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Autore: rosa di vetro    06/04/2015    3 recensioni
Cosa fai quando la vita, la tua famiglia e il tuo cognome ti costringono a essere sempre forte? Quando, oltre ai tuoi problemi, se ne aggiunge un altro? E, soprattutto, quando il tuo più grande problema è lui, Scorpius Malfoy, il più dolce dei problemi e il più amaro degli amori?
Cosa succederebbe se il mondo magico fosse una monarchia? Se le due famiglie che si contendono il trono fossero i Potter e i Malfoy? E, se per evitare una guerra imminente, decidessero di fare un patto di pace che preveda il matrimonio del prinicpe ereditario Scorpius con la regina Lily?
Se volete scoprirlo, entrate! Non resterete delusi (almeno spero)!
Storia betata da Lady Viviana
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Harry/Ginny, James Sirius/Rose, Lily/Scorpius, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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LA METÀ DI UNA BUGIA NON FA LA VERITÀ 
 
 
Interrompo il flusso dei miei pensieri, escludendo il mondo esterno.
*Ti prego, evoco il tuo aiuto!* penso, mentre attingo alla fonte.
La fonte è ciò che di più sacro esista, è la consistenza stessa della magia pura, l'Exoren.
 
Quando riesco a stabilire la connessione con essa, la risposta è immediata e il flusso di energia mi invade, provocandomi una serie di scosse.
Cerco di controllarmi, mentre procedo verso il centro della sala, dove i Consiglieri, riuniti in semicerchio, attendono con pazienza di essere congedati.
Non bado a loro per il momento, mi dirigo verso il lato opposto, dove Scorpius, teso, attende indicazioni.
Il flusso di energia ormai è quasi alla sua massima intensità.
L'energia, in fondo, è magia, ma solo molto meno incline ad essere domata e sfinisce in poco tempo chi cerca di controllarla, infatti è meglio staccarsene al più presto.
- Ti porterò io nel tempio del Supremo Consigliere – dico a Scorpius.
Mi sposto verso la parete laterale e, finalmente, sprigiono l'energia.
Scorro le dita lungo la scritta, quasi a volerla ricopiare.
Dalla punta delle mie dita si libera magia, che, guidata dalla mia volontà, non oppone resistenza, abbandonandosi subito, per poi incastrarsi nella serratura.
Quelle rune scritte, infatti, non sono altro che codici magici usati un tempo per dividere le varie dimensioni. E quindi fungono un po' da porte per l’Alta dimensione.
La serratura scatta, ma non è così semplice, e ancora una volta devo fare uso della magia per liberarmi del sigillo.
Un crack, seguito da un momento di silenzio, indica la conclusione dell'operazione, mentre uno squarcio di luce ne segna la riuscita.
La luce è talmente intensa da accecarmi.
Sposta lo sguardo per individuare Scorpius e con un cenno gli indico di  passare.
Il mio sguardo s'incrocia col suo per una frazione di secondo, giusto il tempo di alterare il mio battito cardiaco.
Nei suoi occhi limpidi capto tensione, perplessità, ma subito esse, come un lampo a ciel sereno, scompaiono sotto quella barriera di autocontrollo che ci ostiniamo entrambi ad alzare l'uno contro l’altro.
Mi riscuoto quando lo vedo avanzare verso la porta, attendo che mi oltrepassi e poi sposto lo sguardo verso i Consiglieri.
Essi, immobili, attendono ancora di essere congedati e non li faccio attendere oltre ancora
- Potete andare, tornate a proteggere i vostri templi e a custodire le vostre pietre - annuiscono e con un inchino si smaterializzano l'attimo dopo.
 
