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Autore: Wolverine00    23/04/2017    0 recensioni
TRADUZIONE! Fanfiction di: ChloeRhiannonX
In un futuro dove i robot vengono utilizzati come domestici solo una ragazza non riesce a sopportarli. Courtney odia i robot per il modo in cui le hanno rovinato la vita. Tuttavia, intenzionata a rivivere una vita come quella di prima, incontra un nuovo ragazzo a scuola, il quale custodisce il più oscuro e profondo segreto.
Presa da: Fanfiction.net
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Non era il fatto di non riuscire a dormire che mi preoccupava, ormai non dormivo nemmeno più. Il problema era perché non ci riuscivo. Era il suo viso. Riuscivo a vederlo così vicina a me, a sentire il suo respiro e il battito del suo cuore. Ci era mancato così poco, ma non potevo farlo. Era qualcosa di terribilmente sbagliato. Trent…
Non mi venirono le parole. Certo, conoscevo meglio Trent. Eravamo insieme da ormai due anni. Anche per questo era inconcepibile. Baciare Duncan significherebbe allo stesso tempo tradire Trent, il mio ragazzo. L’unica persona che era lì per me nonostante tutto.  Non potevo dimenticare tutto questo, non ancora.
Capii che non sarei mai riuscita a dormire così decisi che era ora di dare un’occhiata a Facebook, Myspace e Twitter. Sono sempre rimasti così, intatti per più di quattro mesi. Non avevo mai trovato il coraggio di riaprirli, ma non riuscendo a scacciare il pensiero di Trent dalla mia testa decisi che fosse meglio darci un’occhiata.
Twitter fu il più facile, mi limitai a leggere qualche tweet dalla lista. Trent non ha mai avuto Twitter, non era un gran amante dei social network, ma il suo nome appariva in almeno i tre quarti dei tweet che mi erano arrivati. Tutti mi facevano le condoglianze ed erano preoccupati per la mia situazione in ospedale. Quando fui ricoverata rifiutai di ricevere visite. Solo i miei genitori potevano vedermi.
Il prossimo era Myspace e il livello di difficoltà aumentava. La prima cosa che apparì fu un video mio e di Trent, era prima dell’incidente, nel bel mezzo dell’inverno. Eravamo al Muskoka Sports Center.
[“E ora, Trent ci mostrerà le sue abilità” La mia faccia sorridente apparì sullo schermo.
“Cosa sono? Un cane?” Trent oscurò la telecamera. “Devo mostrare a tutti come si va a riprendere un frisbee?” Ghignai. Trent sapeva sempre come farmi divertire e quando farlo. Finivamo sempre per ridere.
“Fa un tuffo!” Girai la telecamera su Trent che era pericolosamente vicino al bordo vasca. Aveva i capelli completamente bagnati. Lo vidi sorridere prima di prendere la rincorsa e fare un tuffo dal trampolino alto più di due metri. Trent mi emozionava ogni volta.
“YAY!” Urlò uscendo dall’acqua. Avevo la videocamera in mano quindi non riuscii ad applaudire. Girai la telecamera puntandola verso di me per commentare le sue eccenzionali performance, ma prima che me ne accorgessi Trent mi aveva preso in braccio e mi baciò. Tentai di spegnere la telecamera.]
Ormai le lacrime stavano uscendo senza controllo. Cercai di trattenerle senza successo. Erano le tre del mattino, non c’era motivo di farlo. I miei genitori dormivano e Giorgio era disattivato.  Eravamo solo io e le lacrime in camera mia.
Non era un segreto che mi mancasse Trent con tutto il mio cuore. Tutto quello che chiedevo era riaverlo qui. Avrei voluto svegliarmi un mattino e scoprire di essere stata in coma così il resto sarebbe stato solo un brutto sogno causato dallo shock.
Facebook era l’ultima tappa, la più pericolosa. Mi sarei dovuta preparare per quello che mi aspettava.
378 notifiche, 76 messaggi e 3 richieste di amicizia.
Molte delle notifiche erano uguali a quelle su Twitter. Auguri per riprendermi, messaggi di condoglianze e scuse per cose di cui nessuno di loro aveva colpa. Non li lessi tutti, misi solo ‘like’ come ringraziamento.
Cody Lewis, rifiuta. Non ho accettato la richiesta per un motivo.
Chris McLean, rifiuta. Chi diavolo è?
Duncan Langielas.
Esitai per un momento. Aggiungere qualcuno su Facebook non significava nulla, no? Soprattutto quando sai chi è. Avevamo già 157 amici in comune, non c’era motivo per rifiutare.
Duncan Langielas (dopo un’attesa infinita), accettato.
Cliccai sui messaggi e cominciai dal più recente. Non ho mai neanche parlato con la metà di queste persone. Tutto quello che mi scrissero era: ‘Ci sono se hai bisogno di parlarne’. Trovai messaggi di Tyler, Dj, Katie e Bridgette. Mi avevano mandato messaggi lunghissimi chiedendomi di tutto.
