Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Lady Lara    19/03/2017    5 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LII Capitolo
 
Al salvataggio di Henry
 
Finny, entrando nella stanza, si guardò intorno e incrociò gli occhi azzurri di un bambino di sei – sette anni. Ne vide bene il colore chiaro, alla poca luce che filtrava dalla finestra, poiché li aveva sgranati nel guardarlo in viso. Sapeva il perché di quella reazione … la sua mostruosa cicatrice!
 
 Gli avrebbe sorriso se avesse potuto, ma ormai, quei movimenti muscolari, la sua bocca e le sue guance non erano più in grado di farli da qualche anno. Sul suo viso era stampato un sorriso eterno … dato dallo sfregio che gli aveva fatto Backbeard e, francamente, non era un sorriso rassicurante.
 
Il piccolo era vicino al finestrino, si capiva che era stato fino a quel momento a guardare fuori.
Finny lo squadrò dalla testa ai piedi.
 
“Un vero Principino!”
 
Era un bambino dai bei tratti somatici. Carnagione chiara, capelli bruni, folti e un po’ scompigliati. Vestito con una giacchina di velluto azzurra, pantaloni chiari, fino al ginocchio e calze bianche. Ai piedi indossava eleganti scarpe nere con un nastro che le chiudeva formando un fiocco. La cosa che colpì Finny, di quel piccolo, furono proprio i suoi occhi. In quel colore marino vide l’innocenza, la purezza, la bontà e, nell’espressione che stava facendo, l’orrore e la pietà.
 
Distolse lo sguardo da lui, sapeva dell’orrore che poteva provare nel vedere la sua cicatrice … l’aveva provato lui stesso la prima volta che, specchiandosi in un bacile d’acqua, si era visto. Le lacrime gli erano uscite sole dagli occhi, non riconoscendo più il suo volto, ed erano cadute, perdendosi nell’acqua limpida del recipiente, creando piccole onde che avevano deformato ulteriormente quell’orrida immagine. L’orrore lo sopportava ormai, gli aveva salvato la vita … la pietà no, quella non ce la faceva a sentirsela addosso e lo sguardo di quegli occhi azzurri gliela stava facendo pesare come un macigno. 
 
Si avvicinò allo scrittoio poggiato alla parete vicino al finestrino e, tendendo il braccio, vi pose un piatto di peltro con dentro una patata lessa e un pezzo di carne essiccata. Guardò di sottecchi il bambino e, sporgendo il mento, gli fece cenno verso il piatto.
 
– Ragazzino! Questa è la tua cena! Vedi di mangiarla!
 
Il piccolo non si muoveva e continuava a fissarlo.
 
– Beh! Che accidenti hai da guardare?
 
Il ragazzino scosse la testa.
 
– Scusa … hai ragione … la mamma me lo ha già detto che è maleducazione fissare la gente …
- Beh allora dalle retta! E mangia quello che ti ho portato se non vuoi morir di fame!
 
Il bambino si avvicinò al piatto, in effetti sentiva lo stomaco brontolare.
 
- È tutta qui la cena?
– Sentilo sentilo! Sua “Signoria” cosa gradirebbe?
– Del purè di patate e dello stufato magari! Si può avere?
 
Dalla gola di Finny partì una risata che non si riflesse sul suo volto, se non con uno spasmo delle guance.
 
– Ehi “Bello”! Che credi? Di essere al tuo castello con uno stuolo di cuoche pronte a servirti e a riverirti?! Sei sulla nave di Blackbeard! È anche troppo quello che ti ho portato! Qui i pirati si accoltellano per un boccone in più di quella patata lessa!
 
Gli occhi azzurri lo guardarono tristemente, ma con fare interrogativo.
 
– Che c’è ancora?
– Come ti chiami?
– Finny … mi chiamano Finny …
- Che nome è Finny? Hai le “pinne”? Non è il tuo vero nome …
 
Il giovane rimase spiazzato. Era da tanto che gli era stato attribuito quel nomignolo e cercare di ricordare il suo vero nome gli fece sentire un dolore nel petto. Nessuno gli aveva mai chiesto il suo nome su quella maledetta nave. Quando si era accorto di essere stato catturato, aveva tentato di fuggire buttandosi in acqua. Lo avevano ripreso che stava per affogare, esausto per le impotenti bracciate fatte contro i marosi.
 
  • Neanche con le pinne riusciresti a combattere quelle onde “signorinella”!
 
Blackbead lo aveva tirato su dal tavolato, quando Murdok lo aveva ripreso dall’acqua.
 
– Sai che ti dico “bellezza”?! Ti chiamerò Finny … ti si addice!
 
L’uomo aveva emesso una sguaiata risata, che lo aveva fatto rabbrividire più della fredda acqua marina che aveva affrontato e, mentre ridevano anche gli altri pirati, lo aveva preso con una mano dietro il collo e se lo era portato più vicino al viso, cercando le sue giovani labbra e baciandolo selvaggiamente. Egli aveva provato un tale schifo che aveva avuto un conato di vomito. Black, tra le risate rinnovate dei suoi, se lo era trascinato dietro verso la sua cabina e lì aveva abusato nuovamente di lui, come avrebbe fatto per numerose altre volte, usandolo come un giocattolo, finché non lo avesse rotto in qualche modo.
 
– Peter … il mio vero nome è Peter Paney …
- Beh! Questo è molto meglio di Finny! Posso chiamarti Peter?
 
Erano cinque anni che non sentiva pronunciare il suo nome. Dalle labbra di quel bambino sembrava un suono dolce e affettuoso. Sentì qualcosa che si smuoveva nel petto.
 
– Si … d’accordo … ma solo qui dentro … quando siamo solo io e te ragazzino! Fuori di qui resto Finny!
– Va bene! Come vuoi … io mi chiamo Henry!
 
Peter ebbe un piccolo spasmo alla guancia destra … Henry capì che aveva sorriso, o almeno aveva tentato di sorridergli. Voltò lo sguardo al piatto, in effetti aveva fame … si sarebbe accontentato. Prese la patata lessa e stava per addentarla. Si bloccò e guardò il giovane. Capì dal suo sguardo che anche lui aveva fame. Con le manine spezzò  in due la patata lessa.
 
– Ne mangi un po’ anche tu Peter?
 
