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Autore: Crilu_98    20/02/2017    4 recensioni
C'era una volta... Una bambina sperduta. Una ragazza innocente nelle mani di una crudele matrigna. Una fanciulla addormentata. Una sensibile lettrice dal cuore puro. Una bellissima principessa in cerca di libertà. Una valorosa guerriera.
O forse no.
C'era una volta un bosco oscuro, dove tutte le storie hanno inizio. Storie che narrano di segreti pericolosi ed antiche umiliazioni, ma anche di amicizia, d'amore e di magia. La lotta tra il bene e il male è più confusa di quanto siamo abituati a credere e la strada verso il lieto fine non è mai stata così tortuosa.
Siete pronti a scoprire le verità nascoste delle fiabe?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Mulan drizzò il capo in direzione della boscaglia alle sue spalle, la mano sull’elsa della spada.
-Hai sentito?-
Il muso di Mushu spuntò tra i suoi capelli e la ragazza sentì il fiato caldo della bestiolina sul collo.
-Sì.-
La guerriera si pentì di essere andata in ricognizione da sola: aveva peccato di ingenuità nel pensare che essendo partiti solo da pochi giorni dal castello di Belle nessuno fosse sulle loro tracce.
“Il pericolo è sempre alle tue spalle. Non saprai mai da chi arriverà la pugnalata!” pensò, piegando le labbra in una smorfia addolorata.
Quando era stata tradita e la sua vera identità era diventata di dominio pubblico nessuno dei suoi commilitoni aveva fatto qualcosa per aiutarla. A distanza di due anni, le loro occhiate di disprezzo le bruciavano più dell’esilio.
Un altro rumore la spinse a sguainare la lama e a tornare verso il campo: il sole sarebbe tramontato presto e lei sarebbe diventata una facile preda per chiunque si nascondesse tra le foglie.
Non fece in tempo a muoversi, perché l’individuo le si palesò davanti e Mulan fremette per la sorpresa e l’inquietudine:
-Li Shang…- mormorò, chinando la testa in segno di rispetto. Non aveva mai visto quell’uomo, ma la sua somiglianza con il padre – generale dell’Impero che Mulan aveva servito per anni – era impressionante. Stessa stazza robusta, stessi occhi inquisitori, stessa alterigia aristocratica.
Li Shang la stava osservando con malcelato interesse, facendo oscillare la spada che impugnava. Socchiuse gli occhi:
-E così tu sei Hua Mulan. La donna che ha osato ingannare l’Imperatore fingendosi un suo soldato.-
“Me l’ero immaginata diversa…”
La donna che stava sostenendo il suo sguardo senza abbassare gli occhi non aveva nulla di comune, nulla che combaciasse con l’idea che si era fatto di lei; si era aspettato una ragazza caduta in disgrazia, disonorata, talmente brutta da non essere riuscita a combinare un buon matrimonio prima di vestire la divisa imperiale. Invece aveva davanti a sé una donna indipendente, che non mostrava segni di paura o cedimento e che aveva dei lineamenti incredibilmente graziosi, nonostante fossero stati induriti da anni di guerra.
-Non ho mai pensato di ingannare l’Imperatore. Anzi, gli ho dedicato anni di fedeltà e fatica.-
La voce indispettita ed arrogante lo riscossero, ricordandogli ciò che doveva fare.
-Non era quello il modo di onorare la tua famiglia ed il tuo Paese. Hai gettato vergogna su tutto l’esercito imperiale e devi pagare per questo.-
Mulan scosse la testa:
-Sono stata bandita; ogni mio bene, che avevo conquistato versando il mio sangue, è stato confiscato. Sono giunta qui dopo un viaggio durissimo e convivo ogni giorno con la mia vergogna… E tutto questo solo perché sono una donna. Non ho già pagato abbastanza?-
Shang rimase colpito da quelle parole, perché con enorme sorpresa si accorse che condivideva il suo pensiero. Quando gli era stato riferito di una donna soldato nel suo esercito era inorridito e quando, dopo l’esilio della sfrontata rampolla della famiglia Hua, aveva saputo che l’Imperatore aveva mutato opinione e la voleva morta, l’aveva appoggiato senza riserve. Aveva invece protestato quando suo padre aveva rifilato a lui il compito di inseguire la fuggitiva ed eliminarla, per poi portare la sua testa all’Imperatore. Il generale Li aveva avuto anche il coraggio di presentargli l’impresa come un grande e gravoso compito per cui doveva ringraziare il sovrano.
Ora che aveva finalmente raggiunto la guerriera, aveva capito cosa aveva turbato tutti, nella corte imperiale: quella donna era diversa da tutte le altre. Era più orgogliosa, più arrogante e sicuramente molto più forte. All’improvviso si sentì onorato di aver ricevuto quella missione, che valeva ogni goccia di sudore spesa in quel viaggio assurdo.
-L’Imperatore ha cambiato idea.-
-Immagino!-
La ragazza sembrava divertita all’idea e la lama che serrava tra le dita scintillò con i raggi del sole morente. All’improvviso Shang sbiancò:
-Perché c’è un drago appollaiato sulla tua spalla?- sbraitò, incredulo. Mushu, vistosi scoperto, svolazzò all’aria aperta, rivolgendogli un’occhiata ostile.
-Mushu è mio amico, oltre che un saggio Guardiano.- replicò asciutta Mulan -Ho del lavoro da sbrigare, Li Shang. Vediamo di fare in fretta.-
Ma il figlio del generale sembrava riflettere, senza staccare gli occhi dalla figura del piccolo drago.
Per tutta la vita non aveva fatto altro che obbedire ai precetti imposti dal padre e dall’Imperatore e mai una volta aveva sentito l’impulso di disobbedire. Perché in quel momento era diverso?
“Maledizione! Perché sono curioso di saperne di più?”
Ragionò velocemente: l’Impero e la sua carriera lo attendevano, ma la guerriera lo intrigava. Non sarebbe successo nulla se si fosse concesso il tempo di conoscere quella faccenda un po’ più a fondo. E poi, il fatto che fosse accompagnata da un drago lo turbava non poco.
Incredulo per l’esito di quell’incontro, Shang voltò il capo oltre le cime degli alberi, osservando con inquietudine gli ultimi raggi del sole che sparivano oltre le montagne all’orizzonte.
-Si sta facendo buio, non è un momento opportuno per un duello.-
-Un duello?- Mulan inarcò le sopracciglia con espressione sarcastica –Vuoi farmi credere che intendi concedermi il modo di difendermi dalla mia esecuzione?-
-Non credo che ti si possa negare di combattere per qualcosa, Hua Mulan.- replicò lui grave –Circolavano storie su di te. Storie grandiose, racconti di un soldato eccezionale. Non potrei mai uccidere una persona così valente come se fosse un comune delinquente; anche se sei una donna, mi sento in dovere di affrontarti da pari a pari.-
-Anche se sono una donna…- mormorò la ragazza, digrignando i denti. Quella frase, che nelle intenzioni di Shang doveva suonare come un complimento, sembrava aver acceso la sua ira. Mulan strinse la presa sull’elsa della spada, poi gli diede le spalle:
-Tra tre giorni, in questo stesso luogo, all’alba. Ti affronterò… Da pari, come hai detto tu e vedremo cosa ne sarà di me.-
-Tre giorni? Perché così tanto tempo?-
“Già. Perché rimandare la conclusione di un incarico tanto odiato?”
-Ho delle cose da sbrigare… Alcune persone hanno bisogno del mio aiuto e non posso abbandonarle così, su due piedi.-
Shang allora si ricordò delle parole del giovane ladro, che Mulan fosse in compagnia di un gruppo alquanto eterogeneo e bizzarro; voleva farle qualche domanda in più, ma lei e il drago erano già scomparsi.
 