Non potendo più aspettare, mi affretto a passare e poi a richiudere lo squarcio, rimettendo il sigillo.
Faccio un sospiro, mentre tutta l'energia che la magia faceva muovere insieme all'ossigeno nel sangue scompare.
Alzando lo sguardo, vedo Scorpius intento a guardarsi intorno e William dall'altro lato rivolto, invece, nella mia direzione.
Lo raggiungo velocemente.
- Milady, è un piacere vedervi, come sempre - dice William facendo una reverenza, per poi rialzarsi in attesa degli ordini.
- Supremo Consigliere… - gli faccio un cenno di saluto.
- Chiederei come state, ma ho l'impressione che non sia la domanda giusta - sposta lo sguardo verso Scorpius.
Seguo la direzione del suo sguardo e osservo il profilo slanciato dell'uomo. Torno con lo sguardo verso di lui
- Ha ragione, non lo è. – poi incontro il suo sguardo - Sono qui per parlare, anzi, per chiedervi di svolgere immediatamente l'investitura di Scorpius -
Il silenzio tra di noi si fa per un attimo pesante.
- Non puoi chiedermi questo, Lilian. –  incrocia le braccia, passando al tu – Sai bene cosa potrebbe succedere. Se scoprisse chi sono io, sarebbero guai. Sai benissimo cosa sarebbe in grado di fare – dice, abbassando la voce.
Sento la tensione nella sua voce e so benissimo a cosa è dovuta.
Se Scorpius sapesse... Rabbrividisco. Non può succedere.
- Non ti preoccupare, non può succedere niente. Sono passati anni e poi indossi la maschera. È tutto sotto controllo, come potrà scoprirlo? -
- Capisco… Non è un mio problema e lo sai, ma sei sicura di ciò che stai dicendo? Non puoi affidare il tutto ad un altro consigliere? Sarebbe più sicuro e logico -
- Non sarebbe la stessa cosa e lo sai bene -
- Cosa importa? Un tempo ha tentato di ucciderti, ha uccis...-
Sgrano gli occhi, faccio un passo indietro * non posso credere che l'ha detto*.
Gli intimo con una mano di fare silenzio e di non aggiungere altre parole, e lui capisce come sempre.
- Come vuoi, Lilian. Sai che ti voglio bene. Da anni lavoriamo insieme, e ormai posso provare a esserti amico, ma sai che in certe cose non posso aiutarti e nemmeno appoggiarti. Me lo vietano le nostre innumerevoli leggi. Certo, questa volta non c'è niente di sbagliato in quello che mi hai chiesto, hai semplicemente esercitato un tuo diritto e io, come tuo suddito, devo obbedire, ma, a causa di quello che è successo un tempo, non mi sembra un’idea saggia. Penso tu sappia che, nonostante tutto, sono comunque affari tuoi e qualunque cosa succederà, sarà sotto la tua totale responsabilità. Quindi, ne se davvero sicura?  - mi guarda dritto negli occhi, mentre parla.
- Ne sono sicura – rispondo - Mi dispiace, volevo avvisarti prima, ma sono rimasta bloccata da quel lavoro  nella cella. Un altro giorno, però, verrò e ti spiegherò tutto quello che è successo lì. - Abbasso lo sguardo per una frazione di secondo, il tempo di elaborare tutto quello che mi hai detto, e poi lo rialzo, ma i miei occhi, prima di incontrare quelli castani di William, ne incrociano un paio grigi e liquefatti, che ardono talmente tanto da indurmi a distoglierlo immediatamente. 
La sua presenza così vicina, però, mi fa corrugare la fronte.
*Cos'è, ci sta origliando? Perché, se è così, non so se ridere, o piangere o andare contro qualche parete a sbattere più volte la testa.*
Schiarisco la voce e rivolgo l'attenzione verso l'altro - Dunque, come ti ho già detto prima, chiamami quando finite, sarò qui per la seconda parte. Buona fortuna. A presto! - taglio corto, facendo un passo indietro.
- Sempre ai suoi ordini, mia Regina. - esprime con solennità, abbassandosi per un'altra reverenza.
Evito di rispondere, ma capisco comunque il messaggio nascosto tra le righe. Come se non avessi già capito dal suo sguardo che mi sto mettendo in grossi guai. Ma… che cosa posso fare?
Anche se è rischioso, lo sto facendo per il bene di tutti e soprattutto quello di Scorpius.
Lo odio da morire, ora più che mai. Averlo sempre così vicino, non mi aiuta a dimenticare; al contrario, da quando è qui, sempre pronto a leggermi l'anima con quei suoi occhi grigi, mi sento debole, circondata da stupidi e dolorosi ricordi, che fanno crollare tutte le mura che mi sono costruita negli anni. Mi fanno sentire impotente, mentre tutto va a fuoco, bruciando in mille pezzi.
E, nonostante ciò, non riesco a capire perché continuo ad aiutarlo, quando potrei vendicarmi e fargli provare tutto il dolore che lui mi ha causato a me per anni. Ma, non solo non lo faccio, ma lo aiuto anche e lo proteggo da tutto, come se in qualche modo potesse essere contaminato da tutto il dolore che regna sovrano tra queste mura e da cui non si può scappare, una volta entrati. È uno stupido e io ancora più di lui.
 
Mi muovo rapidamente in senso opposto, sperando che almeno questa volta tutto proceda al meglio e senza problemi.
Faccio solo alcuni passi, quando d’istinto, mi fermo.
Non dovrei né guardarlo, né parlargli, ma sono una stupida e perciò apro la bocca e mormoro un - Fa' del tuo meglio! - prima di andarmene, consapevole che, come ogni volta, ci sono cascata e che continuerò a farlo all'infinito, perché sono una persona masochista e innamorata. Che bella combinazione!
È uno stupido e io lo sono ancora più di lui. Che bellezza!
 
