Salve ragazzi/e … scusate il ritardo di questo
capitolo ma non sono riuscita a concluderlo per la
giornata di ieri ma spero che lo gradiate ugualmente anche se, come al solito,
non è poi lunghissimo.
Sono quasi le 4 del mattino e non ho più la
forza per stare al computer quindi, purtroppo, vi devo salutare velocemente ^^”
Ringrazio: Pepesale, Vegeta4ever, ka93, Angelo Azzurro e Rory_Kaulitz
Beh, buonanotte e alla
prossima. Dormite bene =_^
Baci
scImMIA
CAPITOLO 81
- LA GUERRA DEI GEMELLI -
Le urla
disperate riecheggiavano in quell'area nel quale il panico serpeggiava senza
ritegno, il sangue delle persone ferite si espandeva nei dintorni lasciando
brevi scie lungo i percorsi che costoro cercavano di fare per allontanarsi mentre dei poveretti che erano stati eliminati,
non vi era più alcuna traccia: i colpi di energia avevano polverizzato persino
le loro particelle. I più temerari rimanevano nei dintorni del grande torneo, con il naso verso il cielo ad osservare i
loro sterminatori mentre questi colpivano coloro che invece, paralizzati dal
terrore, rimanevano fermi sul posto come pezzi di piombo. I seguaci di Babidi
attaccavano senza intelligenza e pertanto colpivano indiscriminatamente chichessia rubando l'energia da altri individui presi a caso
nella marmaglia che si sperdeva in quegli spalti. Un colpo di miserevole entità
venne generato da uno di quegli stolti individui e
scagliato in direzione di quei giovani (e meno giovani) che erano seduti
vicini: l'onda si fece sempre più vicina e gli spettatori iniziarono a
percepire addirittura il suo calore prima che uno di loro si alzasse in piedi e
con una sola mano fermasse il colpo. Il vecchio, maestro di Crillin e Goku,
strinse convulsamente il proprio bastone senza accorgersene
quando vide riflesso sulle lenti dei propri occhiali la frantumazione
della sfera i cui piccoli pezzi si diradarono da una parte all'altra così come
si disperdevano le sfere del drago quando dovevano perdersi sul suolo
terrestre. I terrestri nei paraggi rimasero senza parole e gli occhi di loro
tutti sbarluccicarono sotto a quei
lucini energetici mentre invece, una simpatica
bambina alquanto vivace ma soprattutto allegra, si muoveva felice tra quel
forte braccio affettuoso lasciando uscire dalla sua boccuccia tenere paroline frizzantine: « Bravo zietto! Sei
il migliore!! ». Il ragazzo sorrise smagliante
lasciando che i lunghi capelli neri si alzassero per
colpa dell'aria ma poi, ripensando all'esclamazione della propria nipotina,
rimase un poco in silenzio aggrottando le sopracciglia
mentre uno spiffero di vento rendeva momentaneamente leggera la situazione « Zietto ... » 17 guardò la piccola Marron un poco irritato «
... Non chiamarmi mai più così, mi sminuisci facendomi sentire ridicolo! ». La
piccina sbatté un poco le palpebre iniziando a sorridere innocente « Certo! »
esclamò poi lei lasciando basito il cyborg.
Lo
scagnozzo del mago comprese immediatamente che colui che
aveva bloccato il suo attacco non era una persona come le altre quindi, senza
attendere un minuto in più, puntò entrambi i palmi delle mani verso il ragazzo
e iniziò a scagliare in direzione di esso molteplici onde d'energia che vennero
sempre e comunque deviate altrove con un'agilità notevole che non aveva nulla
da invidiare a quei sayan che si battevano molto lontano da lì. Marron sorrise
facendo agitare le braccina a più non posso iniziando anche a scalciare per
l'euforia mentre lo "zietto", che poco
prima sembrava orgoglioso della sua prestazione e sorrideva con una punta di
cinismo nello sguardo, nell'ultimo istante invece sfoggiava una smorfia che sottolineava la sua leggera irritazione perché la sua cara
nipotina non la smetteva di sfondargli il fianco andandogli a trapanare la
milza. Il tipo dalla faccia olivastra, dopo aver emesso un forte urlo di rabbia,
scattò verso 17 tenendo serrati i pugni coperti dai guanti lasciando dietro di
sé i suoi compagni che nel frattanto avevano pure loro compreso la situazione.
Quando la distanza iniziò a farsi minima gli occhi azzurri del giovane si assottigliarono come per potenziare la sua
concentrazione, lanciò la bambina per aria lasciandola per un momento fra le
nuvole sotto lo sguardo sbigottito di Chichi e degli altri, aspettò che il
nemico fosse vicino dopodiché, dopo aver schivato un sinistro, sfondò l'addome dell'essere
facendolo esplodere con un colpo d'aura a piena potenza. Il silenzio parve
ricomparire in quel luogo mentre invece la bambina
discendeva dell'azzurro cielo con una ridarola
piacevole. Il ragazzo allargò un poco le braccia osservando in direzione di
Marron per afferrarla e non lasciarla cadere a terra ma all'improvviso, proprio
sulla sua testa, una bella biondina comparve bloccando la piccina prima che potesse ricadere nelle braccia dello zio. Il ragazzo
s'imbronciò vedendo poi sul volto della sorellina la sua stessa espressione
dovuta forse al piccolo volo che aveva fatto fare alla
nipotina.