Quando intravide il fuoco del campo, Mulan fece un respiro profondo ed assunse la sua solita espressione neutrale: l’incontro nel bosco doveva rimanere un segreto tra lei e il figlio del generale Li. Mushu le bisbigliò nell’orecchio, facendole il solletico con la lingua umida:
-E’ inutile che cerchi di negare, inganni soprattutto te stessa: vedere Li Shang ti ha fatto una certa impressione…-
-Tutto l’esercito lo adorava. E’ un buon capitano ed un soldato eccellente. Sono preoccupata di poter perdere la testa da qui a tre giorni, ecco tutto.-
Mushu sbuffò, ma non aggiunse altro.
Biancaneve la salutò con un cenno del capo e le offrì un pezzo di pane con una fetta di formaggio; la guerriera ringraziò e si sedette davanti al focolare, il più lontano possibile dalla donna-lupo.
Belle ricordava bene il suo proposito di ucciderla e sembrava averla presa in antipatia, tanto che le lanciò un’occhiata aggressiva da sopra la testa di Cappuccetto Rosso, accucciata ai suoi piedi. La bambina appariva inquieta e muoveva le narici in un modo strano. Le ricordava quasi un cane a caccia e rabbrividì per quell’analogia.
“Come ho fatto a finire qui, in mezzo a questa gente disperata?”
L’unico vagamente allegro era Filippo, mentre parlava senza sosta con Aurora, la quale però sembrava assente: rispondeva a malapena e voltava sempre lo sguardo verso la boscaglia. Ad un tratto la ragazzina si alzò in piedi in fretta, interrompendo il flusso di parole del principe:
-Perdonatemi!- borbottò, tenendo gli occhi bassi –Devo andare!-
-Ma… Il bosco… E’ pericoloso…- provò a ribadire il ragazzo, arrossendo. Aurora sorrise incerta:
-Lo so ma anche io ho i miei bisogni. Farò in un attimo!-
Ma il tempo passava e la principessa non tornava. Cappuccetto alzò il capo e scrutò la boscaglia con paura:
-Dobbiamo trovare Aurora…- piagnucolò. Tutti si irrigidirono: se anche la bambina che era cresciuta con i lupi aveva paura del buio significava che qualcosa di veramente pericoloso si annidava nella foresta. Iniziarono a correre tra gli alberi, chiamando Aurora a gran voce e tentando di orientarsi nel buio della notte. Fu Belle a trovarla, mentre in uno stato di trance procedeva spedita verso una luce verdastra.
-Un fuoco fatuo?- mormorò perplessa, tentata di assumere la sua forma lupina. Non aveva mai sentito di fuochi fatui così grandi. La luce si addensò, prendendo la forma di un arcolaio; Aurora, quasi strattonata da una mano invisibile, si avvicinò ad esso, osservandolo affascinata.
-Aurora!- la richiamò Jasmine, sopraggiunta in quel momento –Aurora, tesoro, vieni via da lì! Ti prometto che potrai intrattenerti con tutti gli arcolai che vuoi… Nella prossima città che incontreremo però!-
-Arcolaio?- sussurrò la ragazzina, tendendo una mano verso il fuso che scintillava sinistro –E’ questo il suo nome?-
Fu il tono trasognato di quella frase a fare capire alle altre due che dovevano intervenire, ma non furono abbastanza veloci: il dito di Aurora sfiorò il fuso e una piccola goccia di sangue scivolò lungo il legno, perdendosi nella ruota dell’arcolaio. La ragazza scivolò a terra priva di sensi, mentre la luce rivelava una figura fino ad allora rimasta nell’ombra.
Jasmine non l’aveva mai vista, ma la riconobbe immediatamente ed impallidì:
-Malefica…- sussurrò boccheggiando. La fata piegò le labbra sottili in un sorriso e sollevò una mano sopra al corpo addormentato di Aurora: esso si alzò in volo e rimase sospeso tra la fata e le due donne.
-Sono tentata di rimanere ed approfondire la nostra conoscenza…- ridacchiò Malefica, passando le dita sulla manica del vestito della ragazzina –Ma, vedete, ora che la maledizione che gravava su questa sciocca ragazzina si è compiuta, ho un regno da amministrare. Un regno tutto mio!-
Con un’ultima ed accecante esplosione di luce verde, la fata, la principessa e l’arcolaio scomparirono.
 
