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Autore: I_love_villains    14/05/2017    1 recensioni
Un nuovo survival game sta per iniziare.
Chi diventerà Dio stavolta?
[Storia ad OC. Iscrizioni chiuse]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altri, Deus Ex Machina, Murumuru
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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“Posso parlarti?”
Key, che si era piegata per raccogliere una penna finita sotto la scrivania, batté la testa nel rialzarsi.
“Ahi! Ehm, certo, dottor Misaki.”
Lo psicologo si sedette di fronte a lei.
“Prima ti ho lasciata fare, ma mi spieghi perché ora controlli cellulari e agende dei clienti? E non mi dire che fa parte del nuovo programma di aiuto di coppia.”
“Ehm …”
Key giocherellò con una ciocca di capelli, poi alzò gli occhi sul suo capo e vecchio amico.
“È complicato. Ma ti prometto che ti spiegherò tutto dopo il lavoro.”
“D’accordo, non vedo l’ora.”
La donna controllò il suo taccuino e sorrise: non avrebbero solo parlato. Infatti poche ore dopo Zenko Misaki si trovava a casa sua, più precisamente nel suo letto. Quando tutto fu finito, le versò del Chianti in un bicchiere e si preparò all’ascolto. Sorseggiando il vino, Key gli raccontò tutto, dalla scoperta del Mirai Nikki all’uccisione di Ume. Zenko la guardò basito. Poteva tollerare che esistesse un oggetto in grado di prevedere il futuro, ma non riusciva a credere che Key avesse davvero ucciso quella donna. Sembrava così innocente ed ingenua ed era sempre stata una persona maldestra. Come poteva essere un’assassina?
“Key … ma è proprio tutto vero?” chiese infine.
“Sì, dottor … scusa, l’abitudine … Zenko. All’inizio ero spaventata, però adesso capisco che è una grande opportunità. Pensa a tutta la gente che è come me! Potrei aiutarli a cambiare!”
“Già … e sei disposta ad uccidere altre dieci persone per questo” replicò lo psicologo, sondandola.
“Beh, immagino che alcuni moriranno per altri motivi …”
“Key …”
“Sì, sì, ho capito che intendi. Non lo so, okay? Con quella donna è stato facile, se lo meritava. Non so che tipi sono gli altri proprietari. Però, se divento una dea posso resuscitare chi ci va di mezzo.”
“Ma ti ascolti? Tiratene fuori!” fece Zenko ad alta voce. Era spaventato ed arrabbiato.
“Non posso. Meglio uccidere che essere uccisi. Hai sentito che quella non si è fatta scrupoli a servirsi di bambini innocenti, no? Io non sono così, ma sarò meno tenera possibile.”
Il dottor Misaki restò in silenzio per quelle che a Key parvero ore. Sospirò.
“Key, capisco che sei mossa dall’istinto di sopravvivenza e da quello che definirei un premio con i controfiocchi. Ma, lasciando da parte il survival game … il tuo desiderio è far essere ognuno del sesso che vuole, vero?”
La donna arrossì, poi annuì lentamente. Solo Zenko e la sua famiglia erano a conoscenza del suo segreto. Non era sempre stata una bellissima donna. Era nata uomo, ecco. Aveva passato una difficile adolescenza, perché se doveva basarsi su chi la attraeva, vincevano alla pari uomini e donne. Per fortuna all’università aveva conosciuto Zenko. Era stato grazie a lui che si era decisa a fare il grande passo ed ora poteva liberamente concedersi a chi le pareva. Lui l’aveva aiutata a trovare la sua vera identità, per questo aveva deciso di restargli vicina come sua assistente.
“Sì, principalmente desidero questo. So benissimo cosa si prova a sentirsi imprigionati in un corpo che non si considera proprio. Se potessi diventare una dea, non ci sarebbe più questo problema. Ognuno potrebbe scegliere di essere ciò che vuole e quindi essere più felice.”
“Dolce Key … ti aiuterò come posso.”
“Davvero?”
“Sì. Ti darò una mano. Questa storia non mi piace, ma di certo non voglio che tu finisca uccisa.”
La donna strinse forte il dottore trattenendo a stento lacrime di commozione. Zenko le accarezzò piano la testa. Per la prima volta nella sua vita era insicuro di quello che stava facendo.

