro e lasciare stare costui dopo avergli sottratto la razione d'energia che ha preso a Trunks ».
« Non credo proprio ... » Vegeta galleggiò in avanti e si fermò a pochissima distanza dal proprio nemico anche se si poteva definire un vero scarto di guerriero. Alzò lentamente la mano destra allargando bene le cinque dita. Osservò gli occhi violacei che fissavano i suoi carichi d’ombra con una leggera incertezza che fece accapponare quella pelle dai colori cadaverici.
Una frazione di secondo: Vegeta scattò in avanti afferrando e stringendo con forza caparbia il collo nemico dopo che questi, dopo essere stato trascinato per svariati metri, si fu infossato nella dura roccia di una montagna che si trovava da quelle parti, poco lontano.
« VEGETA!! » urlò Kaioshin impietrito da quello scatto animalesco che aveva fatto anche fatica a seguire mentre Kibith, anch’egli senza parole, galleggiava in quell’azzurro cielo oscillando appena da una parte all’altra evitando ogni qualvolta, anche se spesso per fortuna, di entrare in collisione con il superiore.
Le forti dita ricoperte di quel fitto tessuto bianco si serravano istante dopo istante e le labbra sottili facevano fuoriuscire con piacere quelle parole velenose con il preciso scopo di strappare allo stolto Yamu, che nel frattanto boccheggiava con fatica sempre maggiore, le risposte che tutti aspettavano … « Avanti, dicci dove si trova Babidi! Parla vigliacco!! ». Crillin si avvicinò e repentino afferrò la strana ampolla che l’uomo dalla pelle sempre più chiara aveva per un attimo abbandonato per avvicinare entrambe le mani al collo che, per colpa della morsa letale, si stava gonfiando sempre più per colpa del sangue che cercava di fluire in esso. Il piccolo guerriero osservò con un sopracciglio alzato la strana lettera marchiata sull’oggetto salvato dal possibile schianto e se lo rigirò tra le mani non riuscendosi a spiegare il perché di tutta quella leggerezza: vedendo quella strana cosa Crillin credeva infatti che avrebbe probabilmente faticato a sostenerla e invece …
Son Goku osservava tranquillo la scena che stava avvenendo con un piccolo sorriso sulle labbra e tutto questo lo mantenne intatto anche quando Kaioshin, preso forse da una strana agitazione causata forse dall’inspiegabile atteggiamento del principe dei sayan, lo affiancò con gli occhi sgranati « Se … » iniziò titubante il superiore « … Se Vegeta lo ucciderà sono sicuro che Babidi si accorgerà immediatamente della perdita e capirà che sono giunto fin qui … E se così sarà ci metterà dinanzi agli esseri più terribili dell’universo! » concluse poi con le mani strette con forza a pugno e parlando bene a voce alta di modo che Vegeta sentisse il tutto alla perfezione.
Gli occhi di Goku si incrociarono un istante, il naso iniziò a pizzicare … Spalancò la bocca e starnutì talmente forte da far sobbalzare il Kaio che era stato preso nuovamente alla sprovvista « Urca … » mormorò il Son mentre con il dito indice della mano destra si sfregava lievemente il di sotto del naso « … Qualcuno sta parlando male di me … » dopo avere scrollato un poco la testa come per riprendersi portò le mani ai fianchi e si voltò un poco verso colui che poco prima gli aveva rivolto la parola « … Vegeta non lo ucciderà, stia tranquillo, sa quello che fa. E poi sono sicuro che, orgoglioso com’è, non si sporcherebbe le mani con uno come lui, come è stato con Spopovich, ma che risparmierebbe le energie per un avversario migliore … » si fermò un secondo di parlare quando vide il suo principe alzare al cielo la mano sinistra tenendola ferma in una posizione a taglio. La vide abbassarsi rapidissima andando a colpire la spalla sinistra di Yamu che, appena ricevette il colpo netto, lasciò cadere l’arto leso e inutilizzabile facendolo penzolare pesantemente. Goku arricciò il naso ma nessun starnuto era in arrivo in quel momento. Si abbassò verso Kaioshin e con una mano si coprì la bocca « … Adesso credo che sappia quello che fa » ammise poco sicuro.
