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Autore: Marge    22/03/2017    3 recensioni
Questa è una storia particolare, diversa dalle solite, un’idea che mi è venuta qualche anno fa ma solo ora ha trovato la via della luce.
L’umanità – o almeno quel che ne resta – vive in Navi organizzate in una grande Flotta spaziale. La Terra è perduta per sempre a seguito di una grande Catastrofe Naturale, e il Gran Consiglio controlla e coordina la vita delle persone, portandole alla ricerca di un nuovo pianeta dove vivere. Ma questo succede ormai da quattrocento anni, e Shui è depresso e triste di questa vita; Mahi invece sogna la terra e l’erba e il sole sulla pelle, con testarda speranza; oltre a loro una professoressa single quarantenne che forse ne sa un po’ di più degli altri, una quindicenne in piena crisi adolescenziale, navi spaziali, universo profondo, lotte di potere, e, ovviamente, i Domini. Ma che fine ha fatto l’Avatar? Come mai da secoli nessuno ne sente più parlare?
Una storia particolare per la quale serve un po’ di fiducia iniziale; non so dove arriverò, ma vi prometto un autentico stile Avatar; pubblicherò un capitolo a settimana e offro biscotti pieni d’amore a chi vorrà farmi avere il suo parere :)
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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LIBRO PRIMO: ACQUA