Finny lo fissò in volto. Il sorriso solare e gli occhi innocenti di Henry lo commossero, come lo commosse il suo gesto. Nessuno divideva con lui il cibo, anzi, se potevano glielo toglievano dal piatto velocemente, spesso restava senza. Non si aspettava quella generosità da parte di Henry. Si rese conto che aveva un’indole affettuosa e altruista. Stava morendo di fame anche lui … avrebbe mangiato non solo tutta quella patata lessa, forse anche un’altra mezza dozzina!
 
– Devi mangiarla tu Henry … è già poco … ti devi mantenere in forze … devi sopravvivere …
- Sei sicuro che non ne vuoi?
 
Il giovane fece un cenno apparentemente convinto con la testa.
 
– Mi puoi fare compagnia un altro pochino?
– Va bene Henry! Ma appena hai finito ti metti a letto e io me ne vado!
- Torni domani?
– Certo che torno! Se non ti mantengo in vita Black mi farà fare una brutta fine!
 
Henry sgranò gli occhioni verso di lui preoccupato e, in men che non si dica, finì quella frugale cena. Poi si adagiò sul letto e Finny gli mise sopra la coperta. Mentre era chino a rimboccargliela, con il viso più vicino a quello di Henry, questi allungò le braccia verso di lui e gli accarezzò le guance, sulle due cicatrici, con un sincero dispiacere dipinto sul visetto e nella tristezza dei suoi occhi azzurri.
 
– Chi ti ha fatto questo?
 
Finny si ritirò velocemente, quella lieve carezza gli aveva ricordato quella di sua madre, morta ormai da troppo tempo. Distolse lo sguardo, non voleva farsi vedere in viso da Henry.
 
– Blackbeard …
 
Si allontanò dirigendosi verso la porta, non voleva che Henry vedesse i suoi occhi inumidirsi.
 
– Buonanotte Peter …
- Buonanotte Henry …
 
Finny chiuse la porta a chiave e, non visto, si appoggiò un attimo con le spalle alla parete. Una profonda tristezza gli attanagliava il cuore. Henry era riuscito a commuoverlo, era un ragazzino di buon cuore, gentile e molto bello. Gli vennero i brividi a pensare a quella bellezza. Se avesse stuzzicato l’interesse di Black?
 
“Povero lui … è un piccolo innocente … non immagina nemmeno di cosa è capace quel mostro!”
 
Staccandosi dalla parete fece spallucce. Ma alla fine dei conti a lui cosa doveva importare del destino di quel ragazzino? Doveva già pensare a come sfangar la giornata lui stesso per sopravvivere! Non doveva prendersi la briga di pensare anche a lui, se non per portargli il cibo e l’acqua o altrimenti erano guai. Black sembrava tenerci al “piccoletto”, ma per motivi venali …
 
“Meglio così nel caso!”
 
Un fulmine squarciò il cielo e, mentre risuonava il tuono, il temporale iniziò a picchiare sul tavolato del ponte della Queen Anne’ s Revenge. Finny sentì la voce del Capitano gridare gli ordini ai pochi uomini rimasti. Doveva andare anche lui a fare la sua parte, sarebbe stata una notte faticosa e senza riposo. Le onde si ingrossavano e il vento tirava forte. Le rande erano gonfie e le cime tirate allo spasmo. Il giovane uscì da sottocoperta per aiutare gli altri. La pioggia gelida di Novembre lo inzuppò in pochi secondi. Non gli importava di bagnarsi, anzi gli piaceva. Quell’acqua dolce, che gli scorreva sul viso e sul corpo, sembrava mondarlo da tutto lo sporco che si portava nella sua giovane anima ormai macchiata.
 
***
 
Era esploso il temporale e la tempesta imperversava. Era da aspettarselo! Fin dalla mattina il cielo era stato grigiastro, ma certo nessuno di loro due avrebbe mai immaginato che sarebbe stata una giornata tanto nefasta.
 
Il Colonnello August Charming Pendràgon e il giovane Captain Eduard Gold, erano sul ponte di poppa e guardavano l’orizzonte. Ormai era buio, non si vedeva nulla, né luna, né stelle. Il profilo degli alberi e del sartiame apparivano e sparivano al bagliore di fulmini e lampi improvvisi, dando un’immagine spettrale della “Stella del Mattino”. I due uomini, sul cassero del timone, avevano già lungamente discusso in merito alla rotta da prendere. Mentre ancora c’era uno spiraglio di luce all’orizzonte, la nave di Blackbeard era sparita … difficile sapere da che parte si fosse diretta!
Nell’ufficio del Capitano, August aveva potuto vedere ed apprezzare il giovane Eduard Gold tracciare le varie rotte possibili, con destrezza e un’abilità rara per la sua poca esperienza. Aveva giudicato che Jones avesse fatto un ottimo lavoro con quel suo “figlioccio”, ma il resto era tutta farina del sacco di Eddy. Il Colonnello gli riconobbe un’intelligenza, una caparbietà, una volontà e una saggezza, rari, sia per la giovane età che nel confronto con l’indole media degli esseri umani.
Ragionando insieme avevano cercato di percorrere la traccia mentale seguita da Blackbeard.
 
 Il rifugio principale del pirata era l’Isola di Arran … almeno quando era sotto l’ala protettiva del Duca Rumbl Mc Cassidy! Quest’ultimo era morto da poco e ancora non era potuta giungere la notizia a suo fratello minore. Andrew Mc Cassidy, diversamente da Rumbl, non amava associarsi a gente come Black e, dal ragionamento di August, difficilmente avrebbe accettato anche solo di parlargli. Era tra l’altro un uomo ambizioso, non sposato e, da quel che si sapeva, non aveva eredi. Avrebbe riscattato Henry sapendolo suo nipote? Forse si, ma probabilmente no! Black avrebbe voluto correre il rischio di rivolgersi al Duca per finire poi arrestato ed impiccato? Guardandosi in faccia August ed Eddy avevano risposto contemporaneamente “No!”.
 
Il giovane Captain Gold, viaggiando da anni con i suoi compagni della Jolly Roger, sapeva, da quel che si raccontava in giro, che Blackbeard aveva il suo approdo e rifugio in un’isola caraibica che chiamava “Isola dell’impiccato”. Impossibile conoscerne le coordinate … nessun Capitano Pirata le rivelava. Lo stesso Captain Hook, teneva segreta la rotta per la sua Neverland, ne parlava in codice di solito, dicendo semplicemente “Prima stella a destra e poi dritto fino al mattino!”
 
