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Autore: hinata 92    03/01/2017    0 recensioni
L'atteso (o forse no) seguito di Polvere Incantata.
A Death City volano fiori di arancio per Lucy e Simon e tutti sono pronti a festeggiare il lieto evento. Ma nessuno immagina che stanno per finire tutti vittima della più grande maledizione stregonesca della storia...
Una sorpresa in più: questa è una storia... a bivi!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Polvere incantata'
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Nel bivio precedente avete deciso di seguire Maka, Soul e tutti gli altri?

Allora siete nel capitolo sbagliato, cliccate pure qui per raggiungerlo.

Non vi ricordate alcun bivio fra cui scegliere?

Può capitare, cliccate qui per rinfrescarvi la memoria.

Per caso avevate deciso che Simon dovesse diventare cattivo?

Allora siete nel capitolo sbagliato, cliccate pure qui per raggiungerlo.

Non vi ricordate nessuna scelta per Simon fra buono e cattivo?

Può capitare, cliccate qui per rinfrescarvi la memoria.

Siete convinti di seguire Simon, Lucy e Kevin?

Allora siete nel posto giusto! Buona lettura!

 

Ricominciare dal principio! Riusciremo a riadattarci a un mondo che non si fida più di noi?

 

Voci confuse e alterate bucarono il bozzolo che sembrava avvolgere la testa di Simon. Era ancora troppo addormentato per comprendere le parole, ma il tono era chiarissimo.

«Lucy?»

Il sussurro impastato che uscì dalle sue labbra non fu sufficiente a coprire la voce indignata, se non addirittura arrabbiata, della ragazza.

«Capisco la sorveglianza, ma santo cielo...»

Simon, con un sospiro, si tirò fuori dal letto a fatica e, con un’espressione da zombie, aprì la porta della sua camera.

«Che succede?»

Subito le due guardie appostate fuori dalla sua camera scattarono con le armi puntate contro di lui e Lucy protestò: «Buoni! È troppo addormentato anche solo per riconoscere i vostri volti, figuriamoci per tentare la conquista globale!»

Solo a quel punto il ragazzo, più o meno, iniziò a capire cosa stava accadendo e bofonchiò: «Buongiorno anche a voi. Posso andare in bagno senza rischiare la vita?»

Lucy con un gesto mandò a quel paese le guardie e lo baciò: «Buongiorno, amore. Scusa, volevo venire a portarti la colazione in camera, ma mi hanno fermato.»

Simon le sorrise: «Non fa nulla. Portala giù, vado un attimo in bagno e vengo...»

Rifilò un’occhiata semi addormentata alle guardie: «... se posso...»

Una delle due arretrò: «Prego.»

«Grazie, troppo gentili.»

Solo dopo aver chiuso la porta del bagno, il ragazzo si concesse un profondo sospiro. Quelle guardie non avevano la minima idea di quanto avessero rischiato grosso. Se una scena del genere fosse avvenuta solo il giorno prima, quando ancora aveva in sé tutta la sua magia, di loro sarebbe rimasto ben poco. Si guardò le mani. Nonostante tutto, però, doveva essere loro grato, perché così aveva avuto la prova che il suo piano aveva funzionato. Non avendo quasi più magia in corpo le sue reazioni erano state normali, i suoi sentimenti riconducibili a un comune malumore da levataccia e non aveva sentito voci strane. Sembrava tutto a posto. Si preparò e scese a mangiare la sua colazione.

Mentre si accomodava al tavolo, sempre sorvegliato a vista dalle guardie, Simon chiese: «E Kevin?»

Lucy guardò l’ora: «Hai ragione, è in ritardo! Strano, è uscito per la sua solita corsetta mattutina e...»

In quel momento la porta d’ingresso s’aprì: «... e iniziate pure a mangiare senza di me, ragazzi. È meglio che io prima faccia di nuovo un giro sotto la doccia.»

Lucy e Simon guardarono esterrefatti l’amico: «Kevin!»

«Cosa ti è successo?»

Il ragazzo era completamente ricoperto da qualcosa di melmoso e dai colori strani. Nonostante quello, si sforzò di sorridere: «Nulla che una buona doccia non possa rimediare.»

Quasi d’istinto, Simon fece un gesto con la mano per togliere quel sudiciume da Kevin, ma non accadde nulla.

«Ah, già, mi devo un pochino riabituare al non avere più magia...»

Kevin fece un gesto con la testa: «Ti ringrazio per il pensiero, ma i metodi tradizionali sono sempre i migliori.»

Una delle guardie si era avvicinata con fare minaccioso: «Cosa ha appena cercato di fare, signor Onpu

Simon sospirò: «Solo pulire il mio migliore amico, ok? L’ho visto in difficoltà e volevo aiutarlo, tutto qui.»

Kevin, da sopra le scale, gridò: «Aiutami tenendo il caffè in caldo, ok?»

«Sarà fatto!»

La guardia non sembrava affatto soddisfatta della risposta ricevuta: «Le consiglierei di non fare tanto il furbo con noi, signor Onpu. Lei è sotto sorveglianza speciale, e la sua libertà vigilata dipende solo dalla nostra parola.»

Simon dovette fare appello a tutta la sua forza d’animo. Sapeva che il rischio di produrre magia oscura, se opportunamente stuzzicato, era alto, e sembrava che quei due volessero far di tutto per farlo crollare. Per evitare altre discussioni, si sedette al tavolo senza replicare e cercò di ignorare la loro presenza parlando con Lucy.

«Secondo te cos’è successo?»

La ragazza fece un mezzo sorriso: «Probabilmente nulla di grave. Magari Kevin è scivolato o...»