Il portale si apre immediatamente, nel momento stesso in cui attingo alla fonte.
Non cerco di tenere stabile l'energia e controllarla, tanto ne ho richiamato solo il minimo indispensabile per poter aprire un portale e tenerlo aperto per meno di trenta secondi.
Infatti, una volta attraversato, esso scompare subito, lasciando la stanza di nuovo nella penombra.
Lasciata vuota dai Consiglieri, la sala delle riunioni sembra inquietante, e troppo fredda e buia, nonostante la presenza delle fiaccole accese sulle pareti.
Faccio un passo in avanti e mi guardo attorno.
Vedo il calice dell'Exoren sopra il tavolo, proprio dove l'ho lasciato e mi affretto a rimetterlo nella sua postazione, e poi risalgo le scale e torno nella camera da letto.
La luce m'investe non appena metto piede nella stanza. E la cosa mi stupisce non poco, tanto che resto a bocca aperta, mentre una brutta sensazione s'insinua nella mie viscere.
Mi sposto quasi di corsa verso la finestra, sbattendo contro il letto e producendo un rumore assordante. La raggiungo un po' dolorante, guardo fuori dalla finestra e il mio sguardo corre rapido lungo il giardino, le praterie e il bosco che appartengono alla Villa.
Tutto quel territorio é coperto da una cupola di energia, nota a tutti quelli che abitano nel Castello. 
Poi, alzando lo sguardo, vedo la neve che cade sulla cupola e scivola lungo le pareti. Abbassandolo, invece, noto che dentro la temperatura è mite e non c'è la neve.
L'indizio che cerco, però, è molto più in alto: il sole.
Si dice che il sole sia ciò che di più vicino esista a un dio, che dall'alto vigila e sorveglia gli uomini, indicando loro la direzione giusta da seguire.
Non so se sia vero, però in questo momento l'unica cosa che indica è l'ora.
E questa non è quella che dovrebbe, perciò rifletto un attimo su cosa è successo finora.
Ho chiamato Sieli alle dieci di sera e, dopo averla vista, ho subito bloccato il tempo.
Era inevitabile che rimanesse fin quanto io stessa non lo avessi sbloccato, perché è l’incantesimo più complesso che ci sia e, soprattutto, nessuno può farlo a parte chi l’ha lanciato.
Il punto allora è: come è possibile che sia mattina?
Mi alzo, accorgendomi solo in questo momento di essere seduta sul bordo del letto e mi dirigo verso la porta.
Quando sono ormai con una mano sulla maniglia, però, cambio idea e torno indietro, dirigendomi verso la parete opposta.
 
***
 
Mi muovo con lunghe falcate verso il centro dell'edificio.
Il rumore delle suole sul pavimento riecheggia nella sala.
- Lilian, di nuovo qui… - alzo lo sguardo, incontrando il viso familiare di William.
- Non mi aspettavo una tua visita - continua lui, osservandomi dalla sua poltrona.
- Lo so, ultimamente mi presento senza preavviso e con un sacco di problemi, per giunta - replico.
Mi indica la poltrona di fronte alla sua e torna a sorseggiare dalla sua tazza.
Mi guardo attorno, mentre mi avvicino e noto subito che l'acqua nella fontana è ferma e la clessidra posta sopra di essa è illuminata da una luce blu e ruota impazzita in senso antiorario. 
- Scorpius - alzo lo sguardo verso il mio interlocutore per porre la domanda.
- È ancora preso dalla sua prova -mi anticipa.
Sospiro, sentendomi più a mio agio, e mi rilasso un po'.
- Meno male, ho bisogno di parlarti prima che arrivi - il mio stato di calma se ne va non appena ricordo il motivo della mia visita.
- Suppongo che sia successo qualcosa di importante se sei qui per la seconda volta in meno di un’ora – dice, tranquillo, versando del thè in un'altra tazza, che poi mi porge.
Mi metto dritta e l'afferro  - Decisamente sì - mescolo lo zucchero.
- Latte? - mi offre.
- No, grazie - poso il cucchiaio nel piattino e vedo la maschera messa lì vicino.  Alzo lo sguardo e so per certo che non mi attendeva così presto, quando ho detto che mi sarei fatta sentire.
- Sta succedendo qualcosa di strano… - prendo un respiro.
- Più di quello? - mi indica la fontana
- Non lo so, non so cosa sia, il che è peggio - continuo ingorgando la sua affermazione.
Alza un sopracciglio, mentre mi guarda.
- Ho bloccato il tempo prima di venire qui - mi fermo un attimo e, dopo aver ripreso fiato, continuo - Non dava segno di essere rimasto bloccato a lungo, quando sono tornata. È mattina, là fuori e sta scendendo anche la neve - poggio la tazzina sul tavolo per evitare di farla cadere dato che tremavo - Una neve che non è nemmeno normale, me lo sento. – aggiungo, dopo un po'.
William resta in silenzio, pensieroso.
- Ho chiesto a Rose di chiamare Hugo e di farlo venire qui. – continuo, non ricevendo risposta. Incontro il suo sguardo e, notando che probabilmente non ha idea di chi sia, aggiungo - Suo fratello, mio cugino -
- Le hai detto qualcosa? - chiede alla fine.
- Certo che no! - m'interrompo un attimo per ordinare le idee - non sa niente delle protezioni che ho installato a casa sua, né degli agenti di sorveglianza. Pensa che ci siamo riviste dopo anni di separazione e le ho detto che vorrei rivedere Hugo perché mi è mancato molto anche lui.-
- Nell’assemblea con i Consiglieri abbiamo parlato anche delle marche. A quanto pare sono a rischio per via della barriera, che non si estende abbastanza, e, come ben sai, le città babbane sono tutte hai sui confini, quindi anch'esse sono in pericolo. Per questo ho preferito chiedere a Rose di restare un altro po' e ho invitato Hugo. -
- Capisco, Lilian, ma fino a quando puoi trattenerli? - incrocia le braccia.
- Con Scorpius e grazie a tutti i poteri che gli spettano, sono sicura che la barriera si ristabilirà. Anzi, penso che sarà anche più potente e che non ci sarà più niente di cui preoccuparsi dopo. -
- Questo è tutto da vedere. Al momento non c'è una certezza, come fai a essere sicura che succederà come dici? -
- Non posso, infatti, ma lo spero… -
 