« 17, NON
CI PROVARE MAI PIU'!! » lo sgridò da donna ricevendo in risposta un sonoro sbuffo da parte di lui e una piccola
risata da parte di Marron. La donna posò i piedi sul freddo cemento
appostandosi davanti al fratello dandogli le spalle mentre
con il suo udito acuto continuava a sentire le urla dalla distanza di quelle
persone disperate che correvano da una parte all'altra in ricerca di una riparo
mentre altre, più disperate ancora, cadevano sopraffatte da quei soldati che
avevano a disposizione quei contenitori per l'energia. La bionda guardò verso
gli sconosciuti che continuavano a scrutarli dall'alto verso il basso cercando
di comprendere il loro potenziale e capire quali difficoltà avrebbe incontrato
a lottare contro di loro ma poi però, ripensando a come aveva disintegrato uno
di quelli il suo caro fratello, si rilassò all'istante rivoltandosi verso 17 e
donandogli la figlia « Prendila » disse secca come se Marron non fosse una
bambina ma un oggetto come un altro. Il moro afferrò la piccina per le ascelle
e se la portò alla spalla destra facendo poggiare il pancino di lei al suo petto.
Quando però, con i suoi occhi azzurri, vide 18
allontanarsi in direzione della battaglia ormai prossima, non ci stette e si
sentì punto sul vivo « E no, voglio divertirmi anch'io ... » mormorò serio
allontanando improvvisamente Marron da sé con lo stesso temperamento utilizzato
dalla sorella nei suoi confronti della piccola come poco prima. Girò i tacchi
voltandosi verso i signori che erano alle sue spalle andando poi a fissare
intensamente ognuno di essi notando con grande
semplicità tutti i loro aspetti negativi: Chichi era una donna isterica così
come Bulma, Yamcha era un essere irresponsabile mentre Genio era un vecchiaccio
depravato, i genitori della scienziata sembravano poco seri (specialmente lei)
mentre i restanti all'appello sembravano non essere all'altezza del compito che
si era preposto. La signora Brief si avvicinò al giovane allargando le braccia
verso di lui « Caro, dai a me la bambina se vuoi. Ne prenderò cura io mentre sarai a divertirti ^^ ». Un brivido freddo
percorse interamente tutta la schiena e la camicia rossa di 17 sembrò vibrare
per colpa di quell'improvvisa scossa mentre i lunghi
capelli sembrarono elettrizzarsi. Lo sguardo di ghiaccio si posò sulla persona
a fianco, il signor Brief, ed egli, credendo che fosse la scelta più giusta
visto che era uno dei più sapienti lì in mezzo, allungò
la bambina verso di lui e lasciò che il signorotto la prese con entrambe le
mani. Il signor Brief sorrise muovendo un poco la sigaretta spenta che aveva
alla bocca e ringraziò: « Terrò io la piccolina, non ti preoccupare ». Il
cyborg però non era affatto convinto della sua scelta e quindi intersecò le
braccia lasciando che il suo sguardo accigliato studiasse nuovamente il
vecchietto e poi, notando che c'era qualcosa che non andava, poggiò la mano
destra al mento divenendo maggiormente serio « Dottore, ma lei stamane non era venuto con un
gatto? ». Il padre di Bulma, affiancato dalla stessa e da Bunny,
strabuzzò gli occhi osservandosi attorno « Hai ragione, chissà dov'è andato ...
Ultimamente mi cade spesso ». Alle ultime parole 17
parve svegliarsi da un incubo: spalancò gli occhi e strappò dalle braccia del
nonno la bambina evitando così una futura caduta e poi, vedendo nuovamente la
signora Brief, gliela porse cedendo una parte delle responsabilità ad altri «
Chichi, tienila d'occhio ». Dopo aver mormorato ciò si allontanò affiancando la
sorella in quell'ampio frammento di cielo.
