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Autore: MissChatterbox    01/06/2009    3 recensioni
"Quella mattina Logan Echolls sorrideva." I pensieri di Logan Echolls in un giorno come tanti altri e nello stesso momento completamente nuovo. O meglio. I pensieri di Logan Echolls in dei giorni come tanti altri. Nata come one-shot, cresciuta come una raccolta. Recensite
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Logan Echolls, Veronica Mars
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Portrait of a Perfect Idiot

Da quando aveva scoperto di avere un assassino come parente stretto, la prospettiva sull'omicidio di Logan Echolls era cambiata, e di molto. Ciononostante, quella sera stava seriamente prendendo in considerazione l'idea di andare a far compagnia al suo vecchio in qualche buco di cella intorno a Neptune. Non che se avesse ceduto alla tentazione qualcuno avrebbe notato alcunché: nella spaziosa palestra della Neptune High, sfavillante di luci e lustrini, e affollata di coppie danzanti, tutti i presenti sembravano assorbiti in loro stessi, per un motivo o per l'altro: nessuno avrebbe fatto caso a lui, si disse, se avesse trovato il modo di far tacere il fiume di chiacchiere che la ragazza che gli sedeva accanto all'ingresso gli stava riversando addosso con la forza.

Letteralmente.

 La sua spettacolare parlantina aveva reso Gia Goodman anche più famosa dell'alta carica di suo padre; abilità che ora sembrava stare sfruttando al massimo per stordire Logan, apparentemente ignara degli intenti omicidi che il soggetto aveva cominciato a provare contro di lei. Non si era mai pentito tanto della sua scelta di presentarsi in qualità di “addetto alla cassa” della serata come quando aveva cominciato a intuire cosa lo aspettava, più o meno un secondo dopo essersi seduto al tavolino improvvisato che fungeva da biglietteria. Da un semplice “ciao” erano passati ad una profonda disquisizione sul perché, secondo Gia Goodman, Logan fosse sempre così chiuso e sarcastico e sulla necessità di aprirsi alle gioie della vita. Già, bella forza: l'ultima volta che si era aperto a qualcosa aveva preso una delle più grandi batoste della sua breve ma intensa esistenza. E poi un'altra, e un'altra ancora. Perciò, riteneva perfettamente normale andarci cauto con chiunque; fare il contrario sarebbe stata una vera e propria cazzata. Ma la ragazza sembrava totalmente sorda  alle sua battute pungenti, disperati tentativi di sviare l'argomento “ situazione sentimentale”, e cieca alle sua occhiate eloquenti, il messaggio chiaro in esse: smettila di ciarlare, se vuoi vivere. Ma niente; non c'era modo di liberarsene. Sperò che Dick non se la prendesse a male, quando la sua ultima preda avrebbe cessato di esistere: d'altra parte, il suo migliore amico sembrava sparito dalla faccia della Terra, per cui poco male; doveva aver trovato qualcuna con cui trastullarsi a casa sua, qualcuna che non lo conosceva, probabilmente. Cercando di distrarsi dalla parlantina di Gia, Logan perlustrò la sala con gli occhi in cerca di qualcosa di vagamente interessante: solite facce, niente di nuovo sotto la palla da discoteca; coppie abbarbicate, nel bel mezzo di un litigio, o di una bella pomiciata. Le osservò con distacco: forse avrebbe dovuto chiamare Kendall; era da un po' che non si sfogava. I balli non cambiavano proprio mai. Notò distrattamente che Gia era passata  a parlare del suo “lavoro” nell'ufficio di suo padre, se di lavoro si trattava. L'onore di respirare la stessa aria di Woody Goodman consisteva più che altro nel ciondolare nel suo ufficio senza fare assolutamente nulla, cosa che riferì a sua figlia chiaro e tondo, nella speranza di farla tacere.

 Un buco nell'acqua.

