Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: Tabheta    16/03/2015    3 recensioni
AU!/SoMa (più altre coppie di contorno)
I nostri ragazzi saranno alle prese con la gestione di un bar. Tra incidenti, disastri e concorrenza, troveranno anche il tempo per divertirsi e perché no, innamorarsi. Dal testo:
|“Mi scusi, ma i clienti non possono toccare il pianoforte” gli disse, negli occhi una scintilla di curiosità per quel ragazzo albino che sembrava più a suo agio con uno strumento che con le persone.
“Io non sono un semplice cliente” si sentì rispondere, un ghigno dipinto su quella faccia da schiaffi che aveva appena inquadrato ma già sentiva di detestare.
“Io sono Soul Eater.”|
-Momentaneamente sospesa a causa ottusità dell'autrice, che sembra interessata a tutto tranne che a continuare la long, singh-
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Maka-chan la colazione è pronta, nya!” la voce leziosa di Blair la risvegliò dal sonno. Saltò giù dal letto non appena realizzò che la ragazza la chiamava, spaventata dal fatto che potesse di nuovo infilarsi tra le lenzuola e darle il buon giorno, soffocandola con il suo seno prosperoso.
La vita domestica con un membro in più le ricordava i vecchi tempi in cui c’era anche sua madre, solo che era molto più infernale, oltre al fatto che Blair cucinava da schifo. Al mattino doveva sorbirsi i flirt della strega e di suo padre e buttare giù una colazione terrificante, quasi sempre a base di pesce.
Ancora trafelata e con una codina al contrario –la sera prima si era scordata di scioglierle, si diresse al bagno per prepararsi, cercando di allisciare le pieghe sul suo pigiama rosa, che la faceva sembrare ancora più bambina di quanto già non fosse. Dopo una rapida vestizione si diresse in cucina per scoprire la colazione del giorno, o meglio, il pesce del giorno.
“Dormito bene tesoro?” la voce di suo padre, le parlò da dietro un giornale. Non che lo leggesse sul serio, aveva solo bisogno di una scusa per guardare indisturbato le forme di Blair.
“Una meraviglia.”
Il problema era il risveglio, ma questo preferì non dirlo. Era ancora arrabbiata con suo padre per l’indesiderata coinquilina che si era portato a casa, pertanto non gli rispose più se non a monosillabi. Ingurgito un quarto della sua porzione di sgombro, si alzò ed uscì, pronta a cominciare un'altra giornata di lavoro.
 
~

A conti fatti la presenza di Soul Evans non era poi così male. Certo, in due giorni avevano discusso e attaccato briga un numero indefinito di volte, ma in fondo era un bravo ragazzo, stava lentamente imparando a fidarsi di lui.
Aveva scoperto che era sì un figlio di papà –come aveva sostenuto sin dall’inizio d'altronde, ma sapeva anche essere molto alla mano e, sebbene peccasse spesso di arroganza, era perfettamente sopportabile.
Rispettava i suoi spazi –Maka aveva capito che era un tipo schivo dalla prima volta che lo aveva visto, e per questo gli era grata, odiava i tipi troppo invadenti (chissà perché il nome di Black*Star gli comparve in mente come a voler confermare la sua affermazione), occasionalmente sapeva anche essere gentile con i clienti.
Avrebbe giurato che la clientela femminile, da quando lo avevano assunto, era decisamente aumentata, in fondo non si poteva certo dire che non fosse affascinante, a modo suo –questo ovviamente non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, nonostante sapesse essere insopportabile, sarcastico, fastidioso e avrebbe potuto continuare per ore ad elencare sfilze di suoi difetti.
L’unico problema con lui erano i vari nomignoli che le affibbiava e più di una volta aveva cercato di farglieli dimenticare con un deciso Maka-chop. Così era cominciata anche quella mattina, con un turno di apertura insieme e un ‘buongiorno senzatette’ di troppo, che l’aveva fatta implodere come una mina, il resto è storia.
“Ancora mi chiedo perché abbiamo assunto un idiota come te!” l’esordio di Maka, in quella che aveva tutte le carte in regola per diventare una rissa coi fiocchi, non fu dei più gentili.
“Se Kid non te l’ha detto, non devi certo chiederlo a me!” le rispose Soul ancora massaggiandosi la testa offesa.
“Che avrebbe dovuto dirmi scusa?”
Maka era certa che stesse nuovamente cercando di metterle il nervoso tirando fuori discorsi che non avevano il minimo senso, forse nel tentativo di distrarla dalla sua sfuriata, ma poteva stare sicuro che stavolta non attaccava.
“Davvero non te l’ha detto? Quel Kid è più strano di quanto pensassi…”
Su questo non poteva certo dargli torto, si era resa conto per la prima volta della stranezza di Kid in prima elementare, quando aveva tagliato con le forbici la treccia di una loro compagna perché secondo lui era storta. Per lei, che lo conosceva fin da bambino, le sue bizzarrie erano ormai parte della routine.
Effettivamente con quel discorso era riuscito a farle sfumare la rabbia e ad accenderle un barlume di curiosità, come facesse a raggiungere sempre il suo scopo, Maka non lo sapeva.
 