18 era
imperscrutabile, con i suoi occhi gelidi osservava quegli individui che avevano
la forza equivalente a quella si un sorcio e con le
lunghe dita sottili teneva stretto il sottile fianco. I suoi capelli leggeri,
che avevano il color dell'oro, si mossero appena andando a finire dinanzi al
viso ben delineato per colpa di un leggero colpo d'aria
creato dal fratello 17 che si era messo a fluttuare al suo fianco. Le
labbra sottili si piegarono delineando un sorriso
beffardo mentre la mano destra, che aveva abbandonato il fianco sul quale
poggiava, andò a scostare quei filamenti lucenti per portarli dietro
all'orecchio liberando così la visuale e permettendo al ragazzo moro di
scorgere la sua espressione. 17 sorrise lasciando intravedere i bianchi denti e
piegando un poco la testa da un lato « Era da tanto che non ti vedevo sorridere
così ... ». La ragazza non gli diede ascolto, si disinteressò completamente di
ciò e perciò fece scomparire all'istante il sorriso dal suo volto
mentre faceva tornare la sua solita smorfia indispettita. Le mani si
strinsero a pugno vicino ai fianchi e lo sguardo divenne maggiormente deciso «
Vediamo di fare una cosa rapida ... » disse lapidaria la donna iniziando ad
incamminarsi verso la sua prima vittima che, vedendo la donzella avvicinarsi
così determinata, arretrò un poco finché ella non si
fermò ad un paio di metri dalla sua persona concludendo la sua affermazione e
facendo divertire 17 « ... Però non esageriamo perché altrimenti in meno di un
minuto abbiamo già concluso ». Il ragazzo si sistemò meglio le maniche
arrotolate della camiciola rossa e poi si portò indietro i capelli con entrambe
le mani lasciando ben scoperta la fronte ampia e liscia « D'accordo ».
18 scattò
in avanti, caricò il pugno destro e lo scagliò nella bocca dello stomaco del
nemico obbligandolo a piegarsi in due dal dolore e successivamente,
controllando perennemente la sua forza, alzò il ginocchio sinistro poggiandolo
al petto, si girò su se stessa e dopo aver alzato completamente la gamba in
direzione del cielo la fece discendere andando a picchiare con il tallone la
schiena facendo precipitare a terra lo scagnozzo di Babidi in direzione del
bordo ring nel quale qualcuno cercava di starsene in disparte ... Mr. Satan,
vedendosi arrivare addosso quell'individuo alla velocità di un missile, sgranò
gli occhi facendoli fuoriuscire dalle orbite iniziando a sudare freddo. «
Oddio, che faccio-che faccio-che
faccio ... » iniziò a farfugliare mentre con scarso coraggio cercava di
staccarsi dal grande scalino del ring arretrando un poco poi però, ovviamente
per fortuna sua, chiuse gli occhi ermeticamente assieme ai pugni, portò uno dei
due in direzione del cielo e il destino volle che la sua mano chiusa andasse a
colpire involontariamente il volto dello sconosciuto bloccando la sua caduta.
Per pochi istanti lo sconosciuto rimase aggrappato a quel pugno con il corpo
rigido prima di cadere a terra di peso ai piedi del campione di wrestling che,
appena si accorse della situazione, iniziò a ridere sguaiatamente iniziando a
far rendere noto ai pochi rimasti la sua immensa forza
mediante un plateale segno di vittoria accompagnato dalle sue tipiche frasi «
HA HA HA HA! NESSUNO MI POTRA' BATTERE, SONO IL MIGLIORE!! ». Una grossa goccia di sudore però iniziò a scendere
lungo la guancia del campione quando alzò lo sguardo e
vide un ragazzo moro sospeso a mezz'aria prendere a pugni un essere non
dissimile a quello precedentemente sconfitto e quindi, nuovamente confuso,
abbassò le spalle « Ma come fanno a volare questi qui? Scommetto che è tutto un
trucco ... » voltò lo sguardo tornando a vedere lo sconosciuto che aveva messo
KO a sua insaputa andando a scrutare meglio il suo petto, sul quale si leggeva
bene il simbolo legato a MajinBu, « ... Chissà chi sono
in realtà questi tizi e cosa vogliono ... ».
******
A
svariati chilometri di distanza un altro personaggio era di tutt'altro umore per i propri motivi e dopo parecchio tempo, così
come si era prefissato, giunse alla sua meta: con estrema calma fece discendere
il piccolo veicolo nel giardino, spense i rumorosi motori e si sfilò i rossi
occhiali da aviatore rimanendo seduto sul seggiolino di pelle morbida. Light
sbuffò sconsolato e dopo aver osservato il piccolo orologio che era incorporato
nel cruscotto della motocicletta volante si sentì maggiormente abbattuto
pensando che aveva sprecato tanto tempo che poteva
utilizzare in altro modo. Scese dalla vettura con sul
volto uno sguardo pensieroso, si rigirò nelle mani gli occhiali prima di
appenderli al manubrio destro facendo in modo che non cadessero a terra e poi,
con passo calmo, si indirizzò verso l'ingresso della propria abitazione mentre
con una mano si ravanava nelle tasche alla ricerca della chiave d'ingresso.
« Hei
Light! » una voce alle spalle lo richiamò ma questi, capendo che non era altri che l'ennesimo scocciatore della giornata, si
voltò per fissare il ragazzino, suo compagno di classe, che si era aggrappato
alla bianca ringhiera e che osservava avido l'abitazione "dell'amico".
