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Autore: _crucio_swag_    13/07/2016    1 recensioni
Sesto anno ad Hogwarts. Draco si ritrova a dover ingannare Harry oltre ad uccidere Silente. Sembra facile ma un sentimento mai provato prima a cui neanche il re delle serpi sa dare un nome gli impedirà di portare a termine ciò che il Signore Oscuro gli ha ordinato. Riuscirà a cambiare la sua anima? Riuscirà a distinguere ciò che è giusto da cio che non lo è? Riuscirà a sciogliere il ghiaccio che avvolge i suoi occhi e il suo cuore?
Questa storia non sarà delle più felici ma vi posso assicurare che avrà un bel lietofine.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 10

cancellare il passato



Harry sbadigliò mentre rileggeva più volte la stessa pagina senza capirci niente. Si alzò in piedi per sgranchirsi le gambe e percorse più volte avanti e indietro la stessa corsia della biblioteca con una mano infilata tra i capelli neri, esasperato. Fra meno di una settimana avrebbe avuto il test di Pozioni ma nonostante fosse da quasi un mese che studiava come un matto in testa non li rimaneva mai nulla. Non ce l’avrebbe mai fatta.
Spostò i libri dal tavolino su cui aveva cominciato a studiare e li poggiò per terra a casaccio poi si distese a pancia in giù con il mento poggiato sopra ai pugni chiusi e il libro che stava leggendo davanti.
Era dalle cinque di mattina che era lì e continuava a cambiare posizione, cercando di trovare quella giusta per riuscire a concentrarsi meglio ma niente da fare, non riusciva a memorizzare proprio nulla.
Sentì dei passi leggeri attraversare il corridoio principale della biblioteca, quello da cui poi si poteva accedere a tutte le corsie, e alzò la testa per vedere chi fosse visto che, oltre a lui, solo pochi altri studenti si trovavano lì a quest’ora del mattino. Sorrise quando dall’angolo sbucò una chioma biondo platino, perfettamente pettinata e una divisa da Serpeverde. “Hey Malfoy! Vieni qui dai!” esclamò attirando la sua attenzione.
Il biondo si fermò girandosi dalla sua parte e sbuffò sonoramente ma si diresse comunque verso il moro.
Harry non si aspettava che venisse veramente. Fece leva sui gomiti per sollevarsi da terra e si mise seduto a gambe incrociate.
Draco sbadigliò e si portò una mano a coprirsi la bocca. “Potter, tu mi perseguiti!”
Il Grifondoro ridacchiò piano. “Lo dici come se non fossi felice”
“No, infatti non lo sono” rispose in maniera altezzosa alzando un sopracciglio e un angolalo della bocca in una sguardo tremendamente sexy che fece rabbrividire il moro.
“Dai, non dire bugie”
“Mi pare sia tu quello che non deve dire bugie”. Draco ghignò indicando la mano di Harry.
Il moro si guardò la cicatrice impressa a forza da quella vacca della Umbridge e sospirò. “Beh… siediti” lo invitò poi, cambiando discorso.
Il biondo guardò schifato il pavimento spostando il peso da una gamba all’altra. “Ho messo la divisa lavata meno di cinque minuti fa, non ho intenzione di poggiare le mie chiappe reali su quel lurido pavimento!”. Poi guardò i libri sparsi per terra. “Forse dovresti imparare a fare un po’ di ordine sai!”
Harry soffocò una risata. “Dai non fare il perfettino, siediti. Non muori mica.”
“Ci sono più possibilità di morire per i germi presenti per terra che per quelli presenti nella tavoletta del cesso quindi, a meno che non pulisci a leccate il pavimento, posso pure rimanere in piedi.” Fece un sorrisetto compiaciuto.
Harry si tolse il mantello e lo gettò davanti a lui. “Il pavimento non lo lecco ma ti concedo l’onore di sederti sopra il mio mantello, se vuoi”
Il Serpeverde ci penso su un attimo ma alla fine, anche se con una faccia schifata, si sedette a gambe incrociate sopra il vestito di Harry. “Può andare dai!” commentò soddisfatto.
Entrambi scoppiarono a ridere nello stesso momento, era una situazione troppo ridicola.
Harry evitò di fare riferimenti alla sera precedente perché sapeva che avrebbe solo messo a disagio l’altro ragazzo. “Allora dimmi, come mai sei qui a quest’ora del mattino?” chiese allora.
Draco non rispose. “Tu?” domandò però.
“Devo riuscire a prendere un voto decente in Pozioni”. Storse il naso. Non era il solito test pratico in cui sicuramente sarebbe andato bene grazie al libro del Principe Mezzosangue ma uno verbale, dove il testo non poteva usarlo.
