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Autore: Crilu_98    22/01/2017    4 recensioni
C'era una volta... Una bambina sperduta. Una ragazza innocente nelle mani di una crudele matrigna. Una fanciulla addormentata. Una sensibile lettrice dal cuore puro. Una bellissima principessa in cerca di libertà. Una valorosa guerriera.
O forse no.
C'era una volta un bosco oscuro, dove tutte le storie hanno inizio. Storie che narrano di segreti pericolosi ed antiche umiliazioni, ma anche di amicizia, d'amore e di magia. La lotta tra il bene e il male è più confusa di quanto siamo abituati a credere e la strada verso il lieto fine non è mai stata così tortuosa.
Siete pronti a scoprire le verità nascoste delle fiabe?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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-Non toccarmi!- urlò di nuovo Biancaneve, ritraendosi nell’ombra. La bambina, che si era fermata intimorita, alzò gli occhi al cielo e borbottò qualcosa di incomprensibile.
-Sono qui per aiutarti.- disse poi, fissandola con due occhi smeraldini.
-Ma se sei solo una bambina…- mormorò la ragazza, diffidente.
-Conosco questa foresta meglio di chiunque altro. Io ci vivo qui. Fidati, saprò condurti fuori dal bosco in un attimo!-
Notando l’aria preoccupata della principessa, la bambina aggiunse:
-Ti porterò lontano abbastanza affinché chiunque tu stia fuggendo non possa trovarti…-
-Tu come fai a sapere che sto scappando da qualcosa?-
-Me l’hanno detto.-
-Chi?-
-Gli abitanti del bosco.-
Biancaneve tirò un sospiro di sollievo: quella bambina era inquietante e stramba, ma di certo non era un’illusione di Grimilde. Aveva infatti pensato che potesse essere un’anima richiamata alla vita, così pallida e magra.
La bambina si incamminò tra gli alberi.
-Allora, vieni o no?- la richiamò con tono petulante.
-Arrivo, arrivo!- borbottò la ragazza, scrollandosi di dosso le foglie che erano rimaste impigliate nelle sue vesti durante la corsa.
La bimba camminava veloce, muovendosi sicura sul terreno insidioso ed accidentato; ogni tanto si fermava ed alzava il capo, in ascolto. Udiva infatti delle informazioni interessanti viaggiare da un ramo all’altro attraverso gli abitanti del bosco:
“Una ragazza addormentata su un letto di fiori! Ad ovest!”
“E’ così bella…”
“Chi è la ragazza insieme alla cucciola d’uomo?”
“… Una principessa umana, sicuramente! Mai visto nulla di così perfetto…”
“Ci siete quasi, è oltre quegli arbusti!”
-Sei sicura che sia la strada giusta?-
La voce di Biancaneve le fece perdere il contatto con gli animali.
-Certamente!- mentì la bimba, scostando i rami con le mani fino a scorgere l’imboccatura di una grotta naturale. L’edera si era arrampicata lungo tutto il blocco roccioso che si ergeva sopra la spelonca e dal suo interno si udiva un gorgogliare d’acqua.
“Probabilmente una sorgente sotterranea!” pensò distrattamente Biancaneve. La sua attenzione, infatti, era catturata dalla figura che riposava tranquilla davanti all’antro su un morbido giaciglio di muschio e fiori.
Era una ragazza minuta dall’aspetto delicato e fragile, sembrava una bambola pronta a rompersi al minimo tocco. I capelli biondi e lisci le circondavano il volto addormentato e ricadevano sul braccio ripiegato sotto di esso come cuscino, nascondendo in parte i suoi lineamenti; era avvolta in una pregiata veste bianca che nascondeva del tutto le sue forme sotto ampi panneggi.
-E questa chi è?- chiese infine Biancaneve, perplessa. La bambina scrollò le spalle.
-Non ne ho idea. Chiediamolo a lei.-
Senza attendere risposta, si avvicinò alla sconosciuta addormentata e le picchiettò delicatamente su una spalla. La ragazza aprì svogliatamente gli occhi e socchiuse la bocca in uno sbuffo poco signorile, prima di tirarsi a sedere e passarsi le mani fini sul volto per svegliarsi completamente.
Non appena le mise a fuoco sbarrò le iridi grigio-azzurre ed esclamò, con voce squillante:
-Non sarete mica qui per conto di Malefica, vero?-
Biancaneve e la bambina si scrutarono confuse.
-Malefica?-
La sconosciuta batté le mani, ridacchiando in modo infantile:
-Oh, per fortuna! E che sciocca sono stata, certo che non potete essere qui per conto suo! Lei mi crede ancora al castello, addormentata come tutti gli altri!-
-Effettivamente dormivi…-
-Oh sì, sì certo! Ma vedete, è terribilmente stancante correre in questa foresta, con tutti questi rami fastidiosi! Eppure ho dovuto farlo, ahimè… Cosa farò adesso? Dove andrò?-
Poi sgranò di nuovo gli occhi, strappando alla bambina una risatina sommessa: la sconosciuta era una bellissima ragazza, ma quell’espressione le conferiva un’aria da pesce lesso.
-Oh cielo, non mi sono neanche presentata!- strillò balzando in piedi ed esibendosi in un grazioso inchino. -Io sono la principessa Aurora, del vicino regno di Re Stefano… Beh, di Malefica adesso.-
-Il mio nome è Biancaneve.-
Aurora si rivolse alla bimba:
-E tu? Come ti chiami?-
Quella scrollò di nuovo le spalle, improvvisamente a disagio.
-Non me lo ricordo.-
-Come scusa?-
