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Autore: _crucio_swag_    08/07/2016    1 recensioni
Sesto anno ad Hogwarts. Draco si ritrova a dover ingannare Harry oltre ad uccidere Silente. Sembra facile ma un sentimento mai provato prima a cui neanche il re delle serpi sa dare un nome gli impedirà di portare a termine ciò che il Signore Oscuro gli ha ordinato. Riuscirà a cambiare la sua anima? Riuscirà a distinguere ciò che è giusto da cio che non lo è? Riuscirà a sciogliere il ghiaccio che avvolge i suoi occhi e il suo cuore?
Questa storia non sarà delle più felici ma vi posso assicurare che avrà un bel lietofine.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 7

io non ti odio



Harry uscì per ultimo dall’ufficio di Lumacorno dove, quella sera, c’era stata una noiosissima “cenetta intima”. O almeno così l’aveva chiamata.
Sbuffò tristemente: neanche questa volta era riuscito a farsi rivelare nulla dal professore come gli aveva chiesto Silente praticamente tutte le volte che lo invitava nel suo studio per mostrargli i ricordi di Tom Riddle.
Aveva seriamente bisogno di una pausa. Troppe cose gli giravano per la testa.
Il dover corrompere Lumacorno per farsi dare un suo ricordo.
Gli incontri con Silente.
Le numerose uscite di notte di Malfoy e il suo strano comportamento.
La ferita al fianco.
La cicatrice che bruciava in continuazione.
E, come se non bastasse quella sera Ginny oltre ad essere arrivata in ritardo si era rifiutata di sedersi accanto ad Harry, come se anche il solo pensiero la disgustasse. E il moro aveva sentito una stretta al cuore, come se il mondo gli fosse caduto addosso tutto d’un colpo. Sperava solo che il motivo della sua reazione non centrasse con lui, non ricordava di avergli fatto niente di male.
Aveva detto ad Hermione di andare senza di lui quindi si avviò verso la sala comune camminando lentamente, per calmarsi. Tanto di tempo prima del coprifuoco ne aveva.
Passò davanti ad un corridoio buio, probabilmente Pix si era divertito di nuovo a spegnere le luci, e notò due puntini argentei muoversi nell’aria, sparire per meno di un secondo e poi riapparire.
Non si trattenne dal fare a un paio di passi avanti, bacchetta alla mano.
Maledetta la sua curiosità! Chiunque altro si sarebbe affrettato a correre via ma lui no, lui era diverso. Doveva scoprire cosa c’era oppure non era felice. Ed era questo il motivo per cui spesso si metteva nei guai, non pensava, agiva e basta!
Si fermò appena oltrepassata tra linea tra luce e ombra e scrutò il buio di nuovo, non c’era nulla di strano, doveva esserselo immaginato. Con un’alzata di spalle ripose la bacchetta nella tasca del mantello e si voltò dall’altra parte per andarsene.
Stava per fare un passo quando una mano gelida gli copri la bocca e un’altra lo prese attorno ai fianchi facendolo gemere di dolore e tirandolo indietro, verso l’oscurità. Cercò di divincolarsi ma la verità era che non aveva abbastanza energie, non con un braccio che premeva contro la ferita provocandogli scosse dolorose.
Gli mancò il fiato un paio di secondi quando venne sbattuto di schiena contro il muro, una mano che ancora gli teneva chiusa la bocca.
Una voce delicata ma allo stesso tempo crudele sussurrò “Calmati Potter, sono solo io! Non voglio farti del male!”. La persona gli tolse la mano dalla bocca ma continuò a tenerlo inchiodato al muro.
“Tu chi?” chiese il Grifondoro anche se in realtà quella voce l’aveva riconosciuta eccome.
“Come chi? Io sono il più fico del mondo! Signore e signori Draco Malfoy in persona!”
Harry anche se la situazione non era delle più divertenti non riuscì a trattenere un sorriso. Tanto era al buio e non si vedeva.
“Devo solamente parlarti” disse il biondo.
“Si, e non c’era un modo un po’ meno brusco per farlo?”
“Ehm… no! A- mi sono divertito un sacco e B- dovevi vedere la tua faccia quando ti ho preso e C- cosa faccio? Ti passo davanti mentre sei con Pel-Di-Carota e con la Mezzosangue e ti chiedo: Hey Potty vieni a parlare con me che facciamo una chiacchieratina da buoni amici?”. Gli tolse la mano che lo bloccava alla parete e lo lasciò libero.