***
 
Il vento soffia forte, spettinandomi i capelli postandoli prima in una direzione e poi in un'altra.
Una serie di brividi mi percorre tutta la schiena, mentre la scena arrivava di nuovo alla sua fine. Poi solo il bianco e il silenzio innaturale intorno a me.
Sono seduto nel vuoto, appoggiato al nulla assoluto, ma questa situazione non dura in eterno. Lo so perché è una scena che si è già ripetuta per due volte di seguito. Questione di attimi, prima che tutto ricompaia: l'erba verde, curata e leggermente umida per la rugiada della notte precedente, gli alberi possenti che, per quanto scossi anche loro da folate di vento, resistono e infine loro – o, meglio - noi: due adolescenti che si avvicinano camminando lungo le sponde del Lago Nero, mano nella mano.
Il vestito della ragazza è rosa pallido, con un corsetto, stretto sui fianchi e delicato sulle spalle e sul seno, e una gonna vaporosa poco sopra il ginocchio. 
Il ragazzo, invece, indossa una camicia e dei pantaloni neri, i capelli lisci raccolti in un ordinato codino con un nastro verde.
I due passeggiano lungo la riva, godendosi il silenzio, dovuto all'assenza di alunni nel castello. Tutti, infatti, approfittando della gita, sono andati in giro per le vie di Hogsmeade, togliendosi la divisa.
Parlo di loro, anche se, in realtà, quei due ragazzi non sono altro che un me e una Lily di parecchi anni fa.
Siamo noi, ma, più me lo ripeto per convincermene e per collegare quella semplice parola “noi” con quei due ragazzi così diversi da quelli che siamo ora, ma non ci riesco.
Ora siamo sposati, è vero. Viviamo insieme, condividiamo la stessa stanza, però, nonostante questo, quel “noi” risulta inadeguato.
Sembra strano, pesante, rigido e, soprattutto, sbagliato.
 
Li guardo ancora: volti, parole e comportamenti così familiari che sembra impossibile accettare di vederli come due estranei, ma, d'altronde, io stesso mi sento estraneo a me stesso, in questo momento.
Sono cambiato così tanto dopo quella cosa...
 
Ciò che più mi destabilizza, però, non c'entra niente con la scena di per sé, ma con il modo in cui la sto guardando.
Una situazione assurda che non riesco a spiegarmi.
Sono io quello che cammina affianco a Lily, ma, al tempo stesso, sento di essere uno spettatore esterno alla scena, un terzo personaggio.
Sembra quasi come quando ci si cala nel pensatoio: vedo e sento i personaggi che agiscono secondo un ricordo.
In questo caso, però, il ricordo è anche mio e il protagonista maschile della scena sono sempre io.
Mi ritrovo quindi a reagire di persona a quello che succede e, al tempo stesso, ad osservarlo, passando da un ruolo ad un altro senza nessun controllo della cosa.
Non capisco la logica: un attimo sono lo spettatore che assiste alla scena seduto sull'erba e l'attimo dopo sono l'attore che recita una parte che conosce a memoria, senza capire perché lo sta facendo.
È così assurdo. Così irreale…
Percepisco in tutto il mio corpo che qualcosa in questo posto non va.
Lo sento e lo vedo anche: quegli strani riflessi di luce, l'immagine offuscata del castello e la sensazione sgradevole che sia tutto sbagliato, a partire dal fatto di essere qui in questo preciso momento.
Mi sento turbato, come un ateo che entra per la prima volta in un posto sacro.
 
Io so cosa succede dopo in questo ricordo, ce l'ho impresso dentro a grandi caratteri marchiati a fuoco e ed è la cosa peggiore di tutte, perché è ciò che accade che rovina tutto questo...
Se non lo sapessi, forse sarebbe diverso, mi godrei la scena per la terza volta, senza i dubbi, che non fanno altro che rovinare il ricordo.
 