Eddy aveva avuto un sorriso pensando a Killian e al suo modo di essere poetico in tutto ciò che lo appassionava: il mare, la sua nave e … più di tutto … la sua “Principessa bionda”.
Sperò che si stesse riprendendo … Emma avrebbe fatto di tutto per salvarlo e il buon Frate Benedictus Dotto era con loro!
 
– I Caraibi Capitano? Dovrà scendere verso la Virginia allora, ma dovrà fare un bel giro largo! Da Comandante della difesa sono ben informato che il nostro amico, il Governatore Spotswood, gli ha sguinzagliato dietro una flotta di quattro navi della Royal Navy e non gli importa se lo cattureranno vivo o morto!
– Bene Colonnello! Se è così, so quale rotta tracciare … per il momento dritti verso la Scozia … poi curveremo verso sud … sperando intanto d’incontrarlo quanto prima e riprenderci “nostro” nipote!
 
 
Ora, vicini, su quel ponte di comando, gli occhi cerulei di August e quelli grigi, come la tempesta che imperversava, di Eddy, guardavano nella stessa direzione, con la speranza di vedere anche un solo puntino luminoso a segnalargli la presenza della Queen Anne’ s Revenge.
Il buio più fitto li calò nella completa cecità, dopo l’ultimo lampo di luce, ma fu proprio in quel momento che una “microscopica” speranza si riaccese all’orizzonte e nel loro animo.
 Dovevano aspettare il sorgere del mattino e il placarsi della tempesta adesso …
 
***
 
Frate Benedictus fu piacevolmente colpito dal quadretto che si trovò davanti quella mattina. Sperava di vedere risvegliarsi il Capitano Jones, ma non immaginava di trovare nel frattempo addormentata Emma.
 
La Principessa dormiva esausta e rilassata, con il capo sul petto nudo del suo Pirata, mentre egli la teneva stretta a sé cingendole le spalle con il braccio destro.
Fra Benny vide l’uomo posare un leggero bacio sulla parte alta della fronte di lei, all’attaccatura dei capelli. Emma dormiva profondamente, cullata dal battito cardiaco di Killian, ormai ripresosi dopo il momento di peggior crisi.
 
L’imbarazzo si dipinse sul volto del Capitano quando il buon Frate entrò, ma l’educazione prevalse e lo salutò cordialmente.
 
– Buongiorno Padre …
– Buongiorno anche a te figliolo e soprattutto … ben tornato! Ci hai fatto preoccupare parecchio lo sai? Il tuo cuore questa notte si era fermato completamente … sarei curioso di sapere dove eri finito …
- Frate Benedictus … credo di essere stato semplicemente in una specie di sogno … ma era un sogno molto realistico e sentivo Emma chiamarmi e piangere …
- Quella era sicuramente la parte realistica giovanotto! Emma non ti ha lasciato un secondo … abbiamo messo il letto per lei vicino al tuo per quello e anche per … lei …
- Che significa “per lei”? La “Mia”  Emma sta male?
 
Se non fosse stato per il fatto che la donna che amava era lì che dormiva sul suo torace villoso, sarebbe saltato in piedi per la preoccupazione!
 
– Tranquillo Killian! Sono cinque giorni che sei in quel letto, più morto che vivo! Ti rendi conto di quante emozioni ha subito Emma? Neal morto davanti ai suoi occhi, tu che quasi facevi la stessa fine, la caduta a terra e lo svenimento …
- Caduta e svenuta?!
– Ti ho detto di stare tranquillo figliolo! Emma sta benissimo! Ha avuto una piccola perdita la sera del tuo ferimento …
- Mio Dio! Nostro figlio …
- Vostro figlio è lì tra voi … ti calmi e mi lasci parlare giovanotto?!
 
Killian fece uno sguardo da cucciolo che a Frate Benny ricordò intensamente Henry, gli si strinse il cuore per il bambino. Killian non sapeva ancora nulla di lui, né che fosse suo figlio, né che fosse stato rapito.
 
“Di Henry meglio non dirti nulla per ora Capitano … aspettiamo che tu sia stabile del tutto o ti prende un colpo veramente questa volta!”
– Ti stavo dicendo che Emma sta bene ora … ho dovuto tenerla sotto controllo un paio di giorni. Il piccolo che porta in grembo è forte, evidentemente è sementa buona su un terreno ben fertile!
 
Killian non poté che sorridere orgoglioso ai riferimenti botanici del Frate, al doppio senso e gioire per Il “Piccolo Fiore” che avevano concepito.
 
– Ora mio caro, dovrò auscultarti il cuore e controllare la ferita, quindi abbi un attimo di pazienza, pensa a lei intanto, facciamo in silenzio e lasciamola ancora dormire! Se tutto va bene, dopo ti faremo rimettere in piedi e camminare una decina di minuti …
 
Killian acconsentì con il capo e lasciò che il Frate iniziasse con il suo cuore.
Attraverso il cono acustico che gli poggiò al centro del petto, il medico sentì il trotto di un cavallo in corsa. Sorrise tra sé e sé, poi scoprì il corpo nudo del giovane, ma Killian ebbe una reazione pudica, cercando di bloccare, con il braccio amputato, il lenzuolo. Il Frate rimase sorpreso da quell’improvviso pudore, Killian era un uomo molto sicuro della sua fisicità, quale era il problema? Poi Benedictus, guardando più in basso percepì sotto le coltri, all’altezza dell’inguine il normale riflesso di erezione maschile, tipico fin dalla più tenera età. I vivaci occhi cerulei del Frate sorrisero al paziente.
 
– Figliolo … sarò pure un Frate … ma ti ricordo che sono un uomo anche io e sono il tuo medico … Ti ho detto di pensare ad Emma e come vedo è per te una cura migliore di quella che ti ho somministrato … il tuo cuore risponde benissimo e quel … riflesso … è tutta salute … Molto bene … la ferita la controllerò più tardi … restatene così con lei ora … avete parecchio da recuperare … quando si sveglierà fammi chiamare!
 