Harry sospirò, forse il biondo aveva ragione. “Beh, non è stato altrettanto divertente per me sai!” disse.
“Lo credo bene, comunque non perdiamo tempo con queste cazzate di discorsi! Ti ho chiamato per dirti una cosa e non penso ti piacerà!”
Il moro rimase un attimo a fissare gli occhi di ghiaccio di Malfoy che splendevano nel buio più completo, ecco spiegato il luccichio che aveva visto. Spinto dalla curiosità chiese “Sarebbe?”
“Sarò breve quindi ti avviso subito che non ne sarai così felice dopo che te l’avrò detto. L’atro giorno ero ai Tre Manici Di Scopa e mentre mi stavo dirigendo verso l’uscita ho visto la tua fidanzatine Pel-Di-Carota-Femmina e un altro, Dean Thomas penso si chiamasse, che limonavano di brutto!”
Harry sgranò gli occhi. Forse non aveva sentito bene. “Che cosa?” chiese confuso.
“Potter sei sordo? Ti ho detto che ho visto Pel-Di-Carota-Femmina e Thomas che limonavano! Qualcosa non ti è chiaro?”
Harry sgranò gli occhi, lo stava sicuramente prendendo in giro per vedere come reagiva. Non si sarebbe fidato di Malfoy manco a morire. “Si certo, e perché io dovrei crederti?”
“Fai un po’come vuoi, io sono stato sincero. Se poi ci resti doppiamente male non è colpa mia!”
Il Grifondoro rimase a lungo a fissarlo. Dal tono di voce non sembrava che mentisse ma magari era così abituato che era diventato così maledettamente bravo da non permettere agli altri di accorgersi di nulla. “No, non può essere” mormorò più per convincere lui che il Serpeverde.
Draco si limitò a distogliere lo sguardo mentre ghignava sotto i baffi.
Harry rifletté. Forse era vero. Forse era questo il motivo per cui Ginny non aveva voluto sedersi vicino a lui. Forse era questo il motivo per cui in quel periodo lei era più fredda e meno disponibile. Forse… una piccola lacrima gli scivolò sulla guancia mentre si rendeva conto che molto probabilmente Malfoy non stava mentendo.
Il biondo ebbe l’impulso di asciugargliela e di andare a consolarlo e alzò di scatto una mano che si riaffrettò ad abbassare poco dopo. Per fortuna erano al buio più completo e il moro non notò né quello strano gesto né il rossore che si espandeva sul suo viso. Che gli era preso? Consolare Potter? Ma per piacere!
Il Grifondoro alzò lo sguardo su Draco mentre levava via la lacrima con un gesto secco della mano “Ti diverti proprio a far star male le persone vero Malfoy? Avrei preferito venirlo a sapere da lei se necessario, ma no… tu devi sempre metterti in mezzo!” Non aveva intenzione di mettersi a litigare visto ciò che era successo l’ultima volta quindi cerco di dirglielo nel tono più gentile possibile. “Forse quando la smetterai di odiare ogni singola persona che non sia come vuoi tu capirai cos’è la vera amicizia. Lo sai perché non ho accettato la tua mano al primo anno? Non perché mi stessi antipatico o cose del genere ma qualunque altro avrebbe reagito in quel modo dopo l’insulto che hai rivolto a Ron, e senza motivo per giunta. Il problema e che ti credi sempre superiore agli altri: io sono il più bravo, io sono il più figo, imitatemi tutti ragazzi! E così facendo non riesci a distinguere la bellezza che c’è in ogni persona, perché la cosa che veramente conta è il riuscire a creare rapporti, di qualunque tipo, con persone diverse da te. Solo così dimostri di essere forte dentro, riuscendo ad accettarle. So che non è facile ma ognuno di noi almeno ci prova. Tu no. Tu pensi solo a te stesso. Spero che un giorno ti accorgerai di non essere al centro del mondo e comincerai a rispettare chi ti circonda. Se non ti dispiace, ora devo andare…” detto questo il moro gli voltò le spalle e si incamminò verso il corridoio illuminato. Si fermò solo prima di oltrepassare la linea di luce e girando appena la testa mormorò “Io non ti odio… ma mi fai pena” poi uscì dal campo visivo di Draco.
 