Cappuccetto Rosso si teneva la testa fra le mani e fissava una radice, fronteggiando per la prima volta l’amarezza del fallimento.
“Amka sarebbe delusa da me!” pensò con rammarico “Aurora è stata rapita ed io non ho fatto in tempo ad avvertirla!”
-Ci dev’essere un modo per svegliarla, per svegliarli tutti!- stava invece sbraitando Biancaneve. Filippo era l’unico che non prendeva parte alla conversazione e come la bambina stava seduto in un angolo della radura, pallido e muto.
-Ogni incantesimo ha una controindicazione, una maniera per essere spezzato… Una debolezza insomma!- spiegò Belle. Era quella la convinzione su cui si era basata per andare avanti nonostante la maledizione: aveva studiato e ricercato il modo per porre fine a quel tormento, ma senza successo.
-Il problema è che Malefica ha trovato il modo di annullarlo: per spezzare l’incantesimo del sonno sul regno bisognava far sì che la maledizione che gravava su Aurora non si compisse. Ciò invece è accaduto, quindi adesso che facciamo?-
-Aspetta!- esclamò Jasmine, sorridendo –L’ipnosi che Malefica ha imposto ad Aurora per farla pungere con quel fuso… E’ anch’essa un incantesimo, giusto?-
Belle si strinse nelle spalle:
-Sì, credo.-
-Allora c’è un modo per spezzare anche questo incantesimo ed annullare entrambe le maledizioni!-
La donna-lupo aggrottò la fronte:
-In linea teorica potrebbe anche funzionare… Non ne so abbastanza per darvi delle indicazioni precise. Però ho sentito parlare di qualcuno che può darci una mano!-
-Chi?-
-Un alchimista… Molto particolare.-
 
 
Angolo Autrice:
Questo è un capitolo di passaggio postato di fretta, perdonatemi xD la trama inizia a complicarsi: l'individuo misterioso è Shang e sembra intenzionato ad uccidere Mulan, mentre Aurora cade vittima di una doppia maledizione incrociata… Che ne dite??? L'alchimista di cui parla Belle riuscirà a trovare un modo per spezzarla?
 
Crilu



 
   
 
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