VII
Promessa



Il sesso, da quando aveva scoperto di poter dominare l’acqua, andava davvero alla grande.
In realtà non era solo quello: non aveva problemi a prendere sonno, dormiva per dieci ore di seguito senza alcun risveglio, aveva sempre un grande appetito e si sentiva pieno di energie. Perfino il lavoro non lo annoiava più così tanto e, soprattutto, non vedeva l’ora di terminare le sue ore giornaliere per correre nello scantinato de Il sole nascente e imparare sempre nuove serie davanti allo specchio. Rin aveva fornito loro nuove pergamene e Shui non riusciva a pensare ad altro per tutto il giorno.
Fino a quando, a sera, tornava nell’alloggio stanco e sudato, si infilava sotto la doccia e finalmente nel caldo delle coperte insieme a Mahi. E lì trovava il suo corpo morbido che lo accendeva di desiderio. Mahi gli era sempre piaciuta, fin dalla prima volta, ma ora riusciva quasi a capire quando lei gli parlava di spirito, anima e corpo che si fondono insieme. Gli sembrava di poterla sentire con ogni centimetro del suo corpo e non riusciva a staccare gli occhi dai suoi, mentre il piacere li sommergeva come un’onda d’acqua calda. “Ti prego, rifacciamolo subito.”
Mahi rise sollevando il petto. “Vuoi consumarmi? Non riuscirò ad andare a lavoro domani.”
“Cosa importa del lavoro? Potremmo restare tutto il giorno chiusi qui dentro, a fare l’amore e le arti marziali. Non sarebbe stupendo?” Posò la testa sulla sua pancia e sollevò gli occhi a guardarla.
La moquette non era morbida ed aveva un leggero odore di polvere; Shui contemplò per un attimo la possibilità di trasferirsi sul letto, ma non aveva voglia di staccarsi da lei.
“Non mi hai dato neanche il tempo di arrivare al letto” commentò lei guardandosi intorno, come se gli avesse letto nel pensiero.
“A me sembra di ricordare che sia stata tu a trascinarmi qui sul pavimento.”
Le posò un bacio subito sotto l’ombelico, dove Mahi aveva una sottile linea di peluria chiara. Continuò la scia fino al pube e Mahi rise ancora. “Dai, lasciami ancora un momento” mormorò e Shui smise a malincuore. Si tirò su e l’abbracciò, ma lei ruotò tra le sue braccia fino a dargli le spalle, e quella era la posizione che preferivano entrambi quando stavano per addormentarsi. Shui adorava sentirla piccola e schiacciata contro di lui, avvolgerla come una bolla d’acqua.
“Oggi Goya mi ha chiesto come mai recentemente non mi sia più fatta vedere, giù allo scantinato. Ha notato che ho smesso di esercitarmi nel Tai Chi.”
“A me ha chiesto come mai vado ogni giorno e dove ho preso le nuove serie che sto imparando.”
“Ha capito che è successo qualcosa. Credi che dovremmo parlargli? Del resto è uno dei nostri migliori amici e l’idea del Tai Chi, fin dall’inizio, è stata sua.”
Mahi era convinta fosse fondamentale trovare “altri come lui”. Shui avrebbe preferito tenersi tutto per sé: la vita gli sembrava perfetta, ora. A che sarebbe servito? Avevano coinvolto Rin solo per capire cosa stesse succedendo, ma ora avevano le risposte.
“Non saprei. Ho idea che, se la voce si spargesse troppo, poi sarebbero solo guai.”
“Dirlo a Goya non sarebbe proprio come dirlo a tutti, no? Saprebbe tenere la bocca chiusa” ribatté Mahi, con una punta di stizza. “E non possiamo davvero tenerci una cosa del genere per noi. Se Rin ha ragione, moltissima gente potrebbe dominare uno degli elementi. Potremmo cambiare il mondo.”
“Non ho alcuna voglia di farmi acchiappare da quelli del Gran Consiglio e farmi rinchiudere in un laboratorio.”
Mahi si alzò su un gomito e girò la testa a guardarlo: “Come sei melodrammatico!”
“Cosa credi che succederebbe, allora? Il Gran Consiglio lascerà le persone riunirsi pacificamente in quattro antiche tribù, giocare con gli elementi… e se poi magari a qualcuno viene in mente che in questa maniera si può prendere il comando?”
Mahi inorridì. “Come puoi pensare una cosa del genere? Cosa te ne faresti del comando?”
Shui rise di gusto. “Io? Assolutamente nulla. Sto benissimo così come sono. Ma non tutti amano le cose semplici come me.”
Lei non sembrava convinta. “È comunque qualcosa di troppo importante per restare solo fra noi. Abbiamo il dovere morale di…”
“Tesoro, ascolta” la interruppe subito lui. La costrinse a voltarsi per guardarla negli occhi e la abbracciò ancora. “Questa nostra vita, ora, è perfetta. Non sono più triste e depresso com’ero un tempo, non sono mai stato così bene da secoli e tra me e te le cose vanno alla grande. Perché non ci godiamo un po’ la vita? Penseremo poi a cosa è giusto fare.”
Abbassò il viso tra i suoi seni e cominciò a baciarli. Ma sentì, stupito, le mani di Mahi allontanarlo. Quando parlò, la voce di lei era gelida: “Sono contenta che tu stia bene ora, davvero. E abbiamo fatto sicuramente dell’ottimo sesso, recentemente, ma questo non vuol dire che io sia felice quanto te.”
Shui sgranò gli occhi, completamente incredulo. Mahi aveva la bocca tirata e le sopracciglia unite al centro della fronte.
“Credi che la vita sia tutto qui? Chiuderci nella cabina a rotolarci come due lemuri in calore e poi fare giochini con l’acqua sotto la doccia?”
“Mi sembrava che ti stessi divertendo…” provò a obiettare.
“Sai, si può stare molto bene e proprio per questo non stare affatto bene” sentenziò lei, e Shui capì che non sarebbe arrivato da nessuna parte perché Mahi aveva deciso di diventare criptica e profonda e arrabbiata tutt’insieme come le accadeva a volte, e non c’era modo di superare il momento se non lasciandola parlare. Si tirò indietro a sedere a gambe incrociate, a testa bassa.
“Non hai mai pensato che questa faccenda dei domini potrebbe aiutare le Flotte a trovare un pianeta adatto? O potrebbe rendere adatto un pianeta alla vita per tutti gli esseri umani?”
Shui si sentì molto meschino: no, non vi aveva affatto pensato. L’unica cosa a cosa a cui aveva pensato erano le cosce di Mahi attorno a lui, lo ammetteva, e il fatto che lui fosse un gran figo perché sapeva fare le cupole d’acqua sotto la doccia.
“Ma perché dovremmo essere noi a cambiare il destino delle Flotte?” biascicò, ma senza gran convinzione. Mahi si inginocchiò davanti a lui e gli prese le mani: “E perché non dovremmo esserlo? Ci sarà un motivo, se hai scoperto tutto ciò da solo, no?”
Quando lei gli piantava in faccia quegli occhi neri, così profondi e appassionati, Shui non poteva far altro che capitolare.
“Non ho voglia di tornare a fare qualcosa di difficile” mormorò, già sconfitto. “Io ora sono felice.”
“Io no” rispose lei. “La mia vita è identica a prima, solo che ora so che potrei fare qualcosa per migliorarla. Forse non sarò mai un dominatore come te, non sono un’eletta né con l’acqua né col fuoco né, probabilmente, con gli altri elementi, ma posso starti accanto. Insieme possiamo fare qualcosa.”
Shui annuì. Lei allora gli salì in braccio e lo circondò con gambe e braccia. Cominciò a baciarlo sulla fronte, poi sul naso e infine sulle labbra. Shui tirò internamente un sospiro di sollievo e la strinse forte senza smettere di baciarla. Sentì l’erezione crescere nuovamente e Mahi usò una mano per guidarla dentro di sé.
“Promettimi che resterai con me anche se mi chiudono in un laboratorio” sussurrò Shui.
“Sempre” rispose Mahi.


  
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