Questo, infatti, è uno di quelli che non potrò mai dimenticare, perché, se da una parte è uno degli ultimi belli che ho, d'altra parte il dubbio che già da allora mentisse, mi uccide da dentro con una forza devastante, insopportabile.
Sospiro, senza alzare lo sguardo.
Non ho bisogno di alzarlo per vedere il sorriso che addolcisce le labbra di Lily.
Non mi serve avvicinarmi per sapere tutte le cinquanta sfumature di colore(1) che acquistano i suoi capelli, colpiti dai raggi del sole, in questo preciso istante.
Ci ho pensato troppo e l’ho rivissuto troppe volte per non saperlo.
Ne conosco ogni minimo dettaglio, eppure ogni volta è disarmante e troppo doloroso.
Non alzo lo sguardo come ho fatto le altre due volte, perché mi sono ripromesso di non farlo.
Sento un fruscio, ma non alzo lo sguardo nemmeno questa volta, perché non mi serve per intuire che è il momento in cui la giovane Lily si toglie le scarpe e cammina scalza, dondolandole in mano come una bambina.
- Lily, mettiti le scarpe, ti ammalerai! -
- Se vuoi, toglitele anche tu - sbuffa e io sorrido, immaginando il suo volto imbronciato.
Non voglio sorridere, ma è un azione involontaria.
Continuo a strappare fili d'erba, ma, nonostante il sorriso, non alzo lo sguardo, anzi, lo tengo rivolto verso il prato, cercando di mantenerlo là con tutta la mia forza di volontà.
- Allora, te le togli o no? -
- Non ci penso affatto! -
- Non sai cosa ti perdi! - e di nuovo sorrido, ricordando come si deforma il suo adorabile viso quando mi fa la linguaccia.
Mi trattengo dal ridere, ripensando a come gonfia le guancia, abbassa il labbro inferiore e mi guarda con uno sguardo prima di supplica, poi arrabbiato. Come una bambina... 
Serro le labbra in una linea sottile, mentre i muscoli si tendono automaticamente. Scuoto la testa, allontanando quel pensiero che di sicuro ne porterebbe con sé altri pensieri che non voglio.
Continuo a non alzare lo sguardo, perché non ne ho bisogno per sapere che Lily sta muovendo sulle punte dei piedi, prima su uno, poi sull'altro, dondolando le scarpe da un lato all'altro e rischiando ogni volta di perdere l'equilibrio. So che sta sorridendo e che alcune ciocche le stanno cadendo sul viso, dandole fastidio, che lei puntualmente le allontana e, incurante, continua a volteggiare, mentre i capelli si muovono assecondando il suo movimento.
Riconosco i sentimenti che invadono quel ragazzo.
Quella risata invade il mio cuore come so che sta facendo in questo momento nel suo cuore.
Riconosco la gioia e l'allegria che riempiono l'aria.
E finalmente mi decido ad alzare lo sguardo, non riuscendo più a trattenermi dal farlo: ci ho provato, ma é inutile. Il cervello, la ragione e la volontà possono poco contro la forza che nasce in me di fronte al bisogno che ho di Lily.
Non di quella che ho sposato, però, non della donna che ha distrutto tutto il nostro futuro e spezzato il mio cuore quando gliel'ho donato.
Improvvisamente, un lampo di rabbia m'inchioda al terreno, impedendomi di muovermi.
Tradimento.
La parola che più odio al mondo.
Assieme a quella donna, ovviamente. Non la perdonerò mai, piuttosto butto il mio cuore a terra e ci salto sopra con tutta la mia forza.
Nonostante ciò, però, non riesco a fare a meno di alzare lo sguardo.
La vedo e resto incantato, ipnotizzato dalla visione. Le mie dita si fermano e il respiro diventa irregolare.
Davanti ai miei occhi, invece, si svolge la scena che immaginavo.
*Lily, la mia Lily…* tremo, senza mai staccare gli occhi dalla ragazza.
- Dai, vieni - sorride volteggiando, offrendogli la mano - è una bellissima sensazione, essere a contatto con la natura. Sono sicura che ti piacerà, fidati di me. -
Serro la mascella, i miei muscoli si tendono di nuovo, ma non ci bado.
Lily ride, portando la testa all'indietro, e io sussulto a quel suono.
- Amore, lasciati andare. Dai, vieni! -
Si avvicina a lui in punta di piedi: sembra danzare. Poi, senza smettere di sorridere,  poggia male il piede, perde l'equilibrio e gli cade in braccio.
Cadono entrambi a terra, ridendo.
- Vieni qui! - lui cerca di prenderla, ma lei gli sfugge dalle braccia e si rialza rapidamente, sistemandosi il vestito e mettendosi a correre nella direzione opposta.
- Se ce la fai, prendimi! - e lui, senza smettere di sorridere, si toglie una scarpa e, saltellando, anche l'altra.
Poi è il turno delle calze, che finiscono dritte nelle scarpe.
- Arrivo! -  esclama, buttandosi all’ inseguimento.
I miei occhi continuano a seguire la scena, il mio corpo trema impercettibile.
Stringo le labbra, fermando il fremito, e continuo a guardare.
So cosa sta succedendo e so anche cosa accadrà dopo.
Non ho bisogno di ascoltare per ripetere le parole che i due ragazzi si dicono.