Il Serpeverde non riuscì a trattenersi e dovette posarsi una mano sulla bocca per smettere di ridacchiare come un deficiente. “Ah, caro Potty. Non ce la farai mai a raggiungere il mio livello!”
“Questo lo vedremo. Tu invece perché sei venuto?”
“Stesso motivo”
“E che cosa dovresti studiare di preciso?” chiese Harry curioso.
Il biondo arrossì. “Ehm… Difesa Contro Le Arti Oscure. Devo riuscire ad evocare un Patronus e non ce la farò mai”
Fu il turno del moro di scoppiare a ridere. “No. NON.CI.CREDO! Nonostante come professore ci sia Piton?”
Draco annuì imbarazzato.
Harry lo guardò negli occhi “Facciamo un accordo. Io ti aiuto con il Patronus se tu mi aiuti in Pozioni”. Allungò una mano verso di lui.
Il Serpeverde ci riflette su un attimo poi fece per stringere la mano del Grifondoro ma quello la tirò via all’ultimo momento e fece finta di sputargli sopra per poi riporgergliela con un sorrisetto malvagio stampato in faccia.
Il biondo la guardò schifata.
“Guarda che non ci ho sputato veramente furetto!” esclamò il moro.
“Ah…”. Draco allora strinse la mano. “Ci sto!”
“Ci sto!” ripeté Harry.
Si guardarono negli occhi e si sorrisero incatenando quelli grigio-azzurri di uno a quelli verde foresta dell’altro e rimasero così per diversi minuti, senza rendersene conto, perdendo la concezione del tempo. Semplicemente specchiandosi uno nelle iridi dell’altro mentre continuavano a tenersi la mano.
Si riscossero nello stesso momento e distolsero lo sguardo imbarazzati.
Non arrossire imbecille, non arrossire, non farlo che su di te si vede doppiamente” si ripeté in testa Draco ma le sue guance si tinsero di rosso senza che potesse farci niente. “Ecco bravo, ti sei appena guadagnato un’occhiataccia da Potter”. Già si vergognava parecchio per ciò che era successo la sera prima. Non sapeva neanche lui cosa li fosse preso, si era messo a piangere non davanti ad una persona qualunque ma a Potter. Si era dato dello stupido talmente tante volte che aveva perso il conto. Però era anche grato al moro di averlo aiutato e di essergli stato accanto, non solo consolandolo ma anche facendolo divertire come non gli succedeva da anni. Cercò allora di interrompere quel momento di silenzio imbarazzato che si era creato tra loro. “Beh, io direi che possiamo cominciare già da subito con Pozioni ma se non ti dispiace vorrei sedermi ad un tavolo e non stare disteso a terra come un maiale, cosa che invece a te piace fare vedo…”
Harry fece una smorfia, non li dispiaceva particolarmente che il biondo lo prendesse in giro. Tanto sapeva che lo faceva senza cattiveria. “Si si certo. Va bene” gli rispose.
Draco lo aiutò a portare i libri dal pavimento al tavolino in fondo alla stanza senza che il moro gli avesse chiesto nulla, poi sollevò il mantello da terra e dopo averlo spolverato lo posò nello schienale della sua sedia. Si sedette con la schiena diritta e le gambe accavallate, come un vero aristocratico. “Beh, allora da cosa vuoi cominciare esattamente?”. Poi vedendo che il Grifondoro era imbambolato e non rispondeva gli schioccò le dita davanti alla faccia.
Il moro scosse la testa di colpo per svegliarsi, era rimasto incantato a guardare il biondo mentre si sedeva. “Eh? Cosa scusa? Non ho capito quello che hai detto…”
“Stai bene? Perché mi stavi fissando?”
“Io… ehm... E che mi piaceva il modo in cui i vestiti ti calzano a pennello” biascicò il Grifondoro mentre si grattava la testa a disagio.
Il biondo incrociò le braccia al petto. “Non ce bisogno che me lo dici Potter, lo so già da solo che sono semplicemente perfetto. Meglio che prendi nota, impara da me. – fece un sorrisetto altezzoso – Comunque ti stavo dicendo, da dove vuoi cominciare? In Pozioni intendo”
“Beh, direi dai distillati per esempio quello della morte vivente. Se per te va bene”
Draco annuì. “Sì, solo un momento”. Si tolse il mantello perché la biblioteca era molto più riscaldata della sua sala comune e del resto del castello e aveva cominciato ad avere un po’ di caldo. Si girò per poggiarlo sullo schienale della sua sedia ma lì cera già quello di Potter. Allora si rivolse a lui. “Senti, non è che potresti appoggiarlo dietro di te?”