~

Quello stesso pomeriggio Kid proclamò un’ ennesima riunione straordinaria, felice come una pasqua.
“Ragazzi ho grandi notizie!” esordì giulivo, tra le braccia una miriade di volantini avvolti a mo’ di papiro.
“Ci risiamo…” la voce rassegnata di Liz precedette quella dei suo colleghi. Ricordava che una volta, ispirato da un qualche stupido programma televisivo per bambini, aveva vestito Liz e Patty da mascotte –lei si era rifiutata di prestarsi ad una simile buffonata ovviamente, e le aveva fatte andare in giro per la città con appeso un cartello pubblicitario del locale mentre lui col megafono le seguiva cercando di dare al Death Café una maggiore visibilità. L’unico giovamento che ne avevano tratto era che erano riusciti a liberarsi di Kid per buona parte della giornata, anche se questo valeva unicamente per lei e Chrona, che erano rimasti al locale. Quel giorno fiutava la stessa aria di allora.
“Ta-dà!” proclamò srotolando uno dei tanti volantini che portava tra le braccia.
Un coloratissimo depliant che portava il titolo di “Music Café” si srotolò davanti ai loro occhi. Le lettere rosse e gialle del titolo erano intersecate da chiavi di violino e note musicali, mentre la dettagliata illustrazione di un pianoforte a coda affiancato da alcuni strumenti faceva capolino sulla carta traslucida del volantino. No, non poteva fare sul serio, non erano mica una banda di musicisti di strada, per la miseria!
Kid li fissava con la faccia di uno che si aspettava una qualche grandiosa reazione, ma tutto ciò che ottenne furono gli occhi di quattro dipendenti che lo fissavano in tralice, eccezione per Soul Eater, che fissava svogliato lo sfondo del suo cellulare, mentre Black*Star portava la maggior parte dei volantini che Kid non riusciva a tenere in mano da solo, sotto lo sguardo apprensivo di Tsubaki. Deluso dal risultato poco entusiasta, dopo un colpo di tosse smorza tensione, riacquistò la sua tipica aria pacata, cercando di non dare a vedere la sua quanto mai palese insoddisfazione.
“Di che si tratta Kid?” disse Maka, più per non offenderlo che per reale curiosità, visto che stava cercando di mantenere la calma e non strozzarlo con uno dei suoi papiri.
“E’ un progetto che mi ha suggerito Tsubaki e con cui ho già discusso con il qui presente Soul Evans…” tutti gli occhi si puntarono su Soul, che li degnò di un misero sorriso aguzzo. Possibile che tutte le peggiori trovate provenissero da lui?
“… non so se ve ne ha già parlato, ma è da poco tornato da un periodo di studi a Londra, in una prestigiosa accademia musicale, così ho pensato che questa potesse essere la soluzione a tutti i nostri problemi!”
Molti dei tasselli che affollavano la sua mente cominciarono finalmente a quadrare. Ecco spiegata l’assenza di Tsubaki e Black*Star, che probabilmente in quei giorni stavano aiutando Kid col progetto –anche se si chiedeva come potesse essere d’aiuto l’azzurro, e la discussione di quella mattina con Soul. Tutto le appariva chiaro. Chiaramente incasinato, di questo passo non sarebbe riuscita a rilassarsi nemmeno a lavoro –aveva rinunciato alla sua tranquillità domestica con l’arrivo di Blair.
“Cosa credi che potremmo fare, non siamo mica dei musicisti come quello là noi! Non abbiamo l’attrezzatura, o gli strumenti necessari, e nemmeno ce li possiamo permettere!” Maka diede voce ai pensieri di tutti loro.
“Ho dato fondo a tutte le mie conoscenze, un amico di mio padre è disposto a prestarci casse amplificatori e microfoni, mentre il Signor Excalibur ha acconsentito ad affidarci alcuni dei suoi strumenti del dodicesimo secolo.”
Una faccia disgustata nacque sul voltò di Kid al ricordo di ciò che era stato costretto a sopportare per ottenere quegli strumenti, un tea di tre ore con quello squilibrato che non la smetteva più di parlare.