Ma continuo a guardare con la massima attenzione, è più forte di me, non riesco a smettere di pensare alla felicità e alla complicità che avevamo un tempo.
Una parte di me mi costringe a non muovermi, vuole riportare in vita questo ricordo, che, per quanto marchiato a fuoco nella mia mente, è sbiadito. Quella stessa parte vuole che non dimentichi mai, che cosa Lily ha fatto, con la sua abilità a recitare, a far soffrire le persone e a usarle a proprio piacimento.
Quindi li guardo correre, inseguirsi tra gli alberi e ridere spensierati, incuranti di quello che succederà poi.
- Ti ho preso! - sussurra il ragazzo, scosso dal fiatone, stringendola da dietro.
E io mi ritrovo a cercare di capire se già da allora mentiva.
- E ora cosa mi farai? - soffia lei, ruotando su se stessa e facendo sollevare il vestito di poco. Incrocia il suo sguardo - come minimo… - ribatte lui, tirandole una ciocca di capelli e facendosela girare tra le dita sottili.
- Come minimo…? - lo incalza Lily, poggiandogli le braccia sulle sue spalle senza però avvolgerlo completamente.
- Come minimo… - riprende, continuando il lavoro con la ciocca.
Inclina la testa e alcune ciocche probabilmente sfuggite dal nastro durante la corsa le cadono sul viso.
- Come minimo baciami - scioglie la ciocca dal dito e la porta dietro l'orecchio.
Facendo scorrere le dita sul suo viso, lui le alza il mento e, poggiando le labbra su quelle di lei, fa cadere l'altro braccio lungo i fianchi, stringendola a sé.
A quel punto non resisto più, mi agito, provo a calmarmi, ma alla fine scatto in avanti come una furia.
Dannazione, lei è mia!
Li raggiungo di fretta, e li guardo baciarsi e mi si secca la gola, mi si appanna la vista e mi diventa irregolare il battito cardiaco.
Li guardo divorarsi in un miscuglio di amore, dolcezza, passione e ancora amore.
Guardo Lily che si stringe a lui, affonda le dita nei suoi capelli e preme le labbra sulle sue, approfondendo il bacio.
Istintivamente, mi passo una mano sui capelli, riuscendo a sentire le sue dita e le sue labbra sulle mie.
Tremo un'altra volta.
Chiudo gli occhi, stringendomi nelle braccia, il torace si alza e si abbassa in modo brusco, ma non me ne curo.
Alcuni brividi mi percorrono la schiena, mentre le stesse immagini si ripetono nella mia testa e le sensazioni sono così… vivide.
Il presente e i ricordi si confondo, ma, d'altronde, sono la stessa cosa.
Vorrei essere io al suo posto, al mio posto.
Che ironia della sorte! Geloso di me stesso, di quello che un tempo avevo.
Vorrei andare lì, allontanarla da lui e stringerla tra le mie braccia.
Vorrei sentire il suo profumo e baciarle i capelli.
La guardo e mi avvicino di qualche passo, è così giovane, qui, avrà quindici anni al massimo.
La vedo sorridere e, insieme a lui, dirigersi verso il nostro albero, li vedo sedersi abbracciati e parlare.
Mi perdo a pensare alla Lily che è diventata, così diversa e uguale a questa ragazzina che ho paura anche solo a pensarci.
Gli stessi occhi, dello stesso colore, mentre la luce che possedevano è scomparsa.
I capelli sono rossi, come lo erano prima, ma anche questi sembrano diversi. Non perché li tiene più lunghi e raccolti in acconciature molto articolate; no, perché sembrano domati e non vivi, una furia, come erano prima, come lo sono ora in questo ricordo.
E il suo corpo: quello, invece, è maturato. Ha acquisito forma e tonicità.
Torno a guardare questa ragazzina e riconosco in lei tutto ciò che Lady Lily ha perso, tutto ciò che amo di lei.
E, improvvisamente, non sento più nessuna sensazione di gelosia o di desiderio per questa Lily.
Capisco che, in fondo, ciò che vorrei realmente è che Lady Lily, mia moglie, non avesse perso tutte quelle qualità che un tempo solo lei aveva.
A quel punto, le mie palpebre si fanno sempre più pesanti e un dolore mi scoppia nella testa. Aumenta a dismisura, a tal punto che mi metto le mani sulla testa e cado in ginocchio, la testa rivolta verso l'alto, gli occhi semi-chiusi e la bocca aperta in un grido muto. Comincia a soffiare un vento pungente, sempre più forte.
Gli occhi cominciano a bruciare, mentre la folata va aumentando di forza.
Sembra scatenarsi solo su di me, mentre fuori tutto si congela.
Gli occhi mi fanno troppo male, perciò metto un braccio davanti al volto per proteggerli.
I vestiti mi si attaccano al corpo e i capelli si spostano all’indietro, guidati dal vento. È così forte che sono tentato di togliere il braccio dagli occhi per portarlo su di essi; infatti, quest'ultimi sembrano strapparsi ad ogni folata, e il dolore è insopportabile. Stringo la mascella, tengo duro e, cercando di non cadere, metto tutta la forza nei piedi.
Ma poi, ad un tratto, tutto cessa e io, sorpreso, perdo l'equilibrio e cado all'indietro.
Ansimo, scombussolato, cercando di regolare il respiro.
*Mio dio, cosa è successo?*
Non ci capisco più niente.
 