« Cosa vuoi? » proferì il figlio di Bulma mostrando
apertamente la sua scarsa voglia di intavolare una discussione con l'altro
bambino che però, fregandosene altamente dell'astio
ricevuto, iniziò a dire la sua « Sai Light, ti ho visto venire giù con quella
moto e allora mi sono avvicinato ... Ma l'hai fatta tu? E' quella di cui mi
parlavi? ». Light si voltò dall'altra parte inserendo la chiave nella serratura
« Sì, è quella. E allora? ».
«
Caspita, che sballo, ne vorrei una anche io ... » mormorò l'altro ragazzino
facendosi udire perfettamente, soprattutto nell'ultima parte con la speranza
che presto o tardi il bimbetto super intelligente e con la maglia bianca gliene
costruisse una moto uguale ... illuso. Light si stancò all'istante di quella seccatura
e pertanto si voltò mostrandosi irritato come non mai « E allora? Sei venuto
solo questo? Potevi risparmiartelo, i tuoi commenti non mi interessano!
». Il compagno di classe subì il colpo ma cercò di
trattenersi per proseguire con il dialogo anche perché aveva altre cose da
comunicare « Scusa se ti ho dato fastidio ... In ogni caso volevo anche sapere
un'altra cosa: eri al torneo Tenkaichi vero? Come hai fatto a scappare? ». La
domanda ne generò un'altra da parte dell'altro poiché
non vi era stata comprensione « Scappare? ... » mormorò Light un poco
sbigottito « ... Me ne sono andato normalmente perché
era uno strazio. Perché questa domanda? ». Il ragazzo cercò di scavalcare la staccionata con un salto ma il padroncino di casa lo invitò (furiosamente) a
non farlo con una sola occhiata obbligandolo a rimanere nella sua parte di
trincea « Come "perché questa domanda" ... Là sta succedendo il
finimondo, un pandemonio, un vero macello! ». Un moto di curiosità iniziò a
levarsi nello spirito di Light, come una sorta di energia
rinvigorente « Quando me ne sono andato era un mortorio. Che
cosa sta accadendo? ».
« Dei
tizi sono comparsi dal nulla e hanno iniziato a fare una strage ... In televisione non si parla d'altro! ».
Se
"l'amichetto" avesse avuto altro da aggiungere
sarebbe stato totalmente inutile proferire ulteriori sillabe: Light infatti,
appena comprese che qualcosa stava bollendo in pentola, entrò precipitosamente
in casa scivolando più volte sul parquet rischiando di cadere pur di arrivare
al gigantesco televisore, accenderlo e rimanere in piedi, a bocca aperta, ad
osservare lo spettacolo che lo schermo gli offriva. Le immagini erano un poco disturbate ma si capiva benissimo ogni minimo
dettaglio alle spalle dello stupido giornalista occhialuto che sbraitava al
microfono come un ossesso: la struttura del Tenkaichi era in frantumi, sugli
spalti si vedevano chiaramente dei cadaveri e nonostante le immagini fossero
crude nessuno si era preso la briga di mitigarle per fare in modo che i bambini
a casa, della stessa età di Light o anche minore, non si spaventassero dinanzi
cotali scene. Light non era un bimbetto facilmente impressionabile e quindi,
persino quando il cameraman inquadrò senza volere uno dei nemici eliminare
altri esseri innocenti, il suo sguardo crucciato non mutò minimamente.
« ... La situazione è terribile, questi tizi sembrano essere
sbucati dal nulla e senza dare spiegazioni hanno iniziato a fare uno sterminio
indiscriminato. Il panico è nel cuore di tutti e nemmeno io so spiegarmi da
dove scaturisca tutta la determinazione del nostro
campione ... » la
telecamera seguì il giornalista dopodiché inquadrò Mr. Satan che pure in quel
frangente sembrava riuscirgli bene la parte del pagliaccio che, in men che non si dica, mise in pratica dopo aver afferrato il
microfono con una certa spigliatezza « E' dura tenere in nervi saldi ma non
c'è di che preoccuparsi: io e i miei allievi stiamo facendo di tutto per
scacciare quei tizi rispedendoli al mittente! ».
Le
palpebre del bimbo si assottigliarono per colpa della stupidità lampante mentre con gesti meccanici premeva un paio di
pulsanti facendo iniziare la registrazione del programma su di un disco « Se è
ancora vivo quello lì allora i nemici sono proprio dei deficienti » biascicò
poi un poco irritando intuendo che anche i suoi parenti erano ancora in vita.
Si poggiò pesantemente al divano continuando ad osservare il largo schermo e i
discorsi che i due si scambiavano come se fossero all'osteria « I suoi
discepoli maestro Satan? E chi sarebbero, quelli
lassù? » disse il giornalista facendo un cenno al cameraman di inquadrare i
due gemelli all'opera e, mentre l'addetto all'immagine cercava di catturare i
movimenti di 18 e 17, il campione proseguiva a raccontare le sue panzanate « Certo, non sono ancora al mio livello ma ammetto che mi stanno dando una mano ». Il
cronista con la leccata si mosse un poco gli occhiali con una mano dopo aver
riagguantato il microfono « Ma maestro,
stanno volando! Com'è possibile questo? ». Satan sorrise sotto i baffi e
con ambo le mani si afferrò la cintura da campione di
wrestling dal largo stemma d'oro con su incisa la figura di un pipistrello «
Umpf, sai come sono i giovani d'oggi: sperano tutti
di fare cinema. Purtroppo non si sono ancora decisi a smetterla con questi trucchetti ». L'omaccione ebbe appena il tempo di concludere la frase prima che un'altro nemico abbattuto
precipitasse nelle vicinanze facendo alzare un grande polverone e interrompendo
momentaneamente la trasmissione delle immagini.