Non risposi, non ero dell’umore per rispondere a così tante persone. Al contrario mi misi a scorrere la lista per arrivare al primissimo messaggio. Dentro di me sapevo già di chi fosse. Trent.
[Il clacson di Trent suonò animatamente dall’esterno. Misi la testa fuori. “Sei in anticipo di dieci minuti!”
Trent mi sorrise dal sedile del guidatore e mi rispose: “Guarda su Facebook! Ti ho scritto che sarei arrivato prima!”
Alzai gli occhi al cielo. “Non lo guardo mai Facebook!” E con questo chiusi con troppa enfasi la finestra.]
Non ebbi più l’occasione di leggerlo. Quello era il giorno dell’incidente. Fu una bella giornata, il viaggio di ritorno però-.
*PING*
Il suono delle chat di Facebook mi riportò alla realtà. Mi strofinai gli occhi e lessi sullo scermo:
Duncan Langielas, un nuovo messaggio.
Cosa voleva adesso? Cliccai sul nome e apparì il rettangolino bianco che non vedevo da tempo. Riuscivo a scrivere a dodici persone in contemporanea. Ora non sopravvivevo nemmeno con una sola.
D: Hey! :D
C: Ciao.
D: Ma come? Nemmeno uno smile?
C: Non credo sia possibile sorridere alle tre del mattino.
Decisi di sfruttare l’occasione per sbirciare il profilo di Duncan. Non mi diceva nulla su di lui comunque. Ero decisa a scoprire cosa nascondesse.
D: Come mai sveglia a quest’ora?
C: Tu invece?
La sua foto profilo era piuttosto recente. Potrebbe averla fatta oggi, non era cambiato di una virgola. Sorrideva nella foto, come se fosse stato sorpreso a ridere. Una risata genuina. Non avevo mai visto questo suo lato. Le uniche volte che lo avevo visto farsi una risata era a mie spese.
D: Ho appena finito di scrivere il nostro progetto. Sta venendo bene.
C: Felice di sentirlo. Io non riesco a dormire.
C’erano solo foto recenti. Molte erano scattate dentro un laboratorio con un signore anziano. Tutte cose che centravano con suo padre, ci avrei messo la mano sul fuoco. Controllai anche la sua lista di amici trovando solo due tipi di persone: i ragazzi a scuola e persone troppo avanti con l’età.
D: Brutti sogni?
C: Qualcosa del genere.
Il che mi fece pensare. Katie aveva già detto che prendeva lezioni private a casa, il che era comprensibile, ma non aveva proprio nessun amico? Nessun vicino di casa? Era tutto così strano…
D: Vuoi parlarne?
C: Non proprio.
D: Di cosa vuoi parlare?
C: Non lo so, sei stato tu a scrivermi.
D: Perché non ti piacciono i robot?
C: Scusami?
D: Mi pare abbastanza ovvio che non li sopporti, mi chiedevo perché.
C: Perché ti interessa?
D: Beh, sono figlio di mio padre, mi incuriosiscono certe cose. Incluso il tuo odio per loro.
Esitai, indecisa su cosa scrivere.
D: Se non vuoi dirmelo per mio padre, ti aiuterebbe sapere che non piacciono neanche a me?
C: Perché?
D: Sono vuoti. Scatole di latta riempite di ingranaggi. Niente sentimenti o pensieri. L’unica cosa che li accomuna con gli umani è la loro forma.
C: Non ho mai avuto buoni rapporti con i robot.
Quelle parole di inviarono da sole, non me ne accorsi nemmeno. Non avevo pianificato di dirgli assolutamente nulla, ma più o meno avevamo le stesse idee. I robot erano vuoti.
C: Da piccola credevo che Giorgio mi spiasse. All’inizio mi spaventava, ma poi non ci feci più caso. Sono stata quasi investita da un robot quando avevo dieci anni. A dodici un robot mi spinse dalle scale (venne considerato un incidente) e qualche mese fa un robot ha fatto la scelta sbagliata.
D: Cos’è successo qualche mese fa?
C: Non fare finta di non saperlo.
D: Onestamente, non lo so. So di qualcosa accaduto una notte. Un ragazzo morì e tu finisti all’ospedale, ma l’ho capito stalkerando il tuo profilo Facebook, proprio come hai fatto col mio.
C: Era su tutti i giornali e notiziari.
D: Non guardo i telegiornali, o leggo i giornali, o ascolto le voci di corridoio a scuola.
C: Non importa.
D: Si invece.
C: Non voglio parlarne.
D: Va bene.
C: Me ne andrò a letto ora.
D: Sogni d’oro.
C: Notte.
D: Buonanotte xx (*)
Mi ci vollero dei minuti dopo aver spento il computer per realizzare che Duncan mi aveva appena inviato dei baci. Due baci nell’ultimo messaggio. Ma non significano nulla… giusto?
 
(*) Le due x= bacini/baci [per chi non lo sapesse].
Angolo Traduttrice: Hei!  Spero sempre che vi piacciano i capitoli che pubblico (la traduzione almeno lol) Buon pomeriggio e buona domenica a tutti! :D Come sempre: Buona lettura!
 
   
 
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