***
 
- Come pensi reagiranno domani? -
Lily alza le spalle: - All'inizio non ne saranno felici - la sua voce è leggera - Ma poi papà capirà quanto è importante per me e allora stabilirà una pace tra le due famiglie. Sarà tutto perfetto - e sorride.
- Non puoi esserne sicura. -
- Perché no? Cosa può succedere di male? – chiede, scostandosi un po' dal tronco dell'albero per poterlo guardare meglio.
- Pensi davvero che tuo padre dimenticherà tutti i conflitti tra le nostre famiglie? Io non credo che il mio potrà mai accettare una relazione del genere, o scendere a patti con lord Harry. E nemmeno mio nonno. -
- Vedrai! -
- Non credi di prendere la cosa con troppa leggerezza? -
- Veramente no. Per me é molto semplice: Io ti amo, e tu ami me. Sono sicura che la fortuna sarà dalla nostra parte, fidati. -
- Riguardo cosa mi dovrei fidare, esattamente?- il tono di voce del ragazzo è retorico.
- Di me, del nostro amore, del destino... Fidati sempre del tuo cuore. - sorride.
- Questo discorso non ci porterà da nessuna parte, vero? - chiede il biondo, alzandosi.
- No - Lily gli prende la mano e lascia che la tiri su. 
Si alza una leggera brezza.
-  Almeno, Lily promettimi che... - comincia lui, ma subito viene interrotto da lei, che gli sfiora le labbra per zittirlo.
- Ti amo, e ti amerò sempre. Nessuno riuscirà a separarci, se restiamo uniti e continuiamo a fidarci l'uno dell'altro e ad amarci incondizionatamente. -
Scorpius scoppia a ridere *sei unica* pensa guardandola negli occhi e Lily lo segue a ruota *ti amo più della mia vita*.
 
***
 
Il dolore m'investe, la sensazione è devastante e terribilmente realistica.
Il vento si sveglia di nuovo e comincia a muoversi e soffiare da tutte le direzioni.
Cado in ginocchio e quasi svengo mentre urlo e urlo e urlo ancora.
Le labbra aperte e secche, la testa rivolta verso l'alto.
Soffia, punge, devasta, distrugge e poi ricomincia da capo.
Spalanco gli occhi, e resto inghiottito da un turbine e vengo sballottato ora in una direzione, ora in un’altra.
Vedo delle immagini e sento alcune frasi di sfuggita.
 
"Siete legati per l'eternità" a Hogwarts.

"Ora basta" Lily durante il ballo.

"Ascoltami bene, Scorpius: una volta ti ho affidato mia sorella. Mi sono fidato di te, ma non succederà di nuovo. Sarò molto chiaro: tu riporta Lily nello stesso stato in cui l'hai lasciata anni fa e ti assicuro che sei morto anche se tra pochi minuti sarai il re, non m'importa." Albus prima della cerimonia.

"Ti amo e ti amerò per sempre"
"Nessuno potrà separarci "
 
Mi viene il capogiro e anche la nausea, mi sento sopraffare e non riesco più a trattenermi.
Tento di muovermi, di oppormi ai movimenti che m'impone il vento, ma il risultato è un fallimento, le mani s'indolenziscono, la gola si secca a forza di urlare, la mente si offusca e gli occhi mi si appannano.
  
Non so per quanto tempo dura quella tortura, ma alla fine perdo la voce e la forza di gridare.
Non lotto più e lascio che il vento mi trasporti, finché non svengo, svegliandomi non so quanto tempo dopo.
Il tempo scorre, anche se io ne ho perso la cognizione.
E poi, non so quanto dopo, cado.
E intorno a me non vedo nulla, e resto disteso a respirare nonostante la fatica.
Solo alla fine, quando non riesco più a stare fermo, mi alzo.
Faccio qualche passo barcollando e poi vengo inghiottito dal buio.
Niente più dolore, niente più Scorpius, solo tanta stanchezza.
 
***
 
Mentre parlo con William, sento il rumore di corpo che cado e mi volto di scatto.
Quasi subito il mio reagisce correndo in quella direzione: il corpo di Scorpius è mal ridotto e scosso.
Lo aiuto ad alzarsi, e poi prendo il suo braccio e lo appoggio sulle spalle per tenerlo in equilibrio.
Quando alzo lo sguardo, William si sta avvicinando, portando nuovamente la maschera.
- È il caso, Milady, di portarlo a riposare - riprende a darmi del lei e capisco che siamo tornati la regina e il supremo consigliere.
- Certo - sposto il mio sguardo sul suo corpo e vedo la sua testa cadere in avanti.
- Prendete con voi la sacra coppa e, quando sarete arrivata, evocate tutto il potere che siete in grado di controllare, ma solo quando riuscirete a stabilire il legame, mi raccomando - mi avverte.
- Quale legame? -  sistemo come meglio posso il corpo inerme di Scorpius sul mio e torno ad ascoltare.
- Quello tra voi e vostro marito -
- Come faccio? -
- Penso che voi, lady, abbiate già una vostra teoria… - non mi piace la piega che sta prendendo la situazione.
- Un bacio - conclude lui, alla fine, dato che io non gli rispondo. Sussulto, sentendo un mugolio da parte di Scorpius.
 