Killian Jones non era uno abituato ad arrossire facilmente, ma in effetti l’emozione che gli dava Emma era fortissima e sentirselo riconoscere e dire così esplicitamente, gli imporporò gli zigomi come ad un adolescente.
Frate Benny se ne andò ancora ridendo sotto i baffi, mentre Killian alzava gli occhi al cielo.
Riportò l’attenzione sulla sua Principessa. Era bella … dolce e tenera, così abbandonata fiduciosa sul suo torace … Da tanto non stavano così!
 In una frazione di secondo gli passarono davanti agli occhi tutti i loro momenti, dal primo sguardo all’ultimo incontro nella Villa Mc Canzie, prima di partire alla ricerca di Rumbl. Il desiderio che aveva di riaverla come quell’ultima notte era impellente, ma si raffreddò al pensiero di Rumbl. Cosa era successo nel momento in cui aveva chiuso gli occhi morente? Rumbl era stato fermato? Catturato? Ucciso? O peggio … era riuscito a sfuggire? Henry era salvo? Belle? Non voleva svegliare Emma e non poteva richiamare il Frate per chiedere ciò che non aveva avuto occasione di chiedergli prima. Che diavolo era successo in quei cinque giorni che non aveva ”vissuto”? Una cosa il Frate l’aveva detta esplicitamente, parlando delle emozioni provate da Emma: “Neal è morto davanti ai suoi occhi!”
 
Neal era morto?! Non ne provò nessuna gioia, ma si rese conto che l’atto di separazione, tanto agognato da Emma e da lui stesso, per poter giungere a realizzare il loro sogno d’amore alla luce del giorno, ormai era del tutto inutile … Emma era vedova e non ci sarebbe stato nessuno scandalo se si fosse risposata con un altro uomo. Era giovane, aveva un bambino piccolo da crescere e un altro in grembo che avrebbe avuto bisogno di un padre. Avrebbe fatto da padre anche ad Henry! Non avrebbe forzato i suoi sentimenti, non avrebbe cercato di estirpare dal suo cuore il ricordo di quello che credeva suo padre, con il tempo si sarebbe affezionato anche a lui, sempre se avesse accettato bene le nuove nozze di sua madre … Sapeva quanto potesse essere geloso un bambino della propria madre. Lui stesso lo era stato nei confronti della sua, quando riceveva qualche galante baciamano da amici di famiglia e colleghi di suo fratello Liam, che, sempre garbati, non lesinavano complimenti alla sua aggraziata, bella e gentile genitrice. Ricordava suo padre Colin, orgoglioso della sua sposa, protettivo e geloso, che guardava vagamente in cagnesco quegli uomini, nonostante Lady Helen non fosse una donna che si atteggiasse in modi civettuoli.
Riguardo ai suoi sentimenti per Henry … Sorrise a pensare a quel visetto allegro, intelligente, curioso e affettuoso. Ricordò di quando gli era corso incontro e lo aveva preso tra le braccia, che forte emozione aveva provato in quel momento! Era un’emozione simile all’amore che provava per Emma! Si sentiva legato a quel meraviglioso bambino … forse perché Emma lo amava così tanto? Forse perché in lui c’era una parte di Milah? Gli voleva bene, si era affezionato a lui all’istante, era stato un incontro “magico”, come lo era stato con Emma! Non se lo spiegava, ma sapeva cosa provava e non vedeva l’ora di poter rivedere quello “scricciolo” e dargli tutto l’affetto che sentiva nel cuore!
 
Mentre Killian si crogiolava in quei teneri pensieri, godendo della vicinanza di Emma, questa iniziò a muoversi. Si stava svegliando, la sentì stringersi maggiormente a lui e sentì la sua mano sul torace, toccarlo carezzevole. Quanto aveva desiderato le sue carezze e il suo corpo in quelle due settimane alla ricerca di Blackbeard? Ora era lì, stava per rivedere il verde dei suoi occhi riaprirsi su di lui, amorevoli, come sapeva essere amorevole lei.
 
– Mmm … Killian … amore …
- Swan?
- Non mi pare vero di sentirti di nuovo così … caldo … e … il tuo cuore … batte così veloce ora!
– Mi sei vicina … sei tu che mi scaldi il cuore e me lo fai battere come se fosse impazzito!
– Mi devo alzare e chiamare Frate Benny … ti deve visitare …
 
Emma stava cercando di alzarsi, lui la trattenne a sé.
 
– No Love! Frate Benny è stato qui poco fa … mi ha sentito il cuore …
- Cosa ha detto?
– Che sei tu la mia cura migliore … è stato anche imbarazzante … con i suoi doppi sensi …
- Doppi sensi? Fra’ Benny?! Non ci posso credere! Di solito sei tu quello dei doppi sensi! Non so che possa aver detto … certo ci ha trovati abbracciati … tu ovviamente senza vestiti … 
- Lasciamo stare il Frate … se ne è andato ridendo sotto i baffi e dicendo che avevamo parecchio da recuperare e di restare così, quindi io direi di seguire quanto il medico ci ha prescritto e starcene ancora un po’ a farci le coccole!
 
Emma rise maliziosamente allo sguardo furbo e al sopracciglio alzato di Killian. Decisamente stava molto meglio, ma voleva sentire il parere del saggio Frate. In ogni caso, stare abbracciata all’uomo che amava, stringerlo a sé e baciarlo come non faceva da tanto, avrebbe fatto bene a tutti e due. Si sollevò leggermente al suo fianco, si poggiò sul braccio sinistro per portarsi con il viso verso quello di Killian. I suoi lunghi capelli biondi ricaddero sulla spalla destra del suo uomo, con la mano destra gli accarezzò dolcemente la guancia, perdendosi nei suoi occhi azzurri.
 
– Ti amo Killian … ti amo tanto … ho temuto di perderti e questa notte più degli altri giorni precedenti, quando ho sentito che il tuo cuore aveva smesso di battere. Non riesco a vedere un futuro senza di te, adesso meno che mai!
 
Killian avrebbe risposto qualcosa, ma lei non gli diede il tempo, poiché schiuse le labbra sulle sue e si scambiarono un bacio dolce e profondo. La passione che li univa si rinfocolò con quel gesto d’amore. La mano di Emma lo accarezzava ancora, scendendo sul suo torace in movimenti sensuali che lo stavano facendo vibrare fortemente. Si sciolsero dal bacio. Si guardarono ancora negli occhi … il desiderio reciproco li rendeva lucidi e bramosi l’uno dell’altra.
 