Il biondo fissò per diversi minuti il punto in cui Harry si trovava prima di andarsene. Non ebbe bisogno di riflettere sulle sue parole perché tanto sapeva che erano vere dalla prima all’ultima ma sapeva anche che da solo non ce l’avrebbe mai fatta a cambiare.
Aveva bisogno di aiuto, aiuto che i suoi genitori non potevano dargli perché se ora si comportava così era soprattutto per il modo in cui l’avevano educato.
Aiuto che gli amici, quei pochi che aveva, non potevano dargli perché non erano poi così diversi da lui.
C’era un’unica persona che poteva aiutarlo a cambiare e quella persona era Harry.
Ma di certo non poteva andare a chiederglielo, non dopo che si era comportato così male con lui.
Poggiò la schiena alla parete dietro di lui e si lasciò scivolare fino a terra rimuginando sulle parole del moro.
“Io non ti odio” aveva detto. E Draco non riusciva a capire il perché. Dopo tutto ciò che gli aveva fatto passare, dopo avergli complicato la vita per più di cinque anni se ne usciva con un “io non ti odio”.
Forse ora capiva veramente il motivo per cui tutti adoravano quel ragazzo, metteva sempre la felicità altrui davanti alla sua e anche se lui cadeva a pezzi sorrideva comunque perché gli bastava vedere che gli altri stessero bene.
Il Grifondoro aveva un gran cuore. Era buono, gentile, coraggioso, sorridente, generoso, amichevole… insomma, aveva tutte le virtù che si potevano desiderare.
Mentre lui… beh, lui era solo un mostro.
Lui un cuore non c’è l’aveva.
Perché lui era Draco Malfoy.
 
 
 *****  

 
Il giorno dopo Harry era In Sala Grande per la cena. Alla sua destra c’era Hermione mentre di fronte a lui c’era Ron. Il posto alla sua sinistra era vuoto, stava aspettando l’arrivo di Ginny che, di solito, si sedeva lì, accanto a lui.
La rossa arrivò cinque minuti dopo l’inizio della cena, varcò la soglia del grande portone di legno e si diresse a passo veloce verso il trio.
Harry le sorrise “Ciao Ginny! Ti ho tenuto il posto se vuoi sederti!” esclamò battendo con una mano sulla panca vuota. Sperava con tutto se stesso che ciò che gli aveva detto Malfoy fosse solo una bugia per farlo star male.
La sorella di Ron guardò il posto a sedere poi guardò il suo ragazzo “Ehm… scusami Harry ma posso sedermi vicino ad un mio amico per oggi? Me lo ha chiesto lui. E’ solo per questa volta te lo prometto”
A Harry venne un nodo alla gola e dovette sforzarsi di parlare con il solito tono di voce gentile “Posso sapere chi sia questo tuo nuovo amico? Comunque sì, puoi andare.”
Ginny fremette di gioia e si affrettò a far passare quel gesto come un brivido di freddo. “Grazie mille!” esclamò prima di scappare via correndo verso l’altra estremità del tavolo, facendo finta di non aver sentito la domanda del moro.
Harry la guardò con gli occhi sgranati mentre correva via e, una volta giratosi verso il tavolo di Serpeverde, guardò Draco con occhi altrettanto sgranati come per voler ottenere una risposta. Il Serpeverde, che non si era perso nemmeno un secondo della scena, ricambiò lo sguardo del Grifondoro e dopo aver scrollato le spalle gli rivolse un’occhiata malefica del tipo “che ti avevo detto?”.
Il moro dovette tapparsi la bocca per non urlare dalla frustrazione.
Possibile che la serpe avesse ragione?
Si alzò di colpo dal tavolo, attirando molti sguardi su di lui, e senza curarsi delle occhiate interrogative dei suoi amici uscì dalla Sala Grande per prendere un po’ d’aria.
 

