Nel bivio precedente avete deciso di
seguire Maka, Soul e tutti gli altri?
Allora
siete nel capitolo sbagliato, cliccate
pure qui per raggiungerlo.
Non vi ricordate alcun bivio fra cui scegliere?
Può capitare, cliccate
qui per rinfrescarvi la memoria.
Per caso avevate deciso che Simon dovesse
diventare cattivo?
Allora siete nel capitolo sbagliato, cliccate
pure qui per raggiungerlo.
Non vi ricordate nessuna scelta per Simon fra buono e cattivo?
Può capitare, cliccate
qui per rinfrescarvi la memoria.
Siete convinti di seguire Simon, Lucy e Kevin?
Allora siete nel posto giusto! Buona lettura!
Ricominciare dal principio! Riusciremo a riadattarci a un
mondo che non si fida più di noi?
Voci confuse e alterate bucarono il bozzolo che
sembrava avvolgere la testa di Simon. Era ancora troppo addormentato per
comprendere le parole, ma il tono era chiarissimo.
«Lucy?»
Il sussurro impastato che uscì dalle sue labbra non fu
sufficiente a coprire la voce indignata, se non addirittura arrabbiata, della
ragazza.
«Capisco la sorveglianza, ma santo cielo...»
Simon, con un sospiro, si tirò fuori dal letto a
fatica e, con un’espressione da zombie, aprì la porta della sua camera.
«Che succede?»
Subito le due guardie appostate fuori dalla sua camera
scattarono con le armi puntate contro di lui e Lucy protestò: «Buoni! È troppo
addormentato anche solo per riconoscere i vostri volti, figuriamoci per tentare
la conquista globale!»
Solo a quel punto il ragazzo, più o meno, iniziò a
capire cosa stava accadendo e bofonchiò: «Buongiorno anche a voi. Posso andare
in bagno senza rischiare la vita?»
Lucy con un gesto mandò a quel paese le guardie e lo
baciò: «Buongiorno, amore. Scusa, volevo venire a portarti la colazione in
camera, ma mi hanno fermato.»
Simon le sorrise: «Non fa nulla. Portala giù, vado un
attimo in bagno e vengo...»
Rifilò un’occhiata semi addormentata alle guardie:
«... se posso...»
Una delle due arretrò: «Prego.»
«Grazie, troppo gentili.»
Solo dopo aver chiuso la porta del bagno, il ragazzo
si concesse un profondo sospiro. Quelle guardie non avevano la minima idea di
quanto avessero rischiato grosso. Se una scena del genere fosse avvenuta solo
il giorno prima, quando ancora aveva in sé tutta la sua magia, di loro sarebbe
rimasto ben poco. Si guardò le mani. Nonostante tutto, però, doveva essere loro
grato, perché così aveva avuto la prova che il suo piano aveva funzionato. Non
avendo quasi più magia in corpo le sue reazioni erano state normali, i suoi
sentimenti riconducibili a un comune malumore da levataccia e non aveva sentito
voci strane. Sembrava tutto a posto. Si preparò e scese a mangiare la sua
colazione.
Mentre si accomodava al tavolo, sempre sorvegliato a
vista dalle guardie, Simon chiese: «E Kevin?»
Lucy guardò l’ora: «Hai ragione, è in ritardo! Strano,
è uscito per la sua solita corsetta mattutina e...»
In quel momento la porta d’ingresso s’aprì: «... e
iniziate pure a mangiare senza di me, ragazzi. È meglio che io prima faccia di
nuovo un giro sotto la doccia.»
Lucy e Simon guardarono esterrefatti l’amico: «Kevin!»
«Cosa ti è successo?»
Il ragazzo era completamente ricoperto da qualcosa di
melmoso e dai colori strani. Nonostante quello, si sforzò di sorridere: «Nulla
che una buona doccia non possa rimediare.»
Quasi d’istinto, Simon fece un gesto con la mano per
togliere quel sudiciume da Kevin, ma non accadde nulla.
«Ah, già, mi devo un pochino riabituare al non avere
più magia...»
Kevin fece un gesto con la testa: «Ti ringrazio per il
pensiero, ma i metodi tradizionali sono sempre i migliori.»
Una delle guardie si era avvicinata con fare
minaccioso: «Cosa ha appena cercato di fare, signor Onpu?»
Simon sospirò: «Solo pulire il mio migliore amico, ok?
L’ho visto in difficoltà e volevo aiutarlo, tutto qui.»
Kevin, da sopra le scale, gridò: «Aiutami tenendo il
caffè in caldo, ok?»
«Sarà fatto!»
La guardia non sembrava affatto soddisfatta della
risposta ricevuta: «Le consiglierei di non fare tanto il furbo con noi, signor Onpu. Lei è sotto sorveglianza speciale, e la sua libertà
vigilata dipende solo dalla nostra parola.»
Simon dovette fare appello a tutta la sua forza
d’animo. Sapeva che il rischio di produrre magia oscura, se opportunamente
stuzzicato, era alto, e sembrava che quei due volessero far di tutto per farlo
crollare. Per evitare altre discussioni, si sedette al tavolo senza replicare e
cercò di ignorare la loro presenza parlando con Lucy.
«Secondo te cos’è successo?»
La ragazza fece un mezzo sorriso: «Probabilmente nulla
di grave. Magari Kevin è scivolato o...»
«... o gli hanno tirato frutta marcia addosso per
colpa mia.»