Yuu bevve serenamente la sua limonata. Si trovava in giardino, circondato dai nipotini. Gli altri adulti erano in casa o comunque lontani dalla sua vista, così solo lui ed i cani badavano ai pargoli.
“Nonno, ci fai giocare a tetris?” gli domandò all’improvviso Lian.
A quel nome gli occhi di Daisy si illuminarono e corse accanto al cugino, altrettanto desiderosa di entrare nella camera speciale del nonno. Il vecchio sorrise ai due giovani, dispiaciuto.
“Ragazzi, sapete che la domenica non si può fare, tutti si chiederebbero dove siete finiti.”
“Però ci annoiamo” si lamentò Daisy.
“Su, il tetris è divertente, ma anche giocare a palla.”
Yuu si alzò, posando il bicchiere. I due bambini si scambiarono uno sguardo, fecero spallucce e tornarono a giocare con fratelli e cugini. I cani correvano in giro, scodinzolando per ogni carezza o parola affettuosa che ricevevano. Ad un tratto il cellulare di Yuu vibrò. L’anziano signore si scusò con i nipoti e lesse la notifica. Sorrise vittorioso alla scoperta che qualcuno era caduto nella sua trappola. Come Maschermoon, infatti, aveva fatto trapelare alcuni dettagli del survival game, presentandolo come un progetto per un nuovo videogame. I vari giocatori online avevano espresso i loro pareri e leggendoli Yuu non aveva individuato nessun possibile proprietario. Adesso però una certa Dea del Sole aveva scritto che era davvero molto interessata ad incontrare qualcuno che aveva idee così attuali. All’anziano signore non bastò altro. Non tutta la tecnologia si trovava nella stanza segreta. Un vecchio computer si trovava in un piccolo studio provvisto di scrivania e libri. Troppo curioso per aspettare, Yuu vi si recò, accese il computer e si dette da fare per hackerare il dispositivo di questa Dea del Sole. Dati i mezzi, ci volle più del previsto, ma alla fine riuscì ad ottenere le informazioni che voleva. Scoprì che si trattava di una ragazzina di quindici anni, che amava fare la cosplayer, che i genitori erano divorziati e molto altro, pubblicato su FaceBook o altri social network. Yuu ne fu deluso. Perché una fanciula così era stata scelta per il survival game? Fece spallucce e le mandò un messaggio che l’avrebbe sicuramente terrorizzata: ci vediamo giovedì, dopo le lezioni, nel cortile della tua scuola.

Osamu era appoggiato ad un comò, a braccia conserte, e si stava godendo un incarico che si era autoaffidato. Masashi, l’uomo che aveva torturato per un buon quarto d’ora, giaceva sul pavimento della sua camera da letto. Gemeva flebilmente per vari lividi e ferite procurati dalle catene di Osamu.
“Sai, il mio diario dice che arriveremo a dieci, ma per me questo è a malapena un sette. Significa che ci divertiremo ancora parecchio … a meno che tu non parli subito.”
“N- no … t- tu non farai male a Lucy.”
“Stupido idiota, se continui così lo farò!” urlò Osamu tirandogli un calcio. “Voglio solo sapere cosa sai riguardo l’incidente alla scuola. Si vocifera un sacco, sai? Non è stato nessuno del nostro ambiente a provocarlo o a togliere di mezzo chi lo ha fatto. Però sul giornale riportano il cognome di due famiglie che sono state coinvolte, i Leclerc e i Mitsuko. Ti pare che vada ad importunare una famiglia per dei semplici sospetti? No, evito di farlo. Ma se certa gente non collabora …”
“I- io non ne so niente!” ripeté Masashi con le lacrime agli occhi. “Ho visto pochissimo Lucy dopo l’incidente.”
“Non sei il suo boyfriend? Non ancora, eh? Non importa … Parlami del figlio e di suo fratello.”
“Sono normali, non hanno mai nominato nessun Mirai Nikki! Ti prego, non ho idea …”
“Quindi secondo te si tratta di un semplice caso di eroismo? Possibile. E sei sicuro che non sia stato Leclerc a uccidere la preside?”
“S- sì, non è assolutamente il tipo!”
“Nessun comportamento strano nell’ultimo mese? E pensaci bene prima di rispondere, soprattutto se dirai di no.”
Masashi non seppe che rispondere. Caleb non gli era mai piaciuto, ma non poteva certo far finire da lui quel tizio. Per non parlare di cosa avrebbe potuto fare a Lucy o Koichi.
“I tuoi occhi mi dicono che nascondi qualcosa …” fece piano Osamu inginocchiandosi.
Il cuoco strisciò indietro fino a toccare il muro.
“Siamo a nove, credo. Forza, parla.”
“No! Non so nulla!”
Osamu lo sollevò di peso e lo portò vicino la finestra aperta.
“Vuoi fare un bel volo?”
“Nooo! Per favore! Evita solo gli approfittatori!”
“Che intendi?”
“Prima aiutava tutti! Ora no! Evita chi lo vuole truffare o non ha davvero bisogno di una mano!”
Osamu lo lasciò andare, ponderando la questione. Era sempre più possibile che Leclerc fosse un proprietario. Tornò a concentrarsi su Masashi, che si era scostato zoppicando. Gli sorrise.
“Sai, ultimamente lavoro molto, non ho più l’occasione di andare alle corse. Facciamola noi una scommessa. Testa, ti lascio vivere. Croce, muori.”
Senza attendere una risposta, Osamu si tolse di tasca una moneta, la lanciò per aria e la afferrò coprendola con una mano. Masashi la osservò trattenendo il respiro, sperando erdentemente che fosse uscito testa. Osamu alzò la mano: croce. Il cuoco urlò e tento di scappare, ma Osamu lo attrasse a sé con una catena e dopo una breve lotta lo fece precipitare dalla finestra. Dopodiché si soffermò a guardare le stelle. Gli erano sempre piaciute. Rimanevano sempre le stesse, senza farsi turbare da nulla. Distanti, fredde e bellissime. Osamu si riscosse. Aveva ancora molto lavoro da fare.



***Angolo Autrice***
Sono previste due collisioni: una fra Yuu e Raquele e Lara, l'altra fra Osamu e Caleb. Inoltre nel prossimo capitolo si formerà una nuova alleanza/ship.
A presto!
   
 
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