Vegeta non si voltò nemmeno « TI HO SENTITO KAHAROT! NON CREDERE DI FARE IL FURBETTO PURE TU! ». Il moro dai capelli a fiamma sbuffò scocciato e con forza immerse il malcapitato ancora di più nella roccia. Si allontanò portando le braccia al petto, incrociandole tra loro, mentre i suoi occhi indagatori osservavano schifati quell’essere che con una disperazione repellente tentava di racimolare quanta più aria che poteva … « Questo non si decide a spiccicare parola … quanto è seccante! » ringhiò il principe mentre Piccolo, che aveva un’espressione facciale che poco si allontanava dalla sua, lo osservava serio attendendo anch’egli quella mossa che non voleva arrivare da parte di un individuo che sembrava piagnucolarsi addosso fino a poco prima. Kaioshin sospirò sollevato poggiando il palmo di una mano al petto pensando all’errore scampato.
Vegeta si voltò adirato verso l’essere dalla faccia violacea e sembrava sul punto di guerra … si avvicinò minaccioso e per il superiore sembrò essere tornata nuovamente l’agitazione. Piccolo per fortuna anticipò Vegeta apparendo e bloccandosi in mezzo ai due: con la mano destra aperta intimò al sayan di fermarsi ed accompagnato ad un cenno affermativo del capo allontanò Vegeta dai suoi oscuri propositi mentre con l’altra, aperta e posizionata nel medesimo modo ma in diversa direzione, chiedeva silenziosamente al superiore di stare dov’era. Si conosce bene il rapporto tra Vegeta e il grande mago Piccolo: gli stessi silenzi, gli stessi modi un po’ secchi e rigidi facevano di loro due personaggi difficilmente comprensibili e tantomeno affiancabili a livello di coppia amichevole ma costoro, forse proprio perché costituiti da caratteri così simili, si capivano al volo. Vegeta annuì calmandosi immediatamente percependo nel namecciano una sicurezza tale che lo permise di distendere i nervi convinto che il muso verde avrebbe concluso la questione in un modo simile a come aveva progettato lui stesso.
Il namecciano si voltò verso Kaioshin che, dopo avere osservato Vegeta con una certa tensione nell’animo, alzò gli occhi incontrando quelli cupi di Piccolo. L’alieno del pianeta Namec lasciò che il mantello chiaro sventolasse sotto il vento leggero mentre con durezza si faceva sentire: « Guardi Kaioshin che noi aspettavamo anche un suo aiuto invece dei suoi piagnistei … » mormorò lapidario sorprendendo persino Gohan che, lì in mezzo, era quello che lo conosceva di più.
« Ma come …! » disse alquanto irritato Kaioshin visto che quelle parole erano uscite dalla bocca dell’ex supremo della Terra, personaggio che reputava di tutt’altri modi.
Piccolo ghignò quando vide sul viso di Vegeta quel famigliare sorriso beffardo mentre sul viso di Goku era apparso un sorrisetto quasi compassionevole « Ma bene, prima, quando non c’è nulla di importante, spia nella mente altrui mentre quando ce né bisogno rimugina senza tanti sforzi …! » disse poi sorprendendo tutti gli altri senza contare il diretto interessato che era rimasto a bocca aperta dallo sbigottimento: una cosa così facile … e lui, che era un essere superiore, non gli era nemmeno balenata nella mente!
Il superiore, venuto dall’aldilà nell’aldiquà per aiutare Son Goku e i suoi amici, si portò le mani sulla testa infilando parte delle sottili dita in quei strani ciuffi bianchi che rimanevano rizzi in direzione del cielo. Lasciò che gli occhi rimanessero spalancati mentre proferiva, sbigottito, quelle poche parole: « Non ci avevo nemmeno pensato … Che sciocco che sono! ». Crillin fece spallucce e poi un occhiolino a Gohan ricevendo poi un sorriso divertito. Kaioshin, che non voleva perdere altro tempo prezioso, si avvicinò a Yamu ed iniziò ad osservarlo fisso negli occhi … « Niente sfugge al mio controllo … » sibilò poi quando incominciò a diradare le nebbie che erano all’interno di quella mente. Gohan sorrise ancora di più ripensando a ciò che era stato detto: “Niente sfuggiva al suo controllo” … proviamo a pensare se fosse stato il contrario!.