Lucy lo guardò sorpresa e Simon affondò la testa fra
le braccia: «Tranquilla, nessun potere magico, solo che non sono stupido,
l’odore di marcio lo riconosco ancora. E non basta una semplice caduta per
ridursi in quel modo.»
Sospirò: «Cosa ho fatto? Non volevo causare tutto
questo, soprattutto a voi! Forse ho sbagliato a tornare...»
Lucy andò a sedersi di fronte a lui con aria risoluta:
«Non dirlo neanche per scherzo! Era la cosa giusta da fare e l’hai fatta!
Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma non per questo puoi arrenderti al
primo giorno!»
«Soprattutto quando basta una doccia calda per rimediare!»
Lucy si voltò verso le scale: «Kevin!»
Il ragazzo dai capelli rossi si avvicinò all’amico e
allargò le braccia: «Visto? Tutto a posto!»
Simon sbuffò: «Tutto a posto un corno! Quando uscirai
ancora succederà la stessa cosa!»
«E io manderò loro la bolletta dell’acqua, se
insisteranno a volermi far fare così tante docce! Non ci arrenderemo per così
poco, e non devi farlo neanche tu.»
Lo sguardo di Simon indugiò per un secondo sulle
guardie: «E se...»
Lucy e Kevin capirono immediatamente cosa stava passando
per la sua testa e lo abbracciarono insieme: «Non accadrà. Saremo con te, non
succederà nulla.»
«Andrà tutto bene.»
Simon chiuse gli occhi e pregò con tutto il cuore di
riuscire a crederci il più presto possibile.
Il rientro in classe fu, se possibile, ancor peggio.
Intorno al trio si creò letteralmente il vuoto, e a far più male fu proprio la
lontananza degli amici di sempre. Soul, con cui Simon aveva sempre suonato e
che considerava il suo migliore amico dopo Kevin, non l’aveva nemmeno guardato,
e così anche tutti gli altri. Lucy e Kevin si erano mostrati forti, ignorando
gli sguardi sospettosi, ma Simon non si sentiva così forte e determinato come
loro, e temeva sempre di più che quell’atmosfera d’odio potesse riattizzare la
magia che piano piano si stava riformando dentro di lui. Si obbligò ad
ascoltare con tutta l’attenzione possibile le noiose spiegazioni di Stain.
Chissà, forse un lato positivo dopotutto poteva anche esserci, magari così
avrebbe avuto per la prima volta dei voti decenti...
«Onpu?»
Simon si voltò. Una guardia di Shinigami era dietro di
lui.
«Siamo venuti a prenderla.»
Il ragazzo guardò l’ora e annuì. Non appena uscì
dall’aula, si scatenò incontrollabile il chiacchiericcio degli altri studenti.
«Ma dove va?»
«Forse si sono resi conto del pericolo e finalmente lo
arrestano!»
«Sì, sarebbe ora, è un pericolo!»
«È una spia delle streghe!»
«È qua per ucciderci tutti!»
Lucy, sentendo queste voci, s’irrigidì con aria
inorridita e si voltò verso Kevin: «Cosa stanno dicendo? Simon è andato a
scaricare la sua magia proprio per loro, per la loro sicurezza! Come possono
dire una cosa del genere?»
Kevin sospirò: «Parlano perché non lo sanno.»
Lucy fece per alzarsi: «E allora basta dirlo!»
Kevin la prese per un polso e la tirò per costringerla
a sedersi: «No! Non farlo!»
«Perché? Se solo sapessero...»
«Simon non ha voluto.»
Lucy lo guardò ancora più sconvolta: «Cosa...»
«Ha detto che sarebbe stato meglio se i suoi amici
avessero imparato nuovamente a fidarsi di lui senza aiuti.»
«È una follia! Non lo faranno mai! Simon non ha visto
le loro reazioni dopo la guerra!»
Kevin scivolò leggermente sulla sedia: «Lo so, ma non
possiamo andare contro la sua volontà. Se così ha deciso, così dev’essere.
Forse lo scoprirà da solo, non è stupido, solo molto confuso.»
Lucy sospirò: «Anch’io lo sono... come possiamo
aiutarlo se non si aiuta da solo?»
«Forse ritiene di meritarsi una punizione, e visto che
la Shibusen non gliel’ha data...»
La ragazza guardò ancora una volta i compagni
parlottare fra loro: «Quindi pensano di avere in classe uno Stregone Oscuro al
massimo della sua potenza?»
«Esatto. Solo io, te e i professori sappiamo che Simon
è innocuo, e che d’ora in poi tutti i giorni alle cinque del pomeriggio andrà a
scaricare la poca magia che produce al giorno.»
Lucy fece una smorfia: «Sarà dura smontare le loro
fantasie...»
Kevin cercò di sorridere: «Abbiamo affrontato demoni e
streghe, cosa vuoi che sia il malumore di un po’ di studenti?»
«Lo spero, Kevin... lo spero con tutto il cuore...»
«Ho sentito
dire che Simon Onpu è il più grande Stregone Oscuro
mai esistito!»
«E che può
controllare il vento e le tempeste!»
«Può far
venire notte quando sarebbe giorno!»
«E
trasformarci tutti in zombie con un solo sguardo!»
Soul Eater, Richiamo di sangue, 22° capitolo: Tutto ciò che è
rimasto in sospeso! Piani basati su qualcosa che non esiste?
Lucy: Tu sei davvero così
convinto che riusciremo ad affrontare tutto questo?
Kevin: Ehm... in effetti...
Ed ecco qua! Cosa succederà da qui in poi?
Al prossimo capitolo!
Hinata 92