Light si
sdraiò un po' meglio mettendo volutamente i piedi coperti dai sandali sul largo
divano bianco attendendo che il televisore ritrasmettesse nuovamente qualche
scena degna di nota anche perché, escludendo l'uccisione in diretta e il
piccolo frammento in cui aveva potuto riconoscere i "detestabili"
gemelli, non aveva notato nulla di interesse. L'audio
proseguì: « Coff, coff
... Signori e signore, adesso mi avvicinerò al nemico
appena caduto così capiremo pure noi come sono questi estranei ... ». L'interesse
aumentò lievemente e poi, quando la figura aliena fu delineata
alla perfezione sullo schermo, Light iniziò a studiare quel personaggio con la
faccia deforme di suo e anche per colpa degli attacchi ma poi, non vedendo
alcuna somiglianza con Piccolo, comprese che dovesse trattarsi di un altro
alieno proveniente magari da una galassia molto più lontana. Il bimbo si portò
una mano al mento e iniziò a divenire pensieroso dopo aver intravisto un
elemento che pure Satan si stava apprestando a sottolineare
« Guardate cos'hanno sul petto: la "M" di "Male" quindi è
risaputo che sono cattivi e li dobbiamo eliminare! ». Light spinse un
bottone del telecomando fermando la registrazione, con un altro la fece
retrocedere e riosservò l'inquadratura della lettera mettendo addirittura il
fermo-immagine. Con le dita della mano destra iniziò a tamburellarsi il mento
iniziando a farfugliare i suoi ragionamenti: « Deve avere un qualche
significato che sia di spessore perché altrimenti non riesco a capire perché,
oltre che su di loro, fosse anche sui due che hanno attaccato Trunks al torneo
... » il ragazzino si fermò un poco ripensando a quel ragazzo che per un
istante aveva creduto suo amico ma poi, ritornando forzatamente alle sue
elucubrazioni, riprese a meditare saltellando sui cuscini dell'immobile
facendoli anche cadere a terra « ... Dev'essere il
marchio di una qualche società, di una coalizione o
perché no, persino di una setta misteriosa. Mi piacerebbe sapere chi sono quei
tizi e scoprire perché si comportano così ». Light saltò giù dal divano e
avvicinandosi al registratore spense l'apparecchio facendo ricomparire sul
grande schermo nuovamente quello strambo giornalista incorniciato da quella zona morta. Con occhio critico osservò la figura del
cyborg dai capelli neri e studiò minuziosamente le sue gesta con le quali,
mediante l'ausilio di un'onda d'energia, spegneva anch'egli una vita con un
sorriso sul volto. Si prese il mento con una mano e lasciando
l'elettrodomestico in funzione si allontanò dalla stanza con passo flemmatico
dirigendosi nuovamente verso l'esterno della struttura in direzione della
vettura precedentemente abbandonata. Afferrò con
entrambe le mani le manopole del manubrio e spinse di
forza la motoretta verso il largo e spazioso laboratorio montandola poi su di
un pianale alzabile, postazione nella quale avrebbe potuto lavorare
egregiamente poiché maggiormente comoda.
Nella sua
mente frullavano numerosi pensieri, tutti indirizzati allo strano avvenimento,
e mentre si apprestava a smontare nuovamente il motore del velivolo per
sostituirlo con uno maggiormente capace gli venne una specie di
illuminazione, gli balenò in mente la soluzione che avrebbe dimezzato i
suoi problemi e quindi all'improvviso, come se il gioco del meccanico lo avesse
stancato all'istante, si allontanò dalla vettura iniziando ad aprire tutti i
cassettoni presenti in quella specie di paradiso tecnologico.
«
Maledizione, ma dove l'ha cacciato? » imprecò seccato dopo che ebbe aperto
l'ennesimo cassetto. Light passò a perlustrare uno schedario utilizzato come
comune cassettone per i pezzi di cambio e dopo aver tirato verso di se l'ultimo
cassetto del mobile osservò un oggettuncolo
particolare che però non era ciò che cercava.