– Emma … vorrei toglierti questi abiti di dosso e prenderti subito, ma so che non potrei … non qui … non con Frate Benny che tra poco tornerà per vedere la mia ferita … devo calmarmi o mi trova come prima … anche peggio di prima …
- Ti riferisci a …
 
Emma scese ancora con la mano, verso il suo inguine, scoprendo il punto della sua virilità, attivo e fremente. Ne rimase piacevolmente sorpresa, stava andando tutto come doveva!
 
– Oooh!
- Si Love, hai capito benissimo … era per quello che mi sono sentito in imbarazzo.
– Significa solo che stai guarendo amore mio!
– Si lo so, ma quello che riguarda me e te … voglio che resti protetto e custodito. Ti amo anche io Emma e quando quella donna ha tentato di colpirti alle spalle e dopo sei caduta … mi è sembrato che tutto il mio mondo stesse crollando … è stata una sensazione più dolorosa del colpo ricevuto dal Coccodrillo …
 
Emma, commossa, non riuscì a resistere e lo baciò nuovamente con profonda passione. Poi, interrompendo quel contatto, portò ambedue le mani al viso di Killian.
 
– Amore … devo dirti una cosa che ho temuto che non avresti mai saputo … aspetto veramente un figlio tuo Killian!
 
Gli occhi del Capitano le sembrarono ancora più luminosi e limpidi in quel momento.
 
– Lo so Emma, l’ho capito del tutto durante il mio viaggio a caccia di Blackbeard e ho capito che è già un po’ che il nostro “Piccolo Fiore” è con noi … Da quando Emma?
– Credo dalla nostra prima volta … nel Maine …
- Sono quasi cinque mesi Swan …
- Si … ho cercato di dirtelo ma era sempre il momento sbagliato e sembrava non volessi averne per il momento, poi l’ultima volta tu stavi per partire …
- Si, ricordo perfettamente … quella notte ti ho detto che volevo veramente un figlio nostro … pensavo che lo avessimo concepito in quell’occasione e tu mi hai dato il dubbio che forse già era così. Avessi dato ascolto al mio istinto non sarei partito e … sarebbe stato meglio visto come sono andate le cose. Come ti senti Love? Fra’ Benny mi ha detto che hai avuto delle perdite …
- Sto bene per fortuna, il nostro “fiorellino” è forte come suo padre!
 
Killian sorrise intenerito e felice. Portandole la mano dietro la nuca, avvicinandola delicatamente al proprio viso, le chiese un nuovo languido bacio.
Continuarono ancora ad assaporarsi l’un l’altra e tra un bacio e l’altro a parlare. Emma gli raccontò di Neal, di come era morto per salvarle la vita, riabilitandosi, in un certo senso e confessandole la verità su Tamara e quanto veramente accaduto la loro notte di nozze. Killian ascoltava attentamente, non poteva comunque giustificare Neal per il suo comportamento in quell’occasione, ma grazie al suo sacrificio Emma era lì ora, sul suo torace, le asciugò le lacrime che le spuntarono dagli occhi.
 
 – Avevo appena visto morire Neal e anche tu, per salvarmi la vita hai ricevuto quel terribile colpo alla schiena, non l’ho sopportato questo … per fortuna Frate Benny è arrivato in tempo per iniettarti il siero nel cuore e rallentare il processo che ti avrebbe portato alla morte!
– Perché non lo ha fatto anche a Neal?
– Non ha potuto … era stato colpito e legato da Rumbl. Era riuscito ad entrare travestito da mendicante. È stata tutta una “strana” coincidenza che August fosse andato da lui per Belle e l’avesse liberato in tempo per te, ma tardi per Neal!
– Il Coccodrillo è fuggito?
– No, è stato ucciso da Eddy … lo ha ucciso in combattimento, usando Excalibur …
- La spada della giustizia e dell’onore ha fatto veramente giustizia a quanto pare! E per mano di un cuore puro …
 
Killian avrebbe voluto chiedere altro ma i loro discorsi furono interrotti dal colpo di tosse di Frate Benedictus. Emma si alzò dal letto e assistette il Frate nella visita a Killian. La fascia macchiata di sangue fu rimossa dai fianchi stretti del Capitano. Il Frate tastò lungo i bordi per vedere se ci fosse una ritenzione di pus. Tutto stava andando bene, non c’era infiammazione né infezione alcuna. Anche il foro d’entrata della ferita stava in ottime condizioni. I medicinali somministrati a Killian, con l’additivo al Rubeus Noctis, erano stati miracolosi. Il Capitano non sentiva fastidi interni, era stato ricucito bene, riconobbe che la gran parte di merito andava al vecchio Frate e lo ringraziò di cuore.
 
– Belle ti ha fatto lavare e rammendare i vestiti. Tra poco un valletto sarà qui. Ti facciamo alzare e camminare una decina di minuti, vediamo se i punti interni tirano ancora. È uscita una bella mattinata di sole, dopo il temporale di questa notte! Fate una passeggiata in giardino, prendete un po’ di sole tutti e due,  io vado a dire a Betty di farvi servire la colazione.
 
 
Dopo un paio d’ore, mano nella mano, i due innamorati uscirono finalmente dall’infermeria.
Camminavano lentamente, Killian sentiva un leggero fastidio poggiando la gamba sinistra a terra e muovendosi. Emma, come si accorgeva di qualche sua smorfia di dolore, gli portava un braccio intorno alla vita per sorreggerlo.
Killian indossava nuovamente i suoi abiti in pelle nera e il panciotto rosso damascato, mentre Emma vestiva con un lungo abito color avorio e un mantello ceruleo, di lana, a coprirle le spalle.
 