Yamu però con comprese che il superiore lo stava spiando e quindi non provvedé a pensare ad altro lasciando la mente sgombra mentre Kaioshin, con una calma estenuante, illustrava agli altri ciò che stava visualizzando: « Una grande vallata verde circondata da montagne … Nelle vicinanze poche case … Al centro di tutto una grande area di terreno è smosso, come se le zolle fossero state rivoltate … Una piccola struttura metallica riflette la luce del sole e fuori ad essa un tizio attende … » gli occhi scuri di chiusero. La calma penetrò nel piccolo corpo. Nel frattanto il tirapiedi di Babidi aveva compreso cosa poteva essere successo ed iniziò a maledirsi silenziosamente. Kaioshin si allontanò dall’individuo tornando vicino a Kibith e a Son Goku.
Gohan si portò una mano al mento alquanto serio « Accidenti, qui intorno è pieno di vallate verdi attorniate da montagne … » il ragazzo si scompigliò un poco i capelli con la medesima mano prima di rivolgersi al superiore « … Non può darci qualche informazione più precisa? ».
Kaioshin mosse la testa da destra verso sinistra e viceversa un paio di volte « Mi spiace ma quello che vi ho detto è tutto quello che ho visto. Desolato di non essere più preciso ».
Piccolo osservò un poco il cielo « Ha detto di avere intravisto una struttura metallica con a fianco un essere sconosciuto … di cosa si tratta? ».
« Sicuramente è la nave spaziale che Babidi ha utilizzato per venire sulla Terra. Penso però che non fosse altro che l’ingresso anche perché era terribilmente piccola: poco più grande di una navicella sayan » una mano sottile venne portata al mento come per aumentare la concentrazione. Vegeta mosse appena la testa da una parte per allontanare il più possibile uno sputo « Tzk! Se tu fossi un superiore come si deve sapresti che le navicelle che utilizzavamo io e i restanti sayan, Kaharoth escluso, erano di Freezer. Inoltre … » proseguì guardando malissimo Kaioshin « … Persino uno stupido sarebbe arrivato a pensare che molto probabilmente, se Babidi sarebbe dovuto passare inosservato, avrebbe fatto nascondere la navicella spaziale ». Il principe dei sayan si voltò interamente verso l’individuo dalla pelle violacea e lo squadrò da capo a piedi mentre sulla testa di Goku sembrò apparire all’improvviso una lampadina « Magari Babidi aveva sotterrato la nave! In tal caso si spiegherebbe lo strano ribaltamento della terra ».
Kibith strinse i pugni avvicinandoli appena al petto « MA CERTO! Ecco perché non avevamo mai trovato alcuna traccia sua, si era nascosto nel sottosuolo! » voltò il viso verso il suo superiore e quando gli sguardi di ambedue i personaggi si incontrarono, entrambe le facce si mossero in un cenno di assenso … « Ma certo! … » esclamò Kaioshin rapito da una certa euforia « …Così si spiega tutto! ».
Crillin ruppe la bella atmosfera tra i due mettendo a nudo, ancora una volta, la limitata inventiva dell’essere dell’aldilà: « Avete avuto un sacco di anni e non ve ne siete mai accorti … Secondo me avete cercato molto male … » Kaioshin si voltò verso il piccoletto con aria risentita ma l’amico di Goku non si fermò « … E pensare che sarebbe bastato anche solo un metal-detector … » concluse poi portandosi una mano alla guancia per effettuare un piccolo grattino.
Gohan sorrideva, sorrideva tanto affiancato dal padre mentre Kaioshin, ancora una volta, era senza parole mentre una grossa goccia di sudore scendeva dalla nuca in perfetto segno di vergogna.