***
 
Scosto le coperte e poi poggio Scorpius sul letto con delicatezza, cercando di non svegliarlo.
*Non mi aspettavo questo* sospiro, togliendogli le scarpe.
*Cosa sarà successo? Non può essere stata la stessa cosa accaduta a me.* lo metto comodo sul materasso e gli rimbocco le coperte.
Mi siedo accanto a lui, poggio la mano tremante sul suo viso e poi tra i capelli.
La sensazione è devastante, ma al tempo stesso indescrivibile, per quanto piacevole.
Scorro le dita sul suo profilo, disegnandone i lineamenti.
Mi perdo a studiarlo, poi, senza pensare troppo, mi abbasso e poggio le mie labbra sulle sue.
Il contatto dura un attimo, e poi mi scosto di qualche millimetro, ma resto comunque a guardarlo.
*Questo era per me, non ha niente a che fare con la seconda parte dell'investitura. In un certo senso, il tuo essere inerme ha giocato a mio favore, evitando tutti i problemi e i commenti che sarebbe sorti se fossi stato sveglio.*
Mi avvicino nuovamente, ma questa volta incanalo tutta la magia dall'Exoren.
Mi viene il capogiro e quasi svengo per il flusso di energia che m'investe. La velocità con cui gli atomi mi cedono l'energia è sorprendente.
Tutta quella magia è troppa in un colpo solo.
Ancora su di giri, mi abbasso e lo bacio di nuovo, ma questa volta lui contraccambia.
Resto sorpresa per un attimo, non mi ero accorta che si era svegliato e corrugo la fronte chiedendomi da quando.
Penso a cosa dirà dopo e spero che non dica niente.
Penso a cosa dirò io, ma alla fine lascio stare. Mi lascio andare e mi perdo tra le sue labbra e nei suoi capelli.
Mi sciolgo, a quel bacio, e mi sento invadere dal calore, un calore piacevole che mi riscalda da dentro e mi lenisce le ferite.
Più quel contatto continua, più scopro me stessa e con me lui, attraverso i sentimenti che emergono dalle profondità del nostro passato.
Un bacio è un ti amo sussurrato, è un uragano, un incendio.
E io brucio: mi sento in paradiso al centro dell'inferno e soffro con tutte le cellule del mio cuore perché fa male, male da morire sapere che devo mentire e far finta di niente ancora per molto tempo, forse per sempre.
*Dannazione - penso - la metà di una bugia non fa la verità, ma, d’altronde, non è colpa mia se ho detto e fatto quello che ho fatto.'
*Non è giusto!*
Lascio andare via tutta la magia, e lui la strappa dal mio corpo ed essa se ne va via, abbandonandomi assieme a tutta la mia forza.
Per quanto quel bacio sia l'unica salvezza, mi stravolge e con me tutti i piani, lasciandomi senza parole, semplicemente esausta e io voglio fuggire.
Una luce scaturita dal centro dalla coppa dell'Exoren e ci circonda.
Chiudo gli occhi, interrompendo finalmente il bacio, poi li riapro. I fili di luce continuano a circondarci, mentre io mi alzo e Scorpius si mette seduto.
Chiudo di nuovo gli occhi e, quando li riapro, vedo tutto, e sorrido: è bellissimo. Proprio come la prima volta.
 

Nda:
(1) cinquanta sfumature di colore: ahaha una mia uscita molto stupida messa lì per fare del sarcasmo e farvi scappare un sorrisino ( forse non sono riuscita però O.O)
Mi dispiace! Un ritardo come il mio merita una spiegazione.
È passato tantissimo tempo e so che  la maggior parte mi crede morta o comunque pensa che dopo tutto questo tempo ho abbandonato la storia.
Soprattutto per questo mi dispiace perché ho sempre odiato i ritardi negli aggiornamenti e le storie abbandonate e ho criticato chi l'ha fatto, e ora son sicura che se non tutti qualcuno lo crede di me.
NON ABBANDONO LA STORIA CADESSE IL MONDO.
Questo è sicuro come la morte, l'ho promesso a me stessa per prima e ora a tutti quanti.
Sono lenta a stendere i vari capitoli, ho avuto tanti impegni scolastici quest'anno anche dei corsi pomeridiani.
È molto pesante, più di quanto lo fosse stato per gli altri anni.
Non ne posso veramente più, neanche nelle vacanze sono veramente libera.
So che non è una giustificazione valida.
Se può esservi utile ho steso questo capitolo ben tre volte puntualmente sono state cancellate tutte per sbaglio: orrore degli orrori!!
Questa è la quarta stesura.
Vi garantisco che è stato terribile, mi sono messa quasi a piangere l'ultima  volta per la disperazione.
Spero che in qualche modo il capitolo sia stato, non dico bello, ma quanto meno accettabile.
I miei ringraziamenti vanno in primo luogo alla mia mitica e disponibilissima beta: Lady Viviana, sempre pronta ad aiutare, abilissima nel suo lavoro e davvero molto rapida. 
Poi alla mia sorellina Benny (Furia Bianca/ Lilyrose) che è sempre lì pronta per tutto, una persona unica e fantastica a cui voglio un bene dell'anima.
Lei sa e spero che almeno lei mi capisca.
Poi ovviamente ringrazio tutti quanti: chi legge, leggera e chi ha deciso di non continuare ( lo so ho rotto le scatole ), chi continua a seguire nonostante i miei ritardi, chi ha messo la storia tra le preferite, e chi tra le ricordate.
A presto 
Rosa di vetro
 

  
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