Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    06/12/2016    2 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
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«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
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capitolo 12 – Impronte sul Cammino




Pitch è, piuttosto comicamente, raggomitolato contro la siepe, il grosso bicchiere stretto tenacemente fra le mani e uno sguardo inquietantemente spiritato fisso sul contenitore.


«Come si apre?» chiede, a un certo punto, imbarazzato.


E giusto per non smentirsi mai, Katherine ridacchia divertita e, per pura bontà di spirito, «Così, ecco» scoperchia per lui il bicchiere.


Pitch avvicina maggiormente il bicchiere, socchiude gli occhi e annusa, questa volta evidentemente non con spirito sospettoso, ma semplicemente per godersi per bene il profumo.


Il bizzarro gorgoglio che emette ricorda distintamente a Katherine un gatto che fa le fusa. Un enorme, nero gatto dagli occhi dorati. Ridacchia di nuovo, dei suoi stessi pensieri folli, e si mette comoda osservando felice lo spettacolo del grosso gatto alle prese con la cioccolata calda.


«Deliziosa» mormora Pitch, leccandosi i baffi... ehm, le labbra.


«Allora è vero che ti piace il cioccolato» nota Katherine, gongolante per aver fatto quella nuova, importante scoperta.


«Mh» è tutto ciò che ha da dire Pitch a riguardo.


«E cos’altro ti piace?» ritenta Katherine.


Pitch sposta momentaneamente lo sguardo dalla sua cioccolata agli occhi curiosi e indagatori di Katherine, poi sbuffa vagamente scocciato.


«Spaventare a morte gli stupidi marmocchi petulanti, per esempio» riflette acido.


«Uh… Beh, con quei cinque ragazzi hai fatto un grande lavoro» concorda Katherine.


«Vero?» ghigna Pitch, tronfio e compiaciuto del proprio successo.


«Cos’altro?» insiste lei.


Pitch si agita nervosamente sul posto, prende un lungo sorso dal suo bicchiere e si sofferma a riflettere seriamente sulla domanda che gli ha posto la bambina.


Che cosa gli piace? A parte il cioccolato, si intende. Qualcuno, probabilmente, direbbe con una certa sicurezza la Paura. Ma non è del tutto esatto. Non è propriamente la sensazione in sé a interessarlo, quanto in realtà le reazioni degli umani dettate dalla paura. Quelle sì che sono, molto spesso, piuttosto interessanti. Eppure nemmeno questo può veramente affermare che gli piaccia. Forse, più probabilmente, piace alle Ombre e, per riflesso, all’oscurità dentro di lui.


Sospira, confuso. Ha trascorso secoli, letteralmente, su quel pianeta. Quasi la metà li ha spesi nella totale incoscienza di sé e del mondo che lo circondava. Il tempo rimanente lo ha usato per ritrovare ciò che credeva di aver perduto. Eppure sente che gli manca ancora qualcosa. È una sensazione che percepisce solo a livello inconscio, e tuttavia è sempre lì, in fondo, seppellita da qualche parte dentro di lui, in un luogo che non è mai veramente riuscito a raggiungere, per quanto in passato ci abbia provato più volte.


«Io… non lo so» ammette.


Questa ammissione, in qualche modo, gli provoca un dolore sfocato al petto. Ci sono troppe cose che non sa, che non arriva a comprendere. Perché? Tutto questo non è giusto, affatto. Perché mai non può avere il controllo su di sé e sulla sua esistenza, sui propri pensieri, sulle emozioni e i ricordi? Per quale motivo?


Katherine, nel mentre, lo osserva un po’ preoccupata. Ha potuto chiaramente vedere, e non per la prima volta, la tristezza nei suoi occhi, e vorrebbe fare qualcosa per lui, qualcosa che lo faccia felice, per poter avere nuovamente l’occasione di vederlo sorridere (anche se in modo strano).


«Non lo sai?» chiede quindi, dubbiosa.


Pitch stira le labbra in una smorfia di disgusto. Solo che questa volta non c’è nessuno al quale rivolgere quel sentimento. Nessuno a parte sé stesso.


«No» conferma, scuotendo la testa. «O forse… non lo ricordo».


E per un momento, solo un breve istante, ha davvero l’impressione che possa essere così. Poi la sensazione sfuma senza lasciare traccia di sé.


«Beh, non importa. Possiamo trovare qualcosa adesso» propone seria Katherine.


«Adesso?» mormora Pitch, incerto.


Katherine annuisce, più decisa che mai. «Sì, da questo momento. Cerchiamo quello che ti piace e che hai perso».


Pitch, a quelle parole, spalanca gli occhi, e le iridi dorate per un attimo brillano di una piccola speranza.



Ricorda che ogni persona che incontri ha paura di qualcosa, ama qualcosa e ha perso qualcosa.” (H. Jackson Brown Jr.)


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Per torturare un uomo bisogna conoscere ciò che gli fa piacere” (Stanislaw Jerzy Lec)






  
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