Giunsero all’angolo più romantico del vasto giardino, lì dove l’enorme salice piangente formava un capanno naturale, sopra un tavolo in pietra e una panca dello stesso materiale.
Image and video hosting by TinyPic

Il sole filtrava caldo tra i fitti rami del salice e proiettava le ombre delle piccole foglie sui loro visi vicini. Emma circondava con le braccia la vita di Killian e lui, guardandola in viso, con lo sguardo adorante, le accarezzava la guancia. Scese con le dita lungo il collo di Emma, le prese una lunga ciocca abboccolata di capelli e gliela portò dietro l’orecchio. Lei sorrise, quel gesto Killian lo faceva tutte le volte che desiderava baciarla con passione, lo aveva fatto fin da quando si erano conosciuti, anche se aveva trattenuto la voglia di baciarla … allora era troppo presto, ma i loro sentimenti e l’attrazione che provavano l’uno per l’altra erano già molto forti. Ora nessuno li poteva interrompere o impedire e loro erano completamente coscienti di quanto si amassero e desiderassero. Fu spontaneo, naturale … automatico schiudersi l’uno all’altra, accogliersi con le labbra, assaporarsi voluttuosamente, con i respiri spezzati e il battito cardiaco che rimbombava non solo nel petto ma anche nelle orecchie.
Si sciolsero dopo un tempo indefinibile, con il fiato corto e frementi nella carne come nel pensiero. Restarono con le fronti poggiate l’una all’altra, ansimanti, con gli occhi ancora chiusi, bramosi di andare oltre. Killian parlò per primo, la voce gli uscì roca per l’eccitazione e l’emozione fortissima.
 
– Emma … Emma … Emma … Sei la mia vita amore … non voglio più essere separato da te … te l’ho già detto … è quello che provo per te … non smetterò mai di dirtelo … Ora tante cose sono cambiate … Partiremo appena sarò completamente in forma … non ci vorrà molto … Frate Benedictus ha operato veramente un miracolo e tu … tu hai fatto il resto … sono tornato per te … avevo un conto in sospeso … la promessa di avere un futuro insieme! Lo voglio con tutte le mie forze e nessuno ce lo impedirà. Non ci saranno scandali, non ci sarà nessun divorzio per te. Potremmo sposarci in quella piccola chiesa come tu hai sempre desiderato. Ti porterò dai tuoi genitori  e saremo marito e moglie prima che nasca il nostro Piccolo Fiore. Henry sarà con noi, Neal non ne può più soffrire ormai … Spero che Henry mi accetti al tuo fianco … pensi che lo farà?
 
Killian sentì Emma irrigidirsi e poi tremare tra le sue braccia, non capiva il perché. Era forse per il pensiero di Neal?
 
– Amore che succede? Stai tremando Emma …
 
Le prese il mento tra le dita e le fece alzare il viso per guardarla meglio nel verde degli occhi. Erano velati di tristezza, poteva capirlo, ma in realtà non aveva capito il reale motivo.
Emma ricambiò lo sguardo puntandolo verso l’azzurro dei suoi, accigliati in un’espressione di preoccupazione. Come poteva dirgli che Henry era stato rapito … che non sapeva se mai l’avrebbero riabbracciato! Come poteva dirgli che quel piccolo meraviglioso bambino era sangue del suo sangue, figlio suo e della donna che aveva amato ed ora c’era la possibilità di perderlo per sempre?!
Il cuore di Emma batteva forte per l’amore che provava per Killian, il suo corpo lo desiderava come non mai, ma contemporaneamente si sentiva lacerare l’anima per il dolore di perdere quel bambino che, se pur non carne della sua carne, era per lei il figlio partorito dal cuore!
 
Cercò di sorridere all’uomo che amava, non voleva dargli altre preoccupazioni, non era il momento. Stava guarendo e con le ore e i giorni avrebbe riacquistato completamente le forze … poi … poi avrebbe detto quelle altre verità che per ora doveva celargli.
 
– Henry ti adora dal primo momento che ti ha incontrato Killian! Non c’è stato un giorno, da allora, che non mi abbia chiesto di te, di come sei, come ti comporti, le tue abitudini, la nostra avventura nel Maine, sei il suo eroe … proprio come un padre deve essere per suo figlio!
– Swan! Dici sul serio? Mi rincuori così! Spero che non sia geloso di te … io al suo posto lo sarei!
– Beh! In quello penso che ti somigli … è un bambino molto possessivo con i suoi affetti e piuttosto impulsivo …
“In realtà è una goccia d’acqua con te … ti somiglia in tutto, da quei meravigliosi occhi, che mi hanno dato una scossa da quando li ho visti per la prima volta, sia i suoi che i tuoi … forse la cosa che amo di più di voi due, ma in vero non c’è nulla che io non ami di te e di Henry .. anche quelle quattro macchioline che segnano la vostra appartenenza, benedette!”
 
Emma avrebbe voluto dirgliele quelle parole … ma non poteva ancora, le pensò e si strinse ancora al suo adorato Pirata che la ricambiò felice e ignaro. La tenne stretta al suo torace, in piedi sotto il salice, con il braccio destro a cingerle le spalle, protettivo, il mento poggiato alla fronte di lei. Inspirò il profumo della sua donna e gli giunse contemporaneamente l’odore del mare. In quel momento sentiva la pace nel cuore, ma qualcosa mancava a tutto ciò: Henry e la sua nave. Sicuramente il bambino era con Belle, mentre sua madre era lì tra le sue braccia, l’avrebbe visto tra breve. La sua nave era attraccata al molo, da li si poteva vedere. Accarezzò ancora la guancia di Emma, dandole un altro bacio sulla sommità della fronte, poi, tenendole il braccio intorno alla vita la condusse verso l’affaccio sul porto. Voleva vedere il sole riflettersi sulle onde e sugli alberi del suo meraviglioso veliero. Emma con un dolce sorriso dipinto sul volto, lo segui e realizzò tardi che una delle verità taciute, stava per essere rivelata a Killian.
 
– Dove diavolo ha portato la mia nave Jefferson?!
 
Emma non riuscì a rispondere, ma lui capì che era successo altro che lei aveva taciuto. Il disappunto lo fece arrossire in volto.
 