«... o gli hanno tirato frutta marcia addosso per colpa mia.»

Lucy lo guardò sorpresa e Simon affondò la testa fra le braccia: «Tranquilla, nessun potere magico, solo che non sono stupido, l’odore di marcio lo riconosco ancora. E non basta una semplice caduta per ridursi in quel modo.»

Sospirò: «Cosa ho fatto? Non volevo causare tutto questo, soprattutto a voi! Forse ho sbagliato a tornare...»

Lucy andò a sedersi di fronte a lui con aria risoluta: «Non dirlo neanche per scherzo! Era la cosa giusta da fare e l’hai fatta! Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma non per questo puoi arrenderti al primo giorno!»

«Soprattutto quando basta una doccia calda per rimediare!»

Lucy si voltò verso le scale: «Kevin!»

Il ragazzo dai capelli rossi si avvicinò all’amico e allargò le braccia: «Visto? Tutto a posto!»

Simon sbuffò: «Tutto a posto un corno! Quando uscirai ancora succederà la stessa cosa!»

«E io manderò loro la bolletta dell’acqua, se insisteranno a volermi far fare così tante docce! Non ci arrenderemo per così poco, e non devi farlo neanche tu.»

Lo sguardo di Simon indugiò per un secondo sulle guardie: «E se...»

Lucy e Kevin capirono immediatamente cosa stava passando per la sua testa e lo abbracciarono insieme: «Non accadrà. Saremo con te, non succederà nulla.»

«Andrà tutto bene.»

Simon chiuse gli occhi e pregò con tutto il cuore di riuscire a crederci il più presto possibile.

 

Il rientro in classe fu, se possibile, ancor peggio. Intorno al trio si creò letteralmente il vuoto, e a far più male fu proprio la lontananza degli amici di sempre. Soul, con cui Simon aveva sempre suonato e che considerava il suo migliore amico dopo Kevin, non l’aveva nemmeno guardato, e così anche tutti gli altri. Lucy e Kevin si erano mostrati forti, ignorando gli sguardi sospettosi, ma Simon non si sentiva così forte e determinato come loro, e temeva sempre di più che quell’atmosfera d’odio potesse riattizzare la magia che piano piano si stava riformando dentro di lui. Si obbligò ad ascoltare con tutta l’attenzione possibile le noiose spiegazioni di Stain. Chissà, forse un lato positivo dopotutto poteva anche esserci, magari così avrebbe avuto per la prima volta dei voti decenti...

«Onpu

Simon si voltò. Una guardia di Shinigami era dietro di lui.

«Siamo venuti a prenderla.»

Il ragazzo guardò l’ora e annuì. Non appena uscì dall’aula, si scatenò incontrollabile il chiacchiericcio degli altri studenti.

«Ma dove va?»

«Forse si sono resi conto del pericolo e finalmente lo arrestano!»

«Sì, sarebbe ora, è un pericolo!»

«È una spia delle streghe!»

«È qua per ucciderci tutti!»

Lucy, sentendo queste voci, s’irrigidì con aria inorridita e si voltò verso Kevin: «Cosa stanno dicendo? Simon è andato a scaricare la sua magia proprio per loro, per la loro sicurezza! Come possono dire una cosa del genere?»

Kevin sospirò: «Parlano perché non lo sanno.»

Lucy fece per alzarsi: «E allora basta dirlo!»

Kevin la prese per un polso e la tirò per costringerla a sedersi: «No! Non farlo!»

«Perché? Se solo sapessero...»

«Simon non ha voluto.»

Lucy lo guardò ancora più sconvolta: «Cosa...»

«Ha detto che sarebbe stato meglio se i suoi amici avessero imparato nuovamente a fidarsi di lui senza aiuti.»

«È una follia! Non lo faranno mai! Simon non ha visto le loro reazioni dopo la guerra!»

Kevin scivolò leggermente sulla sedia: «Lo so, ma non possiamo andare contro la sua volontà. Se così ha deciso, così dev’essere. Forse lo scoprirà da solo, non è stupido, solo molto confuso.»

Lucy sospirò: «Anch’io lo sono... come possiamo aiutarlo se non si aiuta da solo?»

«Forse ritiene di meritarsi una punizione, e visto che la Shibusen non gliel’ha data...»

La ragazza guardò ancora una volta i compagni parlottare fra loro: «Quindi pensano di avere in classe uno Stregone Oscuro al massimo della sua potenza?»

«Esatto. Solo io, te e i professori sappiamo che Simon è innocuo, e che d’ora in poi tutti i giorni alle cinque del pomeriggio andrà a scaricare la poca magia che produce al giorno.»

Lucy fece una smorfia: «Sarà dura smontare le loro fantasie...»

Kevin cercò di sorridere: «Abbiamo affrontato demoni e streghe, cosa vuoi che sia il malumore di un po’ di studenti?»

«Lo spero, Kevin... lo spero con tutto il cuore...»

 

«Ho sentito dire che Simon Onpu è il più grande Stregone Oscuro mai esistito!»

«E che può controllare il vento e le tempeste!»

«Può far venire notte quando sarebbe giorno!»

«E trasformarci tutti in zombie con un solo sguardo!»

 

Soul Eater, Richiamo di sangue, 22° capitolo: Tutto ciò che è rimasto in sospeso! Piani basati su qualcosa che non esiste?

 

Lucy: Tu sei davvero così convinto che riusciremo ad affrontare tutto questo?

Kevin: Ehm... in effetti...

 

Ed ecco qua! Cosa succederà da qui in poi?

Al prossimo capitolo!

 

Hinata 92

 

  
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