Assottigliò gli occhi incuriosito, le mani scivolarono
su di quel sistema andandolo poi ad attivare grazie alla pressione di un
singolo pulsante: sul visore verde incominciarono a lampeggiare alcune piccole
lucette gialle e queste, accompagnate da un costante "bip-bip",
segnavano degli obiettivi. « Questo dev'essere il DragonRadar ... » bisbigliò il ragazzino dai capelli
corvini prima di avere spento l'oggetto e averlo riposto al suo posto passando
poi a perlustrare gli ultimi posti rimasti ed infine, quando con gioia trovò
ciò che cercava con tanta foga, si sedette sulla sedia della scrivania più
vicina iniziando a rigirare il rottame danneggiato tra le dita sottili. Trascorse qualche minuto nel quale Light comprese che il
lavoretto che avrebbe dovuto eseguire gli avrebbe portato via abbastanza tempo
ma nel frattanto, visto che sentiva che la sfida lo avrebbe divertito, iniziò a
sorridere gagliardo mentre rapidamente scriveva da una parte gli oggetti
necessari alla riparazione e al potenziamento della sua fortuna.
******
Un
rapidissimo scatto in avanti permise alla ragazza di diminuire le distanze,
ancora staccata da terra caricò il braccio sinistro dinanzi a sé lasciando che
le sottili dita si avvicinassero a tal punto da divenire quasi una cosa sola mentre nel frattempo il povero sfortunato, spaventato
da quegli occhi di ghiaccio, non riusciva a muoversi di un passo e quindi,
quando 18 gli fu addosso, subì totalmente il colpo ritrovandosi con l’osso del
collo a pezzi talmente minuscoli che sarebbe stato impossibile rimettere in
sesto quel tizio anche dopo anni di terapia. Lo scagnozzo cadde a terra mentre un altro, esattamente identico a lui, urlò a
squarciagola in direzione della ragazza con entrambe le braccia aperte come per
intimorirla. 18 non si fece affatto spaventare: si abbassò repentina evitando
un paio di pugni da parte dell’altro, fece un passo laterale sinistro e dopo
essersi rialzata colpì con una gomitata l’ampia schiena vestita di quella
divisa scura e alla fine pure quell’individuo crollò sotto quella
potenza robotica.
La
ragazza si mise composta nel bel mezzo del ring e incrociò le braccia al petto
osservando il fratello che a poca distanza concludeva
con un’ulteriore nemico: lo vide scattare rapido alle spalle dello sconosciuto,
lo colpì con un calcio alla base della schiena e repentinamente chiuse la mano
destra nella sinistra e colpì forte alla nuca facendo in modo che l’antagonista
sbattesse forte il mento a terra e creasse, al contatto, una piccola buca nella
quale la faccia sprofondò per la maggior parte. Il moro batté le mani una con
l’altra e dopo avere poggiato le stesse ai fianchi si osservò intorno notando
che gli avversari, omai numerabili sulle punte delle dita delle mani, li
circondavano disposti a raggera. Lui si avvicinò a
lei con estrema calma mentre quest’ultima,
con una freddezza disarmante, si guardava attorno contando il numero di
sconosciuti sconfitti fermandosi poi quando non riuscì a scrutare nessun’altro « Quarantuno … » affermò senza sentimento « …
Se includiamo questi qui in totale erano cinquanta esatti ». 18 si voltò verso il fratello e lo scrutò con occhi a fessura e
con la bocca arricciata in una smorfia indispettita « Quanto ci abbiamo messo?
». Il moro guardò un poco il cielo prima di scrutare con aria poco assorta
l’orologio elettronico che aveva al polso biascicando un poco prima di
rispondere « All’incirca cinque minuti ». La bionda
tornò a voltarsi verso i nemici continuando a dialogare con il fratello facendo
in modo che questi, anche se non fosse in grado di vedere il suo viso,
cogliesse la sua voglia di gioco « Ma allora che
facciamo? Gli lasciamo un po’ di anticipo? ».
Il
ragazzo sorrise malefico come se in realtà fosse l’essere più spregevole
dell’universo « Massì, diamogli cinque secondi di
vantaggio », si affiancò alla ragazza e vide il gruppetto unificarsi dopo che venne pronunciato da entrambi il primo numero …
«
Cinque … »
Un moto
di panico si instaurò nel branco composto da nove
individui e solo al numero successivo pensarono che quella fosse l’occasione
buona per allontanarsi.
« …
Quattro … »
Gli
stivaletti bianchi scivolarono spicci sul piastrellato sollevando un poco di
polvere prima di staccarsi da esso e quindi indicare i
“fortunati” si erano staccati da terra, diretti verso una meta lontana, con il
cuore in gola che pulsava spasmodico con la speranza in esso di avere salva la
vita dopo quegli sgoccioli che mancavano.
« …
Tre … »
17 e 18
alzarono entrambi il braccio destro con una lentezza spaventosa, un’indolenza
snervante che non fece altro che fare aumentare la paura nei fuggitivi e
l’apprensione nei pochi spettatori rimasti che, francamente, non speravano
altro che gli sconosciuti saltassero per aria circondati
da abnormi fuochi artificiali.