E lo aspettava anche di peggio “ Per far funzionare un'amicizia”, filosofeggiava mentre Logan teneva gli occhi ostinatamente fissi davanti a se, “ bisogna essere sinceri, ed io in questo non ho assolutamente nessun problema.” Oh, me ne sono accorto. Beata innocenza. “ Ma tu”, continuò imperterrita, “ tu fuggi dalla verità.” Se la tua verità fosse solo lontanamente simile alla mia, a quest'ora saresti già partita per le Hawaii sull'aereo di tuo padre. “ Solo quando mi da la caccia”, rispose spazientito, le braccia incrociate per controllare qualunque impulso vagante che avrebbe potuto colpirlo, la speranza di farle capire di dover darci un taglio che svaniva rapidamente. Sentì gli occhi rivolgersi al soffitto, le sopracciglia scattare in alto, ed il suo limite di sopportazione, la cui soglia non era mai stata poi così alta, toccato e superato. Non avrebbe potuto trattenersi ancora a lungo dallo svegliare quella ragazzina dalla sua innocenza, da quel mondo in cui tutto era facile, buono e giusto. Presto ci avrebbe pensato al realtà, a svolgere quel compito comunque, ma lui rischiava di batterla sul tempo. “Sai cosa penso? Che usi la rabbia e il sarcasmo per non permettere alla gente di avvicinarsi troppo a te.” Il che era davvero strano per un ragazzo che aveva perso praticamente la sua intera “famiglia”, se di quello si era mai trattato, e tre ragazze in rapida successione nel giro di due anni. Chissà perché. Se solo fosse servito a farla tacere. “ Sai, è vero”, disse voltandosi a guardarla, ormai esasperato. Ora basta, era tempo che La Bella Addormentata si rendesse conto che le fate non esistevano. E se svelarglielo l'avesse salvato da quella tortura psicologica, avrebbe portato a termine la missione con piacere. “ Però non sempre funziona ”, proseguì. Il sarcasmo pesante nella voce  passò di nuovo inosservato alle orecchie della ragazza, che sorrise: “ Dimmi cosa pensi di me: sul serio, devi essere sincero.”, gli intimò con voce squillante, le mani sui fianchi; ignara di averlo appena invitato a nozze, per così dire: dato che non poteva eliminarla materialmente, ( Logan ci era già stato, in prigione, e dopotutto non teneva a tornarci: riteneva l'arredamento straordinariamente volgare), l'avrebbe fatto con le parole; la sua lingua era abbastanza affilata per poterci riuscire, e Logan aveva avuto, e aveva tuttora, interlocutori molto più tosti della svampita Gia Goodman. Il pensiero di una di loro in particolare fece schizzare la sua frustrazione a vette stellari: con un suggestivo movimento circolare delle mani, a sottolineare ogni parola, si accinse a cominciare a decantare la sua lista di “ Cento Motivi Per Cui Non Sopporto Di Respirare La Tua Stessa Aria”.