– Emma?!
– Killian … Blackbeard si era nascosto nella Baia Mc Canzie, l’unico posto dove scioccamente non c’erano guardie, nascosto sotto la sporgenza del promontorio. Rumbl gli ha aperto il passaggio segreto, lui lo conosceva bene … Black e i suoi sono risaliti da lì e poi è riuscito a fuggire con pochi di essi, usando lo stesso passaggio e partendo subito, gli altri erano morti o imprigionati. August e i tuoi uomini, con la “Stella del mattino”, lo hanno inseguito a distanza di qualche ora, il tempo di sedare la battaglia e fare il punto della situazione … tu stavi in fin di vita, erano quasi tutti al tuo capezzale …
– Swan … Jeff ci sa fare, ma non era il caso di seguire quel bastardo! Ormai il danno era fatto! Ho promesso a Giglio Tigrato di riportarle suo marito sano e salvo, perché correre altri rischi … anche tuo fratello … è un militare dell’ Esercito … che esperienza vuoi che abbia di battaglie navali?! Jefferson mi sentirà! Sperando che tornino sani e salvi …
- Jefferson non è con loro Killian … no … no non fare quella faccia è vivo e vegeto. È in una delle stanze dell’infermeria di Padre Benedictus! Blackbeard gli ha sparato alla schiena … si lo so cosa provi … è stato fortunato … una pallottola è uscita senza ledere punti vitali, l’altra era rimasta incastrata nell’osso scapolare. È stato operato ed è stato d’accordo con gli altri per inseguire il Pirata.
– Chi diavolo ha il comando allora?!
– Tutti hanno designato Eduard …
- Cheee?!!
 
Killian ora era fuori di sé e iniziò a camminare avanti e indietro sul selciato, non curandosi del dolore al fianco.
 
– Santo Cielo Emma! Quante altre cose  non mi  hai detto? Eddy! Dico, Eddy! È poco più di un ragazzo, sa governare la nave ma non ha mai veramente combattuto! Spero non lo raggiungano Black o finiranno tutti in pasto agli squali! Ma io dico! Anche tuo fratello! Eppure mi sembrava un uomo accorto e coscienzioso! Eddy si deve sposare! Lui pure da quello che mi hai detto! Che diavolo gli è passato di andar a cercare gloria! Senza la protezione di Rumbl, Black è carne da macello per la Royal Navy … ci pensassero loro, maledizione!!
 
Emma lo guardava camminare nervosamente come una pantera in gabbia. Doveva ormai dirgli il motivo reale di quella spedizione, forse si calmava e smetteva di agitarsi, temeva che gli si potesse riaprire la ferita!
 
– Killian fermati, ti farai del male! Non sono stati incoscienti … hanno dovuto … è stato necessario! Tu avresti fatto la stessa cosa!
 
Killian si bloccò improvvisamente, stava dando le spalle ad Emma. Un terribile pensiero fece capolino nella sua mente. Si voltò lentamente verso di lei, temeva ora di incontrare i suoi occhi, si rese conto del perché erano velati di tristezza e perché prima si era irrigidita e aveva tremato tra le sue braccia.
 
- È quello che temo? Henry è stato …
 
Non dovette rispondere con le parole Emma. Ciò che aveva voluto tacere per il suo bene prima, adesso la invase completamente. In silenzio i suoi occhi piansero tutte le lacrime che a forza aveva trattenuto mentre lui gli aveva parlato dei suoi progetti e gli aveva chiesto del piccolo. A Killian non rimase che sorreggerla e stringerla forte per non farla scivolare sulla ghiaia, disperata in quel modo.
 
– Tesoro … amore mio calmati … calmati … non disperiamo … Ovvio che Eduard non poteva fare diversamente, lo avrebbe fatto anche se non fosse stato suo nipote, lo avrei fatto anche io comunque. Mi dispiace solo di non essere con loro … non mi potrei perdonare se capitasse qualcosa a tutti loro …
- Oh Killian! Sono così preoccupata … Henry è così piccolo e innocente, ho una tremenda paura che gli facciano del male!
– Lo so tesoro … ma so anche come ragionano i pirati … Henry non è un bambino qualsiasi … per loro vale più oro di quanto pesa! Blackbeard sa che è figlio di Rumbl, sa che tu lo ami come tuo figlio. È sicuramente interessato ad ottenere un riscatto ... non è la prima volta che usa il rapimento ed  il ricatto!
 
La abbracciò ancora cercando di consolarla, le asciugò nuovamente le lacrime e la baciò per l’ennesima volta sulla fronte. Quel contatto riusciva sempre a tranquillizzarla, anche se il dolore nel profondo dell’anima era lo stesso per entrambi.
 
Si riavviarono lentamente verso l’infermeria. Killian aveva bisogno di vedere come stesse l’amico di una vita: Jefferson.
Lo trovarono in piedi, con il braccio bloccato da una vistosa fasciatura che impediva ogni movimento dell’arto e della spalla operata. Si abbracciarono e si scambiarono le notizie sulla reciproca salute, poi Jeff con sguardo dispiaciuto guardò Killian.
 
– Mi dispiace fratello … se non mi fossi beccate queste due pallottole ora sarei sulla “Stella del Mattino” a dare una mano …
- Si Jeff … anche io … spero che Eddy sappia quello che fa …
- Per quello credo che tu ti possa fidare … è stato designato su suggerimento di Max ..
– Max?! Non posso crederci!
– Beh! Credici … quando hanno saputo che Henry è figlio tuo e di Milah si sono convinti ancor di più!
– Co – cosa hai detto?
 
Emma e Jeff videro defluire il sangue dalle guance di Killian. Jeff guardò Emma in viso, capendo di aver detto qualcosa che Killian ignorava.
 
– Ma lui … non …
 
Emma fece tristemente un segno di negazione con la testa a Jeff. Anche Killian si voltò verso di lei, nel suo sguardo c’era una domanda che la sua bocca non riusciva a formulare e nei suoi occhi lo stupore si stava trasformando in un misto di gioia e preoccupazione.
 
Emma gli si avvicinò e gli portò le mani alle guance. Killian la guardava speranzoso, con le labbra schiuse in un sorriso intriso di gioia e meraviglia.
 