« …
Due … »
Lo spazio
che separava i ragazzi e i nove in fuga aumentava istante dopo istante ma benché questo si ampliasse costantemente per i
primi il bersaglio continuava essere piuttosto semplice. Sentendo il fuoco alle
chiappe gli scagnozzi di Babidi aumentarono all’impazzata la velocità andando a
tagliare le nuvole mentre i pochi di loro che avevano
ancora i contenitori per l’energia appresso, strinsero maggiormente a sé tali
oggetti per terrore che, se si fossero salvati ma si fossero presentati al mago
a mani vuote, la loro fine non sarebbe stata affatto differente.
« …
Uno … »
L’ultimo
numero risuonò forte e chiaro grazie ai due ragazzi e successivamente,
da entrambe le mani aperte verso il cielo, iniziò a formarsi una notevole onda
di energia che brillava di una luce propria, talmente luminosa da essere
accecante per molti (escluso Genio che aveva gli occhiali da sole …).
« … Tempo
scaduto » le onde vennero lanciate rapide e infatti,
con una velocità impressionante e impensabile, andarono a trafiggere il corpo
di un avversario a testa perforandolo completamente e lasciando che le budella
aliene precipitassero a terra preceduti dal corpo senza vita. I restanti non si
voltarono nemmeno indietro e scapparono come vigliacchi apparendo pertanto come
esseri non degni di nota.
17
abbassò l’arto e osservò con aria interrogativa la sorella che si apprestava a
fare altrettanto « Ne hai ucciso uno soltanto?! Perché? ».
18
socchiuse gli occhi ricordando un gatto « Potrei fare la stessa domanda a te
sai? » rispose acida con le braccia incrociate al petto. Il moro sbuffò mentre con una mano si portava una ciocca di capelli
dietro ad un orecchio « Ho voluto essere generoso perché pensavo che ti saresti
comportata da esagerata come tuo solito, credevo che li avresti seccati tutti
». La biondina non riuscì a sorridere ed anzi, la sua smorfia divenne ancora
più grave « Hoh … Ma che bel gesto … ».
« Tzk,
non credere … » disse il ragazzo allontanandosi con la netta intenzione di fare
ritorno verso la nipote (con la speranza che tra le mani della vecchia non gli
fosse accaduto qualcosa) « … Però forse è meglio così
sai? ».
« E perché? » domandò spiccia 18 mentre
con un salto scendeva dal ring prima di effettuarne un altro per balzare sulle
gradinate, luogo dove il gemello la precedeva. « Semplice … » mormorò lui senza
voltarsi « … Magari quelli chiameranno i rinforzi e quindi ne
arriveranno altri ». La breve passeggiata si concluse
e pertanto i due si ritrovarono nuovamente davanti al gruppo di sbarbatelli che
in parte si erano riparati sotto ad un cumulo di macerie vicino alle quali
l’intraprendente Videl e uno Yamcha senza giacca
fungevano da guardiani: la ragazza, nonostante non avesse alcuna ferita
visibile sul corpo, faticava a rimanere in piedi mentre l’uomo, nonostante la
sua intelligenza rasentasse il minimo indispensabile, continuava ad osservarsi
attorno insicuro che i pericoli fossero terminati. La piccola base trovata
sembrava essere sicura: due larghe lastre di cemento armato incastrate tra loro
formavano una tettoia sotto la quale i nascosti stavano strettini
ma se non altro si sentivano al sicuro, l’ingresso poi
era bloccato per la maggior parte dalla stazza imponente di Juma,
il padre di Chichi, che appena comprese che il pericolo era passato sgombrò
l’ingresso lasciando respirare i presenti. Tutti uscirono con le gambe
formicolanti, chi più e chi meno, tranquilli mentre invece il vecchio maniaco,
che aveva un bello stampo rosso a forma di mano sulla guancia, se la rideva
perché era riuscito a sfiorare una delle curve provocanti dell’azzurra che fino
a poco prima gli sedeva vicino. La signora Bunny fu
una delle ultime da uscire dal rifugio con in braccio
la bambina sorridente e assolutamente incolume che, appena vide la mamma,
iniziò a dimenarsi per conquistare le sue braccia, cosa che avvenne dopo pochi
attimi sotto lo sguardo un poco deluso dello zio 17. Il moro continuò a
guardarsi attorno poiché non aveva visto la persona
alla quale aveva delegato una parte di responsabilità ma prima che potesse
formulare qualsiasi domanda la bionda dal sorriso perenne gli cinse un braccio
rispondendo alle domande che il giovane non aveva ancora formulato « Non ti
preoccupare caro, Chichi è soltanto andata in ricognizione. Tornerà presto ».
L’interessata,
la moglie di Son Goku, apparve in lontananza, come una sentinella in cima alla
rupe di detriti, con una determinazione negli occhi spaventosa e con rapidi
balzi discese la montagnola raggiungendo i restanti terrestri iniziando
immediatamente a fare la bacchettona « Che macello!
Fortuna che Goten è con Trunks » iniziò con tono severo e con le braccia
puntate ai fianchi procedendo a dire la sua « Adesso
penso che sia inutile rimanere in questo postaccio, dove andiamo? ».