*****

 
Ginny e Dean entrarono dal buco del ritratto tenendosi per mano.
Harry era stravaccato su una delle poltroncine rosse vicino al camino, la sua preferita, mentre leggeva “Quidditch attraverso i secoli”, uno dei pochi libri su cui osava poggiare gli occhi. Scattò subito in piedi e diventò viola dalla rabbia quando vide la sua ragazza che teneva per mano un altro, si avvicinò a passo svelto ai due. Cercò di incenerire Thomas con lo sguardo poi lo spostò su Ginny e senza dargli il tempo di dire niente la prese per la mano libera e la trascinò di forza nel suo dormitorio, la spinse a sedere sul letto e poi tornò indietro a chiudere la porta.
“Allora Ginevra Weasley, pensò tu debba dirmi qualcosa!” esclamò non senza una certa cattiveria nella voce. Chiamava le persone per nome e cognome quando aveva bisogno di attenzione o di fare un discorso serio.
La rossa lo guardò con aria innocente “Harry, che ti prende?”
“Che mi prende? Penso tu lo sappia da sola!”. Incrociò le braccia al petto mentre la guardava dall’alto in basso essendo lui in piedi e lei ancora seduta sul letto.
Ginny si mosse irrequieta “Continuo a non capire di cosa tu stia parlando…”
“Senti, non serve a niente che tu faccia la faccina innocente perché tanto so già cos’è successo. Se non vuoi dirmelo tu te lo tirerò fuori a forza. Tanto per cominciare, chi sarebbe l’amico con cui ti sei andata a sedere prima?”
Ginny mormorò qualcosa che suonava come un “mi ha scoperto”.
Harry lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi mentre stringeva i pugni facendo gonfiare le vene e sbiancare le nocche.
La rossa terrorizzata da quel gesto si affrettò a rispondere “Mi sono seduta vicino a Dean Thomas” mormorò piano, come se il minimo rumore potesse far infuriare il ragazzo davanti a lei.
“Bene, e non è successo nient’altro tra di voi vero?”
Ginny non disse niente.
“Ginevra è meglio per te se mi rispondi!” la minacciò il moro.
La rossa alzò lo sguardo su di lui e deglutì “Scusa… io ti giuro che volevo dirtelo ma non sapevo come fare”
Harry sgranò gli occhi, allora Malfoy non stava mentendo. “Questo non è un buon motivo! Perché non sei venuta a dirmelo di persona e io sono dovuto venire a saperlo da… beh, da qualcun altro? Ti pare giusta come cosa?”
Ginny abbassò lo sguardo mentre giocherellava nervosa con le dita delle mani “No” sussurrò solamente.
“E dimmi – continuò Harry – da quanto tempo state insieme esattamente?”
“Ecco… da due settimane”
Il moro venne percorso da una scossa di rabbia. Se c’era un difetto nel suo carattere quello era proprio la gelosia. E in quel momento volevo andare da Dean, prenderlo per il collo e farlo roteare finché la testa non si fosse staccata dal resto del corpo. “Due settimane? Stai insieme a lui da due cazzo di settimane e non me l’hai detto?” urlò in preda ad una crisi isterica. “E meglio che te ne vai se non vuoi che ti faccia del male!”
La rossa però non si mosse “Harry io… mi dispiace” sussurrò con voce tremante.
“Ti dispiace? Si certo, te l’hanno mai detto che sei bravissima a mentire?”
Ginny aprì la bocca come per rispondere ma poi la richiuse.
Harry indicò la porta “Vattene! Vattene subito! Non ti voglio più vedere, esci dalla mia vita!” gridò mentre le lacrime scorrevano a fiotti sul suo viso senza che riuscisse a fare nulla per fermarle.
La rossa si alzò dal letto, le gambe che tremavano per paura che il suo ex-ragazzo gli saltasse addosso e la facesse fuori dalla rabbia. Si rendeva conto lei stessa di quanto male gli avevano fatto quelle parole ma ormai considerava Harry solo come un amico. A lei piaceva Dean e non poteva farci nulla. Guardò un ultima volta il moro negli occhi poi uscì dal dormitorio maschile chiudendosi la porta alle spalle.
Il Grifondoro rilassò in muscoli prima tesi e spostò le tendine rosse che circondavano il letto. Si accasciò su di esso e nascose la testa sul cuscino, inzuppandolo di lacrime.
Sentiva il cuore battere forte contro il suo petto come se fosse rinchiuso in una gabbia e gli stesse chiedendo di uscire. E faceva male, faceva male eccome.
Non era già troppo complicata la sua vita? A quanto pareva no… doveva mettercisi pure Ginny.
Avrebbe preferito essere un ragazzo normale, come tutti gli altri. Vivere la sua vita tranquillamente, senza preoccuparsi di dover uccidere o poter essere ucciso dal più grande mago oscuro di tutti i tempi. Senza dover stare allerta ad ogni passo. Senza tutti gli sguardi puntati su di lui e i “Guardate c’è Potter, Potter di qua, Potter di là, Potter mi fai un autografo?”.
Ma no, lui non poteva…
Perché lui era Harry Potter.




 

* Per questo, per i capitoli precedenti e anche per quelli sucessivi se le parole sono scritte in corsivo o sono pensieri o sono ricordi di conversazioni passate oppure ancora sono testi, per esempio il biglietto in cui Draco scrive "Scusami Harry"

 Spero che la storia vi stia piacendo <3

   
 
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