******

All’interno della piccola stanza d’infermeria la cagnara stava prendendo il sopravvento: tutti chiacchieravano con tutti mentre i poveri dottori, che di tanto in tanto provavano a farmi qualche nuova e possibilmente utile medicazione, non trovavano spazio e spesse volte si dovevano scontrare contro una nonna agguerritissima che era pronta ad una battaglia all’ultima conversazione … anche perché, con me infortunato e con Goten che mi stava appiccicato per fare qualche sana chiacchiera, la bionda cercava ripiego o sul povero cyborg (che però la respingeva continuamente), o su qualche giovane infermiere (rarissimi è dir poco mentre invece le ragazze pullulavano ma a loro pensava Genio …) ed infine, come ultima spiaggia, qualche buon uomo vestito di bianco per fare soltanto qualche parlata amichevole. Il nonno nel frattanto studiava tutti gli apparecchi ospedalieri e molto probabilmente pensava già a come rivoluzionare il tutto mentre il minuscolo felino me lo ritrovavo spesso addosso perché il suo padrone, forse tanto distratto quanto geniale, lasciava che scendesse dalla spalla tranquillo. La porta che conduceva all’esterno era rimasta aperta ma per fortuna nessun visitatore fastidioso si presentò, forse perché non ero un personaggio molto popolare … Il padre di Chichi, Juma, offriva ai presenti bibite rinfrescanti in attesa che i due inviati in missione tornassero con i senzu. Sinceramente me ne stavo tranquillo a pazientare sicuro che Yamcha, affiancato da quell’arrogante figlio, ci avrebbe impiegato un bel po’ prima di fare ritorno.
Il nonno di Goten porse del succo di arancia al vecchio Genio prima di rivolgersi alla figliola « Chichi, tu non sai dove sono andati Goku, Gohan e tutti gli altri vero? » chiese il guerriero in pensione alla mora che, con aria sempre più severa, impuntava i pugni ai fianchi.
« No, non so dove si siano andati a cacciare! Lo vorrei sapere anch’io anche perché, se questa volta Goku non mi da una buona spiegazione, giuro che non gli preparerò più da mangiare! Quello scellerato mi sentirà … » la donna sibilò vendicativa con i denti stretti osservando un punto indefinito della stanza chiarissima … il soggetto del discorso in quell’istante o starnutiva oppure gli fischiavano le orecchie.
« Chissà perché poi sono volati via tutti così in fretta … » mormorò Bulma mentre si teneva il mento con una mano.
Il piccolo Goten saltellò un poco sul materasso facendomi muovere con esso mentre alzava una mano in avanti, in direzione della porta, in segno di saluto « Ciao Videl! ». Voltai lo sguardo verso destra e vidi la ragazza, ancora incorporata alla stampella di legno, che si sorreggeva un po’ a stento per colpa di un leggero fiatone dovuto forse ad una corsa. La ragazza dagli occhi azzurri si avvicinò un poco e mosse la testa per osservarmi interamente da capo a piedi per fermarsi poi all’altezza del mio viso « Ho visto quello che è successo da una stanza privata dello stabile … Mi dispiace molto » Goten incrociò le braccia indispettito dal fatto di non essere stato ricambiato del saluto.
Sorrisi tranquillo come se non mi fosse accaduto nulla « Tranquilla, sto bene ». Alzai un poco la gamba destra e con essa colpii con leggerezza la schiena del piccolo Son obbligandolo ad osservarmi. Goten mi osservò un po’ accigliato ma poi, quando mi vide alzare le sopracciglia per dirgli “Non prendertela dai”, tornò a sorridere sotto lo sguardo serio della madre.
Videl si portò una mano al petto ed assottigliò gli occhi mostrandosi veramente in pensiero per la brutta piega che gli eventi stavano prendendo « Ho visto anche Gohan e gli altri che sono volati via … Dove sono andati? ». Mamma scosse la testa intromettendosi nel dialogo « Non lo sappiamo, non lo hanno detto a nessuno ». La ragazza mi guardò ma scossi la testa per anticipare la sua possibile domanda.