Bulma
assottigliò gli occhi iniziando a pensare alle successive mosse che avrebbero
dovuto compiere « Umm … Stare qui non sarebbe sicuro anche se abbiamo avuto una buona scorta … » pronunciò
alludendo ovviamente ai due cyborg « … Potremmo andare a casa mia se volete ».
« Sì, mi
sembra una buona idea » ammise il signor Brief mentre
si inginocchiava verso terra per raccogliere un felino che aveva fortunatamente
ritrovato. La maggior parte acconsentì alla proposta ma
un soggetto posrse una domanda sciocca che non
avrebbe avuto bisogno di risposte: Videl, barcollante
come se avesse combattuto mille guerre una dietro l’altra, si avvicinò alla madre del ragazzo per il
quale il cuore batteva d’amore e fu più umile che poté « Ve ne prego, posso
venire con voi? Sento che mi sentirei più tranquilla
».
Bulma e
Chichi si osservarono con uno sguardo languido e poi scrutarono nuovamente la
figlia di Mr. Satan che proseguiva ad osservarle con una mano sul cuore. La
seconda parlò con le braccia incrociate al petto e con un sopracciglio
sollevato « Certo che puoi venire Videl, non vedo
dove stia il problema e poi credo che Gohan non troverebbe cortese se io non
accettassi non me la perdonerebbe. E
poi ridotta come sei non è il caso di lasciarti sola … Ma perché fatichi a
reggerti? ». Il padre della donna aiutò Videl a rimanere in piedi « Ho perso la mia stampella e
purtroppo per colpa della distorsione fatico a camminare bene. Durante la fuga
poi ho messo male il piede un’altra volta e adesso mi
ritrovo così ».
Bulma
sorrise « Tranquilla, lo facciamo con piacere e adesso sono felice di
comunicare che avevo perfettamente ragione, che non ero affatto pazza come
dicevate voi! ». Genio si strinse al bastone e si schiarì la gola « He-Hem, riguardo a cosa? ».
L’azzurra
assottigliò gli occhi come per sottolineare il fatto
che avesse ragione « Io ve lo avevo detto che l’idea di risvegliare 17 e 18 era
fenomenale perché avrebbero protetto la Terra … Sono davvero soddisfatta di me
stessa! ». I presenti la osservarono un poco perplessi,
soprattutto i due gemelli che in quel frangente la ritenevano un poco pazza.
******
Nella
base di Babidi la faccenda stava andando un poco meglio per i malvagi: Darbula infatti, che aveva instaurato un duello contro Gohan (il
terzo della morra cinese), stava avendo la meglio contro il giovane sayan
perché il ragazzo, che si era allenato poco durante quegli anni di pace per
concentrarsi nello studio, dimostrava di essere al di sotto del livello medio
dei sayan puri quali Vegeta ed anche il proprio padre. Gli esclusi dalla lotta
osservavano pazienti e Piccolo, il vecchio maestro del
ragazzo, aveva cercato di intervenire più volte nello scontro ma Goku ogni
volta lo aveva fermato perché non gli sembrava giusto creare un torto nei
confronti del ragazzo. Per colpa delle piccole ferite inferte al giovane,
l’energia per MajinBu aumentava di minuto in minuto alimentando le speranze del
mago Babidi e parallelamente anche quelle del demone Darbula che sognava pure
lui la realizzazione del sogno del suo padrone.
Passarono
alcuni minuti nei quali Gohan, nonostante fosse trasformato allo stadio del
super sayan, riceveva colpi su colpi e quindi gli
spettatori iniziarono a dire la loro …
Crillin
incrociò le braccia al petto e piegò la bocca facendo una smorfia « Gohan è in difficoltà secondo me, se va avanti così regalerà troppa
energia a Babidi ». Vegeta ringhiò andando a prendere per il bavero il povero
Goku « Hei Kaharoth! … » gli sbraitò contro il principe con seria irritazione «
… Il tuo marmocchio sta facendo troppo casino per i miei gusti, se non la
smette lo sostituirò presto! ».
« Suvvia Vegeta, sii paziente. Credo che a Gohan gli ci voglia
soltanto un po’ di tempo in più per ingranare la marcia, tutto qui. Vedrai che
ce la farà » supplicò l’eroe della Terra in direzione dell’uomo tenebroso che però non aveva ancora concluso la sua discussione: « E’
proprio una terza classe come te. In ogni caso credo proprio che uno come Trunks possa fare dieci volte meglio al suo posto,
parola mia … » l’espressione di Vegeta divenne maggiormente schifata vedendo
l’ennesimo colpo inflitto al personaggio che rappresentava la sua fazione « … E
pensare che ha in parte eliminato Cell … Incredibile, eppure è uno strazio
guardarlo ».
Trunks
osservò un poco Goten « Dai papà, diamogli ancora un po’ di tempo … ».
Il
principe si allontanò senza rispondere mentre Gohan
subiva ancora …
… Continua …