“Si si certamente”. Il moro afferrò il vestito che il biondo gli stava porgendo e lo posò delicatamente nello schienale dietro di lui come se fosse la cosa più fragile e preziosa del mondo.
Draco sorrise e batté una volta le mani “Molto bene, allora cominciamo.”
“Non ti serve qualche libro per spiegarmi?”
“Oh, assolutamente no. A differenza tua io ho tutto qui dentro” si indicò la testa con un dito, compiaciuto.
Harry sorrise “Ok, come vuoi tu!”
 

*****

 
Draco e Harry avevano finito di studiare Pozioni, per quel giorno, e ora correvano per i corridoi della biblioteca ridendo come matti finché facevano a gara a chi riusciva a riporre negli appositi scaffali tutti libri che il moro aveva tirato fuori per studiare. Si erano divisi i libri a metà, 10 a testa per l’esattezza, e poi avevano scommesso che chi fosse riuscito a metterli via per primo avrebbe potuto ordinare all’altro qualcosa da fare, purché non fosse cattivo o imbarazzante e quello non avrebbe potuto tirarsi indietro dalla sfida per nessun motivo.
Sbucarono dagli angoli opposti contemporaneamente e si lanciarono alla corsa sfrenata cercando di arrivare per primi alla fine della corsia dove chi avrebbe toccato per primo il tavolino avrebbe vinto.
Draco accelerò di brutto quando vide che il Grifondoro era scattato un paio di metri davanti a lui e all’ultimo momento si tuffò in avanti sfiorando la superficie di legno con un dito ma poi, da furbo, si schiantò sul pavimento.
Harry toccò il tavolo un momento dopo del biondo.
Per fortuna Il Serpeverde non si era fatto nulla. Si girò a pancia in su, disteso per terra e prese dei respiri profondi per far passare il fiatone. “Haha sfregiato! Ho vinto io!” esclamò alzando un braccio e puntandogli un dito contro.
Il Grifondoro si sedette per terra e si infilò le mani tra i capelli. “Merda! C’ero quasi! Mancava pochissimo! Come hai fatto ad arrivare prima di me?” chiese ansimando per la fatica.
“Semplicemente… ho saltato!”
“Non è giusto, tu hai le gambe più lunghe!” protestò il moro poi si distese a pancia in su accanto al biondo.
“Ehehehe…invidioso?” lo provocò Draco punzecchiandoli un fianco.
Harry rise. “Ti rendi conto che sei disteso per terra e ti stai sporcando i vestiti? E poi dici che il maiale sono io!”
“Ops… beh pazienza, dopo mi cambierò!”
Entrambi scoppiarono a ridere nello stesso momento.
“Ehm-ehm ragazzi! Silenzio in biblioteca grazie!” esclamò all’improvviso una voce femminile.
I due ragazzi si alzarono in piedi di scatto, mortificati.
“Oh, le nostre più profonde scuse Madama Pince. Non ci siamo resi conto del rumore che stavamo facendo” si giustificò Harry per tutti e due.
La bibliotecaria gli rivolse uno sguardo severo “Per questa volta vi perdono ma se vi sento un’altra volta siete pregati di andarvene, ci siamo capiti?”
Entrambi annuirono tenendo lo sguardò basso.
Quando Madama Pince se ne andò ricominciarono a ridere ma sta volta più silenziosamente, per non farla tornare.
“Che ore sono?” chiese Draco.
Il moro guardò l’orologio che portava sempre al polso. “Le 7 e un quarto, abbiamo ancora un quarto d’ora prima della colazione”
“Molto bene Potter, ora, visto che ho vinto, dovrai fare quello che voglio”
Harry si appoggiò al muro con le braccia incrociate sul petto. “Sarebbe?” chiese sollevando un sopracciglio sì e l’altro no e rivolgendo un mezzo sorrisino sexy al biondo.
Il Serpeverde, a quello sguardo, provo strane sensazioni alla pancia e, forse, anche un po’ più in basso. Prese un respiro profondo per calmarsi e trovare il coraggio per dire ciò che stava per dire. “Ti sfido a mettere una pietra sopra a tutto ciò che è successo tra noi”
Il Grifondoro si stacco dal muro e raddrizzò la schiena. “Che cosa intendi?”
Il biondino sorrise. “Intendo iniziare tutto da capo, e cancellare il passato”
Il moro lo guardò un po’ confuso ma annuì, forse aveva capito ciò che voleva fare.