“Ma Kid, noi non siamo una vera band!” Liz ancora cercava di farlo ragionare.
“Io però so suonare il triangolo Kid-kun!” esclamò Patty propositiva.
“Ma-ma io non so come ccco-comportarmi con le scale e le note musicali!” un Chrona in preda ad una crisi isterica si ripiegò su sé stesso animato dalla disperazione.
“In guerra bisogna arrangiarsi! In qualche modo impareremo, è la nostra ultima speranza di risollevare il locale, immagino che questo interessi anche voi…”
Come se lui sapesse cosa voleva dire arrangiarsi, anche se anche il locale fosse fallito, Kid restava comunque di buona famiglia e non avrebbe perso nulla. Dal fianco del moro, Tsubaki la occhieggiava apprensiva, probabilmente aveva captato i suoi pensieri dalla faccia frustrata che stava indossando.
“Cosa conti di fare?”
Era inutile girarci intorno, Maka voleva arrivare subito al succo del discorso.
“Faremo delle prove, dobbiamo prima definire il nostro livello di conoscenza musicale, anche Oz e Harver si sono offerti di darci una mano.”
Maka era certa che sarebbero riusciti a trasformare il tutto in una sessione di casting dei poveri.
“Nessuno qui ha chiesto il mio parere” esordì Soul, come risvegliato dal coma in cui era caduto.
“Pensavo che… Insomma, ne avevamo già parlato…” cercò di intavolare un discorso Kid.
“Non mi pare di aver detto che accettavo.”
Kid, spiazzato, lo fissò in tralice. Insomma, aveva messo su tutto quel teatrino per lui.
“Credevo che…”
“Non mettere fretta a Soul-kun, Kid, dagli del tempo per decidere.”
Tsubaki, che era stata silenziosa per buona parte del tempo, era intervenuta per la prima volta da quando quella deprimente riunione era cominciata.
“Yahoooo, finalmente il big qui presente avrà la fama che si merita!”
L’atmosfera tesa fu interrotta da Black*Star, che lanciati come coriandoli tutti i volantini che teneva in mano, riacquistò la sua normale iperattività.
“Forza Soul, non dirmi che non vuoi diventare famoso anche tu! Se suonerai come si deve potrei anche concederti un duetto con l’illustre sottoscritto!” la tipica risata esagitata che lo caratterizzava si disperse nell’aria, riportando un po’ di allegria negli animi turbati dei dipendenti del Death Café.
Finalmente l’atmosfera giuliva che da sempre contraddistingueva il loro locale tornò a regnare sovrana, non avevano nulla da temere finché erano insieme, in un modo o nell’altro sarebbero riusciti a superare anche questo momento difficile, Maka non riusciva a non esserne certa, mentre guardava i suoi amici che ridevano e scherzavano tra loro animati dall’entusiasmo di Black*Star –alla fine un’utilità l’aveva anche lui.
Occhieggiò verso Soul che stava scherzando con l’azzurro, sembrava tranquillo nonostante l’uscita di poco prima. L’albino la sorprese a fissarla, nei suoi occhi rossi uno sguardo indefinito che non fu in grado di decifrare appieno, Maka lo ricambio con un sorriso ottimista.
In fondo non avevano nulla da perdere, avevano già toccato il fondo no? Era il momento di risalire.
 
 ~


Note: Ciao a tutti biscottini belli! Ho avuto problemi vari ed eventuali (la maggior parte di essi causati dalla mancanza di luce per colpa di una nevicata record -.-), ma alla fine sono riuscita a partorirlo, questo capitolo! ^^”
Che dire, io vi ringrazio, siete dei precious babies, avete messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate e recensito, vi adoro, però mi scuso per non aver risposto alle recensioni (aye, di nuovo, spero non diventi un’abitudine ahahah) ;.;
Mi sono divertita particolarmente a scrivere questo capitolo e spero possiate godervelo anche voi almeno la metà di quanto ho fatto io <3
 
  
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