-I miei amici qui mi chiamano “cucciola d’uomo” e basta. Non ho un nome.-
Aurora rifletté un momento, scrutandola attentamente; poi le labbra rosee si piegarono in un sorriso entusiasta.  
-Ho trovato! Ti chiamerò Cappuccetto Rosso! Carino, no? Ti calza a pennello!-
Girò due tre volte attorno alla bambina, poi scosse la testa con aria mesta.
-Il nome ti sta bene, ma il mantello proprio no! Dammi qua, lo sistemo io!-
Prima che Cappuccetto Rosso potesse stringere le dita attorno al suo amato mantello, Aurora gliel’aveva già sfilato dalle spalle e cercava qualcosa in un cestino che aveva abbandonato accanto al suo giaciglio. Sotto lo sguardo allibito di Biancaneve tirò fuori ago, filo e un paio di forbici da cucito ed iniziò a rammendare la stoffa, canticchiando sottovoce.
-Fammi capire bene una cosa: tu sei fuggita dal tuo castello a causa di questa Malefica… Portandoti dietro un cestino da ricamo?- chiese poi, a metà tra il divertito e l’esasperato.
“Questa foresta è un ritrovo di matti!”
-Ovviamente! Non credi anche tu che il ricamo sia una delle attività più divertenti mai concesse alle donne!?-
Negli ultimi anni della sua vita, Biancaneve aveva avuto ben pochi divertimenti; eppure, pensando alla sua infanzia, avrebbe potuto includere in una lista le lunghe cavalcate con suo padre, una bella partita a scacchi, leggere un libro, ascoltare della buona musica… Ma il cucito no, mai. Aurora invece sembrava entusiasta del suo lavoro e continuava ad adoperarsi con perizia.
-Hai finito?- sbuffò la bambina, rabbrividendo per il freddo.
-Ancora un attimo tesoro! Nel frattempo… Biancaneve, Biancaneve… Il tuo nome mi suona familiare! Ah, ma certo! Sei una principessa anche tu, giusto?-
-Lo ero.- replicò l’altra, sedendosi su un masso a poca distanza dalla grotta -La mia matrigna – che per inciso è anche una strega, ora lo posso dire - mi ha costretto a fuggire dal mio stesso castello!-
Aurora la guardò con comprensione:
-Anche a me è successa una cosa simile. Malefica ha deciso di impadronirsi del regno di mio padre e ha gettato l’incantesimo del sonno su tutto il reame! Non c’è più una persona sveglia, né a palazzo né nei villaggi!-
-Ma chi è Malefica?-
-Una fata votata alla magia oscura. Da molti anni era stata esiliata in una rocca in rovina molto lontano da qui e aveva giurato vendetta. A quanto pare ha deciso di mettere in atto le sue minacce proprio il giorno del mio sedicesimo compleanno… Peccato, sarebbe stata una festa così bella! Avevo fatto preparare un banchetto strepitoso e la torta…-
-Come hai fatto a sfuggirle, piuttosto?- la interruppe Cappuccetto, riappropriandosi con uno strattone del proprio mantello e posandoselo sulle spalle con un sospiro di sollievo.
-Oh, beh, quando hanno visto l’incantesimo arrivare, i miei genitori mi hanno caricato in sella al più veloce stallone delle nostre scuderie e ho potuto prendere solo due tozzi di pane dalla cucina prima che quella bestia bizzosa mi portasse fin qui per poi disarcionarmi!-
Aurora si mise una mano sulla fronte con uno sbuffo:
-Ci credereste che quell’animale odioso si è imbizzarrito quando un innocuo topolino gli ha attraversato la strada? Stupido, stupido cavallo! Mi ha lasciata sperduta in questa foresta oscura e dopo aver pianto un po’ ero così stanca che mi sono addormentata! Poi mi avete trovato voi e… Beh, fine della storia.-
Cappuccetto Rosso alzò gli occhi al cielo e notò che oltre il fogliame il sole stava calando: l’ambiente attorno a loro si faceva sempre più scuro.
-Vogliamo mangiare qualcosa?- propose Aurora con un sorriso gentile, offrendo loro la pagnotta che le era rimasta. La bambina apprezzò il gesto, convinta che le due ragazze sarebbero inorridite se l’avessero vista divorare una delle sue piccole prede. Biancaneve, invece, si rese conto in quel momento che non mangiava dal giorno prima e il suo stomaco fu riconoscente per quella fetta di pane, decisamente più gustosa della brodaglia insipida e maleodorante che Grimilde le faceva servire per cena.
Gli ultimi sprazzi di luce stavano per abbandonare la radura e le ragazze avevano già acceso un piccolo fuoco, quando un rumore improvviso si fece sentire alle loro spalle.
-Forse è Malefica!- sussurrò terrorizzata Aurora, portandosi le mani alla bocca.
-O forse è Grimilde!- replicò cupa Biancaneve, mentre un fastidioso formicolio alla punta delle dita le indicò che il “problema” stava tornando a farsi sentire.
-O forse è solo un animale notturno.- commentò Cappuccetto Rosso, continuando a mangiare.
Non appena finì di parlare alcuni rami caddero a terra, potati da una figura alta e slanciata che si fece avanti reggendo una lama affilata.
 
 
 
Angolo Autrice:
Aurora sembra una cretina, lo so, è intenzionale xD Non sottovalutatela, però, anche se la sua passione per il cucito potrebbe risultare quantomeno stramba…
Chi sarà la misteriosa figura che irrompe dagli alberi? Un amico o un nemico? E soprattutto, vi è piaciuto il capitolo?
Fatemi sapere!
 
Crilu  
   
 
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