Il Serpeverde allungò una mano verso l’altro ragazzo. “Harry Potter… – il moro rabbrividì alla pronuncia del suo nome dalle labbra del biondo – io sono Malfoy, Draco Malfoy. Vorresti essere mio amico?”
Harry guardò prima la mano poi il viso pallido e spigoloso del Serpeverde che non aveva più quel ghigno malvagio stampato in faccia, come una volta. Si aprì in un sorriso a trentadue denti e senza pensarci gli gettò le braccia al collo in un abbraccio stritolante. “Si, certo. Lo voglio!” esclamò felice come non mai.
Il biondo arrossì violentemente ma ricambiò l’abbraccio dell’altro ragazzo immergendo una mano nei suoi capelli neri, scompigliandoglieli, e godendosi quel momento. Harry sapeva di bontà, di coraggio, sapeva da “Ti perdono”. Perché era quello che il moro voleva comunicargli con quel gesto.
Il Grifondoro si allontano un po’ dal Serpeverde e guardò di nuovo l’orologio. “Scusami, devo andare. Avevo promesso a Ron e Hermione che sarei tornato da loro per la colazione”. Fece un sorrisetto timido.
“Oh, sì certo ok. Comunque quand’è che ci troviamo per la mia crisi con i Patronus?”
Harry si diresse verso il tavolo e prese il mantello posato sulla sua sedia. “Quando vuoi tu. Magari sabato ti andrebbe bene? Nel bosco, stesso posto di ieri sera, dopo cena”. Si rese conto di aver toccato un punto dolente solo dopo aver finito di parlare.
Il biondo si rattristò di colpo e abbassò lo sguardo. “Si, va bene… scusami per la scenata di ieri. Io, io non so cosa mi sia preso”
Il moro li poggiò una mano sulla guancia spostandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio, che era sfuggita al resto della chioma biondo platino tirata indietro dal gel. “Non devi scusarti. So perfettamente come ti sentivi anche se non ne so il motivo. E sono felice che tu ti sia ripreso”
Draco sorrise. “Grazie” disse soltanto.
“Ah, prima di andartene vorrei darti un piccolo consiglio. Sei molto meglio se i capelli li lasci al naturale, senza stare ore a pettinarli in quel modo. Beh…per il resto sei semplicemente perfetto!”
Il biondo arrossì. “Wow…ehm, grazie. Anche per il consiglio”
“Figurati” rispose il Grifondoro, poi si voltò dall’altra parte e si avviò verso l’uscita della biblioteca.
Draco, senza accorgersene, si ritrovò a fissare il fondo schiena del ragazzo mentre andava via. Quando se ne rese conto arrossì doppiamente e si schiaffò una mano sulla fronte. Si affrettò a prendere il mantello poggiato sullo schienale della sua sedia e dirigersi nella sala comune di Serpeverde dove probabilmente Pansy e qualcun altro lo stava aspettando per scendere a mangiare con lui.
E fu mentre scendeva le scale verso i sotterranei che si rese conto della cazzata che aveva fatto. Si era appena fatto amico Harry, e ora con quale forza di volontà sarebbe riuscito a ingannarlo per farlo passare attraverso l’armadio svanitore? Sarebbe stato mille volte più difficile ora che aveva cominciato a legare con lui. Un conto era perderlo da nemico ma da amico no, non ce la poteva fare.
Prese un respiro profondo e cercò solamente di non pensarci.
 

*****

 
Harry varcò la soglia della Sala Grande dirigendosi verso il tavolo in cui i suoi amici gli avevano tenuto il posto.
“Ciao ragazzi!” esclamò per poi sedersi di fianco ad Hermione. “Cosa c’è di buono da mangiare?”
“Ciao Harry!” disse quella con gli occhi fissi su un libro di Aritmanzia.
“Ciao fratello! Da mangiare c’è sempre il solito. Bacon e uova strapazzate” rispose Ron.
“Uh, va bene. Ho molta fame stamattina”
“Harry, come sta andando Pozioni, sei riuscito a studiare qualcosa?” chiese Hermione alzando la testa dalla sua lettura.
Sul viso del moro si dipinse uno stupido sorrisino ebete “Oh sì. Sta andando fin troppo bene” rispose.
Ron, che aveva appena cominciato a mangiare il bis della sua colazione, sgranò improvvisamente gli occhi e si immobilizzò facendo cadere la forchetta, che si spiaccicò in mezzo all’uovo.
“Ron, c’è qualcosa che non va? I miei capelli ti spaventano troppo?” chiese Hermione, che pensava che la causa di quella strana reazione fosse lei.