Si sentì afferrare da una mano piccola ma ferma neanche pronunciata la prima sillaba : “ Balli con me?” Ma che coincidenza: bastava pensare al diavolo e spuntava Veronica Mars. Non ci pensò nemmeno un secondo: piuttosto che continuare a sottostare a quella cascata di parole, che probabilmente avevano anche un fondo di verità, cosa che le rendeva ancor più insopportabili, Logan avrebbe ballato con lei anche se avesse avuto un occhio solo al centro della fronte. Si sollevò di scatto con un sarcastico “certo”, lasciandosi guidare dalla piccola mano fredda e sicura al centro della sala. Il silenzio caduto tra loro era eloquente: non avevano nulla da dirsi. O forse troppo, a seconda della prospettiva. Comunque fosse, quel vuoto, così straordinariamente fuori posto nella pista brulicante di corpi danzanti, era davvero insopportabile. E fu così che Logan Echolls si diede da fare per colmarlo nel modo che meglio conosceva: una battuta di cattivo gusto “ Quando sognavo questo momento me lo immaginavo completamente diverso ”, disse mentre lei evitava il suo sguardo, le labbra strette come già pentendosi del suo commovente salvataggio del mondo felice di Gia Goodman. “ Così è la vita “ concluse, aspettando la mossa successiva, intimamente orgoglioso per aver suscitato una qualche, seppur minima, reazione in Miss Pezzo Di Ghiaccio. Che sembrava star facendo del suo meglio per evitare il contatto visivo con lui, come se avesse potuto pietrificarla. Ahimè, tutto il contrario. Chi non riusciva ad abbassare lo sguardo era Logan, che si rendeva conto della propria stupidità con ogni fibra del suo essere: mentre le circondava la vita sottile con le braccia, mentre lei allacciava le sue al suo collo, con un'aria così riluttante da risultare quasi offensiva. Come se fosse stata lei, quella a soffrire. Come se non fosse stata lei a rendere Logan più incline all'auto commiserazione più di quanto fosse mai stato. Come se non gli avesse offerto una  parvenza di normalità e poi gliel'avesse strappata via in un unico, breve scambio di parole.  Quando finalmente il premio Nobel per il Sadismo sollevò il viso pallido verso di lui, fu il suo turno a  non incrociare le iridi celeste pallido, non trovando niente di meglio da fare  che concentrarsi sulla sensazione delle mani che toccavano – più precisamente, sfioravano, il corpo ingannevolmente fragile della sua ex ragazza. Bella mossa davvero, bravo: se avesse potuto prendersi a schiaffi l'avrebbe fatto; quel semplice gesto non faceva che ricordagli altri momenti, più intimi e più felici, in cui non si era limitato a toccare il corpo, ma anche l'anima di quella ragazza -  così si era illuso, forse. Perché  quel corpo non era mai stato solo un corpo, diversamente da quello abbronzato e slanciato della matrigna di Dick: era stato qualcosa da proteggere a tutti i costi, ed un'ancora nei suoi momenti bui, che non erano affatto mancati all'appello. Si stupiva di ricordare ancora nitidamente la consistenza della sua pelle sotto le dita, o di sapere con certezza che Veronica aveva cambiato profumo; non erano le piccole cose, quelle che si dimenticavano subito? Se pensava ad Hannah,  nulla di tutto ciò gli tornava alla mente. La memoria che più lo colpiva di lei erano i suo grandi occhi innocenti, di un blu completamente diverso rispetto a quelli che si ostinava ad evitare, pieni di una fiducia nella bontà del mondo che lui aveva perso da tempo. Sperava che le sconsideratezze di suo padre non spezzassero quella spensieratezza, quanto più l'aveva fatto interessare a lei. Quegli occhi erano stati come due finestre nell'anima pura della ragazza, confermando in pieno il vecchio adagio. Sarà stato un sentimentale, ma Logan credeva a quel particolare proverbio per esperienza personale: era così suo padre riusciva sempre a scoprire quando ne aveva combinata una delle sue, nonostante gli sforzi di coprire le inevitabili buffonate che finiva per fare potessero essere considerati, senza falsa modestia, ammirevoli a dir poco.

Uno dei motivi per cui, quando inevitabilmente i loro sguardi si incontrarono, Logan si sentì profondamente a disagio. Davvero strano: eppure di solito non succedeva proprio mai. Già. Quelle iridi azzurro chiaro lo ipnotizzavano sempre, umiliante ma vero. Sperò soltanto che lei non potesse guardargli attraverso, cosa che le riusciva straordinariamente bene. Se lo avesse fatto avrebbe visto...cosa? Non c'era granché rimasto da mostrarle. Non c'era niente per lei lì, si illudeva Logan Echolls, scegliendo di ignorare l'imbarazzato calore che vedeva nei due piccoli laghi che ricambiavano la sua occhiata, apparentemente incapaci di distogliere lo sguardo da lui, mentre la canzone lenta di sottofondo subiva lo stesso identico trattamento. La musica avrebbe anche potuto non esserci: non la sentiva, preso com'era dalla vicinanza del viso di fronte a se, tanto che poteva quasi sfiorarlo. E voleva farlo, contro tutte le logiche comunemente accettate. Del resto, Logan Echolls non sapeva di stare incarnando una volta di più il ritratto del perfetto idiota: l'idiota che ancora ignorava di esserci ricascato di nuovo con tutte le scarpe.

Salve! Scusate il ritardo, ma la mia esistenza si è recentemente trasformata in un tour de force. Comunque, eccomi di nuovo qui: signore e signori, la schizofrenia continua. Seconda stagione questa volta, anche se probabilmente ve ne sarete accorti da soli. Trovo che questo sia uno dei momenti più significativi di tutta la serie: in un solo minuto di sguardi viene detto più che in un episodio intero. Non potevo resistere! Ci tengo a ringraziare i miei 5 recensori e i lettori che hanno messo questa storia tra Preferiti e Seguiti: aspettate che arrivi l'estate e giuro che aggiornerò dieci volte più velocemente. Nel frattempo, continuate a seguirmi, e ricordate che accetto suggerimenti per i momenti da scrivere. Allegateci una bella recensione, già che ci siete! A presto.
M
   
 
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