« Gohan se la caverà se è questo che vuoi sentirti dire » disse spiccia Chichi attirando su di se le attenzioni della figlia di Mr. Satan che, appena finite di udire quelle parole, divenne rossa in volto ricordando un bel pomodoro. In quell’istante, notando quegli occhi chiari e sognanti, compresi che Videl si era persa in un mondo tutto suo, fatto di sogni romantici nel quale Gohan era il solo ed unico principe azzurro … Rimasi sollevato da quella piccola scoperta.

******

Lontano dalla città, annegati in mezzo al verde della natura, due personaggi, uno più adulto dell’altro, sfrecciavano ad una velocità moderata nel cielo azzurro tagliando le bianche nuvole. L’uomo, vestito di uno squallido abito e dal discutibile gusto visto che era di un giallo osceno, stava dinanzi al piccolo Light che, con una buona maestria, pilotava il piccolo mezzo di trasporto dotato di quei propulsori posteriori che emanavano un piccolo fumino grigiastro che firmava quel piccolo ritratto naturale.
Yamcha si voltò indietro continuando a volare a retro marcia. Osservò il proprio figlio di otto anni, con quegli occhiali rossi da aviatore, occhialoni che molti anni prima la sua Bulma utilizzava per una qualche avventura alla ricerca delle sfere del drago a cavalcioni, pure lei, su di una motoretta. Spalancò poi gli occhi quando rivide una piccola scena che si era ripetuta già parecchie volte da dieci minuti a quella parte: il ragazzino pilotava il suo mezzo serio e diligente quando ad un tratto, improvvisamente, i piccoli propulsori si spensero facendo fermare il velivolo e facendolo scendere velocemente di quota. Light, determinato come non mai (qualità di certo non ereditata dal padre ma forse più dalla mamma), non perdeva la calma intrinseca in se stesso e provvedeva a risolvere la situazione: con estrema rapidità spegneva qualsiasi dispositivo che poteva essere ancora in funzione, rigirò la chiave nel congegno di accensione una, due, tre volte … Tante quante ne necessitavano per fare riaccendere i motori e per fare ridecollare il mezzo, riportandolo a fianco del padre.
Gli occhi scuri paterni si socchiusero un poco « Non penso che sia molto sicuro quel trabiccolo … » proferì Yamcha al piccolo che però non lo guardava nemmeno in volto.
Lo sguardo accigliato mirava soltanto davanti a sé « Bada a come parli, ci ho messo un sacco di tempo per metterlo in piedi! ».
« Ma come siamo scontrosi … » bofonchiò l’uomo rimettendosi dritto con il corpo intero « … Alla fine però ti devo fare i miei complimenti: mettere su un lavoretto del genere alla tua età, sei sorprendente! Chi lo avrebbe mai detto, io non me lo aspettavo! ». La bocca si piegò in un sorriso che però non venne affatto corrisposto, anzi … « Umpf, sì, certo, come no » fu la risposta rapida e lapidaria del piccolo bambino che aveva tutte le intenzioni di far morire lì il discorso. Tentativo non riuscito: « Ma quando lo hai costruito? Non mi ero mai accorto del fatto che lo stessi realizzando … ».
« E’ molto semplice … » cominciò il piccolo mantenendo la sua serietà spiazzante « … Eri sempre in dolce compagnia, per questo non te ne sei mai accorto ».
Yamcha abbassò lo sguardo in direzione della terra, osservò lontano un poco scosso da quella freddezza, come se al figlio non gliene fosse mai importato nulla di lui e di ciò che faceva alla propria famiglia.

Un piccolo paesello costituito da delle piccolissime abitazioni dalla forma classica a cupola venne oltrepassato in assoluto silenzio mentre un grande stormo di uccelli, in cerca di un luogo carico di cibo, si muoveva nell'aria circondando i due ometti. Quel silenzio, divenuto forse troppo pesante da sostenere, venne nuovamente interrotto dal personaggio vestito di giallo che, voltandosi verso il figlio non riuscì a far nascere sul viso un’espressione del tutto serena « Hei, è da un po’ che non fa più scherzi quel macinino … » dichiarò Yamcha notando che da un po’ il mezzo non si spegneva più « … Chissà, cos’era che non andava? ».