“No, i tuoi capelli sono perfetti come sempre Herm” rispose il rosso continuando però a tenere lo sguardo fisso sul suo migliore amico, come se fosse una creatura mitologica spuntata dal nulla.
La ragazza arrossì imbarazzata.
“Hey, stai bene?”. Il moro sventolò la mano davanti al viso di Ron.
“Ha-Harry, dimmi che sono diventato pazzo. – biascicò il rosso sconvolto e con una vocetta stridula – P-perché tu stai indossando il mantello della divisa di… di Serpeverde?”
“Cosa? Stai scherzando spero!”. Il moro si tolse in fretta il mantello, lo aprì posandolo sulle sue ginocchia e si accorse che lì, vicino ad una manica, c’era lo stemma di Serpeverde. “Oh cazzo, questa non ci voleva!” pensò. Si erano per sbaglio scambiati i mantelli quindi voleva dire che il suo ce l’aveva Malfoy.
Si voltò verso il tavolo delle serpi, per fortuna Draco lo vide e girò subito la testa verso di lui. Il Grifondoro indicò il mantello che aveva in mano e poi indicò quello che aveva addosso il biondino per fargli capire cos’era successo.
Quello si guardò il petto e quando notò lo stemma di Grifondoro sgranò gli occhi puntandoli nuovamente sul moro.
Harry indicò l’uscita e grazie al celo Draco capì e alzò il pollice in segno di approvazione.
“Scusate ragazzi ma devo andare a vomitare urgentemente” sussurrò il moro ai suoi amici facendo la faccia da ‘sto per morire’ più convincente che poté.
Hermione lo guardò preoccupata. “Harry, vuoi una mano?”
Scosse la testa e si poggio le mani sullo stomaco come a rendere ancora più reale quella scenata.
“Beh, allora sbrigati prima di vomitare qui e se hai bisogno chiamaci, mi raccomando!”
Harry annuì, afferrò il mantello e si affrettò ad alzarsi e dirigersi fuori dalla Sala Grande.
Il Grifondoro e Il Serpeverde uscirono nello stesso istante e si nascosero dietro l’angolo per non essere visti da troppe persone.
“Tu mi farai morire, lo so. Dovevi vedere l’occhiataccia che mi hanno lanciato i miei amici quando hanno visto lo stemma di Serpeverde”. Il moro porse il mantello che aveva in mano al biondo.
Draco deglutì rumorosamente e abbassò lo sguardo con un nodo in gola alla frase “tu mi farai morire, lo so”. Si tolse il mantello di Harry dalle spalle e si riprese il suo mormorando un leggero “Scusa, non me ne sono accorto”
“Fa niente” il Grifondoro sorrise, “Solo, la prossima volta e meglio se tutti e due facciamo più attenzione. Ho dovuto fingere di stare per vomitare per uscire di lì”
Il biondo fece una faccia schifata. “Già, è meglio” commentò allora.
“Eee, a proposito. Prima volevo dirtelo ma mi sono dimenticato. Dobbiamo pur far sapere ai nostri amici che ora non ci odiamo più ecc. ecc.”
Il biondo sospirò. “Speravo non lo dicessi però sì, hai ragione”
Harry si grattò il mento. “Beh, come facciamo?”
“Io direi che prima è meglio è quindi che ne dici di dopodomani? Così intanto vediamo anche un po’ cosa dire per non… come dire… sconvolgerli. Non penso che la loro reazione sarà particolarmente gioiosa visto ciò che è successo negli anni precedenti…”
Il Grifondoro gli tappò la bocca con un dito facendolo sussultare. “Lascia stare il passato, ora pensiamo solo al presente, ok furetto?”
“Ok Potty” rispose il biondo.
“Comunque sì, dopodomani è perfetto. Quindi io dovrei presentarti a Ron e Hermione, tu?”
“A Blaise e Theodore, minimo”
Harry fece una smorfia. “Va bene… quello che va fatto va fatto”. Sorrise a Draco. “Ci vediamo in giro!”
Il Serpeverde spostò il peso da una gamba all’altra e dopo aver poggiato la mano su un fianco gli lanciò un’occhiatina sexy “Ovvio Potter!”
Il moro gli fece un cenno di saluto con la mano e dopo aver ripreso la faccia da vomito di prima rientrò in Sala Grande.
Draco lo guardò andare via e aspetto un paio di minuti ad entrare, per non destare sospetti.
Si infilò il suo mantello e si accorse che sapeva un buon odore, diciamo che sapeva da Harry. Ed era come una droga per lui, non poteva farne a meno. Sorrise fra sé e sé, forse non l’avrebbe mai più lavato quel mantello.





 

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