– Si amore mio … è vero … sei tu che hai dato un figlio a Milah. Henry è tuo figlio … è il frutto del vostro amore, non il risultato di una violenza di Rumbl. Non ha nulla del Duca  ma ha tantissimo di te!
– Emma … da che ti ho ritrovata la mia vita si è illuminata e riempita di sorprese continue … con te non corro il rischio di annoiarmi un momento, amo Henry comunque … come fai ad avere questa certezza … io ne sarei l’uomo più felice del mondo, ma non voglio farmi illusioni …
– Killian … è da un po’ che lo sospettavo, ma credevo che l’amore che nutro per entrambi mi portasse a vedere somiglianze anche dove forse non ce ne erano! Questi giorni, mentre stavi male … Frate Benny mi ha dato la conferma … il tuo tatuaggio … copre le stesse quattro macchie che Henry ha sulla stessa spalla sinistra … non è un caso accidentale …
- No Emma … Non può esserlo … è il segno dei Flinth … non tutti gli uomini della mia famiglia lo ereditano. Lo aveva mio padre Colin e suo zio Artur, mio nonno e mio fratello Liam non l’anno ereditato, io si … mio padre scherzava su questa cosa, diceva che io, lui e lo zio, eravamo i “veri” discendenti del Primo Cavaliere di Artorius, nella leggenda di famiglia si diceva che Cillian Flinth avesse questo segno sulla spalla sinistra …
- Cillian …
 
Emma pronunciò quel nome … un nome che aveva pronunciato spesso in alcuni dei sogni che aveva fatto da quando aveva conosciuto Killian. Improvvisamente le tornò davanti agli occhi una scena. Vide un cavaliere colpito durante un torneo. La spalliera in metallo saltar via, scoprendo la sua spalla sinistra ornata di quattro macchioline scure sulla pelle. Sentì se  stessa gridare il suo nome e si vide corrergli incontro mentre cadeva da cavallo. L’elmo saltato via e … il viso di Killian, con i capelli un po’ più lunghi sul collo, davanti a lei, che la guardava preoccupato con le sue iridi d’acqua marina, mentre le diceva: “ Va via di qui Gwyneth, non dare scandalo … torna da Artorius!”
Ritornò in sé, non aveva tempo di pensare al passato ora.
 
– Quella è la prova certa Killian e ne sono felice …
- Mi chiedo se Milah lo avesse saputo …
- Credo che una donna lo senta nell’anima Killian … lei ha protetto il vostro piccino mentendo a Rumbl, se non lo avesse fatto …
- Non voglio nemmeno pensarlo Emma! Milah ha vissuto un’esperienza terribile e purtroppo io non sono arrivato in tempo per salvarla … sarebbe morta comunque per la grave infezione … l’unica cosa positiva da quel tentativo di salvataggio, è stata di sapere  dell’esistenza del bambino. Non mi disse che era mio … non poté farlo … Rumbl era lì, le aveva appena squarciato il petto … avrebbe saputo. Poi il “Coccodrillo”… mi fece … questo …
 
Killian sollevò il braccio amputato. Nei suoi occhi c’era tanta rabbia e  dolore.
 
– Lo sai … ho passato tutti questi anni alla ricerca del bambino … senza sapere che  io fossi suo padre. Ho vissuto nell’odio, nel buio che può dare il desiderio di vendetta e poi … poi sono arrivato da te … Sei stata la luce, sei veramente la mia “Stella Polare” Emma … lo sei sempre stata … dal primo momento che i miei occhi si sono posati sull’oro dei tuoi capelli … anche senza vedere il tuo viso … ho voluto inciderti sulla mia pelle come eri rimasta incisa nel mio cuore …
 
Emma e Killian erano ancora vicini, lui le cinse la vita, stringendola maggiormente a sé, lei commossa non riusciva a togliere lo sguardo dai suoi occhi.
Jefferson tossì, fintamente imbarazzato, riportandoli alla realtà.
 
– Scusate l’interruzione del momento … ma … siete nella mia stanza … io sono ancora qui … se volete vado a fare una passeggiata!
 
I due innamorati si sciolsero da quell’abbraccio, Emma rossa sulle gote e Killian portandosi un dito verso l’orecchio.
 
– Quindi … fammi capire Killy … la Stella Polare sul deltoide che ti sei fatta tatuare a Neverland era per Emma?
 
Killian annuì.
 
– Non ci posso credere! Lei è la ragazza che ti aveva fatto perdere la testa in quel periodo?! Eri sempre con la testa tra le nuvole … non so come tuo fratello non ti abbia fatto fare un tuffo in mare per farti rinsavire!
- Francamente Liam mi minacciò di buttarmici lui di persona Fox … mi ha dato diverse lavate di capo nel suo ufficio …
- Si, mi ricordo la sua voce tonante che si arrabbiava con te …
- Già! Ma alla fine si rese conto che ero convinto a tornare nel Maine per incontrarla sul serio e chiedere al padre il permesso di frequentarla e, se lei avesse voluto … la sua benedizione per sposarla …
- Invece le cose sono andate in tutt’altro modo purtroppo … Comunque “fratello”, il destino ti aspettava al varco … guarda che giro ha fatto ed è tornato al punto di partenza! Sei arrivato comunque a lei, grazie ad un figlio che non sapevi fosse tuo e trovando lei che gli ha fatto da madre … Direi proprio che questa storia è troppo bella e romantica per finire male! Vedrete … Eddy e il Colonnello torneranno con “vostro” figlio e avrete il lieto fine che meritate!
 
Emma e Killian trattennero all’unisono il respiro a sentire definire Henry “loro” figlio. Si guardarono nuovamente negli occhi sorridendosi e prendendosi automaticamente per mano.
Jefferson li guardava con affetto, ma un triste pensiero correva nella sua mente.
 
“ Amici miei … vi auguro veramente ogni bene … spero soltanto che Blackbeard non si accorga della somiglianza di Henry con te Killian … sarebbe una tragedia altrimenti!”
 
Non aveva finito di formulare quel pensiero Jeff, che una nuvola coprì il sole che, trapelando dalla finestra, aveva illuminato la stanza fino a quel momento. Un brivido corse lungo la sua schiena, un presagio nefasto era nell’aria!
 
 
In quel momento sulla Queen Anne’s Revenge.
 
– Mi colga la peste e il demonio mi porti all’Inferno se non è vero che tu sia figlio di Killian Jones ragazzino!!
 
 
 
Angolo dell’autrice
Ancora terribili pensieri e presagi per i nostri CaptainSwan. Ora Killian sa la verità. Ormai è certo di attendere un figlio da Emma, lei lo ha detto chiaramente e in più ha scoperto di essere già padre. Un bel regalo, ma contemporaneamente la pessima notizia che quel bambino, che lui già ama è in gravissimo pericolo. Ho inserito un disegno, non lo vedrò che con la pubblicazione, spero che sia venuto bene.
Grazie a chi leggerà e a chi avrà la pazienza di recensire.
A chi sta vedendo le nuove puntate “buon OUAT DAY!”
Buona settimana a tutti.
Lara
 
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Lady Lara