Light voltò improvvisamente il viso verso sinistra, in direzione del padre, e dopo aver sollevato gli occhiali da aviatore con l’ausilio di una mano fulminò con gli occhi il diretto interessato « Zitto! Se parli troppo presto attirerai la sfortuna! … » brontolò spiccio mostrando anche un pugno ben serrato. Si risistemò sul seggiolino in pelle pregando che le parole del vecchio non esaudissero quel malaugurato presagio ripoggiando poi gli occhiali al loro posto « Penso che il problema sia a dovuto alla mala calibrazione dei composti ».
Yamcha strabuzzò gli occhi confuso « Ovvero? ».
Il bimbo sbuffò capendo che aveva a che fare con uno un po’ corto di comprendonio « Per fare una giusta miscela è necessario unire più composti alla medesima quantità. Se anche uno solo degli elementi soverchia gli altri si corre il rischio di rendere questo strano combustibile inadatto ed anzi, dannoso per il veicolo. Chiaro? ».
L’uomo annuì poco convinto ma lo istigò a proseguire « E come mai non ti è venuta perfetta? ».
Light osservò davanti a se non riuscendo ancora a scorgere il famoso obelisco di Karin « Per realizzare un combustibile adatto ai mezzi come questo bisogna utilizzare dei macchinari precisi che a casa non c’erano. Volevo comunque provare da solo quindi ho tentato artigianalmente utilizzando i vari utensili per lo studio della chimica ma nonostante gli sforzi il risultato non è poi così vicino all’ottimale come pensavo … » assottigliò gli occhi avendo bene in mente come proseguire la sua parlantina « … In ogni caso è risaputo che non esiste nulla di perfetto a questo Mondo: nessun essere è privo di difetti così come anche un singolo oggetto, come ad esempio una comune sbarra di ferro, questa non è composta da soltanto quel metallo ma anche di tanti altri, anche se in proporzioni millesimali ».
Yamcha non si trovò d’accordo ed incrociò le braccia al petto « Cell era l’essere perfetto, te ne avevo parlato no? ».
« Mi ricordo di quella storia ma Cell non era affatto un ‘essere perfetto: se lo fosse stato per davvero a quest’ora saremmo tutti noi all’altro mondo e non viceversa. Da quanto ne so, Cell peccava di superbia e già per questo non era da considerarsi completo … » le nuvole si infrangevano al passaggio dei due e li lasciava passare senza freni « … Niente è perfetto, se due elementi vengono mescolati assieme uno dei due, anche se questa sottomissione non sarà evidente, soccomberà un poco sotto l’altro. Le percentuali non saranno mai identiche, qualunque mezzo e strumenti si vadano ad utilizzare ». L’uomo venne zittito.
Passarono altri minuti ma la strana torre che si doveva andare a perdere nelle nuvole non si vedeva.
Un forte ringhio si udì fuoriuscire dalle piccole labbra. Light strinse improvvisamente i freni del mezzo ed inchiodò nel bel mezzo del cielo facendo impennare la motoretta. Yamcha, appena udì il calo di potenza dei propulsori, si fermò anch’egli chiedendo spiegazioni « Light, ma che cosa … ».
Il bambino girò il veicolo indirizzandolo nella direzione dalla quale era venuto « Pensavo che ci volesse poco per incontrare questo “Karin” ed invece … Mi sono scocciato, me ne torno a casa ». L’uomo strabuzzò gli occhi allibito « Ma non puoi tornare a casa, non da solo! Può essere pericoloso! ».
« BASTA! … » urlò Light con una rabbia trattenuta forse per troppo tempo « Non è possibile che vi preoccupiate per me soltanto quando non ce né motivo! Me ne vado! ».
Il motore rombò e il bambino si allontanò lasciando il padre alle spalle che, nonostante lo avrebbe potuto riagguantare con un soffio di Iesolo, lo lasciò andare schiacciato dalle sue parole.

... Continua ...

  
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